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Title: Dialogo sopra la generatione de venti, baleni, tuoni, fulgori, fiumi, laghi, valli et montagne
Author: Agrippa, Camillo, 16th cent.
Language: Italian
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*** Start of this LibraryBlog Digital Book "Dialogo sopra la generatione de venti, baleni, tuoni, fulgori, fiumi, laghi, valli et montagne" ***


(This file was produced from images generously made
available by the Bibliothèque nationale de France
(BnF/Gallica) at http://gallica.bnf.fr)



                  DIALOGO

                 DI CAMILLO
                  AGRIPPA
                 MILANESE

           SOPRA LA GENERATIONE
    de' Venti, Baleni, Tuoni, Fulgori, Fiumi,
          Laghi, Valli, & Montagne.

        Con licientia de' Svperiori.
                 IN ROMA
 Appresso Bartholomeo Bonfadino, & Tito Diani
               M.D.LXXXIIII.



ALL'ILLVSTRISSIMO
ET REVERENDISSIMO
SIGNOR CARDINALE
ALOISIO DA ESTE.


A me pare Illustrissimo Prencipe, che sia cosa ragioneuole il
riconoscere principalmente il grande Dio come creatore del tutto, &
dispensator di tutte le gratie; poi la grandezza de gli animi che sono
per natura, & per habito inclinati alla liberalità & cortesia, si
com'è V.S. Illustrissima: la quale si degnerà d'accettar questo
picciol dono da me, come affettionato di V.S. Illustrissima, alla
quale con tutto'l core lo dedico: & tanto piu volentieri, quanto che
l'opera contiene in se molte cose nuoue, & degne di consideratione al
parer mio: come credo, ch'ancora giudicheranno li spiriti gentili, che
si dilettano di Filosofia: & il signor Iddio conceda ogni felicità à
V.S. Illustrissima.

D.V.S. Illustrissima & Reuerendissima.

Humilissimo seruitore Camillo Agrippa.



AI LETTORI

Benigni Lettori, l'Autore hà per intentione che voi trouiate in questi
discorsi, modo & cognitione delle qualità & componimenti ch'auuengono
tra tutte le parti, che contiene natura dal suo ordine gouernate, &
amministrate dal suo volere, il quale non è altro ch'vbidire al
Creator d'essa, scorgendo in ogni minima vnione & contrarietà di esse
comporre gli accidenti, che qui sotto in dialogo si narrano, come per
se stessa l'opera andrà manifestando con ragioni & contrasegni quanto
s'è detto; siche gli vedrete con amore, applaudendo alcune cose, sin
che la mente uostra s'applauda con esse, perche anch'io vi gli dò con
tutto'l core, lasciando il campo aperto, per esser le scientie
infinite, come i spirti gentili sanno, che si può accrescer piu
intelligenza, & tanto più ch'io non dico quanto vorrei, per non esser
tedioso. Viuete felici.



INTERLOCVTORI

TIBERIO E CAMILLO.


T. Mi resta nell'animo di saper la causa de i venti, & de diuersi
effetti loro; perche in vero sono tanti, che non sò pensare come sia
possibile à renderne ragione che sodisfaccia intieramente per tutti.

C. Io dirò il mio parere, & non douete voler da me più di quello,
ch'io posso dare.

T. Sarebbe vergogna à voler più del possibile, dite pur sù
allegramente:

C. Voi sapete, che dal moto, dal quale nascono tutte l'altre cose,
nascono ancora i venti. Perche il caldo, freddo, humido, secco, il
graue, & lieue sono i principij della spiratione, per l'infacciamento
dell'vni & l'altri, quali s'imprestano, & si rendono. Quali effetti
sono pur causati dal moto diurno prima, è dal cambiar di luogo in
Cielo, che fa il Sole, & la Luna, & gl'altri pianeti: si che ne
nascono caldo, freddo, humido, secco, graue, & leggiero, più, & manco,
ingrossandosi, & assottigliandosi, hor l'vno hor l'altro elemento;
talche i moti de cieli, & delle stelle fanno ancora mouere i quattro
elementi; & da quelli moti nasce la spiratione, dalla spiratione le
diuerse sorti di venti.

T. Datemene un essempio; acciochè più facilmente io possi intender
tutt'il discorso.

C. Sappiate certo che nell'aria c'è il simile, che nell'acqua, cioè
flussi, reflussi, fiumi, riui, fonti, torrenti; & simili, de i quali
il primo è il flusso, che fa l'aurora nella spiratione, che fa verso
ponente, cacciando inanzi à se i vapori, & l'humidità intorno, &
secondo poi ch'l Sole nel passar disecca, & sciuga la terra, quando
lui passa il meridiano, cioè in qual si voglia orizonte; l'humidità, &
l'aria vuol tornare verso leuante, à rinfacciare la terra della
siccità, ch'ha patito per il calore del Sole; & questo sarebbe flusso,
& riflusso; cioè flusso d'oriente in occidente causato dal calor de i
raggi del Sole, & riflusso da occidente in oriente per il ritorno de i
detti vapori, & humidità, qual fassi per rinfacciar la parte, ch'hà
patito; perche la natura si conserua con questi temperamenti. Circa mò
la causa de i venti ponentali l'estate, essa è, perche quanto è
maggiore, & domina piu la sfera del fuoco in terra, tanto minor è
quella dell'aria, & ha tanto manco humidità, e tanto più si fa la
terra arida, & secca, & li raggi del Sole nell'aurora cacciano innanzi
à se quella poca humidità della notte, siche la terra rimane spogliata
dell'humidità, per il passar del Sole, che disecca, & attrae. Passato
che ha il Sole il mezzo giorno, l'humidità comincia à spirar di
ponente in oriente per humettar la terra della siccità & calidità sua,
& per l'attratione della siccità quella di ponente si conuerte in
vento, & questo è vento, che dura assai, perche la terra si và
diseccando à poco à poco, per esser spogliata de suoi frutti à poco à
poco; quali spogliamenti causano tanto più gagliardi i venti, in sin
che si corrompa la sua stagione.

T. Non mi dispiace questo, come primo principio.

C. Et la maggior importanza è questa di ritrouar i principij buoni &
ragioneuoli.

T. Datemene vn'altro, che mi mostri chiaramente onde vengano quelli,
che durano 1. 3. 5. 7. 9. di; perche tanti giorni ordinariamente
sogliono soffiare Sirocco, è Tramontana.

C. Voi sapete, che Non datur vacuum in natura; se ben pare, che certe
volte alcune cose vaneggiano nel suo stato. T. Non v'intendo; come
sarebbe a dire? C. Come quando la terra alcune volte pare, ch'abbruci
per il calore, & siccità sua, o ueramente, quando essa s'inonda per
l'humidità grande, si che viene nell'vno & l'altro modo à perder il
suo temperamento, mà non per questo manca in natura nissuna di queste
qualità, mà iscanbiano luogo, & dominano una uolta piu dell'altra; &
questa è la causa, donde nasce tanta varietà de venti, & delle
stagioni fertili, et sterili d'ogni sorte di cose. T. Dichiaratemene
vno facilmente, come hauete detto.

