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Title: Non fare ad altri... Author: Bracco, Roberto, 1861-1943 Language: Italian As this book started as an ASCII text book there are no pictures available. *** Start of this LibraryBlog Digital Book "Non fare ad altri..." *** Internet Archive. ROBERTO BRACCO TEATRO VOLUME PRIMO *NON FARE AD ALTRI...* — LUI LEI LUI — UN’AVVENTURA DI VIAGGIO — UNA DONNA — LE DISILLUSE — DOPO IL VEGLIONE 2ª EDIZIONE. REMO SANDRON — Editore Libraio della Real Casa MILANO-PALERMO-NAPOLI PROPRIETÀ LETTERARIA _I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesi, non escluso il Regno di Svezia e quello di Norvegia._ È assolutamente proibito di rappresentare questi lavori senza il consenso scritto dell’Autore _(Art. 14 del Testo Unico 17 Settembre 1882)_. Published in Palermo, 10th. June Privilege of Copyright in the United States reserved under the Act approved March 3rd. 1905, by Roberto Bracco and Remo Sandron. Off. Tip. Sandron — 126 — I — 290312. _NOTA DELL’EDITORE._ _(Dalla edizione precedente)_ _Compilando — con un necessario ritardo — il primo volume del «Teatro» di_ Roberto Bracco, _ho voluto raccogliere, oltre le sue prime commedie in un atto e il dramma_ «Una donna», _anche qualche curioso saggio della sua più spicciola e più leggera produzione scenica che andava fino alla fiaba con «couplets» alla francese e fino allo «scherzo comico» per «cafè-chantant». Mi è parso opportuno dare a questo primo volume la impronta fedele di quella varietà saltuaria con cui Roberto Bracco, tra una corrispondenza amena destinata al_ «Capitan Fracassa» _e una canzoncina destinata alla festa di Piedigrotta, tra una novelletta e un articolo critico, inavvedutamente, cominciava ad esercitare le sue facoltà di commediografo. Erano prove involontarie, pigre e rade, non determinate che da circostanze occasionali._ _Alla ribalta esordì, infatti, scrivendo la breve commedia buffa_ «Non fare ad altri...» _per soddisfare la insistente richiesta di Ermete Novelli, già in rinomanza di attor comico. Aveva pubblicate, dopo il volume delle_ Frottole di baby, _alcune novelle dialogate, chiamandole «novelle in un atto» e ne dovette rifare due per la scena:_ «Lui Lei Lui» _e_ «Un’avventura di viaggio», _perchè Arturo Garzes volle rappresentare la prima, Pia Marchi la seconda. E i quattro atti di_ «Una donna» _sarebbero rimasti — com’è noto — seppelliti nella sua scrivania, se un suo amico intimo, Valentino Gervasi, non li avesse rivelati alla gentile precocità artistica di Tina di Lorenzo, appena diciottenne. I fogli del manoscritto uscirono quasi ingialliti dal nascondiglio dove avevano dormito per quattro o cinque anni. L’autore li rinverdì mutando qualche cosa, e li consegnò al suggeritore._ _Queste poche notizie, e qualche altra che i lettori troveranno più avanti, mi sono sembrate necessarie a completare la fisonomia di questo primo volume del «Teatro» di_ Roberto Bracco. _Intanto, mi compiaccio di annunziare la ristampa dei volumi già pubblicati: anche di quelli che sono ora alla seconda edizione. Sarà una ristampa che l’Autore curerà personalmente, sicchè alcune inesattezze del testo spariranno. Di qualche lavoro, come per esempio, del dramma_ «Maternità», _qualche pagina sarà addirittura mutata, perchè il testo delle precedenti edizioni non è sempre identico a quello che l’Autore preferisce per