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Title: Dopo il veglione o viceversa Author: Bracco, Roberto, 1861-1943 Language: Italian As this book started as an ASCII text book there are no pictures available. *** Start of this LibraryBlog Digital Book "Dopo il veglione o viceversa" *** Internet Archive. ROBERTO BRACCO TEATRO VOLUME PRIMO NON FARE AD ALTRI... — LUI LEI LUI — UN’AVVENTURA DI VIAGGIO — UNA DONNA — LE DISILLUSE — *DOPO IL VEGLIONE* 2ª EDIZIONE. REMO SANDRON — Editore Libraio della Real Casa MILANO-PALERMO-NAPOLI PROPRIETÀ LETTERARIA _I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesi, non escluso il Regno di Svezia e quello di Norvegia._ È assolutamente proibito di rappresentare questi lavori senza il consenso scritto dell’Autore _(Art. 14 del Testo Unico 17 Settembre 1882)_. Published in Palermo, 10th. June Privilege of Copyright in the United States reserved under the Act approved March 3rd. 1905, by Roberto Bracco and Remo Sandron. Off. Tip. Sandron — 126 — I — 290312. ———— DOPO IL VEGLIONE o VICEVERSA (Scherzo comico per _cafè-chantant_, musicato dal Maestro _Umberto Mazzone_, scritto apposta per _Nicola Maldagea_ e _Amelia Faraone_, eseguito per la prima volta al _Salone Margherita_ di _Napoli_, nel 1893). PERSONAGGI: _Lui_ e _Lei_. La scena rappresenta un elegante salottino intimo con un paravento. SCENA UNICA. _Lui_ e _Lei_ entrano. _Lei è vestita da uomo. Lui, «viceversa», è vestito da donna. E tutti e due portano il domino e la maschera._ _Lui si burla di Lei, e Lei si burla di Lui._ _Dal cappuccio di Lei scappano i riccioli della parrucca maschile; da quello di Lui scappano i riccioli della parrucca femminile._ _Sicchè, Lui è convinto che Lei sia un uomo: Lei è convinta che Lui sia una donna._ _Lei si avanza conducendo Lui, graziosamente, per mano._ _Lei_ _(imitando una voce maschile)_ Siam giunti, mascherina.... Vi prego, favorite: la casa è un po’ piccina: è casa da _garçon_. Non è degna di voi, lo so, ma compatite.... chè, in fin dei conti, poi, in due ci si sta ben. _Lui_ _(imitando una voce femminile)_ Perchè vi confondete? Non sono una regina... Tutt’altro! Mi potete trattare _sans façon_. Io faccio, lo confesso, o un po’ la ballerina o... quel che faccio adesso: ecco, nè più nè men. _Lei_ _(tra sè)_ Mi par che se la beva: mi tratta da merlotto! Non sa qual figlia... d’Eva le si nasconde in me! _Lui_ _(tra sè)_ Ch’io sia davvero donna convinto è il giovinotto. Non sa sotto la gonna che pezzo d’uomo c’è. _Lui_ e _Lei_ _(insieme — ognuno per conto suo)_ Oh! Sesso, mio nemico! Perchè non sei diverso? Dice quel motto antico: «ciò che si lascia è perso.» _(Poi Lei, accennando a Lui, e Lui, accennando a Lei:)_ E che farà quando per forza comparirà da questa scorza l’imprevedibile che dentro sta? Si morderà le dieci dita e imparerà che nella vita rompe le scatole la realtà. _Lei_ Toglietevi la maschera, scopritevi il visino. Dagli occhi l’indovino: dev’essere divino! _Lui_ Datemi il buon esempio, gentil giovanottino. È troppo sibillino cotesto mascherino. _Lei_ _(con seduzione)_ Almen fate ch’io guardi un sol piedino vostro. _Lui_ _(con timidità pudica)_ No, no, no, no!... Più tardi.... Più tardi ve lo mostro. _Lei_ Avete, tale e quale, l’aria d’una novizia! _Lui_ Ma pure, in generale, è sempre l’uom che inizia! _Lei_ E allora, o dolce incognita, sta ben: vi servirò. _(Voltando le spalle e preparandosi a togliersi la maschera — tra sè:)_ Ho quasi quasi scrupolo di aver tardato un po’. _Lui_ Sbrigatevi! Sbrigatevi! _Lei_ Frenate l’ansietà. _Lui_ _(fingendo un accento di ansia infrenabile)_ Non posso.... Il cor mi palpita.... _Lei_ _(buttando via il mascherino e sbottonando il domino, appare vestita da uomo, in frak e cravatta bianca: ma le forme del corpo ed il viso rivelano la perfetta muliebrità.)_ Son donna: eccomi qua! _Lui_ _(tra sè)_ Oh che fortuna! _(a lei)_ Donna? _Lei_ Ma sì! Donna! Donnissima! _Lui_ _(tra sè, tripudiante)_ Non sa sotto la gonna che pezzo d’uomo c’è! _(a lei)_ Ne siete ben sicura? _Lei_ O bella!... Sicurissima! _Lui_ _(fra sè:)_ Graziosa è l’avventura! _(a lei, ostentando incredulità)_ Donna!?... _Lei_ Credete a me. _Lui_ _(tra sè:)_ In questa trappola che lei parò, lei stessa capita, e uscir non può. L’ora propizia attender vo’ ed in questi abiti resto perciò. Funger da femmina non vorrei più, ma... è triste l’epoca: l’uomo... sta giù. _Lei_ _(tra sè:)_ Si agita! Brontola! Ci spera ancor? _(Indicando con un dito il proprio viso)_ Han forse gli uomini il mio color?... Se dall’equivoco non vengo fuor, lei non rinunzia al sogno d’or. _(accennando al frak e ai calzoni)_ Queste visibili maschie virtù, per non più illuderla, butterò giù. _(Corre in gran fretta dietro il paravento.)