C. Io cominciarò à trattare della Tramontana, quale suol venire di
Marzo: perche essenso stato il Sole 6. mesi dal principio di libra in
sin'al principio d'ariete, ha augumentata la sfera del fuoco verso
l'antartico, & sminuita la sfera dell'aria, & in questo crescere &
diminuire, ha causato verso l'artico à noi i venti meridionali,
crescendo a noi la sfera dell'aria, & sminuendosi quella del fuoco. T.
Io comincio ad intendere, & credo, che riuscirà vna ragione molto
bella, & deletteuole, seguitate. C. Essendo dunque la sfera del fuoco
verso l'artico sminuita, per cedere all'aria, quale è cresciuto,
tornando il Sole nel principio dell'Ariete, passa l'equinottio, &
comincia à far'altre tanto, quanto ha fatto dalla banda di là, cioè
augumentare la sfera del fuoco, & sminuir quella dell'aria: si che nel
sminuire, che fa la sfera dell'aria se stringe, & batte la terra verso
l'artico, & li corre intorno per riempire quell'aria che mancaua di là
verso l'antartico per il troppo gran caldo, che c'era, che l'hauea
sminuita, & mancando hora la sfera del fuoco di là verso l'antartico,
& crescendo di quà, cioè uerso l'artico; l'aria uà à riempire quella
parte doue manca il fuoco dalla banda del'antartico, & iui fugge il
crescimento della sfera del fuoco, doue stringendosi con tanto
premito, che li fa il caldo sopra, & la vacuità, che la sfera del
fuoco fa dalla banda dell'antartico fugge l'aria attorno alla terra, &
causa questi venti accidentali tanto freddi, & secchi, perche passano
sopra le nevi fredde & secche; & poi passando per la zona torrida si
conuertono in venti australi caldi, & humidi, & sono tanto terribili,
che pare, che voglino portar via gl'arbori, torri, città, & finalmente
spiantar la natura: perche là vacuo la tira, & quà il premito la
scaccia: si che vien à pigliar tanto vigore, & forza mirabile.

T. Or si, ch'io sono molto contento di questo discoso, perche si
riferisce ancora all'inondatione di Roma; perche l'acqua vuol tornar
al mare chiamata dalla sua natura, & la tramontana la spinge, & da
questo nasce l'accidente dell'inondatione di Roma.

C. Non occoriua entrare nelle cose già scritte, ma non è questo vn
gran mezzo, per dar ragione dell'origine di tutti i venti?

T. Grandissimo, & bellissimo; mà seguitate à mostrare, come possono
far questi effetti in natura, & con quali mezzi, & che ordine di moto
fanno.

C. Già di sopra hauiamo mostrato, come si fanno, quando hauiamo detto,
che vn corpo ingrossando l'altro s'assottiglia, & è obligato entrare
nel luogo dell'altro, & questo è vento, & il mezzo e la riuolutione de
i cieli, & pianeti che fanno dar all'aria due sioni, vno che va verso
l'artico in sù, & l'altro dall'antartico in giù.

T. Io non intendo dichiaratemelo vn poco meglio.

C. Voi sapete, che mentre gira intorno la sfera del fuoco verso
l'antartico, & ritrouandosi il Sole in quella parte, nel crescimento
suo, fa vna riuolutione à vso di spira, la quale presenta vn principio
di moto in circolo all'aria, & lo va sforzando in dentro, & così
girando il fuoco, & l'aria insieme fanno vna riuolutione in giro che
và alla volta del centro dell'antartico su la terra, & poi piglia il
corso à torno à torno alla terra, & viene alla volta del centro
dell'artico pur su la terra; & quest'è la causa perche i venti vanno à
terra, à terra; & questo si dimanda sione in giù, generato, come
hauete inteso. Dalla parte dell'artico mouan pur in giro il fuoco, &
l'aria, ma mancando il fuoco. Et mancando il fuoco, bisogna che l'aria
cresca, nella parte dell'artico. Andando dunque intorno questi dua
elementi, vn mancando, l'altro cresciendo, fanno vn'altro sione verso
l'artico, qual va verso il cielo à riempir il luogo del fuoco, che
manca. Onde vengono questi due sioni à riempir quei luoghi doue
mancano i tali elementi, per rinfacciarsi, accioche non sia vacuo
nella natura. Sete mò chiaro, che la propositione passa con ragione,
perche la natura è vna sola, & non ci mancano mai le cose, ma
scambiano luogo.

T. E' vero, ma si mutano questi sioni?

C. Signor si, perche quando il Sole verrà nel principio d'Ariete, per
andar in Cancro, & nel principio di Libra, che sono sei mesi faranno
l'vfficio contrario.

T. Dite.

C. Quello dell'artico andrà verso la terra, & quello dell'antartico
andrà verso il cielo, che è il contrario di quello che hanno fatto; &
così s'andranno scambiando sempre, secondo che il Sole farà le
mutationi ogn'anno, trà l'andar in sù quel dell'artico, e tra'l venir
in giu quel dell'antartico, & ritornar à fare il contrario ogn'un di
loro, ne viene la pausa, & come quiete loro, & di nuovo perdendo, &
guadagnando secondo la consuetudine loro, s'altereggiano & queste sono
le causa de i venti differenti magiori, & minori: è tanto più questi
venti seguitano la terra, quanto che per l'attione, che fa la parte
doue manca il fuoco, & cresce l'aria, è sforzata la parte contraria
andar à trouar il vacuo, & l'altra parte contraria, cioè il fuoco
crescendo, qual spinge l'aria verso la terra per il mancamento suo,
fugge il fuoco, & va alla terra; si che questi due effetti,
vn'espulsiuo, l'altro attrattiuo, & vniti tutti due insieme fanno
questi venti certe volte tanto terribili; perche bisogna che il corpo
grande della sfera del fuoco hauendo da riempirsi d'aria, che l'aria
si pigli la fuga tanto grande, per supplire alla quantità del fuoco,
che manca, che rompa, spezzi, strappi, & faccia tanta gran violentia
in terra, & in mare.

T. In uero, che insino adesso io resto molto sodisfatto: mà ditemi,
che vuol dir, che molte volte i venti vanno al contrario l'vn
dell'altro?

C. Perche quando nascono gli accidenti tanto estremi, non potendo
supplire la parte da basso sola, il fuoco di sopra ritorna, & nel
ritornar che fa, commuoue i confini dell'aria sopra, & come fuoco tira
à se l'humido come sono i nuuoli di contrauento caldi, & humìdi, di
siroccho col fuoco, & sotto i venti freddi, & secchi di tramontana,
perche ogni elemento concorre à riempimento di questa vacuità, doue
vengono spesse volte à muouersi gagliardamente il mare, è la terra per
causa di questi accidenti.

