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Title: La moglie ideale Author: Praga, Marco, 1862-1929 Language: Italian As this book started as an ASCII text book there are no pictures available. *** Start of this LibraryBlog Digital Book "La moglie ideale" *** MARCO PRAGA La moglie ideale COMMEDIA IN TRE ATTI MILANO FRATELLI TREVES, EDITORI Secondo migliaio. PROPRIETÀ LETTERARIA. _Riservati tutti i diritti.--La rappresentazione e la riproduzione per la stampa sono vietate a termine e sotto le comminatorie delle vigenti leggi.--Per ottenere il diritto di rappresentazione, rivolgersi esclusivamente alla_ =Società Italiana degli Autori= per la tutela della proprietà artistica e letteraria _(Milano, Corso Venezia, 6)._ Si riterrà contraffatto qualunque esemplare di quest'opera che non porti il timbro a secco della Società Italiana degli Autori. Milano, Tip. Treves--1920. _a ELEONORA DUSE_ _Questa commedia venne rappresentata per la prima volta dalla signora_ ELEONORA DUSE _e dai signori_ F. ANDÒ, V. ZAMPIERI _e_ A. GALLIANI _al Teatro Gerbino di Torino l'11 novembre 1890._ _«.... les plus hardis problèmes de psycologie personnelle et sociale peuvent être traités en pleine scène. Seulement, trop peu de personnes travaillent aujourd'hui dans cette direction.»_ PAUL BOURGET. PERSONAGGI. ANDREA CAMPIANI, _agente di cambio_. GIULIA, _sua moglie_. GIANNINO, _loro figlio di 7 anni_. GUSTAVO VELATI, _avvocato_. COSTANZO MONTICELLI, _avvocato_. TERESA, _cameriera_. ETTORE, _servo_. _Milano, epoca attuale._ ATTO PRIMO. Nella casa di Andrea Campiani. Salotto da pranzo. Una porta al fondo, e porte ai lati. Sul davanti, a sinistra, la tavola apparecchiata. Vi si nota il disordine che è sul finire del pranzo. A destra, prima della porta, il caminetto acceso. Tre poltrone vi sono disposte dinanzi, e una sedia a sdrajo. Sul camino, contro la parete, un grande specchio. Al fondo, a sinistra della porta, la credenza, e su di essa piatti, bottiglie, fiale, ecc. Tutto l'arredo è elegante, di buon gusto. Sera. Dal soffitto pende, sopra la tavola, la lampada accesa. SCENA I. GIULIA, ANDREA, GIANNINO, _poi_ TERESA Giulia è adagiata sulla poltrona a sdrajo, con molti giornali illustrati e di mode d'attorno. Giannino è seduto alla tavola da pranzo verso la parete di sinistra. È su di una sedia comune, ma con un cuscino che lo rialza. Andrea di contro a lui, verso il mezzo della scena. Di contro al pubblico è la sedia vuota, prima occupata da Giulia. Entra Teresa dal fondo col servizio del caffè, ne versa una tazza e la porge a Giulia. GIULIA Non ne prendo, adesso. Più tardi. Tienlo al caldo. Teresa porge la tazza ad Andrea, che stava leggendo il giornale. GIULIA a Giannino che, dal principio, batte il coltello sul piatto come a suonare il tamburo. Giannino, piccolo mio, se seguiti, mammà va in collera. GIANNINO mettendosi in ginocchio sulla sedia. Papà? ANDREA Che vuoi? GIANNINO Una mela. ANDREA Ancòra? GIULIA No, Giannino, ài già mangiato abbastanza frutta. GIANNINO Una sola. ANDREA Be', una piccolina ancòra. Gliela dà. Giannino si accinge a toglierle la buccia col coltello. Bada a non tagliarti. Vieni qui. Giannino scende a terra, gli dà la mela e Andrea gliela sbuccia. Ecco. Giannino la prende e si avvia per uscire. Vai a giocare? Ma un bacino, prima. Lo bacia. E mammà? GIULIA abbracciandolo Tesoro! E il còmpito l'ài fatto? Ma la lezione non l'ài imparata ancòra! Vai a giocare un poco, e poi la studi per bene, nevvero? Giannino esce dal fondo con Teresa. Come è bello quest'ultimo numero del _Figaro_ illustrato. L'ài veduto?... Che fai? Leggi? ANDREA Dò un'occhiata alla borsa. GIULIA Lascia! Lavori sino alle sette: mi fai pranzare alle otto, poi torni fuori. Neppure l'oretta che stai in casa mi fai un po' di compagnia. Vieni qui. ANDREA leggendo Adesso. GIULIA Vieni qui! ANDREA Bevo il caffè. GIULIA Vieni qui a berlo. Guarda, ti faccio un po' di posto qui. ANDREA viene a sederle accanto. Così? GIULIA Dov'è l'_Art et la Mode_? Bada, ti ci sei seduto sopra. Aspetta. Lo toglie. Ài veduta la nuova forma dei cappelli da signora? Tutte le piume e i nastri di dietro, altissimi. Sono carini! Si solleva e guarda nella tazza nella quale Andrea beve il caffè. Non me ne serbi un pochino? ANDREA Non ne volevi! GIULIA Ma il tuo è più buono. Un goccino... No, dammelo tu, nel cucchiaino. ANDREA Poverina!... Ancòra? GIULIA Uno per uno... È bellissimo così, no? ANDREA Va a posar la tazza sulla tavola. Proprio bellissimo. Giulia dà un piccolo grido. Che c'è? GIULIA Graffiami, graffiami, in fretta! ANDREA sedendo ancora accanto a lei. Dove? GIULIA Qui, la mano... Adagio!... No, no, il palmo no: porta disgrazia... Ahi! mi fai male. Sgarbato! Guarda che graffiatura. Un bacio, subito. ANDREA le bacia la mano. Così? Si alza. GIULIA Dove vai? ANDREA Prendo il _Corriere_. GIULIA Ò detto di no! ANDREA Guardo i telegrammi. GIULIA Ò detto di no! Che t'importa? I tuoi valori, sempre! Il tuo valore, l'unico tuo valore sono io. Ài capito? Stai qui, fatti più vicino. Ò freddo. Sono un po' malata, sai, oggi? ANDREA Oh! che ài? GIULIA E tu ài l'obbligo di curarmi. Devi uscire anche stasera? ANDREA Dò una capatina in Borsa. Vuoi uscire anche tu? GIULIA Per andar dove? ANDREA Non so, dove vuoi. Ti accompagno, passo alla Borsa, e ti raggiungo. GIULIA riprende il giornale. Vediamo che c'è a teatro. Leggendo. «Scala, riposo. Manzoni, _La moglie di Claudio_». Uh! che orrore! «Dal Verme, _Traviata_, _Sieba_...» Abbiamo promesso a Giannino di portarlo a vedere il ballo. Ma oggi è tardi. E poi è meglio un sabato, perchè la domenica non à la scuola e può dormir tardi... Non c'è niente d'interessante... Poi, che ore sono? Otto e mezzo! Potrei vestirmi e andare dalla Viscardi. Ma tu dici di venirmi a prendere e poi non ci vieni. Ti conosco!... No, senti, io sto in casa, ma ad un patto: che vai alla Borsa e torni: mezz'ora, non di più. Alle nove e un quarto devi essere qui. Ti preparo il tè, qui accanto al fuoco, e alle dieci a letto, come due bravi figliuoli. Eh? Ma guai a te se tardi. Non venirmi poi a raccontar storie, d'amici che t'ànno tenuto attorno. Non ammetto scuse. Se qualcuno ti vuol tenere a zonzo, devi rispondere: amici miei, io ò una mogliettina a casa tanto carina, che mi aspetta; e vi saluto. Siamo intesi? ANDREA sorridendo. Siamo intesi. Si alza e fa un gesto di dolore, rimanendo un momento colle gambe intirizzite. GIULIA Vedi! vedi! Anche il tuo piede vuol riposo. Ti strapazzi troppo. È otto giorni soli che ài lasciato il letto e non ti ài già più nessuna cura. Il medico lo diceva ancora ieri: se l'è cavata bene ed in fretta, ma al minimo sforzo... ANDREA Non mi sforzo affatto. Sai, quando rimango seduto un po' a lungo.... GIULIA Ànno suonato, mi pare. Chi sarà? ANDREA Giacomo, probabilmente, coi dispacci. TERESA annunziando Il signor avvocato Velati. ANDREA Venga... Cioè, un momento. Lo facciamo passare in salotto? GIULIA Ma no, si sta così bene, qui. A Teresa Fallo passare. ANDREA C'è ancora la tavola apparecchiata... GIULIA Ma che importa! SCENA II. GIULIA, ANDREA, GUSTAVO, TERESA GUSTAVO Buona sera, signora! A Andrea Come va? E il suo piede? ANDREA Molto meglio, grazie. GUSTAVO Ma io sono giunto importuno. Erano ancora a tavola. ANDREA No, no, si è finito da un pezzo. Piuttosto perdoni lei se la riceviamo... GIULIA Già, mio marito voleva riceverla in salotto. Io invece la considero abbastanza nostro amico per non far complimenti. GUSTAVO Gliene sono grato. ANDREA Una tazza di caffè? GUSTAVO Grazie. GIULIA Grazie sì, o grazie no? Fa un cenno a Teresa che s'era messa a sparecchiare, e questa esce Sa, le cedo il mio, non può rifiutarlo. GUSTAVO Se le facessi la corte le direi che sarà anche migliore. GIULIA Questo lo direbbe in faccia a mio marito. Intanto versa il caffè che Teresa à portato, rientrando. A quattr'occhi troverebbe qualcosa di meno... GUSTAVO Di meno banale? GIULIA Beva, e mi eviti di rispondere. ad Andrea E tu non stare in piedi. Ti affatichi! Oppure prendi il bastone. Dov'è? Lo trova in un angolo e glielo dà. ANDREA Mi tratti proprio come un invalido. GIULIA Sieda, avvocato. GUSTAVO Grazie. Siedono tutti. Teresa esce. Sa, caro Campiani, sono venuto presto proprio per trovarla in casa. So che a quest'ora va alla Borsa, e volevo dirle due parole prima che uscisse. ANDREA Eccomi a lei. GIULIA Oh, ci siamo? Un discorso d'affari? Vi lascio. GUSTAVO Niente affatto. Anzi, la prego... GIULIA Si rivolge all'amico o all'agente di cambio? Perchè in quest'ultimo caso posso servirla anch'io. Non comperi gli zuccheri. Càlano. L'ò saputo testè da mio marito, e dicono tutti che di lui ci si può fidare. ANDREA Grazie. GUSTAVO Mi rivolgo invece all'amico, a Giulia agli amici e, francamente, ò più fede nella sua amicizia che nella sua scienza bancaria... GIULIA Le perdono questa sfiducia in grazia della fiducia che à nella mia amicizia. ANDREA Chiacchierona! Lascialo dire! GIULIA Ah sì, perchè poi devi uscire; la piccola Borsa ti aspetta. GUSTAVO Ma allora non voglio disturbarla. Sarà per domani, verrò al suo ufficio. GIULIA No, no, sa, dico così perchè tra di noi c'è un patto: deve uscire e tornare a casa sùbito.... e non vorrei trovasse delle scuse! ANDREA Chiacchierona! chiacchierona! A Gustavo Mi dica, mi dica, avvocato: e non si lasci interrompere. GUSTAVO Ecco qua. Ella sa che mio fratello Adolfo è suo collega da tre mesi... ANDREA E lo vedo attivo, lavoratore. Non manca un giorno alla Borsa. GUSTAVO Lei non sa niente degli affari che fa? ANDREA Nulla di positivo. So che lavora molto per conto proprio. GUSTAVO Ed è quello che mi spaventa. Adolfo è sempre stato un po' un caposcarico. È giunto all'età di 25 anni senza