le rappresentazioni._ Maggio, 1909. REMO SANDRON. ———— NON FARE AD ALTRI.... _Commedia in un atto_ rappresentata per la prima volta al _Sannazaro_ di _Napoli_ da _Ermete Novelli_, la sera del _22 dicembre 1886_. PERSONAGGI: _Il Commissario di polizia._ _Il Brigadiere Malomone._ _La guardia Fasanisi._ _Oscar Gentiletti._ _La signora Betta._ La scena è in una piccola città di provincia. N. B. Quando questa farsa fu scritta, il _Commissario di Polizia_ si chiamava _Ispettore_. Ma nel testo della farsa qui riprodotto, essendo quello ancora talvolta recitato da qualche attor comico, è adottato l’attuale titolo di _Commissario_. ATTO UNICO. _Il gabinetto del_ _Commissario di Polizia_: — _scrivania, scaffali, seggiole_, ecc. SCENA I. IL COMMISSARIO, IL BRIGADIERE, LA GUARDIA. _(Il Commissario è seduto presso la sua scrivania con aria grave e autorevole. Ritti, innanzi a lui, stanno il brigadiere Malomone, che è molto grasso, fornito di foltissimi mustacchi, di foltissime sopracciglie, di occhi truci, e la guardia Fasanisi, che è un omino magro, sottilissimo.)_ _Il Commissario_ _(ai due)_ Continuate, dunque, continuate. _Il Brigadiere_ Erano circa le undici, quando io attraversavo per caso quella via... _Il Commissario_ Questo particolare me lo avete già favorito parecchie volte. _Il Brigadiere_ E mi trovavo a una quarantina di passi dal luogo del disastro. _Il Commissario_ Quale disastro? _Il Brigadiere_ La caduta dell’uomo dall’alto del muricciolo. _Il Commissario_ Voi accorreste al tonfo... _Il Brigadiere_ Al tonfo?... _(Riflette)_ Al tonfo?... Non lo so. _Il Commissario_ Ma che cosa non sapete? _Il Brigadiere_ _(con stupida importanza)_ Non so se fu proprio un... tonfo. _Il Commissario_ Non sentiste cadere l’uomo? _Il Brigadiere_ Feci di più, signor Commissario: sentii e vidi: ma, quanto al tonfo, in coscienza, non posso dire nulla di esatto. _Il Commissario_ Bestia! _Il Brigadiere_ Proprio così. «Siete una bestia!»... dissi io alla guardia Fasanisi, perchè non s’era trovata puntualmente un poco prima al posto dove l’uomo doveva cadere. Un buon piantone certe cose le prevede; e Fasanisi, ieri sera, era precisamente lui di piantone alla strada che rasenta il giardino appartenente alla Signoria Vostra. _Il Commissario_ Ed egli accorse con voi, che..., come mi avete fatto sapere, attraversavate... _Il Brigadiere_ _e_ _Il Commissario_ _(insieme)_... per caso quella via. _La Guardia_ Io accorsi prima di lui. _Il Commissario_ Andate avanti, Malomone! _Il Brigadiere_ Sì, signor Commissario: avanti, sempre! _Il Commissario_ Che pensaste quando vedeste quell’uomo precipitato giù dal muro che separa la strada dal giardino di casa mia? _Il Brigadiere_ Io subito pensai: quest’uomo... è un uomo precipitato giù dal muro che separa la strada dal giardino del signor Commissario di polizia. _Il Commissario_ Evidentemente, egli, dal giardino, voleva uscire di nascosto... _Il Brigadiere_ Ed io, senza perdere tempo, gli domandai: perchè volevate uscire di nascosto dal giardino del signor Commissario di polizia? _Il Commissario_ L’uomo s’imbarazzò? _Il Brigadiere_ _(riflette)_ Non lo so... perchè era ancora disteso a terra. _Il Commissario_ E che rispose? _Il Brigadiere_ Rispose: _(riflette)_ «Ho un fianco rotto.» Allora io gli dissi: «voi siete un ladro.» Allora egli mi disse: «sì, sono un ladro.» Allora io gli dissi: «voi siete in