T. Mà ditemi, donde viene che i sirocchi sono alcune volte freddi?

C. Voi hauete da saper che la tramontana và fredda, & secca verso
l'antartico; & incontrandosi con sirocco, & perdendo nel suo urto
viene ributtata sotto à vso di riflusso, e torna indietro, e fa
l'uffitio di sirocco, ma in vero è la medema tramontana.

T. Bene; & cosi fa alcuna volta la tramontana, perche sirocco alle
volte vien ributtato sotto da tramontana, & ritorna in dietro, & cosi
pare che sia calda la tramontana: ma viene perche sirocco essendo
caldo, e tornando in dietro, per gli iscontri che troua, vinto dalla
tramonatana, pare tramontana; ma in vero è sirocco; & il simile fanno
tutti i venti, ciascuno nel suo genere, & però bisogna hauer
conoscimento di tutta la natura.

C. In vero voi hauete ben detto, & cosi s'intenderà benissimo.

T. Ma i venti, per ponente, & leuante, & per diuerse strade come si
generano, & che ragione ci darete?

C. Ce ne sono de reali, & irreali.

T. Dite l'irreali.

C. Sono quelli che nascono per gli vrti de i monti, & per le concauità
delle valli, perche si rompe il corso loro, & vanno in giro à
trauerso, & fanno venti contrarij, e turbini, & sioni, per se stesso,
per ogni verso secondo la contradittione, & li scontri che trouano.

T. Alli reali sù.

C. Li reali sono quelli, che gia di sopra hauiamo detto, quali nascono
dal moto diurno, & dal Sole. Hora perche la Luna è dominatrice de gli
humori, & de i venti, & che causa lei piu di tutti gli altri
l'attrazione, & spiratione, & per la sua vicinanza corrompe, & guasta
i reali; perche lei gira in 27. di, & vn terzo il zodiaco, &
coll'aspetti suoi in diuersi luoghi commoue la regulatione de i venti,
& falli irregulati, ma sono regolati quanto a lei & perche sono
regolati ancora quanto al Sole, da qui nascono i contrasti frà loro, è
tanti moti breui, & mutabili di essi venti, e tante battaglie, e
trauersie, come si vede, oltra che ci hanno ancora che far gl'altri
pianeti, & altre stelle, che causano ancora loro diuersi effetti, non
solamente nell'aria, per far venti, ma ancora in tutte le cose
generabili.

T. Queste potentie, che hanno questi pianeti, & queste stelle, che
cosa è la tua intelligentia, che possa in questa maniera procedere,
massime quella della Luna? & come la prouarete? & qual essempio me ne
darete?

C. Io vi voglio prima dar l'essempio, dipoi dirui gli effetti della
Luna. Immaginateui vna lancietta d'vna calamita, lei si fermerà uerso
tramontana, & questo rappresentarà l'aria & l'acqua tranquille, &
ferme. Poi io vengo, & piglio vn pezzo di calamita, & la fo girare
intorno senza toccarla. Adunque per via di sua natura, essa lancietta
seguita questa calamita, & questa è l'attrattione. Poi io volto la
calamita per il contrario, & la lancetta fugge dà se, & questa è la
espulsione. Cosi è la Luna secondo sua natura sopra la terra, &
l'acqua per il chiaro, & scuro apparente à noi, che li causa il Sole.

T. Horsu assai è questo, à veder con gli occhi in cose materiali farsi
questi moti, senza toccarsi, per mostrar la forza de i genij, & delle
virtù loro; mà prouate che la Luna il facci, si come nell'essempio si
vede.

C. Cosa chiara è che, quando la Luna fa di nuouo col Sole, tutte le
cose scemano, perche insino all'oua nel corpo delle galline sentono, &
nascono sceme; oltra che è cosa chiara, & nota, che i ceruelli ancora
scemano, del che molti vaneggiano, & patiscono altamente, & io per
vno.

T. Perche non tutti?

C. Perche secondo la complessione, & secondo la quantità di piu, &
manco humori, quelli che sono con humidità assai li fa seruigio, &
quelli, che sono secchi, & caldi li fa danno nel far, & nella volta
all'opposito; cioè fa vtile à caldi, & secchi, & danno à humidi, &
freddi, doue si uedrebbono gl'effetti manifesti negl'huomini, & nelle
cose del secolo, se sene tenesse conto. Hora che dite?

T. Non altro quanto à questo, ma hauerei à caro che mi diceste la
causa, & origine de turbini & sioni, & di piu la forma, & la potentia,
ch'hanno questi pianeti, & queste stelle, & altre cose particolari.

C. Siate certo che dalle ragioni antedette ne dependeno ancora questi
in questo modo. Già hauete inteso ch'i venti nella violenza loro
trouando monti, valli, scogli in mare vrtano, & nell'vrtare fanno
riuolutione, & si fanno d'vn vento principal diuersi venti, &
nell'andar diuersamente, affrontandosi l'vno con l'altro vrtano
insieme, & nell'vrtare che fanno girano intorno per dar luogo l'vno
all'altro pigliando la strada in giro in su, o in giù o veramente
nelle cauerne, secondo il luogo atto à riceuere, creano questi sioni,
quali piu ragioneuolmente si dimandano turbini, che sioni: perche si
generano da turbationi di uenti quali sono atti ad alzar da terra una
cosa grande, è graue, & portarla in aria, & nel mare ancora far andar
l'acqua in giro, & farci dentro vn cauo grandissimo, ò per forza di
vento che preme, che là fa calare, o ueramente per attratione d'acqua,
che ne leuano per via della reuolutione de circoli, che fanno ì venti
in su portandola seco per la gran violentia del contrasto che fanno
essi venti insieme.

T. Non potrebbe vn vento solo ancora far vn turbine?

C. Può quando trouerà il vento vn vrto, qual lo porti in scurtio, &
volti à vso di lumaca, all'hora farà vn vento solo vn turbine colla
sua riuolutione.

T. Stara egli fermo in quello luogo, doue farà la riuolutione?

C. Non, perche muouerà il luogo suo secondo l'accidente del vento piu
& manco, iscambiando luogo, & girando intorno ne piu ne manco, che fa
vna gentildonna che balla girando intorno in diuersi luoghi, &
scopando la terra, se ciè cosa mobile.

T. M'imagino, che quando queste sorte di sioni, o turbini accadeno in
mare, che corrino gran fortuna i vascelli, che s'imbattono dentro.

C. Voi dite benissimo, perche questi sono i maggiori accidenti,
ch'abbia la nauigatione, oltra che quando s'imbatte à trouar vna
cauerna atta a riceuerlo, può causar in luoghi diversi terremoti
grandissimi, & trepidatione di terra.

T. Questo è assai per intelligentia vniuersale, oltra che n'auete
fatte assai distintioni, & chiare; ma il sione donde lo cauerete? &
con quali ragioni me lo darete ad intendere? perche questo mi parerà
vna cosa sottile & alta.