concludere nulla. Alla fine, ò dovuto decidermi a seguire il proverbio «metà consigli e metà denaro» e gli ò dato il capitale necessario ad aprire un ufficio... Era stato in banca tre anni: a sentirlo discorrere, ci à pratica come Rotschild; ma io sono in pensiero, perchè mi ànno riferito che arrischia molto. Non vorrei succedesse qualche guaio. ANDREA Che arrischia lo sapevo. GUSTAVO C'è pericolo?... Veda, mi rivolgo a lei come ad un vecchio amico. S'ella volesse informarsi e avvertirmi. Le chiedo troppo? ANDREA S'immagini! Quello che potrò fare! Ma sa, non è tanto facile... Non c'è molta confidenza tra colleghi... GUSTAVO Ma lei à tanta autorità! È uno dei Nestori della Borsa... GIULIA Oh! oh! non me lo invecchi tanto mio marito! GUSTAVO Parlo di pratica, di avvedutezza, di fama... ANDREA Per carità! Si alza Conti su di me. GUSTAVO Tante e tante grazie. Si alza E perdoni la noia, sa? Ma la cosa mi dà tanto pensiero! Sono un po' il babbo di mio fratello. GIULIA Te ne vai, Andrea? Proprio? Non puoi farne a meno? ANDREA Tu lo sai: non posso mancare. GIULIA Assolutamente? ANDREA Purtroppo. GIULIA E allora!... Ma, bada, sono le otto e mezzo: per le nove e un quarto ti voglio di ritorno! ANDREA Farò il possibile. GIULIA Non ammetto scuse! ANDREA con bonomia Giulia! Giulia! A Gustavo Non prenda moglie, sa? GIULIA Che? che? che? Che ài detto? Oseresti pentirti, tu, di esserti ammogliato? ANDREA ridendo No, no! via! GIULIA Chiedimi perdono, sùbito, con un bacio! ANDREA baciandola in fronte Bambina! GIULIA al fondo Teresa, Teresa? Il cappello e la pelliccia del signore. Dio, che freddo. Comincia a nevicare. Prendi una carrozza, sai? Entra Teresa col cappello e la pelliccia. Giulia, premurosa, la fa indossare ad Andrea. Lei, avvocato, rimane a tenermi compagnia sinchè Andrea ritorna, nevvero? ANDREA a Teresa Giannino che fa? TERESA Gioca, in guardarobe. ANDREA À la lezione da studiare. Perdoni, avvocato, noi la trattiamo proprio come un vecchio amico. Guardi, là ci sono dei sigari. Fumi. Porgendogli la mano Se si trattiene la ritrovo. GIULIA Sì, sì, non lo lascio andar via sinchè non ritorni. Bada a tornar presto perchè Velati è pericoloso. GUSTAVO Vuol farmi andar via? ANDREA A ben presto dunque. Esce. GIULIA Abbiti cura. Accompagna Andrea sino alla porta del fondo Prendi la carrozza! A Teresa che s'era messa di nuovo a sparecchiare Lascia, lascia, finirai dopo. Bada a Giannino, piuttosto, che studi la lezione. Ti raccomando. Teresa esce. SCENA III. GIULIA _e_ GUSTAVO Giulia rimane un momento sulla soglia, sinchè Teresa si è allontanata. Poi richiude la porta con cura, e, rapidamente, viene a Gustavo ch'è rimasto in piedi colle spalle al caminetto, e gli butta le braccia al collo GUSTAVO cerca respingerla dolcemente. Bada, può venir qualcuno. GIULIA Ma no, non c'è nessuno. Che improvvisata, che bella improvvisata mi ài fatta! Non ti aspettavo, sai, stasera. Gustavo ripete l'azione di prima. Ti annoio? ti annoio? GUSTAVO No, mia cara, ma infine non bisogna scherzare col pericolo. Si scioglie dall'abbraccio e siede. GIULIA Pericoli? Ma non ce n'è punti... E non te ne sei mai preoccupato tanto! GUSTAVO È ben necessario che mi decida a ragionare e a farti ragionare. GIULIA Non mi ami più, allora? GUSTAVO Ma sì, ti amo, ti amo, ti amerò sempre. Però pensa, Giulia, che se un giorno ti dicessi: «È necessario che ci lasciamo e che ritorniamo semplicemente i buoni amici di una volta...» anche quel giorno ti amerei come adesso, come il dì in cui fosti mia... e dovresti credermi... e dovresti ubbidirmi. GIULIA colpita, commossa Lo crederei nel solo caso che quel giorno non ti amassi più neppur io. À uno scatto, corre alla porta del fondo, l'apre, guarda al di fuori, la richiude, si accosta rapida a Gustavo e siede accanto a lui. Perchè mi fai questo discorso? Perchè mi dici queste cose? Di', di', Gustavo, dimmi... dimmi! GUSTAVO Per farti ragionare, perchè tu ti renda conto, una buona volta, della tua, della nostra situazione. GIULIA Sei stufo? Ti secca? Vuoi finirla?! GUSTAVO Ssss!... Per Iddio!! GIULIA Che paura ài stasera! GUSTAVO Per le sciocchezze che tu fai! Lo vedi: testè tuo marito era ancora per le scale, Teresa non era ancora uscita di qui, e tu mi buttavi le braccia al collo. Poteva tornar lui, e sarebbe stata la tua rovina. Poteva rientrare essa e sarebbe stata la pace perduta, o per lo meno il ridicolo sopra di noi! GIULIA alzandosi Gustavo!... Ti preoccupa in egual modo il pericolo della mia rovina, e quello di diventar ridicoli in faccia a una serva?!... Pausa. Tu fingi! E nella preoccupazione di fingere, dici delle cose orribili! Siede accanto alla tavola e vi si abbandona colla testa fra le mani. GUSTAVO dopo aver accesa una sigaretta Mia cara... tu non capisci... GIULIA Taci! taci! Ài ragione, non capisco nulla, mi fai perdere la testa! Pausa. Dio mio! Dio mio! E l'avevo creduta una festa per me la tua visita di stasera! Gustavo fa un gesto di noia: si alza, torna al caminetto. Giulia si volge, lo guarda un momento, poi gli si avvicina, come prima, affettuosa. Gustavo, dimmi la verità: che ti è accaduto oggi? Non ci vedevamo da due giorni: ti è accaduto qualcosa? qualcosa di seccante che ti à contrariato? Stai poco bene? Di', di'... ma non ài nulla con me, nevvero? di', Gustavo? Lo circonda, egli la respinge un poco. No, no, non ti tocco... guarda, potrebbe vederci chiunque così... Ecco, va bene così?... Ma dimmi che è successo? Io ti perdono tutto: lo so, ài degli affari... delle noie forse... GUSTAVO Ma no, non ò nulla. GIULIA Sì, sì, sei di cattivo umore... Vuoi andar via? Ti secca di essere venuto?... Vuoi andartene?... Ci vedremo domani; domani sarà passato... ecco. Vuoi andartene? GUSTAVO Mi mandate via? GIULIA No! Temo che ti annoi... temo che rimanendo qui, tu mi dica ancòra delle cose che mi fanno male.... Senza scopo poi, perchè adesso dovrei perdonartele: ò capito che sei di cattivo umore, ecco tutto. Domani sarai il Gustavo di prima. Gli toglie la sigaretta dalle labbra e lo circonda. GUSTAVO E daccapo?! GIULIA No, no, non ti tocco!... Non vuoi? Non vuoi confessarlo che sei preoccupato, di cattivo umore?... Sì, confessalo, mi farebbe tanto piacere che tu lo confessassi. Mi spiegherei tutto, allora... Gustavo si scosta dal caminetto e si mette a passeggiare su e giù. Giulia rimane colla faccia verso lo specchio e segue in esso i movimenti di lui. GUSTAVO Dio santo! Come ingrandite ogni cosa! Come di ogni mosca che vola fate una balena addirittura. Che vi ò detto alla fin fine? Delle cose giuste! Perchè voi donne, che dovreste avere tanta e maggiore sensibilità di noi uomini e una più raffinata squisitezza di sentimento, pure talvolta non arrivate a comprendere... Per esempio, vedete, voi non arrivate a comprendere che nella vostra casa, nella casa di vostro marito non voglio esser che un amico per voi... Che mi ripugna, che ripugna alla mia coscienza d'uomo onesto di tradire quell'uomo qui sotto il suo tetto!... Tutto questo mi indigna! GIULIA E da quando? GUSTAVO Da... sempre! Ò potuto dimenticarlo nei primi tempi della nostra relazione, quando la passione mi accecava. Ma ora non più. Ve l'ò detto: è tempo di ragionare, e ragiono. GIULIA E mentite!! si volge Oh! come mentite!... E mi parlate della vostra coscienza d'uomo onesto! Quale coscienza? Quale onestà? Sapete quale sarebbe la vera, la sola onestà? Quella di dirmi: «Non ti amo più!» senza menzogne, senza ipocrisie. Perchè non mi amate più. Lo capisco, lo capisco bene, pur troppo! Siete mutato, molto mutato, da qualche tempo!... Una volta vi lamentavate, voi, vi doleva, di non poter venire più sovente a vedermi qui, perchè non vi bastavano le ore che si passavano assieme... altrove! E cercavate dei pretesti per venire, e venivate anche di sotterfugio... Stasera, dopo tanto tempo che questo bisogno di vedermi non lo provate più, quando vi ò visto entrare e ò udita la ragione della vostra visita, ò capito subito che si trattava di un pretesto: so bene che non siete punto in pensiero per vostro fratello... E ne ò gioito, e ò creduto che ritornaste il Gustavo di una volta, e vi ò buttate le braccia al collo!... Era un pretesto, sì, ma per venire a prendere congedo da me. Un silenzio Non rispondete nulla? Non avete nulla da rispondere? GUSTAVO dopo aver accesa un'altra sigaretta. Che volete che risponda alle vostre sciocchezze? GIULIA Ah! alle mie sciocchezze! Badate, è così sciocco quello che dico come sono veri i sentimenti che avete espressi testè. GUSTAVO Che diritto avete di dubitarne? GIULIA Poveretto! Credete dunque ch'io possa giustificare la vostra freddezza, le vostre rivolte, con un improvviso risvegliarsi della coscienza? con un'improvvisa... tenerezza per mio marito? S'ode muoversi la molla dell'uscio di fondo. Giulia si ricompone. TERESA dal fondo Signora... GIULIA Che c'è? TERESA Sono le nove passate. Debbo mettere a letto il bambino? GIULIA Sicuro! À imparata la lezione? TERESA Un pochino. GIULIA Non importa. Mettilo a letto. È tardi. Teresa esce. Gustavo si alza e torna al caminetto. Si apre di nuovo la porta del fondo ed entra Teresa che accompagna per mano Giannino GIULIA Buona notte, tesoro mio. Abbraccia Giannino che è venuto sino a lei, e poi si avvia per uscire. E non dài la buona notte al signor Velati? Giannino si dirige a Gustavo che si curva e lo bacia. Poi va al fondo. Teresa lo prende per mano e lo conduce via. GIULIA dopo un lungo silenzio, seduta, senza guardare Gustavo Quando penso che ci fu un tempo in cui eri geloso di mio marito! Perchè io ò sempre avuta questa virtù o questa fortuna, di non odiarlo, come quasi tutte le donne che ànno un amante odiano il marito, e lo trascurano, e