arresto.» Allora egli mi disse: «sì, sono in arresto.» _Il Commissario_ Non oppose resistenza? _Il Brigadiere_ Signor Commissario, si lasciò arrestare come un galantuomo. Io e Fasanisi, gentilmente, lo afferrammo per il collo e lo andammo a depositare in prigione. _Il Commissario_ Cammin facendo, che aspetto ebbe? _Il Brigadiere_ _(riflette)_ Signor Commissario, nessun aspetto! _Il Commissario_ Dio buono, voglio dire: che contegno serbò? _Il Brigadiere_ Ah! il contegno non lo so. _Il Commissario_ _(canzonando)_ Perchè forse era ancora disteso a terra? _Il Brigadiere_ No. Cammin facendo, non era più disteso a terra. Era... _Il Commissario_ In piedi? _Il Brigadiere_ Nemmeno. Era... zoppicante. _Il Commissario_ _(alla guardia)_ E voi, Fasanisi, avete altro da aggiungere? _La Guardia_ Sì, signor Commissario. _Il Commissario_ Aggiungete! _La Guardia_ _(a voce alta)_ Io accorsi prima di lui. _Il Brigadiere_ Non è vero! _La Guardia_ _(alzando viepiù la voce)_ Io accorsi prima di lui... _Il Commissario_ Basta così, Fasanisi! Il brigadiere ha ragione, perchè è vostro superiore. E questo è tutto ciò che avevate da aggiungere? _La Guardia_ Questo. _(Continua a dire per conto suo, borbottando:)_ Io accorsi prima di lui... Io accorsi prima di lui... _Il Commissario_ Ora è necessario _(scrivendo in fretta un biglietto)_ ch’io sappia che cosa è riuscito a rubarmi quel farabutto. Fasanisi, questo biglietto a casa mia. _(Glielo consegna.)_ Subito! _La Guardia_ _(va via borbottando ancora:)_ Io accorsi prima di lui... _Il Commissario_ Eh, perbacco! Un ladro che va a rubare in casa del Commissario di polizia deve essere un bel cretino! Che ne dite, Malomone? _Il Brigadiere_ Ecco, signor Commissario. Una volta mi avvenne un fatto simile. Un mariuolo, senza curarsi ch’io ero un brigadiere di polizia, mi rubò il fazzoletto dalla saccoccia. _Il Commissario_ Oh! imbecille! _Il Brigadiere_ Chi? _Il Commissario_ Voi! _Il Brigadiere_ _(piantandosi da bravo militare)_ Precisamente! L’imbecille è sempre il derubato! _Il Commissario_ _(seccato)_ Malomone, introducete l’arrestato. _(Il brigadiere esce.)_ E adesso facciamo la conoscenza di quest’altro bell’arnese! _(Pensando e ricordandosi)_ Sicuro! Alle undici pomeridiane, io entro in casa... È evidente: il ladro teme di essere sorpreso, si dà alla fuga, e patapuffete! giù dal muricciolo. Si lascia arrestare perchè... ha un fianco rotto, e, cammin facendo, serba, come assicura Malomone, un contegno... zoppicante. Tutto mi è completamente chiaro, e con me non c’è troppo da scherzare... SCENA II. IL COMMISSARIO, IL BRIGADIERE _e_ OSCAR. _Il Brigadiere_ _(entra, tirando pel braccio Oscar Gentiletti, che è un bel giovine sulla trentina, elegantemente vestito.)_ Ecco il malfattore! _Oscar_ Eh! non c’è bisogno di trascinarmi così... _Il Commissario_ _(a Oscar, in tono burbero e dignitoso)_ Avanzatevi! _Oscar_ _(lievemente zoppicando, si avanza e s’inchina cortesemente)_ Servo suo, cavaliere. _Il Commissario_ _(con orgogliosa compiacenza)_ Ma come fate a sapere che sono cavaliere? _Oscar_ Le si legge in fronte. _Il Commissario_ Grazie! _(Dopo averlo guardato attentamente da capo a piedi, chiama a sè il brigadiere:)_ Malomone, venite qua. _(Il brigadiere gli si accosta.)