C. Vi ricordate che disopra hauiamo detto, che la sfera del fuoco
ingrossa, & indebolisce tanto l'aria, che quasi s'infuoca, & che gira
intorno col moto violento, & che quando esso fuoco giunge alla quiete,
& pausa, per voler riuoltarsi, per esser debole l'aria, & quasi arsa,
& dissecata la terra per le stagioni del caldo vien à volersi
rinfacciare, & rinuestire dalla humidità persa, in che natura patisce,
l'aria infocato fa vna riuolutione, & viene alla volta del mare, & de
ì laghi, & inuestisce con la ponta sua l'acqua, & l'acqua s'intesse
col calore, & siccità, & camina in giu il caldo, & l'humido in su, si
che l'acqua camina in su à guisa di scala à lumaca, & quando è
nell'alto al fine del giro si spargono i nuuoli pieni d'acqua à guisa
di padiglione per il qual accidente dall'attratione che fa il secco
con l'humido, il caldo col freddo danno vn pertuso nel mare, facendo
vn sione nell'acqua in giro, per empir il vacuo dell'acqua, che fa
l'attratione in sù; si che sono questi ancora due sioni, vno
d'attratione, & l'altro d'espulsione, & l'acqua che và ne i nuuoli, si
và allargando & dilatando, à dar principio di pioggia per tornar
vn'altra volta ad ingrauidar la madre antica dell'humidità, che hauea
persa; perche insino à i fiumi, & i fonti haueano mancato di liquore.
Di piu dico, che si possono far ancora piu sioni in vn tratto, come
n'ho visto io quattro a vn tratto, quali erano di tanta grandezza,
quanto è la Rotonda, & alti & formati in modo, che rappresentauano la
colonna Traiana, & fatti in giro doue marciauano dentro l'acque à
guisa di caualli, huomini barche padiglioni, et diuerse sorte di
mostri: cosa veramente bella, & degna d'esser vista, & fu d'Agosto.

T. Gran cose sono in questa natura da considerare, massime le forze
delle stelle & de i pianeti, ma particolarmente vorrei saper quella
della luna, quando lei fa eclissare il Sole.

C. Quando tutto'l Sole uiene ad ecclissare la Luna puo causare
grandissimi effetti, & maggiori di quelli, che hauiamo narrati, perche
essendo spogliata la terra di raggi del Sole, la spoglia quasi del
nutrimento della vita, perche il calor è vita, & dominando la Luna
senza impedimento de i raggi del Sole ha piu potentia d'estrarre assai
humidità dalla terra, et dall'aria, & disminuire il fuoco, & da qui
viene il stordimento, che sentono le cose naturali; perche il Sole
battendo la Luna di sopra, ancora lui attràe l'humidità à se, & la
diffonde nell'altre parti del cielo, donde ne nascono tanto
maggiormente gl'accidenti della Luna; & da questa attrattione può
causarsi maggior sione, per volersi ridurre l'humidità nella linea
centrale dell'ombra della Luna in terra, doue farà tanto maggior
riuolutione secondo gl'accidenti maggiori, et minori, come si vede
nell'ecclissare del Sole, le cose della natura patiscono molto, come
si conosce per diuersi segni, si che quando ecclissa il Sole guardando
all'hora la Luna insieme col Sole, la Luna estràe dagli occhi la
sostantia, & l'indebolisce, perche l'humidità corre agl'occhi et li si
ferma, et cosi accieca. T. Et quando uno guarda il Sole solo? C. Il
contrario, perche caccia dentro l'humidità, et ne estrae, et lo fa
piangere, si che l'occhio patisce per un poco, ma subito ritorna, il
che non si fa guardando la Luna.

T. Donde nascono questi due contrarij, cioè che vno acciechi, l'altro
no?

C. Perche dal Sole nasce la vita, & conseruatione d'essa, & dalla Luna
per esser humida & fredda ne depende la morte.

T. Ancora questo assai mi sodisfa, ma seguitate, quando si farà
l'ecclisse della Luna, che interuerrà.

C. Chiaro è che stordisce la natura qui giu tra noi; delche ne nasce
sempre qualche mala stagione, & influsso d'infirmità nelli animali, è
nelli huomini.

T. Questo è assai, ma quale e la causa di questi effetti?

C. Voi hauete da sapere, che quando la Luna ua alla oppositione del
Sole, va sempre mostrando maggior luce fin ch'è nell'oppositione,
talche lei vien à poco à poco priuandosi per i raggi del Sole del
dominio suo in terra, anzi lei serue à vso di specchio à metter di
riflesso i raggi del Sole in terra, per aiutar a farla feconda; si che
questo è vn de i secreti della diuinità diuersi; perche il Sole co i
raggi vedendo la metà della terra, & andando intorno fecondandola di
frutti, & essendo lui causa vniuersale delle vite, non solo si serue
de i suoi proprij raggi, ma ancora la Luna si serue per vn'altro Sole
di riflesso, perche i raggi della Luna sono quelli del Sole, quali lei
rimette in terra per fecondarla piu, & di luce, & di frutti, & di
beneficio vniuersale, accordandosi insieme questi contrarij, per farla
cosa piu eccellente.

T. Fatemi fauor che possi io dir il restante poiche m'hauete aperta la
strada.

C. Sig. dica V.S. poiche le basta l'animo à risoluer questo passo, che
sarà certo assai, incominciate.

T. Dalle cose dette ne nasce, che quando la Lune entra nell'ombra
della terra, essa Luna diuenta libera, & si scioglie da i raggi del
Sole, & perdendo la terra i raggi del Sole, che prima li daua la Luna
di riflesso, manca la fecondità nella terra causata da i raggi di
rifleso del Sole per mezzo della Luna, & quest'è vna parte è vero, ò
nò?

C. E manifesto, & chiaro.

T. L'altro per il seruitio ch'ha fatto alla luce, & all'ordine, &
essendo lei priuata per l'ombra della terra de i raggi del Sole, viene
nel stato suo libera; & come humida, & fredda & stenuata per il
battimento de i raggi del Sole essendo lei libera sotto, & sopra, &
per ogni luogo da i raggi del Sole, diuenta imperatrice del suo genio,
& cosi con la forza naturale che ha da attrare, attrae dalla terra &
dalle acque, & dalle cose d'essa per rinfacciarsi, & per conseguir il
desiderio suo, & se durasse lungo tempo distruggerebbe l'ordine.
Perche la natura si mantiene de contrarij, & per questa causa
rimangono così storditi i composti della natura che patiscono molto
tempo & mostrano segni euidenti di quest'attione. Che ne dite voi
Camillo, v'ho sodisfatto?

C. Signor si assai. Non cognoscete mò che con questo mezzo si
cognoscono i secreti di tutti gl'altri, & i genij & le virtu ch'hanno
tutte le cose ad vna per vna.

T. In vero nò. Dichiarate voi questo particolare, ma prima ditemi,
essendo ecclissata la Luna, quest'ombra non c'è sempre verso il cielo,
& non opra sempre?