lo trattano male. Io, no. È buono, è onesto, mi ama--lui--è il padre del mio bambino!... Non l'ò amato mai per questo forse mi fu facile di volergli bene, perchè noi donne non odiamo che l'uomo che abbiamo amato, e quando cessiamo di amarlo. Ma allorchè ò provato anch'io il bisogno irresistibile di amare, e per disgrazia, fatalmente, mi sono innamorata di tutt'altri che di lui, ò saputo però conservarmi ai suoi occhi una buona moglie affezionata... Tu fosti geloso di queste cure, di questa affezione. E avevi persino il coraggio, un tempo, di non credere al mio amore, e me lo dicevi, perchè ti pareva impossibile che amandoti, potessi sopportare un altro uomo vicino a me. Volgendosi a lui che si è seduto, avvicinando la propria poltrona alla sua, affettuosa Le ricordi le nostre discussioni d'allora? Io ti dicevo: «Gustavo, ti amo, ti amo, ed è questo amore che mi fa essere buona, paziente, saggia... Saggia, sì, perchè non voglio perderti, perchè voglio essere tua tutta la vita. Se facessi delle sciocchezze, se mi compromettessi, se dessi a lui un sospetto, s'egli dubitasse di me e mi spiasse, la nostra pace sarebbe perduta, e il pericolo, forse, ti allontanerebbe da me... E se lui sapesse tutto, un giorno, che avverrebbe? Tu, buono, onesto, non mi abbandoneresti. Ma sopravviverebbe in te l'amore, grande, immenso, come io lo voglio, senza preoccupazioni, senza noie, senza averne sciupata la tua esistenza, compromessa la tua carriera? Non ti verrei a noia, un giorno? Vedi, Gustavo, questa idea mi spaventa, mi fa inorridire: e in questa idea di perderti per colpa mia, trovo la forza di simulare, di essere in faccia a lui una buona moglie.» Circondandolo Ti ricordi?... E ti convincevi, e le nostre discussioni finivano in un bacio... Pausa Non mi ami più? Non mi ami più?... È possibile?... Gli è che ti ò abituato male: ti ò amato, ti amo troppo! Ti annoio! Sei così sicuro del mio amore! Nevvero? Gustavo? Gustavo? S'ode dall'interno il suono del campanello elettrico. Giulia à un sussulto, dà un'occhiata alla porta, poi si curva su Gustavo, gli dà un bacio ardente sulla bocca, poi si scosta, si ricompone. Entra Andrea. SCENA IV. GIULIA, ANDREA, GUSTAVO. ANDREA Che freddo, amici miei! Abbiamo almeno 5 gradi sotto zero. GUSTAVO Nevica? ANDREA Un poco. A Giulia Sono in regola? Nove e venti. GIULIA Cinque minuti di ritardo. GUSTAVO I cinque minuti di tolleranza. ANDREA Dato che si trovi della tolleranza nelle mogli. A Gustavo Sa, ò già cominciate le mie investigazioni. Però, finora, nulla di certo... GUSTAVO Grazie. Ma sa, con tutto suo comodo, perchè poi non dubito neppure che--per ora--ci sia nulla di grave. ANDREA Oh, lo credo anch'io. Ma se ne va? Non prende il tè con noi? GIULIA alzandosi Glielo avevo già offerto anch'io. Dice che à un convegno alle nove e mezzo. Anzi, stava per lasciarmi, e sarei rimasta sola se tu non tornavi. A Gustavo Piuttosto: quando pranza con noi? Posdomani, per esempio? È domenica... Perchè gli altri giorni, cogli affari di Andrea non si sa mai a qual'ora si pranza. ANDREA L'aspettiamo. GUSTAVO Ma... GIULIA E ci porti Monticelli. È un giovanotto simpatico. Nevvero Andrea? ANDREA Alle sette e mezzo: ella e il suo socio ed amico. GUSTAVO La ringrazio, ma sono dolentissimo: parto domani... GIULIA Oh oh! è una scusa! GUSTAVO Le pare? Ò una causa alla Cassazione di Torino. GIULIA Davvero?... Al suo ritorno, dunque. ANDREA Ci contiamo. GUSTAVO Mille grazie. Salutando Signora!... Buona sera. Esce. SCENA V. GIULIA, ANDREA poi TERESA ANDREA Non ài aggiunta una parola per trattenerlo. GIULIA Ma se glielo avevo già detto: «prenderemo il tè con mio marito.» Aveva un appuntamento... Sarà forse una frottola, si sarà seccato: era qui da un'ora. ANDREA Gli è che volevo dirgli... GIULIA Che cosa? ANDREA Di suo fratello. GIULIA Non gliel'ài detto? ANDREA C'è dell'altro. GIULIA Di grave? ANDREA Sicuro! Un'operazione così arrischiata in cui si è messo... E i pronostici di fine mese non sono buoni! Io ne sapevo già qualcosa. GIULIA Oh poveretto!... Ma dovevi avvertirlo. ANDREA Non ò avuto il coraggio. Sai, volevo prepararlo... Se si fosse trattenuto... D'altronde domani bisognerà provvedere. Ad ogni modo ò già prese delle misure. Posso provvedere io... GIULIA Tu? ANDREA Sì. GIULIA E arrischieresti, tu, del tuo? ANDREA No, no; una firma. GIULIA Ah! perchè, senti: avvertire il fratello sta bene, ma metterti in impicci tu... ANDREA Non temere. E Giannino è a letto? GIULIA Sì. ANDREA Ci vado anch'io, sai? Sento quest'umidaccio. GIULIA Sì, sì, subito. ANDREA Poi debbo alzarmi presto domattina. Vado a Genova. GIULIA A Genova? ANDREA Sì. GIULIA Stai via molto? ANDREA No, una giornata. Parto alle otto e mezzo, sarò di ritorno la sera. GIULIA Con questo freddo, e poco bene come stai? Manda qualcuno! ANDREA Impossibile, mia cara. GIULIA E pranziamo senza di te, domani? ANDREA Pensa che io pranzerò senza di te e di Giannino. GIULIA Mi fa pena. Suona. Vai a coricarti sùbito, dunque. E non leggere per delle ore, come fai sempre. a Teresa Ài acceso il fuoco nella stanza del signore? TERESA Sissignora. ANDREA a Teresa Bisogna svegliarmi alle 6, domattina. Teresa esce. GIULIA Per partire alle otto e mezzo? ANDREA Debbo recarmi in istudio, prima. Accende una candela Buona notte, piccina mia. Domattina non ci vedremo. Non ti voglio svegliare così di buon'ora. Fa per baciarla. Essa si schermisce No? GIULIA Tu sai che vengo poi a salutarti. ANDREA Sì, grazie. Esce. GIULIA rimane un momento a fissare la porta dalla quale è uscito Andrea. Poi va al fondo, apre la porta e chiama Teresa? TERESA di dentro Signora? GIULIA Domattina alle sei e mezzo. Ài capito, nevvero?.. Vai pure a letto, quando vuoi. Chiude la porta. Ridiscende adagio la scena. Dinanzi al caminetto si guarda un momento nello specchio. Poi trascina una delle poltrone vicinissima al fuoco: vi si adagia e allunga i piedi verso i carboni accesi. Cala la tela. FINE DEL PRIMO ATTO. ATTO SECONDO. Salotto in casa di Gustavo Velati. Porta al fondo e ai lati. A destra una finestra. A sinistra una scrivania. Arredo elegante. Armi, ninnoli, quadri, fotografie. SCENA I. GUSTAVO _e_ COSTANZO Gustavo è sdraiato sul divano. Costanzo entra dal fondo. GUSTAVO Sei tu, Costanzo? Ciao. COSTANZO Beati i ricchi: e chi à da fare se la sbrighi! Nevvero? Non si può essere più concisi di quello che tu fosti nel tuo biglietto di stamane. Cava di tasca un biglietto e lo legge «Carissimo. Sto poco bene. Non ò nessuna voglia di venire in istudio. Chiedimi un rinvio nella causa Candalari, manda al registro la convenzione Ponti, e all'inferno i clienti, se ne vengono.» Il che ò fatto. Ò ottenuto il rinvio, ò mandato al registro la convenzione Ponti, e... GUSTAVO E all'inferno i clienti? COSTANZO In paradiso. È più sicuro che non tornino. Vediamo un poco. Gli si avvicina, gli tocca il polso Febbre impercettibile. Una faccia da papa. Meno male! Neanche stavolta non vai a raggiungere i clienti. Gli presenta un plico Qui c'è l'incartamento Corbellini Trevisani con la conclusionale avversaria. Esaminare in fretta essendo fissata l'udienza per il dodici. GUSTAVO Stai fresco! COSTANZO Sfido! nevica!... Eh! voglia di lavorare, saltami addosso! GUSTAVO Non è la voglia che mi manca! COSTANZO D'accordo: è la... volontà, il desiderio, la lena... Come la chiami, tu? Sai, per intenderci! Accende una sigaretta GUSTAVO Caro mio, sto malissimo di spirito. Sto moralmente male, ti assicuro. E se non esco dalla situazione in cui mi trovo, non so come l'andrà a finire. COSTANZO Oh! oh! GUSTAVO Cioè, andrà a finire che liquido lo studio, chiudo la casa e me ne vado. COSTANZO Adagio, liquidi lo studio! Dello studio faccio parte anch'io. Liquidi anche me? GUSTAVO Te lo cedo completamente. COSTANZO gli siede accanto Fuori di scherzo: che c'è? GUSTAVO Vuoi delle confidenze? COSTANZO Se me ne credi degno! GUSTAVO Come amico, sì: ti conosco per prova. Ma temo della tua serietà. COSTANZO Della mia serietà, quando occorra, è garante l'amicizia. GUSTAVO Ascoltami. Io mi trovo nelle condizioni di un uomo che à un'amante, e bisogna... la lasci. COSTANZO Bisogna... da parte di lei, o da parte di lui? GUSTAVO Di lui. COSTANZO Di te, dunque. La si paga e la si congeda. GUSTAVO E se è una di quelle che non si pagano? COSTANZO La si cede a un amico. GUSTAVO seccato, alzandosi Ecco la tua serietà! Ed io che ò bisogno di espandermi, di chiedere aiuto e consiglio, sono così sciocco di rivolgermi a te! COSTANZO si alza, gli si avvicina Vieni qui, vieni qui, senti. In un orecchio La Campiani? GUSTAVO Lo sai anche tu?! COSTANZO cantarellando Tutto il mondo lo sa! GUSTAVO con dispetto Già! tutto il mondo lo sa!... E non me n'ài parlato mai? COSTANZO Bravo! Se non me ne parlavi tu! Non è una _pratica_ di studio... pur troppo! GUSTAVO Ma io non ne ò parlato a nessuno! E... COSTANZO E ciò malgrado, nevvero?... E ti stupisce? Senti: passeggiamo oggi sul Corso dalle 4 alle 6. Delle signore che incontreremo ti dirò quelle che ànno un amante e dell'amante ti dirò anche il nome. Nè avrò l'aria di farti delle rivelazioni, sai! Ti dirò cose che sai anche tu, che sanno tutti... che sa anche il marito, qualche volta. Oh! questo non è il caso del buon Campiani! GUSTAVO Il buon Campiani!... Ài l'aria di canzonarlo! COSTANZO Sì, dico, di noi due non so chi lo canzona di più. GUSTAVO Eppure, se c'è uomo tradito che non sia ridicolo, è lui. COSTANZO Davvero?! GUSTAVO Ma certo! Egli non à motivo di dubitare di sua moglie. Oserei dire che non ne à il diritto. COSTANZO Vai! GUSTAVO Seriamente! Quella donna strana, incomprensibile per chi la vede nella sua vita domestica e pur la sa moglie infedele, à risolto questo problema: di