_ Sentite, _(Sottovoce, all’orecchio)_ Siete certo d’avermi introdotto l’individuo che arrestaste iersera? _Il Brigadiere_ Vostra Signoria mi crederebbe capace d’introdurle un individuo per un altro? _Il Commissario_ No, ma gli è che quegli abiti... quel volto... quel... quel... _Il Brigadiere_ Gli si vede subito il delinquente, signor Commissario. _Il Commissario_ Credete che gli si veda subito? Quand’è così, _(disponendosi a scrivere)_ procediamo all’interrogatorio. _(A Oscar, bruscamente)_ Ehi! dico, il vostro nome? _Oscar_ Oscar Gentiletti. _Il Commissario_ Età? _Oscar_ Trent’anni. _Il Commissario_ _(piano, al brigadiere)_ Malomone, trent’anni! Non li dimostra. _Il Brigadiere_ _(con profonda convinzione e sicurezza)_ Ma li ha! _Il Commissario_ _(a Oscar)_ Domicilio? _Oscar_ Strada San Petronio, numero sette, primo piano, porta a destra. _Il Commissario_ Professione? _Oscar_ _(subitamente)_ Ladro. _Il Commissario_ _(annotando, tra sè)_ Evviva la franchezza! _(Con disgusto)_ Sicchè, voi avete dedicata la vostra vita...? _Oscar_ A rubare. _Il Commissario_ _(violentemente)_ Vergogna! _Oscar_ _(con delicatezza insinuante)_ Scusi, cavaliere, abbia la cortesia di astenersi da qualunque commento o rimbrotto. Veda, è questione di vocazione: lei fa il Commissario di polizia, io faccio il ladro. E in questo momento, ne sono tanto più lieto, inquantochè, essendo ladro, io ho il piacere di poterle dedicare la mia servitù. _Il Commissario_ _(imbarazzandosi)_ Oh!... troppo buono... Accomodatevi... si accomodi... prego... segga... deponga... il cappello. _Oscar_ _(sedendo e posando il cappello)_ Per accontentarla... _Il Commissario_ Dunque..., signor ladro..., voi confessate... lei confessa che ieri sera s’intromise nel giardino di casa mia per... _Oscar_ _(premuroso)_ Per commettere un furto. _Il Commissario_ Ma... _Oscar_ _(con risentimento)_ Metterebbe ella in dubbio la mia parola? _Il Commissario_ Oh no!, tutt’altro! Le pare! Ma..., ed ecco ciò che stavo per dire,... come va, egregio signor ladro, come va che le saltò il ticchio di commettere un furto proprio in mia casa, — in casa del Commissario di polizia? _Oscar_ Le dirò... I pubblici funzionarii sono la mia specialità. _Il Commissario_ Ah! me ne compiaccio. E..., perdoni, veh, se l’importuno con tante domande, ma, sa, se io non domandassi, lei non mi risponderebbe... Dunque, dicevo: come fece per intromettersi nel giardino? _Oscar_ In un modo semplicissimo: sfuggendo alla vigilanza d’una guardia... che dormiva, e scavalcando il muro dove questo è molto basso. _Il Commissario_ _(al brigadiere)_ Malomone, sentite, eh? _Il Brigadiere_ Sento, signor Commissario. _Il Commissario_ La guardia dormiva. _Il Brigadiere_ Signor Commissario, quella guardia che dormiva era la guardia Fasanisi. Potevano essere circa le undici quando io attraversavo.... _Il Commissario e Il Brigadiere_ _(insieme)_... per caso quella via. _Il Commissario_ Lo so. Tacete, ora. _(A Oscar)_ E... se non sono troppo indiscreto..., dica: perchè, poi, nella fuga, ella andò a scavalcare il muro dove esso è più alto? _Oscar_ Capirà: non avevo mica l’intenzione di capitombolare, io. Ma gli è che non ero pratico del giardino. Era quella la prima volta che ci mettevo il piede, e, nel buio, correndo, sbagliai la strada. _(Involontariamente)_ Un’altra volta, starò più attento... Pardon... dico per dire.... _Il Commissario_ _(alzandosi e avvicinandosi a Oscar)_ E se dice per fare, s’inganna a partito, perchè, sa, con tutto il rispetto