C. Opra sempre essa ombra, & ricerca tutta la zona torrida in ogni
luogo, & sempre doue lei va fa piu alto l'aria, & piu sottile il fuoco
premendolo & mouendolo inanzi per il viaggio, & il fuoco di dietro
seguitando à riempir secondo che lei va, vien quasi ad imitar dua
fiumi, de quali vno fugga inanzi & l'altro corra à dietro, la qual
cosa è sempre.

T. Dunque haurà potenza quest'ombra d'alterar la sfera del fuoco.

C. Certissimo perche dietro à quest'ombra ci uanno sempre spirando
dentro gl'humori notturni, quali iscusano per vn riempimento ancora
loro delli accidenti, che si fanno sopra & serueno a uso di sione su
per l'aria verso il cielo, quali humori nel girar che fanno i cieli
parte si risolvuono in rugiada, in pruina, in pioggia, venti, fulgori,
comete, giacci, & altri simili, perche il fuoco & il Sole che
seguitano, sempre ripercuoteno verso terra, & inanzi uan sempre
attraendo & inalzando; & questo serue per flusso & riflusso su & giù &
inanzi in vn tratto & forse ancora per il flusso del mare, & da questi
effetti nascono ancora molti altri accidenti che noi non conosciamo.

T. Ancora questo non mi dispiace, perche chi potesse veder bene i
secreti, direbbe ancora che per questa strada ritornano in cielo le
dispositioni ouer gratie, che le stelle spargono giù in terra per noi
altri, & che cosi vadino sempre oprando le cose naturali sotto i
secreti di questo grand'ordine.

C. Horsu signor basta cosi, perche non finiremmo mai, se volessimo dir
tutto quello che la mente discorre. Ma sete chiaro che mediante questo
spirar delli vapori verso'l cielo per l'ombra, che quando la Luna
ecclissa, perde i raggi del Sole, & ha potentia maggior d'attraher à
se, si che tanto maggiori accidenti nascono qua giù, & tanto più
s'accresce la sfera dell'aria, & tanto più si sminuisce quella del
fuoco in quella parte, doue s'imbatte simile effetto, oltre che la
natura tutta se ne risente, et più et manco secondo l'ecclissi
maggiori & minori.

T. Ho inteso benissimo, mà hora dichiarateme quel particolare.

C. Chiara cosa è, ch'il Sole, la Luna, Venere, Marte, Gioue, Saturno
hanno tutti vna certa diuinità nell'oprare, le stelle tutte ad una ad
una, i cieli, gl'elemetni, tutti i composti che sono nella natura di
ogni sorte di spetie, che le potesse conoscere, hanno dentro questa
diuinità, la quale è di tanto sostegno et ualore che può far ogni
minima cosa naturale gran cosa, & quasi miracolo à chi sapesse il
secreto à chi lei è appropriata; perche stando tutte nell'eternità, et
rette & gouernate da essa, han' tutte da quella tal virtù, ch'ogn'vna
può in quello à che è appropriata secondo l'ordine dell'omnipotenza
far cose admirande.

T. Veramente si perche si vede in vn minimo semplice esser tanta
virtù, che è cosa mirabile: pensate poi quando il Sole è in sua
essaltatione quel che può fare.

C. Non c'è ingegno ch'aggiunga si gran secreti che sono infusi in
tutte le cose della natura.

T. Haurei à caro saper un poco più quell'ingrossar del fuoco, et
assottigliar dell'aria, hor da una banda, hor dall'altra, sotto
all'artico, & antartico.

C. Già di sopra l'hauiamo detto, mà è mancato solo da dir, ch'l Sole
quando entra nel principio d'Ariete, principia vn giorno di sei mesi
di chiaro sotto all'artico su la terra, di che cominciando dal
principio d'Ariete, et andando per Tauro, Gemini, Cancro, Leone,
Vergine, insin'al principio di Libra standosi vn giorno di sei mesi,
augmenta la sfera del fuoco, & sminuisce quella dell'aria uerso
l'artico, il che facendo può causar in qualche parte dell'Oceano vn
vento di sei mesi dall'artico uerso l'antartico più & meno gagliardo
per i diuersi aspetti che fa la Luna, & tutta quella quantità d'aria
và dall'altra ad augmentar l'aria della notte che dura sei mesi sotto
l'antartico su la terra, & causa nel passar venti diuersi.

T. Et la Luna in questo tempo che mutatione fa in questi arij & questi
fuochi?

C. Ogni Luna fa vna giornata di 15. di, di luce, in quella parte doue
è la notte 6. mesi, cioè verso l'antartico, & nel far la quintadecima,
essa con li raggi del Sole, quali lei riflette in terra, in terra vien
a fecondarla, & purgar l'aria & quell'humidità, che lei caccia, vien
verso l'artico, & cosi venendo verso l'artico, & trouando il freddo, &
l'humido, il caldo, & secco, fanno insieme vna confusione, dalla quale
nascano Tuoni, Baleni, Fulgori, Tempeste, & quella vehementia de venti
tanto terribile; & perche combattono questi contrarij in questo campo
tra l'aria e'l fuoco, il secco & humido piegano d'ogni banda seconda
la parte che cede, & secondo che sono attratti dal moto di cieli, & di
pianeti, & dalla proprietà de i luoghi della terra, da quali sono
portati intorno; & massime dalla Luna, qual sempre si va mouendo, &
facendo nuoui aspetti, come gia di sopra s'è detto: oltra che quando
la Luna vien à far col Sole ha potentia d'augmentare l'aria & diminuir
il fuoco verso l'artico; d'onde vien à far turbamento in questi
elementi; & dinuouo in questo contrasto che fanno nell'andar inanzi &
indietro, sotto & sopra fanno il simile: non vi par che sia cosi?

T. Si bene, & il medemo verrà ad esser, quando'l Sole andrà dalla
Libra in fin'al principio d'Ariete, oue può parimente causar in
qualche parte dell'Oceano vn vento di sei mesi dall'antartico, verso
l'artico, & questi dua venti di sei mesi l'uno, possono esser quelli
che serueno per la navigatione dell'India, & la Luna essendo opposita
al Sole verso l'artico farà effetti simili?

C. Cosi s'intende per abbreuiar i ragionamenti, presupponendo ancora
l'altre cause trattate negl'altri miei scritti, quali cause fanno
quella varietà di caldo, freddo, humido & secco, & stagioni tanto
differenti l'vna dall'altra come si vede.

T. Hor su veramente non è stato poco hauer inteso queste sottigliezze,
ma fin doue giunge la luce del Sole sotto all'artico?

C. Lei và crescendo mentre ch'il Sole ua dal principio d'Ariete in
sino al tropico di Cancro à di per di a spira in sin'al circolo
artico, & di poi torna insino al punto adietro: pur à spira in sin
che'l Sole vada in principio di Libra.