essere contemporaneamente di due uomini. Dell'uno lo è col corpo e col cuore, dell'altro coll'animo e col cervello. Ed è così l'amante più appassionata e la moglie più affettuosa. Ragione per la quale suo marito la ricambia di grandissimo affetto ed è ben lontano dal dubitare di lei!... Dimmi tu: di tante donne adultere, perchè, tosto o tardi, il marito viene a conoscere il fallo? Anzitutto e sopratutto perchè è la moglie istessa che glie lo rivela. Ma certo! Dal dì che à un amante la donna piglia in uggia il marito: lo tratta con indifferenza, o lo trascura, o gli nega ogni carezza. Il buon uomo, che vede così disamorarsi la moglie, deve pensare necessariamente che qualcuno o qualcosa si è messo al suo posto. E comincia a dubitare, a insospettirsi. Allora studia la moglie, nei suoi atti, nelle sue parole; e il dubbio si accresce. Indaga, spia, tende il tranello: e trova l'amante. COSTANZO E le lettere anonime? E le cameriere? E il caso? Dove li lasci questi elementi potentissimi di scoperta? Questi... Cristofori Colombi dell'infedeltà coniugale? GUSTAVO Credi a me: si trovano più nelle commedie che nella vita. C'entrano, qualche volta, come elementi complementari, rafforzativi, e ànno effetto laddove il dubbio s'è già infiltrato. Sono come la pioggia che fa germogliare più presto il seme, ma il seme è già nella terra... Ebbene! vedi: se a Campiani mandassero una lettera anonima, la distruggerebbe con disgusto, o, meglio ancòra, la mostrerebbe a sua moglie, per riderci su, dopo pranzo. COSTANZO Lo credi? GUSTAVO Ne sono convinto. Tu non ài un'idea di quello che è Giulia per suo marito. È un poema di affettuosità, è una perfezione di cure, senza un'interruzione, senza una dimenticanza, senza un affievolimento, mai. E, d'altra parte, nell'amore è ardita. Nulla la fa indietreggiare, nulla la impaurisce, e si compromette, senza riguardi quando le occorra. Se io rimango otto giorni senza andarla a vedere, è capace di venire a cercarmi in istudio. Ce l'ài vista. Ma tornando a casa, ecco la donna, non lo nasconde; lo dice al marito, con grande naturalezza, trovando un pretesto alla sua visita, molto convincente. E, nota, dopo aver lasciato me, tornando al marito, non era certo nè immusonita, nè vergognosa, nè seccata. Anzi, chiacchierina, allegra, affettuosa. E quel giorno gli avrà, per colmo di previdenza, portato un piccolo regalo, un ninnolo, un nonnulla, per dimostrargli che lo à sempre in mente, che non pensa che a lui, vicina o lontana; e avrà trovato la parola più dolce, più affettuosa da susurrargli nell'orecchio, con un bacio. E lui, certo, senza essere uno scemo, anzi non essendolo punto, avrebbe potuto, dopo ciò, immaginare piuttosto la fine del mondo che non un'infedeltà di sua moglie. COSTANZO E ti ama? GUSTAVO Non so: ma, per certo, nessuna donna innamorata à fatto meglio e di più di quello che Giulia à fatto per me. COSTANZO Ebbene, è meraviglioso! GUSTAVO Vuoi dell'altro? L'anno scorso--ricordi?--andai a Brescia a discutere una causa. Ebbene: dopo poche ore ch'io ero là, mi vedo comparire Giulia: «Amor mio--mi dice--ò una cugina che abita qui. Sono venuta a passar qualche tempo con lei...» Che bella occasione, eh? E ci si è trattenuta tre giorni. Quando non ero in Tribunale ella stava con me: ma quando io ero occupato sai come spendeva il suo tempo? Scrivendo a suo marito, delle lettere di otto pagine, piene d'affetto, nelle quali gli raccontava cento fandonie graziose. Nella prima gli scriveva: «Sai che combinazione? Ò trovato qui Velati; l'ò presentato a Elena (la cugina) che lo trova molto simpatico: in confidenza mi pare che le faccia un po' di corte!» E nell'ultima, il dì avanti che ripartisse: «Ritorno domani: qui mi diverto, mi trovo bene, ma non posso rimanere di più: mi manchi tu, e Giannino.» COSTANZO Meraviglioso! GUSTAVO E, nota, questa finzione continua che pare sfrontatezza, non deriva da corruzione dell'anima e non è un calcolo in lei. Ella è buona, molto buona d'indole... È così, senza accorgersene... COSTANZO Caro mio, io mi domando se questa non è la moglie ideale! GUSTAVO Un ideale molto relativo! COSTANZO Relativo, sì, com'è tutto relativo a questo mondo, l'onestà compresa. Dimmi: qual è l'ideale dello zoppo? quello di essere perfettamente diritto? Ma no, perchè egli sa bene che quell'ideale lì non lo raggiungerebbe mai. L'ideale dello zoppo è semplicemente quello di trovare un paio di scarpe colle quali possa camminare e parere diritto. Ora, in questa società corrotta in cui viviamo, piena di vizî contagiosi, e nella quale la donna respira coll'aria le tentazioni, e tutto congiura contro la sua onestà, la moglie perfettamente saggia e fedele è un'eccezione, è un idolo a cui bisogna erigere un altare. Chi la possiede è un essere privilegiato fuori delle leggi del mondo. Per i più, per la folla, l'ideale delle mogli dovrebbe ben essere questo: una donna che avendo un amante si conserva una buona moglie, affettuosa verso il marito; che evita gli scandali e l'infelicità dei figli, e mantiene la pace in casa, una pace vera e sincera, non fittizia e di convenzione come se ne vedono tante e sotto le quali covano odi e disprezzi. Non ti pare? GUSTAVO Però con quelle idee lì non prendere moglie. COSTANZO Si capisce! È quello che faccio. Un silenzio. E tu ora devi... cioè vuoi lasciare questa donna? GUSTAVO Sì. COSTANZO E perchè? GUSTAVO Perchè... la relazione dura da due anni e non può durar tutta la vita! COSTANZO Semplicemente?... Ohè! amico, mi pare che negli affari di cuore tu non sia molto sincero!... Mi permetti di correggere? Vuoi lasciarla perchè non l'ami più. GUSTAVO E se fosse? Che colpa ne avrei? Si può comandare al cuore? L'ò amata due anni, con tutte le forze dell'anima, senza una infedeltà, neppure di pensiero. Non l'amo più; che colpa ce n'ò? Chi mi può condannare? COSTANZO E chi ti condanna? E chi ti dice niente? Perdio! come sei irascibile. GUSTAVO Amico mio, la mia situazione è orribile. Ti giuro, ti giuro, Costanzo, che la noia, il disgusto di essere legato ad una donna che non ami più, sono più forti mille volte della gioia che ti dà il primo convegno con lei. L'amore passato tu lo odî come un usuraio che non ti riesce di ripagare e che ti succhia il sangue dalle vene! COSTANZO Lo credo! GUSTAVO E poi... tutto ciò non mi va più. Ò trent'anni, non ò famiglia, questa vita in casa altrui mi pesa... Bisogna essere più giovani per trovarci attrattive. Debbo pensare ai casi miei, al mio avvenire... COSTANZO Ò capito: vuoi prendere moglie. Un silenzio. Eh! amico mio, è sempre molto difficile il rompere una catena: con una donna simile lo deve essere anche di più. Forse il meglio è trovar del coraggio, e dirglielo. GUSTAVO Che cosa? COSTANZO Che non l'ami più. GUSTAVO Ah! e tu credi che lo si possa trovare questo coraggio?... Ò diradate le mie visite, mi sono mostrato freddo verso di lei... Non à servito a nulla. Iersera, dopo otto giorni che la sfuggivo, sono andato da lei, ben deciso a trovar modo di finirla... COSTANZO Ebbene? GUSTAVO Ci siamo lasciati più amici di prima. Un silenzio. E vorrei trovar modo di finirla! Dopo tutto, essa non si merita questo disamore. Ed è forse più crudele la mia freddezza, che un colpo solo, decisivo... se trovassi il coraggio di darlo!... Le ò scritto stanotte, a lungo... COSTANZO Per dirle che non l'ami più? GUSTAVO Ma no, ma no! Non si può dirlo, questo! Le ò scritto che è necessario ci lasciamo. COSTANZO Verrà a cercarti e vi lascierete, sì, ma più amici di prima. GUSTAVO Per ora mi crede assente. Anche per questo non sono venuto in istudio oggi... ETTORE dal fondo Signor avvocato, una signora chiede di lei. GUSTAVO Dio santo! Persino in casa, questi clienti! COSTANZO piano, furbesco (È lei la cliente!) GUSTAVO (Ah! no! non è possibile!) A Ettore À dato il nome? ETTORE Nossignore. GUSTAVO Le ài detto che ò gente? ETTORE Sì, il signor avvocato Monticelli; mi rispose che lo sapeva. GUSTAVO A Costanzo (Non è lei!) A Ettore Passi. Ettore esce. COSTANZO A buon conto, non potrei squagliarmi, io? GUSTAVO Da qual parte? E poi, se lo sa già che sei qui. Entra Giulia. SCENA II. GIULIA, GUSTAVO, COSTANZO GIULIA «Honny soit qui mal y pense!» Caro avvocato! A Gustavo Buon giorno, Velati. State poco bene? Me l'anno detto al vostro studio, or ora. E in assenza vostra a Costanzo ò chiesto di voi. Comicamente Allora ò raccolte le idee: avevo urgente bisogno di parlare a Velati per un affare che gli sta a cuore. Potevo venirlo a cercare in casa sua?... Poichè ci avrei trovato un amico comune... Poichè non saremmo rimasti in due... Eh? Ò fatto bene? Ò fatto male?... Non lo so... Ma infine, siamo o non siamo amici? Bisogna bene sacrificare qualcosa all'amicizia. a Costanzo Vi pare? COSTANZO Ma quando poi non si à nulla a temere!... GIULIA lo fissa un momento, scrutandolo; poi, a Velati Non siete andato a Torino? A Costanzo Doveva andarci anche lei? Siede su una poltrona che Gustavo le offre. COSTANZO Infatti.... Cioè.... si doveva partire.... doveva partire lui... ma un telegramma stamane... un rinvio... GIULIA Ah! un rinvio! Ecco: ci avevo contato anch'io su codesto rinvio per volgendosi a Gustavo trovarvi oggi. Un silenzio. Dunque, vi ò detto, avevo urgente bisogno di parlarvi... Vedendo che Costanzo raccoglie delle carte e si prepara a congedarsi. Ve ne andate?... No, vedete, amico mio, volete fare il furbo... dirò meglio, l'uomo discreto... Non ne è proprio il caso. Dico a Velati ciò che ò da dirgli, e usciamo insieme. Volete? COSTANZO Ai vostri ordini, signora. GIULIA a Gustavo Si tratta di vostro fratello... Oh! scusate: a questo non avevo pensato. Forse Monticelli... GUSTAVO Costanzo mi è troppo amico per non essere