dovuto a un ladro per bene come lei, la giustizia provvederà. _Oscar_ Torniamo a bomba, cavaliere. Su questo, siamo d’accordo. Io m’intromisi nel suo giardino per commettere un furto. _Il Commissario_ Benone! _(Con furberia ed intimità, sedendogli accanto)_ Dal giardino, ella passò nel salottino di casa mia.... _Oscar_ Appunto: in quel grazioso salottino turco... con quei ventaglioni... quei tappeti... quelle anfore... quel microscopico scrignetto di madreperla.... _Il Commissario_ Sì, lo scrignetto è carino. L’ho comperato all’Esposizione di Parigi, e ci tengo! _Oscar_ Ha ragione!... E quei _biscuits_ civettuoli!... E quei gingilli!... Oh! un salottino delizioso! _Il Commissario_ Pih! non c’è malaccio; ma, per ora, sa, è abbozzato. Bisogna che io faccia ancora delle spese.... E se lei mi onorerà... _(correggendosi e impacciandosi)_ Cioè... no: se lei... mi ruberà... cioè.... _Oscar_ _(vivamente)_ Io ho già rubato, cavaliere! Ho già rubato! _Il Commissario_ Dunque, reo confesso? _Oscar_ Nè più, nè meno. _Il Commissario_ _(dopo aver ammiccato al brigadiere)_ Tanto meglio! Ci dica, ora, che cosa ha rubato. I danari contenuti nello scrigno? _Oscar_ No! _Il Commissario_ I ninnoli d’argento? _Oscar_ No! _Il Commissario_ Gli oggetti d’avorio? _Oscar_ No! _Il Commissario_ Il tamtam giapponese? _Oscar_ No! _Il Commissario_ I ventagli? le anfore? i tappeti? le seggiole? i muri? _Oscar_ No! No! _Il Commissario_ _(infuriato)_ Ma allora che diavolo ha rubato, lei? _Oscar_ Già! Che diavolo ho rubato, io? _Il Commissario_ Probabilmente, ella tentò di rubare, ma non potette consumare il furto. _Oscar_ Che ho da dirle...? _Il Commissario_ _(in tono confidenziale)_ E sa lei perchè non riescì a consumarlo? _Oscar_ No.... _Il Commissario_ Lei non riescì a consumarlo, perchè verso le undici.... _Il Brigadiere_ ... io attraversavo per caso quella via.... _Il Commissario_ Zitto, Malomone! Non è questa la ragione. _(A Oscar)_ Lei non riescì a consumare il furto perchè verso le undici sentì un rumore. _Oscar_ _(di scatto)_ Verissimo! _Il Commissario_ Ebbene, _(con alterigia)_ quel rumore... ero io! _Oscar_ Ahimè, cavaliere, le giuro sul mio onore che ella giunse a tempo! _Il Commissario_ Sicchè, lei ritira la confessione? _Oscar_ La ritiro! _Il Commissario_ _(tutto tronfio, ritornando alla scrivania)_ E adesso, Malomone, facciamo il nostro dovere e procediamo alla regolare perquisizione dell’arrestato. _Oscar_ Ma sono già stato perquisito ieri sera. _Il Commissario_ Malomone, trovaste armi bianche? _Il Brigadiere_ No, signor Commissario. _Il Commissario_ Armi da fuoco? _Il Brigadiere_ Da fuoco, soltanto una scatola di fiammiferi. _Il Commissario_ Frugaste nelle saccocce? Sequestraste oggetti, carte, grimaldelli? _Il Brigadiere_ Non sequestrai, signor Commissario, perchè non frugai. _Il Commissario_ Cosicchè, è necessaria una seconda e minuta perquisizione. _Il Brigadiere_ _(s’avvicina a Oscar.)_ _Oscar_ _(in orgasmo)_ Le assicuro, cavaliere, che se avessi qualche cosa da esibire alla giustizia, mi farei un pregio di offrirla a lei. Ma è inutile fare una perquisizione quando non c’è nulla da trovare... _Il Commissario_ _(con sussiego)_ Le perquisizioni si fanno quasi sempre allo scopo di non trovare niente! Malomone, perquisite. _Il Brigadiere_ _(mette le mani addosso a Oscar.)_ _Oscar_ _(ribellandosi)_ Ah! questo poi no! _(cerca di svincolarsi.)