_ _Lui_ E dite: m’è concesso saper che fate, adesso? _Lei_ _(senza mostrarsi)_ Io voglio del mio sesso riprendere possesso. _Lui_ Sì, presto, presto, presto! _Lei_ Mi svesto... _Lui_ _(fa un movimento di contentezza.)_ _Lei_ ... e mi rivesto. _Lui_ Se vengo, vi molesto? _Lei_ _(energicamente)_ Restate lì. _Lui_ _(rassegnato)_ Ci resto. _(Lui, or drizzandosi sulla punta dei piedi, ora guardando tra le connessure del paravento, ora salendo sopra una seggiola, assiste alla toletta di Lei, e si frega le mani, ammira, si entusiasma, s’inebria. Intanto, Lei, svestendosi, getta di qua dal paravento il parrucchino, il frak, il panciotto, la camicia, i calzoni, che Lui raccoglie, osserva, esamina.)_ _Lei_ _(comparisce in abito molto femminile)_ Sono pronta, amica mia. _Lui_ Santi numi, com’è bella! _Lei_ E vi par che un uomo io sia? _Lui_ Non è faccia d’uomo quella! _Lei_ _(pavoneggiandosi, con le mani nei fianchi)_ Osservate il corpicino.... _Lui_ Oh! lo vedo ch’è un gioiello. _Lei_ Osservatemi il piedino.... _Lui_ Oh! non è piè d’uomo, quello! _Lei_ Perdonate, dunque, cara, questo scherzo: è carnevale.... _Lui_ _(dimenticando di dover sembrar donna)_ Vi perdonerò se avara non sarete voi con me.... _Lei_ Che volete? Non comprendo. _Lui_ Un bacino.... Non fa male! _Lei_ _(stringendosi nelle spalle)_ Ve lo do. _(per cortesia lo bacia, in fretta, sul mento.)_ _Lui_ Io ve lo rendo. _(la bacia sulla guancia.)_ _Lei_ Non c’è sugo.... _Lui_ Sì che c’è! _(e tenta di abbracciarla.)_ _Lei_ Ma, signora! Che vi piglia? _Lui_ _(impappinandosi, cerca di giustificarsi)_ Mi sembrate... una mia zia... _Lei_ In che cosa mi somiglia?! _Lui_ _(abbracciandola forte)_ Una vera simmetria! _Lei_ Basta!... basta!... Non stringete.... _Lui_ Non la vedo da tanti anni!... _Lei_ Ma, in sostanza, voi... chi siete? _Lui_ _(confuso)_ Io?... Non sono... nei miei panni!... _(Corre, alla sua volta, dietro il paravento, portando seco gli abiti d’uomo che Lei indossava.)_ _Lei_ E dite: m’è concesso saper che fate, adesso? _Lui_ Io voglio del mio sesso riprendere possesso. _Lei_ _(meravigliata)_ E che vuol dire questo?! _Lui_ Mi svesto... e mi rivesto... _Lei_ Se vengo, vi molesto? _Lui_ _(con entusiasmo)_ Venite pur.... _Lei_ _(diffidente)_ No!... Resto. _(Ricomincia la mimica. Lei, come ha fatto Lui, punta dalla curiosità, cerca di vedere quel che avviene dietro il paravento; ed osserva, inquieta, la roba che Lui, svestendosi, le fa piovere addosso, cioè il domino, il mascherino, la parrucca, le imbottiture con cui aveva improvvisate le forme di donna._ _Finalmente, vengono giù la gonna e la sottana. Lei, sempre più curiosa, sale sopra la seggiola, vede... e dà un grido quasi di spavento. Quindi scende precipitosamente, e, indignata, aspetta.)_ _Lui_ _(comparisce, pavoneggiandosi, vestito degli abiti maschili di Lei, che gli vanno male; e, poichè Lei ha un gesto d’ira e di sdegno, le si ginocchia ai piedi.)_ _Lei_ Voi, dunque, siete un uomo?! Se non uscite subito, chiamo la polizia! _Lui_ _(umilmente)_ Sì... forse sono un uomo; ma vi prego di credere ... che non è colpa mia. _(A poco a poco, Lei s’intenerisce e gli apre le braccia.)_ _Lei_ Sarai mio prigioniero insino al far del giorno. Del mondo, ch’è ciarliero, non me ne importa un corno.... Nella prigione oscura io ti giudicherò, ma non aver paura: per te clemenza avrò! _Lui_ Sarò tuo prigioniero insino al far del giorno. Del mondo, ch’è ciarliero, non me ne importa un corno. Io non avrò paura, e a te mi affiderò in questa mia cattura, senza dir mai di no. _Lei_ _e_ _Lui_ _(insieme)_ Non so chi sei, che fai, ma già ti voglio ben e so che m’amerai.... fino a domani almen. Tra poco, o belle o brutte, in quella oscurità, ci sveleremo tutte le generalità. Ahimè, soltanto al buio non si nasconde niente. Può il buio, immantinente, scoprir... la verità. _(Qui, cala la tela, tardi ma in tempo.)_ *** End of this LibraryBlog Digital Book "Dopo il veglione o viceversa" *** Copyright 2023 LibraryBlog. All rights reserved.