a parte d'ogni cosa mia. GIULIA D'ogni cosa vostra? GUSTAVO Di tutto ciò che si confida all'amicizia quando l'amicizia può tornare d'aiuto. Ma ditemi dunque, vi prego. GIULIA Ecco: come sapete, mio marito à assunte informazioni, iersera. E vi à detto che nulla aveva potuto sapere. Invece... GUSTAVO Invece? GIULIA Non vi spaventate perchè non c'è nulla di grave. Seppe soltanto che si è messo in una operazione un poco arrischiata. Lì per lì, iersera, non volle dirvelo. Temeva ve ne preoccupaste troppo. L'à detto a me, dopo, aggiungendo che aveva già provveduto lui. GUSTAVO In che modo? GIULIA Non so: non me ne intendo. Ma mi assicurò che nulla poteva accadere grazie alle misure che aveva creduto bene di prendere sùbito sùbito. GUSTAVO alzandosi Ma bisogna dunque mi rechi da lui senza indugio. GIULIA Non c'è. È partito stamane per Genova, prestissimo. Ma ò pensato, stanotte... Sapete, noi donne siamo tanto impressionabili, e almanacchiamo, almanacchiamo sempre... Ò pensato che forse, oggi, qualcuno poteva venire da voi ad informarvi, a spaventarvi inutilmente... Infine, ò temuto qualche grosso guaio... Allora, poichè mio marito era assente oggi, ò pensato di informarvi io, di venir subito a rassicurarvi... Sono stata al vostro studio, poi qui... Vi pare, Monticelli, che era uno stretto dovere d'amicizia?... Mi difenderete, mi giustificherete, voi, se occorrerà? Oh, a proposito! Mio marito voleva che pranzaste con noi, voi e Velati, domani: ma poichè lui doveva andare a Torino... Allora, poichè siete qui, vi aspettiamo. Ci vediamo domani, alle sei? COSTANZO congedandosi Vi ringrazio: con immenso piacere. GIULIA Volete proprio andarvene? Non mi volete aspettare? Si alza. Piano, tra il serio e il faceto (Mi raccomando, non fate giudizî temerari... O, almeno, se li farete... con un po' di discrezione). A domani, dunque. COSTANZO A domani. A Gustavo Vieni in istudio, poi? GUSTAVO Sì, tra poco. Ciao. Costanzo esce. SCENA III. GIULIA _e_ GUSTAVO. Gustavo, impacciato, sta accanto allo scrittoio, in piedi. Giulia, in piedi pur essa, all'altro lato della scena, si guarda d'attorno, osservando ogni cosa. Intanto lascia cadere la pelliccia su una sedia. Lungo silenzio. Si muove, osserva sempre GUSTAVO Allora? GIULIA Sto osservando la tua casa. Penso che è la seconda volta che ci vengo. La prima, due anni fa... Poi tu ài pensato che non era prudente vederci qui, di pieno giorno, e... siamo andati... laggiù... Ed ora ci ritorno, dopo due anni... È curioso! Si muove, osserva sempre. Com'è carino questo alloggetto! Lì è la tua camera da letto, nevvero? Là la biblioteca, e qui l'anticamera... Come ricordo bene, eh?... Qui c'erano dei _marrons_ la prima volta... Erano preparati per me. E c'erano dei fiori... Per me, anche quelli... Oggi non mi aspettavi... Oh! questa poltroncina, non c'era allora. Siede Che delizia! Come ci si sta bene! E una sigaretta non me l'offri? GUSTAVO le porge la scatola. Se vi fa male il fumare. GIULIA Sì, è vero. Prende una sigaretta L'accendo appena... Così, per il color locale... E un zolfino non me lo dai? Gustavo le porge la scatola dei fiammiferi. Dio mio, accendilo! Credi che mi porti i zolfanelli in saccoccia? Gustavo accende un fiammifero e l'avvicina alla sigaretta. Ma Giulia la scosta mano mano, obbligandolo a curvarsi su di lei, la faccia vicino alla faccia, quasi invitandolo ad un bacio. Gustavo butta il fiammifero e si allontana. Che faccia scura! Sei di cattivo umore? Anche oggi? Stai ancòra poco bene? Vuoi che me ne vada? Si alza. GUSTAVO Non avete ricevuta la mia lettera? GIULIA Ah! sì... L'ò qui... L'ò scorsa appena. Siede. GUSTAVO Avreste fatto bene di leggerla attentamente, e di ponderarla. GIULIA Sono ancòra in tempo. Non l'ò distrutta. Fa per togliersela di tasca. Vuoi che la leggiamo insieme? GUSTAVO No, no! Dovevate leggerla seriamente, invece di venir qua. GIULIA Benedetto ragazzo! Volevo assicurarmi che tu fossi a Torino. GUSTAVO Poichè vi avevo detto che ci andavo... GIULIA Dovevo essere certa che rimarresti a Milano... GUSTAVO La mia lettera vi spiegava... Se l'aveste letta!... GIULIA Ma sì, ma sì che l'ò letta. Non vi ò data importanza. Mi scrivi che dobbiamo lasciarci... Perchè? Per fare una cosa qualsiasi, a questo mondo, ci à da essere una ragione. Dunque? Perchè lasciarci? Che c'è di mutato tra noi?... Io ti amo, tu mi ami... Poichè mi ami, nevvero? O non mi ami più?... GUSTAVO Ve l'ò detto, forse? GIULIA No, mai! Dunque mi ami. Perchè lasciarci? Si alza, gli si avvicina, lo circonda. Io ti perdono tutto. Come sono buona, nevvero? In questi giorni ài qualche preoccupazione, qualche causa che ti dà pensiero. Ebbene: stamane mi sono detta: Gustavo à tanto maggior bisogno d'affetto, di cure... e sono venuta. GUSTAVO E avete fatta un'altra di quelle enormi sciocchezze che vi rimprovero da qualche tempo, che compromettono la mia e la vostra tranquillità, che mi rovinano la vita. GIULIA Nientemeno! Vediamo, vediamo, ragioniamo un poco! Ma siedi, santo Dio! Vieni qui, accanto a me, così... E poi smetti quel «voi» così antipatico: eh? Un silenzio. Mio marito è a Genova. GUSTAVO Ebbene? GIULIA Ebbene? «Que tu es bête!» Potevo venire... GUSTAVO E dimentichi che abito nel centro di Milano, che qualcuno può averti veduta salire, che tutti conoscono la nostra relazione, perchè tu non ti sei granchè curata di nasconderla: che ci sono dei maligni... GIULIA Vedi, se c'è cosa che non temo, è questa. Perchè i maligni ci trovano gusto a svelare ciò che credono un segreto per i più, ci trovano gusto a rovinare una donna che mette ogni cura a fingere, a nascondere le sue colpe: ma non si disturbano punto per chi non mostra di aver paura. GUSTAVO Bella teoria! Comoda, soprattutto. GIULIA Soprattutto giusta. E poi, tu sai benissimo che potrei dire a mio marito d'essere venuta... GUSTAVO Qui?! In casa mia?! GIULIA In istudio... Anche qui, nel peggiore dei casi... D'averti veduto, insomma. GUSTAVO Con che scusa? GIULIA Con quella che ò detta a Monticelli. GUSTAVO Ah! E credi che basterà? GIULIA Per Monticelli che... sa, no: ma non me ne importa. Per mio marito, che non dubita neppure, sarebbe anche troppo convincente. GUSTAVO E giochi la tua vita, così, il tuo avvenire, per un capriccio, per il gusto di commettere una pazzia? GIULIA con passione Poichè ti amo! Poichè avevo bisogno di vederti! Non avrei potuto rimanere in casa, senza vederti, tutto il giorno, dubbiosa per tutto quanto mi avevi detto ieri, tormentata da quello che mi ài scritto. Così invece, torno a casa contenta. Adesso sono contenta e tranquilla. GUSTAVO alzandosi Dio santo! che strano modo di ragionare tu ài! E che supplizio, che supplizio... GIULIA lo interrompe, buttandogli le braccia al collo Povera vittima, povera vittima! Che supplizio essere amato così, nevvero?... Ài ragione, ti amo troppo, ti amo troppo! GUSTAVO Dio! Dio! Che donna sei!... Ma vattene, adesso. È già molto che sei qui. GIULIA Oh, un quarto d'ora! Lasciami star qui ancòra un pochino. Dieci minuti... cinque minuti... eh? GUSTAVO No, no, debbo andarmene anch'io. Ti prego, vattene, vattene, Giulia. GIULIA Un po' disillusa, riprende la pelliccia e sta per indossarla. Ma è vicina alla scrivania, su cui sono delle carte. Allora abbandona di nuovo la pelliccia e si mette a frugare tra le carte, a osservare. GUSTAVO Che fai, adesso? Che cerchi? GIULIA Niente... così!... Siede dinanzi allo scrittoio. Guardo se ci sono lettere... se mi tradisci. GUSTAVO Sì, quest'altra, adesso! GIULIA Ti secca? Se non c'è niente non devi aver paura... Accennando a un cassetto chiuso Mi apri questo? GUSTAVO Ma non c'è niente. GIULIA Niente niente? GUSTAVO Dei conti. GIULIA Aprire! aprire! GUSTAVO E poi te ne vai, nevvero? GIULIA Sì, te lo prometto. Aprire! Gustavo apre il cassetto. Giulia osserva le carte che vi son entro Conti, conti, conti... pagati. Che bravo! come sei _rangé_! GUSTAVO Così, basta. GIULIA Un momento un momento!... E questa? Questo foglietto rosa? GUSTAVO Be' guarda, presto. GIULIA Posso guardarlo? Allora non è compromettente. Sta per riporlo, poi si pente. Però!... Lo spiega, legge. Guglianetti.... Ah! GUSTAVO Ti basta? GIULIA Sì. GUSTAVO richiude e si allontana. Vai, adesso? GIULIA Adesso sì. S'indugia, gli occhi fissi sulla scrivania. GUSTAVO Dunque? GIULIA osservando la carta sorbente Puoi distruggere le lettere che ricevi; ma a chi scrivi, tu? La carta assorbente può rivelare molte cose. Gustavo fa un gesto di noia e va alla finestra, impaziente, guardando fuori, distratto. GIULIA tentando di leggere «Affe-zio-natiss... Gustavo...» Rigira il foglio in tutti i sensi. «Avv... avv...» À un'idea: prende un piccolo specchio che è sullo scrittoio, vi appoggia sopra la carta sorbente, sulla costa, e vi legge dentro le parole che così rimangono sul dritto. «Cariss-si-mo Co-stan-zo, passare... giove-dì... 28... Car... car... cara?... A Gustavo È caro o cara? GUSTAVO Ti prego, smetti. GIULIA Ma è caro o cara? GUSTAVO con impeto, spaventato Giulia!! GIULIA Che c'è? GUSTAVO Tuo marito! GIULIA Ah!! Ripone di furia lo specchio e la carta GUSTAVO osservando dalla finestra Parla colla portinaia. GIULIA Dio mio! non è partito!? Rimane allibita, esterrefatta GUSTAVO c. s. Essa gli indica la scala... GIULIA Sa tutto!... À finto di partire... Viene a sorprenderci... Dio! Dio! Prende la pelliccia, l'indossa. Viene? Viene? GUSTAVO Parla ancòra! Scostandosi dalla finestra, piglia Giulia, violento, per un braccio. Lo vedi! Lo vedi, che ài fatto!... Nasconditi! GIULIA smarrita Dove? GUSTAVO Là, là, in biblioteca. GIULIA No, no, può venirci... Qui, qui è meglio... Si dirige alla porta di sinistra. Guarda: sale? GUSTAVO alla finestra Sì, adesso. GIULIA