T. Da l'altra banda dunque il simile ha fatto la scurità della notte,
non è il vero?

C. Cosi è, che l'ombra è cresciuta in sin'al circolo antartico, & poi
è tornata in sul punto dell'antartico su la terra adesso ch'il Sole è
nel principio di Libra stanno gli humori in sul moto di voler cambiar
luogo, cioè quei che sono stati verso l'antartico, venir verso
l'artico, et il fuoco & secco che sono stati verso l'artico, andar
verso l'antartico, & di qui vengono queste mutationi & iscontri nuuole
che vanno, & vengono sotto & sopra, humide & secche, per trauerso &
per ogni banda diuidersi, vnirsi, quietarsi come se fussero stabili;
perche nell'equilibrio che fanno nel torre & dare, fanno la pausa.

T. Mà come mi mostrarete il generar de Fulgori, Baleni, & Tuoni tanto
stravaganti?

C. Il Baleno viene da più cause.

T. Ditele.

C. Voi hauete inteso ch'il fuoco và verso l'antartico, & che l'humido,
& il freddo vanno verso l'artico, & hauete inteso che la Luna ha
potenza d'attrarre, & cacciar' ò rallentar' per dir meglio.

T. L'ho inteso, che volete dir adesso?

C. Voglio dir che quando la Luna attrahe l'humidità in su, quei vapori
lei li tira nel caldo, & nel caldo si ristringono insieme, fuggendo
l'humido, il caldo, & ristretti che sono all'estremo, spenti dal
contrario, scoppiano, da questo scoppio nascono Saette, Tuoni, Baleni,
come cose ch'apreno i nuuoli, & l'aria, & fanno ampiezza, & come
corporei feriscono, rompeno, spezzano, & di più, perche sono piu globi
di nuuoli se ne ponno creare piu, vno appresso al'altro, & ponno esser
più Tuoni, l'vno dopò l'altro, & l'uno percuoter l'altro, & far quelli
strepiti tumultuosi, che si sentono.

T. Eccene d'altra sorte?

C. Signor si: quando le nuuoli ignee sono cacciate nell'aria fredda
dalla Luna, ò pur per empir il vacuo, si ristringono fuggendo il
freddo in se medesimo, insino che siano nella sua finezza, & ben
digesta, & astretti dal freddo intorno, crepano, & da qui nascono i
Tuoni, Baleni, Folgori, mà questi Folgori son quelli, che abbruciano,
& diseccano.

T. Quel Tuono che scoppia si forte, & dura tanto, che cosa è?

C. Il medemo, se non che quel gran scoppio procede dalla macchina
maggiore, & da temporali per il stretto crudi, quali fanno far maggior
impeto, & quello caminando per i nuuoli fan vn tumulto grande, & li
corrisponde la concauità dell'aria frà i nuuoli, quale ancora lui
premuto percuote il nostro vdito, & perche lo scoppio è grande, fa
gran baleno, & perche il baleno è specie di fuoco, fa gran motiuo, &
perche il gran motiuo è nell'aria, & nel fuoco causa gran violenza de
venti & perche saranno piu, & in piu luoghi di questi, scoppiano per
il motiuo, & per il contrasto che fanno insieme.

T. Puonno esser di dua sorte in vn tratto?

C. Signor si, perche puonno andar le nuuoli humide, & fredde nel
caldo, & secco et le nuuoli calde & secche nel freddo, & humido, &
cosi nel suo stato ogn'una può generare le sue, per contrario come si
vede, che quando vengono i temporali, che vna saetta rompe arbori, &
torri, & l'altra secca & abbrugia, & non rompe, oltra che quella che è
materiale che rompe, & spezza, qual viene dal fuoco, il fuoco la
seguita perche, Non datur vacuum in natura, & per l'union di fuoco
ch'ha intorno doue è stata creata lassa i vestigij doue la rompe.

T. Qui si veggono gl'effeti delle saette, & tuoni diuersi, fulgori
maggiori, & minori, mà quel balenar che si fa senza hauer occasione di
nuuoli, come mi darete ad intendere la sua generatione?

C. Io dirò che sia lontano il temporale, & che li miei occhi non
veggano sopra l'Orizonte i nuuoli, mà che siano ne le valli o in altro
luogo lontani, & secondo ch'occorreno i temporali lontani non si possa
sentir il rumore, mà solo veder il splendore che fanno i folgori &
nuuoli mouendosi ne i raggi del Sole sotto al nostro Orizzonte, &
questi fulgori sono di diuerse sorte, & fanno diuersi effetti secondo
la natura del minerale doue sono creati, & secondo il dominio della
sua stella come in altro luogo ha uiamo detto.

T. Et li temporali, e tante tempeste e tanto grosse à i quali la
Lombardia è sottoposta donde vengono, & come si compongono?

C. Essendo la Lombardia vn piano sottoposto al caldo, & le tante acque
che correno per essa Lombardia, qual piano vien circondato dalle
montagne intorno à uso di teatro, il Sole la concuoce, & la scalda, &
per il riflesso de raggi del Sole in esse montagne secondo che và
girando, & ne tra vapori caldi, & humidi, i quali vapori per voler
alzarsi, & andar alla regione del fuoco come è il suo naturale, e
trouado il freddo, & secco ch'esce da quelle montagne, & valli de i
laghi, & iscontrandosi insieme & salendo alla regione fredda dell'aria
vn vrta l'altro à vso di fatto d'arme, & entrando l'uno nell'altro,
fanno tutti quegl'effetti ch'hauiamo detto di sopra, & di più l'acqua
insieme con le nuuole humide, & calde ristretta dal freddo & secco in
iscambio di pioggia, si conuertisce in tempeste, baleni & saette, è
tanto più si congelano grosse, & fansi spesso in essa Lombardia,
quanto più domina il caldo, & l'humido, il freddo, & secco, & maggiori
venti freddi, & secco nell'aria, & perche questi venti freschi nascono
dà diuersi monti, & valli, vengono à incontrarsi, & à contrastar
insieme, si che da questo contrasto ne nascono diuersi venti, è
temporali in vn tratto in diuersi luoghi diuidendo secondo le forze
maggiori, & minori, da l'vna parte, è da l'altra.

T. Et questa ragione può cader in molti luoghi per il mondo secondo le
diuersità di siti, più & manco, non è vero?

C. Verissimo, cosi s'intende.

T. Vna cosa mi fa strauedere, che queste tempeste piglieranno vna
strada, & lascieranno à destra, & à sinistra, vna & più strade senza
far danno alcuno dalle bande.

C. Questo è vn di quei contrasegni che hauiamo sopra nominati nel
principio, Mari, Fiumi, Torrenti, Laghi, Paduli; questo è specie di
torrente, perche doue và il vento, li porta la tempesta, & fa come vn
torrente, lasciando dalle bande à vso d'argine, & cosi fanno questi
effetti in diuersi luoghi: come hauiamo detto, diuidendosi, ò per
iscontro de i monti, ò per diuersi venti, o per diuersi iscontri che
fanno i caldi, & freddi, & gli humidi, & secchi, & cosi secondo ch'vno
vince l'altro, ne nasce dà vna banda tempesta, & dall'altra pioggia, &
da vna banda caldo, & da l'alltra freddo.