_ _Il Commissario_ _(con austerità e calore)_ Signor ladro, lasciate che l’autorità competente eserciti pienamente il suo potere sulla vostra persona! _Oscar_ _(convellendosi)_ Ma mi fa il solletico! _Il Brigadiere_ _(cacciandogli le mani nelle saccocce e palpandolo dappertutto)_ Taci, furfante! _Oscar_ Ah ah ah... mi fa il solletico.... _Il Brigadiere_ _(cavando fuori gli oggetti a uno a uno)_ Signor Commissario, un orologio _(con solennità)_ à remontoir. Catena... idem! La scatola di fiammiferi... suddetta! Un portasigari... senza sigari! Un fazzoletto _(annusandolo)_ profumato, molto profumato... _(Porge tutto al Commissario.)_ _Il Commissario_ _(annusando anche lui il fazzoletto)_ Opoponax! _Il Brigadiere_ _(spalancando gli occhi come per una allarmante scoperta)_ Perdio! _(Indi, continua a frugare.)_ _Oscar_ Basta, ora! Basta! _Il Brigadiere_ Taci, furfante! _(palpa ancora)_... E questo è un portafogli... gravido anzi che no! _(Lo consegna al Commissario.)_ _Oscar_ _(pallidissimo)_ È fatta! _Il Commissario_ Non c’è altro? _Il Brigadiere_ Non c’è altro. _Il Commissario_ _(con grande gravità)_ Esaminiamo i reperti. _(Osserva l’orologio, la catena, la scatola, il fazzoletto, il portasigari, e borbotta:)_ Orologio à remontoir, — catena... idem, — eccetera... eccetera... _(Quindi, apre il portafogli e ne guarda il contenuto, mentre Oscar, affisandolo, allibisce e, senza fiatare, aspetta. — A un tratto, il Commissario, cavando una fotografia da una busta, spalanca gli occhi, e, con un gesto di raccapriccio, esclama tra sè:)_ Il ritratto di mia moglie! _Il Brigadiere_ _(notando l’emozione)_ Il signor Commissario ha forse trovato...? _Il Commissario_ _(furibondo)_ Un corno! _Il Brigadiere_ Del signor Commissario? _Il Commissario_ _(padroneggiandosi)_ Ritiratevi, voi! _Il Brigadiere_ _(andandosene)_ Sarà un oggetto di grande valore. _(via)_. SCENA III. IL COMMISSARIO _e_ OSCAR. _Oscar_ _(resta immobile, con gli sguardi fissi a terra.)_ _Il Commissario_ _(abbandona la testa fra le mani, e, dopo una lunga pausa, si risolve, dignitosamente e autorevolmente, a parlare.)_ Questo, o signore, è il ritratto di mia moglie. _Oscar_ No! _Il Commissario_ Come «no»? Non mi verrete voi a insegnare la faccia di mia moglie! _Oscar_ Ebbene, ne convengo: questo è... presso a poco... il ritratto di sua moglie. Ma... l’ho rubato. Glie l’avevo detto io. Cavaliere, la prego di credere che io sono un ladro. _Il Commissario_ Oh! finiamola! C’è la dedica che vi smentisce. _(legge:)_ «Al mio Oscar — Betta». E poi, più sotto: «Ore dieci e mezzo, 25 ottobre 1883»: la data di ieri. _(Continuando a leggere:)_ «Prologo del nostro amore». — Orrore!... _(si mette le mani nei capelli.)_ _Oscar_ Via, cavaliere, non si disperi così! Che cos’è, poi, un prologhetto?! _Il Commissario_ _(con solennità)_ Come vedete, o signore, voi non siete più un ladro; _(con disprezzo)_ voi siete semplicemente un uomo come un altro! _Oscar_ _(desolato)_ Sventurato me! _Il Commissario_ Ed io non sono più il Commissario di polizia: no! _(Con pari disprezzo)_ io sono un marito... come tanti altri! _(Pausa.)_ Prendete i vostri oggetti, signore. _(Glieli rende.)_ Questo ritratto mi basterà per fare arrossire quella donna! _(Lo rimette nella busta, e lo caccia in una tasca interna del soprabito.)