Dio!... Com'è? Che faccia à? GUSTAVO Non lo vedo più... Presto! GIULIA già sulla soglia a destra, rifacendosi a un tratto, con un lampo negli occhi Che sciocca! O lo sa, e mi cercherebbe... O non lo sa, e allora... GUSTAVO agitatissimo E allora, trovandoti qui? GIULIA E se lo sapesse poi da altri, per combinazione, che ero qui? Come giustificarmi, dopo, d'essere nascosta in casa tua? Meglio che mi ci trovi, qui, apertamente, senza misteri. Mi rimprovererà, ma non dubiterà. Rimango! GUSTAVO Qui? GIULIA Sì... sono venuta per tuo fratello. GUSTAVO Qui? In casa mia? Lo crederà? GIULIA Sì, sì, lo crederà. Ad ogni modo è meglio così. Siede, volgendo il dorso della poltrona verso la porta del fondo, in modo da non essere veduta da Andrea. Qui qui, siedi, presto! GUSTAVO Sei pazza!? GIULIA Che faccia ò? ETTORE dal fondo Il signor Campiani chiede di lei. GIULIA piano, concitata (Fallo passare, presto!) GUSTAVO Passi. GIULIA Vagli incontro. SCENA IV. GIULIA, ANDREA, GUSTAVO ANDREA Disturbo? GUSTAVO Le pare! ANDREA avanzandosi La portinaia mi disse che sta poco bene... Fui lì lì per andarmene... GUSTAVO stringendo la mano che Andrea gli porge Sto assai meglio... Giulia è rimasta cogli occhi fissi, in un'ansia febbrile, in attesa delle prime parole di Andrea. Udendole, il suo viso si è spianato a poco a poco; ora, rassicurata, à riacquistato il suo sangue freddo. Senza volgersi, adesso, allunga il braccio e porge la mano ad Andrea. GIULIA Buon giorno. ANDREA stupito, serissimo Tu?! Giulia?! GIULIA Non sei a Genova? ANDREA c. s. Ma tu, come sei qui? GIULIA Io? Probabilmente per la stessa ragione che à condotto te. Le tue parole d'iersera riguardo al fratello di Velati mi ànno messa in apprensione... Non ò dormito tutta la notte. Stamane ebbi paura che potesse accadere qualcosa... Sei uscito presto, io ti credevo assente... Infine, mi sono detta: bisogna avvertire Velati. Mi sono recata al suo studio: non c'era, sono venuta qui... Ma tu, come mai non sei a Genova? ANDREA sempre un po' agitato Sono passato in istudio, prima d'andare alla stazione: nella notte era arrivato un dispaccio che mi fece sospendere la partenza... GIULIA Se tu me ne avessi avvertito... sapendoti qui mi sarei tranquillata. ANDREA Alle dieci sono rientrato. Non c'eri. GIULIA Ò accompagnato Giannino alla scuola, poi sono stata allo studio di Velati... ANDREA severo Il che mi prova ancora una volta che con le donne non bisognerebbe mai parlare che del bello e del brutto tempo... Specialmente poi colle donne molto impressionabili. GIULIA fintamente ingenua Perchè? ANDREA Perchè... non c'era una ragione che parlassi tu a Velati di ciò... e soprattutto non dovevi venir qui... Perdoni, avvocato... GIULIA ingenuamente, interrogando Ma...? ANDREA Oh! Giulia, sei troppo intelligente perchè debba dirti di più... Dovevi scrivere a Velati pregandolo di passare da noi... GIULIA Sono stata al suo studio... ANDREA interrompendola, severo E poichè non ce l'ài trovato... Si arresta, la fissa con aria di rimprovero e come chi non ammette replica. Poi si volge a Gustavo Dunque, avvocato... GUSTAVO porgendogli una sedia La prego... ANDREA Grazie. Siede Giulia le à detto?... GUSTAVO La signora aveva cominciato, infatti... ma è giunta or ora... Io non ò parole per ringraziarla di quanto à fatto... ANDREA Per carità, non si tratta di ciò. Si tratta di provvedere. GUSTAVO C'è dunque pericolo? ANDREA No. Ma poichè non sono partito ò pensato che agendo oggi era un giorno guadagnato. Mi recai al suo studio, credendola assente, per sapere dove avrei potuto scriverle... GUSTAVO Infatti... un improvviso rimando... ANDREA Mi occorre una sua autorizzazione. GUSTAVO Ma faccia lei... ANDREA Se vuole che le spieghi tutto il meccanismo dell'operazione... GUSTAVO Non ne capirei nulla. Piuttosto, mi dica, occorre del danaro? ANDREA Mi basta che ella mi autorizzi ad agire come mi pare utile. E, ove occorra, la troverei in istudio più tardi? GUSTAVO Ci andrò ora e ci rimarrò sino alle sette. ANDREA alzandosi Non è improbabile che le faccia una nuova visita tra poche ore. GUSTAVO Come posso ringraziarla? Ma... mi dica, occorrerà certamente del danaro? ANDREA No, la sua firma soltanto, per rimandare una scadenza a gennaio: e nel frattempo... GUSTAVO Posso venire io in cerca di lei... ANDREA Se crede: al mio ufficio verso le cinque. GUSTAVO Senza dubbio. ANDREA Giulia?... Si volge, la vede col fazzoletto agli occhi Che c'è? Giulia si alza, si asciuga le lagrime. Andrea la fissa un momento, poi, ancor serio, ma con bonomia Bambina! A Velati porgendogli la mano Avvocato. GUSTAVO Di nuovo, tanti ringraziamenti. ANDREA Ma non ne parli! Abbassando un poco la voce, in tono di mistero A proposito: voglio essere il primo a farle delle congratulazioni. GUSTAVO Delle congratulazioni? ANDREA Forse sono premature; ma ò avute certe confidenze da un buon papà, amico mio... GUSTAVO impacciato Davvero... ANDREA Via! GIULIA che à spalancato tanto d'occhi, attentissima È fidanzato?! Infila il suo braccio in quello di Andrea ANDREA No, per ora: ma pare che qualcosa in vista ci sia... Anzi certe assiduità farebbero supporre... GIULIA La Bianchi! ANDREA Ecco! subito dei nomi! Poichè vuole il segreto, il nostro avvocato... GUSTAVO Ma l'accerto... Sono un buon amico di casa, nulla più... GIULIA Oh si sapeva ch'era molto assiduo... Le mie congratulazioni... GUSTAVO Sono molto premature, le assicuro... ANDREA Vedremo, vedremo!... Dunque, viene da me, più tardi? GUSTAVO Senza fallo. Giulia intanto, senza farsi scorgere, à lasciato cadere il manicotto su di una poltrona. Poi si avvia al fondo, sempre al braccio di Andrea. GIULIA Arrivederci domani. Tutti e tre escono dalla porta del fondo, ripetendo i saluti. Poi s'ode la voce di Giulia in anticamera GIULIA Ah! il mio manicotto! e rientra preceduta da Gustavo che corre a cercarlo. Guardi, dev'essere là... su quella poltrona. Gustavo lo trova e glie lo reca. Giulia, colla sinistra tiene ferma e abbassata la cortina che chiude la porta; colla destra prende il manicotto e sbattendolo violentemente sul viso a Gustavo, gli susurra, violenta Non credere di sposarla! Ed esce. Cala la tela. FINE DEL SECONDO ATTO. ATTO TERZO. Salotto nella casa di Andrea Campiani. SCENA I. GIULIA _e_ COSTANZO. Suono di campanello elettrico all'interno. GIULIA a Costanzo che entra dalla porta del fondo Ah! voi, avvocato? Solo? Così presto? COSTANZO Come va? GIULIA Benissimo. Solo? COSTANZO Solo... per ora. Perdonate, mi sembrate molto agitata, in orgasmo. GIULIA No, affatto. COSTANZO Perchè, in tal caso, vi domanderei come un immenso favore, di essere calma e di volermi ascoltare. GIULIA Che avete da dirmi? Non venite a pranzo? Velati non viene? COSTANZO discreto Un po' di calma, vi ò chiesta. GIULIA Ma se sono calmissima! COSTANZO Non pare. Vostro marito è fuori? GIULIA Sì. COSTANZO E...? GIULIA Che cosa? COSTANZO Non è... accaduto niente? GIULIA Di che? COSTANZO Dopo... quanto avvenne ieri? GIULIA Che poteva accadere? COSTANZO Non so... Un sospetto... un dubbio... GIULIA Mio marito non à mai dubitato di me. COSTANZO Perchè Gustavo era in grande apprensione... GIULIA Oh! a torto. Il modo stesso come jeri si è comportato mio marito... COSTANZO Appunto! Gli pareva molto preoccupato. GIULIA Per l'imprudenza ch'io avevo commessa. Null'altro. COSTANZO Ma Gustavo temeva che ripensandoci poi, a mente calma... GIULIA Mio caro, sta alla moglie di ispirare e di guidare i pensieri del marito. COSTANZO Ah!... Ma... sapete... temeva che il vostro contegno, dopo... Eravate così in orgasmo: temeva che non vi foste saputa dominare, per disgrazia... GIULIA Mi conosce assai male il vostro amico. COSTANZO Anzi, crede di conoscervi assai bene... Ma un avvenimento come quello d'jeri era un caso così nuovo... GIULIA Non mi dimentico mai, nelle piccole come nelle grandi circostanze... E poi, amico mio, ci vuol altro che un incidente, sia pure serio, per distruggere una fiducia così grande quale io ò saputo acquistarmi. Ed è per questo che non temo, e che posso arrischiar molto quando occorre... o anche semplicemente quando ne ò voglia... Ma quanti timori, quanti timori, quel vostro buon amico! L'idea di una sciabolata lo spaventa dunque molto! COSTANZO Non per lui, certamente!... È un gentiluomo, un uomo di cuore... GIULIA Un uomo di cuore! Lo credete? Sul serio? Ma non perdiamoci in ciarle. Verrà? Avete ricevuto il mio biglietto? Glie lo avete comunicato? COSTANZO Sì. GIULIA Già, ò scritto a voi perchè ò immaginato ch'eravate a parte di tutto... Oh! non glie ne faccio un rimprovero d'essersi confidato a voi. È una fortuna--anzi--che avete voialtri uomini--e che non abbiamo noi donne--di potervi confidare ad un amico, di potergli chiedere aiuto e consiglio... E ne à tanto bisogno, lui, di consigli!... Dunque, verrà? COSTANZO Se lo imporrete. GIULIA Certamente, lo impongo. Mi preme troppo che non manchi. Mio marito l'à invitato a pranzo per oggi, con voi. Se non venisse, dopo quello che è accaduto jeri, allora sì che le cose prenderebbero un aspetto strano. Mio marito, non vedendolo... Oh! infine, ò bisogno che tutto cammini molto liscio, che nulla, nulla possa far ritornare il pensiero di mio marito sull'incidente di jeri. Che egli venga dunque, come se nulla fosse accaduto. COSTANZO Oh, per questo si potrebbe inventare una buona scusa, ed evitare un incontro forse penoso. GIULIA Penoso? Perchè? COSTANZO E voi, d'altronde, avete tanto potere su vostro marito... L'avete detto voi stessa... GIULIA Ah! debbo sempre essere io sola a lottare? io sola a cavarmi d'impiccio? No, no, venga lui, mi aiuti, ne à l'obbligo. Ah! lo capisco, egli ne farebbe a meno tanto volentieri di venire! Gli