T. Oh mi piace assai, & resto sodisfatissimo: mà quella stella che par
che cadi, che cosa è?

C. Già n'hanno trattato altri, mà secondo il parer mio, direi che
fusse questo, che battendo il Sole nel mar Oceano, ò in qual si uoglia
acqua ferma, ch'andando i raggi di riflesso verso la sfera del fuoco,
apre, & purga l'aria, & quel pare vna stella come l'altre; ma quando
il Sole abbandona l'acqua, i raggi ancora abbandonano l'aria, si che
si viene à ferrare l'aria, & quella luce par che corra per mezzo, si
che rappresenta vna stella cadente à gli occhi nostri, & questo può
ancora dependere da i raggi della Luna, & però ne posson parere in
diuersi luoghi, & in diuersi modi.

T. Orsu ancora questo è bene, & se non fusse per darui fastidio, vi
dimandarei onde vengano tante montagne, & che caminano tanto paese, e
tanto lontano.

C. Questo si risolue con poche parole; mà bisogna che veniamo alla
conclusione, per non andar nell'infinito.

T. Anzi l'hò a caro che con poche parole ci intendiamo à cenno.

C. Imaginateui tutta la terra tonda ad vn modo nel suo principio, &
che le pioggie con i uenti la bagnano, & li faccino sopra quel che
s'usa adesso. Voi sete chiaro che quando piouerà sopra questa terra
tonda, che l'acqua uorrà correr'al mare, & pigliando il corso per
andar al mare, comincia à cauare, & fa vn fiume, & come comincia ad
abbassare, tutte quelle acque correno à quel basso, & correndo à quel
basso cauano più, & lassano più alto donde vengan, facendo vn canale,
& ogni di slongandosi per le acque, che vanno pigliando quel basso,
calando da ogni banda, fanno diuersi riui, & poi fiumi, & in questo
furore, & accrescimento d'acque vanno cauando di piu, & quanto più
l'acqua cresce, tanto più caua, & più s'abassa, & lassa doue
principiano le ripe più alte; & allontanandosi, & facendosi maggiori,
& pigliando piu paese.

T. Mostratemene vno, & con ragione.

C. Io dico ch'Italia ha monti che caminano dalla sua ponta insino a i
monti di Francia, quali sono stati generati dalle acque piouane, che
sono calate parte verso la Lombardia, e parte verso il mare Adriatico,
e dall'altra parte verso il mare Mediterraneo, & è rimasta la metà nel
mezzo alta, e dalle bande à destra, & à sinistra le valli, che hanno
fatte l'acque, & bassandosi ancora in punta l'vn più dell'altro, & più
in vn luogo ch'in vn altro, si fanno diuersi monti, e tutto vien dal
cauamento che fanno l'acque piouane.

T. Io comincio à compredere, seguitate, l'alpi che vengono da Francia,
& che caminano dietro, insino in punta della Grecia, cioè Acaia, &
Salona ne in confini della Morea nel stretto, & ancora appresso a
Costantinopoli fanno che pioua ancora verso Lombardia, & il mare
Adriatico, & fuori dell'Adriatico insino à Lepanto, & à Salona, quali
seruono à vso di tetti di quella banda. In testa della Lombardia, &
Italia ci sono i monti à torno à vso di theatro: si che voi vedete,
che per ridursi tutte quest'acque intorno à vso di tetti che
corrispondeno per diuersi laghi, & fiumi nel Pò fanno questa pianura
con tante acque, & questo basso, & riempiendo il mare per la materia
che portano, fanno questo effetto, non è uero questo?

T. E vero, è dite benissimo, perche si vede nella cosmografia.

C. E questo sarà vn di quei siti, ch'hà preso il basso la prima volta,
donde n'è poi venuto col tempo à lasciar tant'altri monti, & abbassare
i luoghi, doue sono corse l'acque & cosi farà sempre mentre starà la
natura.

T. Mostratemene un'altro per più sodisfattione.

C. L'altro è dell'Alpi, che caminano per la Grecia, in sin'appresso à
Costantinopoli, & pioueno verso il Danubio, qual piglia tutto quel
paese di là, & fa vn'altro piano, & vn'altro corso simile, cosi fa il
Rheno, il Rodano, il Tago, l'Arno, il Teuere, et cosi infiniti altri
in Italia.

T. Cosi s'intende in tutte le parti della terra in ogni luogo, perche
guardando si trouano per tutto i monti, valli, & piani, quali
dependeno dalle medesime ragioni; ma vna cosa mi fa la menta inquieta.

C. Dite, su, che cosa sarà, che noi non possiamo ancora discorrere di
essa?

T. Si può discorrere, mà non so se la risolueremo con ragione.

C. Or su ditemelo?

T. Come mi darete ad intendere la generatione de laghi in tante
maniere, cioè quelli ch'han bocca, & quei che non han bocca, & come si
sono generati?

C. Con le cose già dette, voglio che risoluiamo questo fatto, & con
poche parole, perche con le medesime si prouerà il medesimo fatto.

T. O questo si che sarà bello à far, che dal primo ordine naschino
tanti effetti, hor alla proua.

C. Immaginiamoci un'altra uolta tutta la terra piana ad vn modo, &
ch'il piouere faccia tutto quel ch'hauiamo detto nel principio, quando
l'acque non haueano ancora il corso, si fermauano in se medesime, &
poi pigliauano la decadenza nel principio verso il mare nel più basso,
secondo si facea il più basso, & cosi vn'acqua chiamaua l'altra, et
nel correre la moltitudine dell'acque nel piu basso in alcuni luoghi
faceano vn cauo, & poi andauano alla volta dell'altre, & cosi con
l'accrescimento de valli, e monti tanto più crescea il corso de i
riui, & doue s'imbatteuano ad andar piu riui, lì contrastauano, &
faceuano vn cauo nella terra, & poi s'alzauano, & andauano fuori in
ponta cauando, & facendosi la bocca con questo andar inanzi il tempo,
& cauando piu lontano, & andando con più violentia, han fatto i caui
de laghi, quelli che sono stati frequentati dalle acque han la bocca,
& correno et quelli che sono ristretti in poco luogo restano solo con
l'acque in quel cauo fatto dal corpo dell'acque, quali si mantengono
dall'acque sotteranee delle montagne, che nascono dentro, & dalle
fontane, che nascono dalle montagne intorno, & queste sono le conserue
della natura per dar l'acqua in diuersi luoghi, per seruigio de
gl'huomini, perche i laghi sono più alti l'vno dell'altro, & ogn'vn
essendo più alto del mare, vorrebbe tornar al mare, & perche non basta
la bocca per la profondità del lago, la si fa la strada sotterranea
per andar al mare, & cosi comparisce in diuersi luoghi di monte in
monte, di piano, in piano.

T. O, come puonno rimaner i laghi, se l'acqua caua, & porta via la
materia per andar al mare?

C. Perche l'importunità delle stagioni faranno tanta riua in vn
tratto, è tanto cauo, che non bastano à potersi far la strada per
scolare tutta quell'acqua oltra l'accidente maggiore, & minore più in
un luogo che in vn'altro.