_ Sarò inesorabile! _Oscar_ Cavaliere, lei mi è testimonio che io ho fatto tutto il possibile per salvarla. Le raccomando: glielo dica; mi giustifichi lei; non mi faccia fare una cattiva figura! _Il Commissario_ _(con gentilezza)_ Oh! non dubiti! Lei si è regolato benissimo: da perfetto gentiluomo. _Oscar_ Grazie, cavaliere! SCENA IV. IL COMMISSARIO, OSCAR, BETTA _e_ LA GUARDIA. _La Guardia_ _(di dentro)_ È permesso? _Il Commissario_ Entrate. _La Guardia_ _(fermandosi sulla soglia)_ Signor Commissario, ho consegnato il biglietto alla sua signora. Ella è qui! _Oscar_ Lei! _Il Commissario_ Giunge a proposito. Dite che favorisca. _La Guardia_ _(va via.)_ _Betta_ _(entra disinvolta)_ Son venuta io stessa a... _(Sorpresa e sconcertata, tra sè)_ Oscar!... _(Al commissario, sforzandosi di nascondere l’impressione ricevuta)_ Son venuta io stessa a.... _Il Commissario_ _(trattenendo l’ira)_ A darmi i chiarimenti che desidero. _Betta_ Si tratterebbe d’un furto commesso in casa nostra. Mi pare che m’hai scritto così. Ma come? Ma quando? Non capisco. In casa ho rovistato dappertutto, e non manca assolutamente nulla. _Il Commissario_ Ah sì? Assolutamente nulla? Il caso è davvero singolare. Un ladro è, senza dubbio, penetrato in casa nostra poco prima delle dieci e mezzo di iersera; e quindi, dandosi alla fuga, è cascato dal muro del giardino e s’è fracassato.... _Betta_ _(ansiosa)_ S’è fracassato?... _Il Commissario_ _(sogghignando)_ Quasi niente; ma, in compenso, è stato arrestato! _Betta_ _(parlando a stento)_ Ma era, poi, certamente un ladro? _Il Commissario_ Non è vero, Oscar Gentiletti? Avete voi confessato d’essere un ladro? _Oscar_ _(balbettando)_ Sì, cavaliere.... _Betta_ _(ha un sorriso di gratitudine.)_ _Il Commissario_ E, intanto, in casa nostra, non manca assolutamente nulla! Anzi, forse, chi sa, a cercar bene,... ci si troverebbe qualche cosa di più! _Betta_ È strano! _Il Commissario_ È stranissimo! Ma udite, udite, moglie mia, quest’altro particolare anche più strano. Io ho fatto perquisire il ladro.... Ebbene, gli è stato trovato indosso... _(ringhiando)_ il vostro ritratto! _(in fretta, cava di tasca una fotografia e gliela getta innanzi.)_ _Betta_ _(raccogliendo il ritratto e animandosi d’un subito)_ Il ritratto della nostra serva!!? _Il Commissario_ _(in un sussulto di rabbia e mortificazione, tra sè)_ Maledetto!... mi sono sbagliato!... _Betta_ _(riacquistando coraggio)_ E c’è perfino una dedica, e che dedica! È firmata «Teresina», e dice: _(legge:)_ «Al mio _amatisime Cucù_». _Il Commissario_ _(fingendo meraviglia)_ _Cucù_!? _Betta_ _Cucù_! _Oscar_ _Cucù_!! _Betta_ Ah! ora comprendo!... _(Con malizia)_ Il signore... come si chiama?... insomma il signor _Cucù_... è un ladro di cuori. Ma è discreto. Si contenta di rubare quello delle serve. _Oscar_ _(tra sè, rallegrandosi)_ Magnifico! _Il Commissario_ _(a Betta, fremendo)_ Smettete, signora moglie! Il ritratto trovato indosso a lui è un altro... _(Lo cerca nelle tasche.)