secca di trovarsi in faccia a me, oggi! L'avevo preveduto. Per questo vi ò scritto, stamane. E ò scritto a voi perchè so che avete qualche influenza su di lui, e potevate farlo ragionare. Dite a Velati che non manchi. E guai a lui se non venisse! COSTANZO Guai a lui! Mi spaventate! Che fareste? GIULIA Non so. Potrebbe accadere ch'io fossi così irritata, così disgustata, non pel suo disamore--no--ma pel suo egoismo, da non riuscire a nasconderlo a mio marito, da non essere con lui quale debbo e fui sempre. E allora? Le conseguenze? È disposto a sopportarle il vostro amico? D'altronde, a che non venire oggi? dovrebbe pur venire domani, posdomani. Perchè non sarà così ingenuo da credere che cessando di essere il... mio amante, cesserebbe anche di essere l'amico di casa nostra? Ò fatto tanto per non compromettermi durante questa relazione, non voglio mica compromettermi ora che è finita. COSTANZO Ma... GIULIA Eh! caro mio, quando si è stato l'amante di una donna come me bisogna sopportarne le conseguenze. Si sposerà: allora, vita nuova. Non ci presenterà sua moglie, non me ne importerà nulla... A poco a poco diraderà le sue visite, non verrà più, non ci vedremo più... Ma per ora no. Fateglielo ben entrare nella testa: per ora dovrà dividere le sue cure tra la fidanzata... e me! Anzi, e noi! Non c'è rimedio, mio caro... Entra Andrea dalla porta del fondo Oh, Andrea, è qui Monticelli... SCENA II. GIULIA, ANDREA, COSTANZO ANDREA Caro avvocato! GIULIA ... venuto anche da parte di Velati per scusarsi di non poter pranzare con noi. ANDREA Oh! perchè? GIULIA È arrivato un loro cliente da Torino, col quale ànno un abboccamento importante, alle nove. E pareva loro scortese di andarsene subito dopo pranzo. Ma io ò imposto che vengano ugualmente. ANDREA Diavolo! Sarà sempre meglio per noi averli per poco che per nulla affatto. GIULIA Oh! non insistere di più perchè ò già convinto Monticelli. E à promesso di andare a prendere Velati. ANDREA Non si fanno complimenti con noi. GIULIA E noi, allora, andiamo al Dal Verme? ANDREA Al Dal Verme? GIULIA Sì, l'abbiamo promesso a Giannino, lo sai. ANDREA Come vuoi. A Costanzo Perdoni se la lascio. Ò qualche faccenda da sbrigare prima di pranzo, anche per conto di Velati. Gli dica anzi che quell'affare è aggiustato completamente. Si tranquillizzerà. A più tardi, dunque. Esce a destra. SCENA III GIULIA _e_ COSTANZO COSTANZO congedandosi Signora. GIULIA Ve ne andate? COSTANZO Da Gustavo... E poi da quel cliente di Torino che mi avete inventato così a proposito. GIULIA Sapete, è quel tale dei rinvii. COSTANZO Ah! GIULIA Stasera poi, potrete mandar Velati solo al convegno. La vostra presenza forse è superflua, nevvero? COSTANZO Oh, perfettamente inutile! GIULIA E accompagnarci al Dal Verne. COSTANZO A più tardi, dunque. GIULIA E con lui! COSTANZO Sì, ma... siate indulgente, generosa. Voi che avete capita così bene la vita, che l'avete presa così pel lato giusto... dovete concedere qualcosa alla natura umana. GIULIA A quella mascolina, soprattutto. Gli uomini valgono ancor meno delle donne, credetelo. COSTANZO E alleviategli il supplizio. GIULIA Ma sì, ma sì. COSTANZO Siete... calma, nevvero? GIULIA Calmissima. COSTANZO E poi... vostro marito è in casa. GIULIA Già!... Mio marito è in casa. COSTANZO Infine, quello che è stato è stato... Il passato... non se ne parli più... GIULIA E amici come prima! Lo fissa un momento Che ottimo amico à Velati, in voi! E come, per amor suo, vi fate meno buono di quello che forse siete in realtà... COSTANZO Meno buono? Perchè? Io vi seguo sulla vostra strada. Voi avete preso il vostro partito; il migliore, dopo tutto... GIULIA Già!... E... forse... mi giudicate male Vedendomi così... come dire?... così rassegnata, voi pensate: questa donna non à mai amato veramente, e si acconcia ad essere abbandonata con tanta indifferenza perchè... COSTANZO No, non lo penso, ve lo giuro. Penso invece che voi siete la donna moderna, che ragiona. Ed è in voi uno strano ma benefico equilibrio tra l'amore per un uomo e l'affetto per la vostra casa. E in questa parola «casa» metto tutto quel complesso di persone, di affetti, di soddisfazioni, di doveri, di diritti, che la fanciulla acquista diventando moglie e madre. All'amore per un uomo che non è vostro marito, voi sacrificate tutto, per esso voi arrischiate tutto, sì, ma sino a quel punto in cui non è compromesso e non corre pericolo l'affetto per la vostra casa. Il giorno in cui il pericolo si affaccia, vi ritraete. Finchè potete essere contemporaneamente la moglie e l'amante, lo siete con tutta la passione, con tutto l'entusiasmo. Quando bisogna essere o l'una soltanto, o l'altra, sacrificate l'amante. Voi recitate nella commedia dell'amore: commedia appassionata, se volete, ma commedia a lieto fine. Il dramma che si chiude violentemente, non è fatto per voi. Al punto in cui ora siete giunta della vostra relazione con Gustavo, vi siete accorta, che, insistendovi, il dramma poteva scoppiare. Quel tale equilibrio benefico che è in voi, vi fa ritrarre dalla scena. Ecco tutto! GIULIA E vi pare di giudicarmi bene? Mi negate gli slanci, gli entusiasmi... COSTANZO Fatali, sempre! Parlandole quasi all'orecchio Avevate un amante, e ciò malgrado vostro marito era il più felice degli uomini... e per merito vostro!--Ci sono delle donne oneste--quelle che la folla chiama oneste--che rendono la vita al marito meno lieta, meno tranquilla che voi non facciate. GIULIA fissandolo Vorreste avere una moglie come me? COSTANZO Questa è un'altra quistione! Ma gli è ben certo codesto: che la botte dà del vino che à, e la società le mogli che può. Voi, non siete delle peggiori!... Vi pare che vi giudichi male? GIULIA Pessimista! COSTANZO Pessimista? Perchè? Anzi, io ò questo merito: che so sempre trovare un lato buono, in tutte le cose... Dunque, arrivederci più tardi. Le stringe la mano ed esce dal fondo accompagnato da Giulia. SCENA IV. GIULIA _e_ ANDREA GIULIA ad Andrea, che entrato dalla porta di destra si è messo a cercar qualcosa per la stanza Che cerchi? ANDREA Non ò lasciato qui delle carte, dianzi? GIULIA Non so. ANDREA Ah, eccole. GIULIA Che fai? ANDREA Vado nel mio studio. GIULIA A lavorare? Anche di festa? Non esci più oggi? ANDREA No. GIULIA E Giannino non si è mosso tutto il giorno, dovresti portarlo a fare una passeggiata. ANDREA Non esci, tu? GIULIA No. Sai che quando si à gente a pranzo bisogna sorvegliare. Di Teresa e di Antonietta ci si può fidar poco. Dovresti fare una corsa sino al Dal Verme, con Giannino, per prendere il palco. ANDREA Ma sono le cinque e mezzo. GIULIA Ài tutto il tempo. ANDREA Si avvia. Be', fai vestire Giannino. GIULIA Andrea, che ài? ANDREA Io? Nulla. GIULIA Sei ancora in collera? ANDREA Non lo sono stato mai. Ti ò detto ciò che stimavo giusto di dirti: ecco tutto. GIULIA E dunque? ANDREA Devi comprendere però che io sia sempre un po' preoccupato. GIULIA Ma perchè? ANDREA Perchè mi dà pensiero la tua leggerezza: una leggerezza che non ti conoscevo. Non ti ò mai fatte delle prediche, non ò mai imposto nè desiderato che tu fossi una di quelle donne di una _pruderie_ ridicola che tutto sottomettono alle apparenze, e che anzi, molte volte, fanno consistere l'onestà solo nel salvar le apparenze. Ma da questa scioltezza, da questa sicurezza di te che non mi è mai dispiaciuta, all'eccesso d'ieri ci corre. GIULIA E allora, per una sciocchezza, per uno sbaglio, su, su, su, la testa vola, e almanacchi, e ti preoccupi... e fors'anco dubiti di me! Di che cosa non siete capaci voialtri mariti?! ANDREA Come ài torto, come ài torto, Giulia, di parlare così! Parli come qualche volta agisci: senza riflettere. E dici delle cose che, se ne comprendessi il significato, arrossiresti di dire. GIULIA E perchè le provochi? ANDREA Io? GIULIA Sì, tu. Sai come bisogna pigliarmi, io. Jeri mi ài fatta una paternale, mi ài convinta dell'errore che avevo commesso. Te ne ò chiesto perdono. Doveva essere finita! No, mi tieni il broncio. ANDREA No, mia cara. Ma mi rimane il dubbio che domani, dimenticandoti di nuovo, tu faccia qualcos'altro, di meno grave, anche, ma che sia poco corretto. GIULIA Forse che ero andata da Velati per il gusto di vederlo? C'era una ragione o no? Il movente era buono: quello di avvertirlo tuo malgrado, perchè tu per un falso riguardo non lo volevi fare. E non volevo che avessi degli impicci tu per conto d'altri. Capisci? ANDREA E se io non ti avessi incontrata, là, tu, forse, non mi avresti neppur avvertito di quanto avevi fatto. GIULIA Oh! no, te lo avrei detto sùbito. Ti ò mai nascosto nulla? ANDREA Non lo so... moto di Giulia Non lo credo. Ma vedi, Giulia, dovevi scrivergli che venisse qui. Invece! Velati vive solo, abita nel centro della città, lo sanno nostro amico... GIULIA E dagli! Ò capito! Ò sbagliato, sì. Si direbbe, tanto insisti, che dubiti... Per fortuna che è fidanzato!... ANDREA Oh! Giulia! Poveretto me se avessi bisogno di una tale considerazione per acquietare il mio cuore! Decisamente non rifletti! Si avvia. GIULIA Andrea! Gli si avvicina affettuosa Ti chiedo perdono ancora un'altra volta... Ma non insistere più. ANDREA Gli è che ti voglio bene, Giulia, gli è che sono geloso della tua riputazione. So che spesso una piccola imprudenza fu causa di grandi sventure. Vedi: io avrei voluto che ieri quando sei uscita al mio braccio da quella casa, tutti quelli che ti conoscono, tutta la città fosse là per vederti al mio braccio... Suvvia! non parliamone più, non parliamone più. Vesti Giannino. Vado a riporre queste carte e torno. Esce a destra. SCENA V. GIULIA, _poi_ GIANNINO _e_ TERESA, _poi_ ANDREA GIULIA Alla porta del fondo, chiamando Teresa, Teresa? Dammi il soprabito