T. Non me ne fareste qualche essempio, accio io ne possi esser più
chiaro?

C. Due ue ne uoglio fare, vn più bello dell'altro, vn'è il vento, il
qual battendo l'acque, ch'erano in luoghi caui in faccia, facea che la
bocca non corriua, & l'acque stauano in se stesse per i riui diuersi,
che sono intorno cauando et nel cauar portauano alla volta della
bocca, & il vento riteneua in collo l'acqua, & la materia, & manteneua
l'argine, & cosi la bocca restando alta, faceuano tanto più bassa la
concauità de laghi. Finiti poi gl'accidenti del vento, & delle
pioggie, l'acqua poi scolaua facendo la sua bocca à poco à poco, &
assettato ch'è il lago à vso di mare, riposa in se stesso, & questo
n'è vno, che ne dite?

T. Bene, & non mi dispiace, dite l'altro.

C. L'altro è, che sia vero il sopradetto. Non và nissun fiume al mare,
che quando il màre è in fortuna, non l'empia, e stoppi la bocca, & che
l'acqua di dentro non s'inalzi, & faccia gran fondo, e tanto più fa
gran fondo, quando s'imabatteno due accidenti contrarij in vn tratto,
la fortuna in mare, & l'accidente delle pioggie in terra, & all'hora
fanno caui intolerabili dentro.

T. Non me ne nominareste vno, qual voi hauesti visto, & del quale voi
siate certo?

C. Ve ne voglio nominare vno, qual è chiamato la caua à Stura, qual è
del Illustrissimo signor Marco Antonio Colonna, luogo veramente degno
d'esser visto, perche rappresenta bene quel ch'è stato detto, cioè è
largo 12. 15. & 20. canne, & lungo appresso à due miglia, & è fondo
palmi 7. 8. 9. 10. 12. 14. 15. 16. 20. più, & meno secondo
gl'accidenti. Et in tempo di bonaccia la bocca in mare non è più alta
di due in tre palmi, & il fiume nella parte di sopra si guazza a
cauallo. Ben che dite voi mò? non è spetie di lago questo?

T. Se gl'è cosi come voi dite, veramente io son sodisfatto.

C. E verissimo, & se dimanderete à qual si voglia di Nettuno, ve lo
dirà ogn'vno, oltra che'l luogo serue per peschiera. Guardate nella
Cosmografia, che quei laghi, che sono nella Lombardia, lago maggiore,
lago di Lugan, lago di Como, tutti han voltato la bocca verso mezzo
giorno, & verso Sirocco, & hanno hauuti i venti contrarij, & si sono
creati in quelle ualli: si che non è merauiglia che con il piouere, &
il portar della materia che fanno l'acque dall'alto al basso, & andar
al mare portate dall'acque, & dal mare ributtate in terra, crescono
sempre i piani, come han fatto à Ferrara, à Padoa, à Rauenna, che già
erano su nel confine del mare.

T. A questo modo dunque mediante il tempo si potrà dire, ch'l Pò andrà
insin alla ponta d'Italia, è ch'l Pò riceuerà tutti i fiumi, che sono
à destra & sinistra, facendo la pianura di terra doue adesso è il mare
Adriatico.

C. Mediante il tempo non è dubio alcuno, perche l'acqua del mare con
le sue fortune cauando, & buttando ancora à terrà, di più di quella
terra che c'entra, portata da fiumi, tanto maggiormente cresceranno i
piani.

T. Et l'acqua salsa doue andarà?

C. Nelli altri mari facendosi la ritirata à poco à poco; & gl'altri
mari cauando più negl'altri luoghi, per i flussi, & riflussi, & venti,
& fortuna, vanno abbassandosi & mancando & ritirandosi in se medesimi,
& per questo appareno tanto alti i monti, e tanta terra vien crescendo
come la Fiandra, che già era la maggior parte mare, e tanti altri
luoghi, quali sono manifesti à molti: oltra che ci sono tanti mari
adesso, che stanno per asciugarsi, che fra pochi anni saranno terra
ferma.

T. Ditemene vn poco vno, ò due.

C. Le seccaggine di Barbaria, & intorno la spiaggia Romana, & l'argine
di Fiandra, al qual che facesse vn altro argine, quando il mare fa
riflusso, s'acquisterebbe vn paese grandissimo in certi luoghi, &
queste son cose chiare per gli essempij delle cose già state.

T. Dal principio in sin'adesso ecci manco acqua di quel ch'era quando
fu creata?

C. Non può esser che non sia manco quanto alla quantità dell'acqua,
perche tutte le cose, che hanno d'auer vita, & ch'hanno dà essere
generate in qual si voglia specie, ci vuol i quattro elementi, & quei
corpi che restano, & non si solueno, com'è il cristallo, il ghiaccio,
trauertini, marmi, et altre pietre minerali, metalli, tutta
quell'acqua, ch'è in qual si voglia conposto, bisogna che manchi nella
sua natura.

T. Voi me date vna proua, che mediante il tempo habbiano da mancare
l'acque, & mancando l'acque, regnarà il fuoco assoluto, non volete voi
intender cosi?

C. Quando la natura non hauesse fine per altri mezzi, per la
proportione della diminutione sarebbe cosi, & per questa ragione della
diminutione di dette acque tanto più sono restati i monti, et l'isole
ne mari, et tanto più appare più terra; perche restringendosi l'acque
de mari et profondandosi, & cacciandosi nelle viscere generatione
della terra, & facendosi in superficie sminuendosi se stessa in far
questa uien ad esser chiaro quanto di sopra s'è discorso.

T. Mà non sapete uoi, che l'aria si trasforma in acqua? C. A me non
pare che si conuenga, ne che possi esser, perche se l'aria si
trasformasse in acqua, dal principio in sin'adesso sarebbe già coperta
la terra, & sarebbe cresciuta tanto l'acqua di più che non fu
constituita, che non ci sarebbeno habitationi essendo tutto'l mondo
acqua.

T. Mà se pur l'aria si conuertisse in acqua?

C. Se mi concedete chè le cose che si creano han dentro la parte sua
dell'acqua secondo la ragion naturale, finirebbe ancora & l'aria &
l'acqua insieme.

T. in che modo può esser questo?

C. Se voi mi date ch'il tempo sia infinito, l'acqua & l'aria sono
finiti, ma tra'l finito & infinito non c'è proportione nissuna, si che
restarebbe il fuoco & la terra.

T. Mà come fareste voi, che potesse finir'il fuoco, & la terra, &
l'acqua, & l'aria insieme?

C. In questo modo che il Creator d'essa natura distruggesse l'ordine,
& facesse di tutte le cose, vna sol cosa come prima erano, cioè
tirandosi ogni cosa nella mente sua.

T. Non più, che questa è la base, per la quale si conosce la causa
dell'ordine, & del suo fine per l'onnipotentia.

C. Hor sia con Dio, mi piace. A riuederci quanto prima signor Tiberio
Astalla.

T. Voi dite bene, state sano, adio, adio.

C. Allegramente.





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