_ _Betta_ _(seria)_ Prego, signor marito. Se possedeste il ritratto della nostra serva senza averlo trovato indosso all’amante di lei, l’_amatisime Cucù_ non sarebbe più lui _(indicando Oscar)_, ma, caro Commissario, sareste voi! A conti fatti, non vi resta che mettere in libertà l’amante. Quanto a me, provvederò a mettere in libertà... la serva! SCENA V. IL COMMISSARIO, OSCAR, BETTA, IL BRIGADIERE, _poi_ LA GUARDIA. _Il Commissario_ _(mordendosi le labbra, suona il campanello. Il brigadiere compare)_ Malomone, liberate il signore! _Il Brigadiere_ Il ladro? _Il Commissario_ Ma che ladro!... Purtroppo, egli è innocente! _Il Brigadiere_ _(avvicinandosi a Oscar e stringendogli la mano)_ Le mie congratulazioni! _Oscar_ _(piano a Malomone)_ Sì, sì, ma sarebbe meglio che pensaste ai casi vostri quando alle undici della sera state in colloquio amoroso... con qualche Teresina... presso il giardino del Commissario! _Il Brigadiere_ _(a bassa voce, in preda a una forte commozione)_ Avete detto al signor Commissario d’avermici visto?! _Oscar_ Naturalmente. _(Tra sè)_ Ora li servo io tutti e due! _(A Malomone)_ Egli aspetta che vi discolpiate. _Il Brigadiere_ _(con una risoluzione coraggiosa si rivolge al Commissario, gridando.)_ Signor Commissario!... _Il Commissario_ _(che era assorto, salta dalla sedia.)_ Cos’è?! _Il Brigadiere_ Erano circa le undici quando io... non attraversavo per caso quella via. _Il Commissario_ _(infastidito)_ Non me ne importa niente! _Il Brigadiere_ Io debbo discolparmi, signor Commissario! _Il Commissario_ Auff! Discolpatevi, ma... velocemente. _Il Brigadiere_ Noi due ci parlavamo, è vero; ma essa era dentro, ed io ero fuori! _Il Commissario_ Essa, chi? _Il Brigadiere_ Teresina. _Il Commissario_ _(trasalendo)_ Teresina!? _Il Brigadiere_ _(piantandosi militarmente e portando la mano alla visiera, come se urgesse il saluto militare.)_ Signor commissario..., è la natura che lo vuole! Io sono giovane... ella è giovane... siamo giovani tutti e due... Ci vedemmo, ci piacemmo, ci guardammo, ci parlammo, ci amammo. _Betta_ Oh! questa è carina! Il brigadiere è il rivale di _Cucù_. _Il Commissario_ _(scoppiando)_ Ed è così, Malomone, che la sera vegliate alla sicurezza della città? Voi mentite al Commissario di polizia, voi testimoniate il falso, voi disonorate la divisa di brigadiere! La vostra condotta, Malomone, è scandalosa. _(Suona il campanello. Si avanza la guardia Fasanisi.)_ Fasanisi, mettete agli arresti il brigadiere Malomone. _La Guardia_ Insieme col ladro? _Il Commissario_ No! del ladro non so che farmene! _La Guardia_ _(a Malomone)_ Brigadiere Malomone, in nome della legge io vi arresto! _Il Brigadiere_ _(consegnandogli tragicamente la daga)_ Teresina, tutto per te! _(A un cenno di Fasanisi, va via a passi gravi, col capo chino e le braccia piegate.)_ _La Guardia_ _(seguendolo maestosamente)_ Io accorsi prima di lui.... _Oscar_ _(tutto cerimonioso, va a stringere la mano al Commissario)_ Cavaliere, scusi l’incomodo.... _Il Commissario_ _(inconsciamente cerimonioso anche lui, l’accompagna sino alla porta)_ Oh! si figuri.... _Oscar_ Fortunatissimo d’averla conosciuta.... _Il Commissario_ La fortuna è tutta mia.... Si conservi... _Oscar_ A rivederla. _Il Commissario_ A rivederla. _Oscar_ _(esce.)_ _Betta_ _(si avvicina al Commissario: gli sorride sardonicamente, e, con voce melliflua, gli dice:)_ Quando amate sul serio, caro Commissario, siete vendicativo coi vostri rivali. Avete punito il brigadiere... della serva; ma non avete sentito il bisogno di punire il ladro... della moglie. _Il Commissario_ _(solenne)_ Signora! Vi prego di credere... che la legge non è uguale per tutti! Cioè no.... Che diavolo mi fate dire!... _(Sipario.)_ *** End of this LibraryBlog Digital Book "Non fare ad altri..." *** Copyright 2023 LibraryBlog. All rights reserved.