di Giannino e il suo berretto bleu. Ài capito? Va alla porta di sinistra Giannino, Giannino? Giannino entra dalla sinistra, Teresa dal fondo e dà a Giulia il soprabito e il berretto del bimbo. GIULIA Vieni tesoro; papà ti conduce a passeggio. GIANNINO Dove? GIULIA si accovaccia, lo bacia e gli fa indossare il soprabito A comperare il palco per andare a teatro, stasera, a vedere il ballo. Sei contento?... Tesoro mio, come ti insùdici! Guarda, guarda che mani nere! Le copriremo coi guanti per non far aspettare papà. Gli ravvia i capelli Così. Dove sono i guanti? Qui in tasca? Entra Andrea e indossa la pelliccia. L'altra mano; su, su... Vedi, papà è già all'ordine. Diritte, diritte le dita. Così. Quand'è che imparerai a vestirti da solo? Un ometto di sette anni! Ecco fatto. Vai, tesoro. ANDREA Avanti, granatiere! GIULIA Vai e torni. Arrivederci. Giannino, sii savio. Andrea e Giannino escono: Giulia li accompagna sin sulla soglia. GIULIA Teresa? Teresa? TERESA entra dalla porta del fondo Signora? GIULIA Per le sette, nevvero? Di' all'Antonietta che ci metta un po' di cura; mi raccomando. Apri l'armadio, abbasso, in guardarobe, e ne togli il servizio di porcellana a fiorellini. Adagio, per non rompere. Teresa esce dal fondo. Dopo un momento s'ode il suono interno del campanello elettrico. Giulia va davanti allo specchio, vi si osserva, si ravvia i capelli. Entrano Gustavo e Costanzo. SCENA VI. GIULIA, GUSTAVO _e_ COSTANZO GIULIA Buon giorno! Costanzo le stringe la mano. Gustavo fa un lieve inchino, corretto: poi rimane al fondo, in piedi, a disagio. GIULIA Siede sul divano e invita Costanzo a sederle accanto Avete incontrato mio marito? COSTANZO L'abbiamo veduto uscire con Giannino; ma volse verso la piazza. Credo non ci abbia scorti. Nevvero Gustavo? GUSTAVO Mi pare. GIULIA È andato al Dal Verme a prendere un palco per stasera. È una vecchia promessa che adempiamo verso Giannino. Un silenzio. Era tanto desideroso d'andarci. COSTANZO Chi? GIULIA Giannino. Un silenzio. COSTANZO Ah! il ballo. GIULIA Il _Sieba_. COSTANZO Il _Sieba_ di Manzotti. Un silenzio. È rappresentato bene, con lusso. GIULIA Sì? Non lo ricordo quel ballo. L'ò veduto alla Scala, la prima volta. Ma è un pezzo. COSTANZO Oh! sì, dieci anni, almeno. Un silenzio. Piano a Giulia (Mi pare che la conversazione langua!) Un silenzio. E poi c'è la musica tanto bella... GIULIA Di che? COSTANZO Del _Sieba_. Non si parlava del _Sieba_? GIULIA Ah! sì. Un silenzio. COSTANZO È di Marenco la musica, nevvero? GIULIA Non so... COSTANZO Gustavo, è di Marenco? GUSTAVO Di Marenco. Un silenzio. GIULIA Venite anche voi, Monticelli, al Dal Verme? COSTANZO piano a Giulia (Siete crudele!) GIULIA (Perchè?) Un silenzio. Velati, non avete nulla da dire? Gustavo, impacciato, fa un passo innanzi accennando di no. Giulia si alza, va al fondo, dove è un piccolo stipo. Lo apre, fa scattare una molla, e, da un segreto che s'apre, toglie un pacco di lettere legate con un nastro azzurro. Poi richiude lo stipo e ridiscende la scena. GIULIA a Velati senza guardarlo e porgendogli le lettere. Velati, sono le vostre lettere. Egli fa l'atto di prenderle, ed essa, ritirando impercettibilmente la mano Le prendete? GUSTAVO Poichè... me le date... GIULIA A voi. Glie le dà. Allora... tutto è finito, definitivamente finito? Pausa Rispondete ancòra: «poichè siete voi che lo volete!...» Nevvero? Perchè sono io che vi congeda. Vi ò fatto venire per questo. GUSTAVO dopo una pausa, tanto per dire, senza guardare mai Giulia. Amica mia... al punto in cui sono giunte le cose... io penso... Costanzo intanto si è alzato, è andato verso la porta come tentasse uscirne alla chetichella. GIULIA Monticelli, andate via? Siede sul divano. COSTANZO No... guardavo... GIULIA Ah! Non andate via. A Gustavo Dicevate? GUSTAVO Al punto in cui le cose sono giunte... dopo quanto è accaduto jeri... Non che sia la verità... Vi prometto che quanto credete sul conto mio... COSTANZO a parte (Dio bonino, che figura ci si fa!) GUSTAVO Ma infine, nel vostro interesse, per la vostra tranquillità... forse è meglio... è meglio così... Vi parlo francamente, a parte qualunque considerazione mia personale... Non è certamente il mio desiderio... nè che io... Vi potrei dimostrare che sono fandonie tutto quanto si dice del mio matrimonio... Ma lo stato d'animo... dirò meglio, le condizioni fatteci ad entrambi... Non so... Si interrompe. COSTANZO (Bel discorso!) GIULIA a Gustavo Avete finito? Volete che ve la dica io la verità? Si alza, gli vien dappresso. Non valete meglio di un altro. Mi avete tenuta due anni, sinchè vi à fatto comodo: poi vi siete stancato, e per abitudine, o per inerzia, o per paura, trascinavate questo amore come una catena che non vi riusciva di spezzare. Non valete meglio di un altro! Uno che fosse un uomo, veramente, non un fantoccio, avrebbe trovato il coraggio di dirmelo. E con una donna come me avreste potuto farlo, senza paure. Sapete bene che se anche vi amassi ancòra--e non vi amo più, ve lo giuro--non farei nulla per trattenervi, per attaccarmi a voi, perchè c'è sempre qualcosa che mi preme più di voi. Così siete venuto a questo bel risultato: che sono io che vi congedo. Io, sì, perchè se volessi, potrei vendicarmi, e tenervi, per forza: e ci stareste, perchè avreste paura. Potrei tenervi, divertendomi anche, ora che non vi amo più: un fantoccio come _te_ non si ribella. Ma trovo che non ne vale proprio la pena. Tranquillizzatevi: vedete come sono tranquilla io! Però, badate: vi ripeto quanto dissi testè a Monticelli: badate a quello che fate. Prendete moglie o no, non me ne importa: ma salvate le apparenze di fronte a mio marito. Non vi allontanate da noi bruscamente talchè egli non possa spiegarsi il vostro contegno. Potrebbe... non dubitare, no... ma stupirsi, ricordare il passato, quello che avvenne jeri, ricostruire tanti piccoli fatti... e perdere quella completa, quella cieca fiducia che à in me, a cui tengo tanto, e di cui ò tanto bisogno!... Ah! ah! voglio poter fare quello che voglio, aver anche un altro amante se mi talenta, senza ch'io debba fingere più meglio di quello che ò finto continuamente sinora. E poi, lo sapete, voglio bene a mio marito... A mio modo, si capisce, ma gli voglio bene, e non debbo causargli neppure una preoccupazione. Siamo intesi? Venite dunque quando vi aggrada, cioè quando quel poco d'onestà di buon senso che vi rimangono ve lo faranno credere opportuno. E non temete di causarmi un dolore colla vostra vista, non crediate che il ricordo di voi mi debba togliere il sonno e l'appetito. No! Sarà tanto seccante per me il ricevervi, quanto per voi il venirci: ma è necessario! Perchè, proprio, potete vantarvi di cavarvela bene, ma la presunzione di lasciar dei rimpianti levatevela dalla testa. Non vi amo più... non so neppure se vi ò amato mai... mi par fino impossibile di aver amato un uomo come voi. Ieri, vi ò lasciato dicendovi: «non crediate di sposarla!» Era l'eccitazione del momento. Ci ò ripensato; ora vi dico: «sposatela pure!» Poveretta! come la compiango! E non crediate che vi amerà come vi ò amato io... Già, io spero che sarà più intelligente di me, e capirà subito che non val la pena di amarvi: è tempo perso!... Oh! un'ultima cosa. Abbiate la cortesia di rimandarmi tutto quanto avete di me: lettere, ritratti, biglietti... Badate di rimandarmi tutto, che non manchi nulla. Non commettete quest'ultima vigliaccheria di tenervi qualcosa. Già, d'essere stato mio amante non vi converrà di vantarvi mai, nè potreste compiacervene mai... Manderò io a prendere tutto, domani. S'ode all'interno il suono del campanello elettrico. Costanzo corre alla porta del fondo e guarda chi arriva. GIULIA Siamo intesi? COSTANZO Signora, vostro marito! GIULIA Siamo intesi? COSTANZO concitato Vostro marito è in anticamera. GIULIA volgendosi a Costanzo Ò finito! Entra Andrea. SCENA VII. GIULIA, ANDREA, GUSTAVO, COSTANZO GIULIA va incontro ad Andrea. Ài trovato il palco? ANDREA Sì. A Gustavo, salutandolo Avvocato. Glie lo à detto Monticelli? Quell'affare, siamo a posto, completamente. COSTANZO a parte (Oh! questo sì. Non lo saprai forse mai, come e quanto sei a posto da questo momento.) GIULIA ad Andrea Perchè ò pensato dopo che essendo di domenica e tardi, forse palchi non ne avresti trovati. ANDREA Invece... GIULIA E Giannino? ANDREA L'ò affidato a Teresa, che gli faccia un po' di _toilette_. GIULIA Che bravo papà! a Costanzo Le offro il vermouth? COSTANZO Grazie, non ne prendo mai. TERESA dal fondo La signora è servita. GIULIA a Costanzo Ed era troppo tardi. a Gustavo Velati, il vostro braccio? Tutti si avviano alla sala da pranzo. Cala la tela. FINE. OPERE DI MARCO PRAGA (Edizioni Treves). La moglie ideale, comm. in 3 atti L. 3 -- Alleluja, dramma in 3 atti 4 -- La crisi, commedia in 3 atti 4 -- L'amico, dramma; La morale della favola, commedia 4 -- Le vergini, commedia in 4 atti 4 -- La porta chiusa; L'erede, commedie 4 -- La biondina, romanzo 2 -- FRATELLI TREVES _EDITORI_ BIBLIOTECA TEATRALE ITALIANA E STRANIERA. =Ottobre 1919.= Teatro Antico NB. I numeri posti innanzi ad ogni titolo indicano il numero corrispondente della raccolta in-16. I volumi senza numero appartengono ad altre raccolte in-16 e in-32. =Goldoni= Il vecchio fastidioso -- 50 I rusteghi -- 50 Le baruffe ciozzotte -- 50 L'erede fortunata -- 50 Sior Todero Brontolon -- 50 Pamela maritata -- 50 Gli amori di Zelinda e Lindoro -- 50 Le gelosie di Lindoro -- 50 Il cavaliere di spirito -- 50 Il vero amico 1 -- La casa nuova -- 50 La serva amorosa -- 50 La finta ammalata -- 50 Chi la fa l'aspetta -- 50 Gli innamorati -- 50 =Nota.= La fiera -- 50 Il filosofo celibe -- 50 I dilettanti comici -- 50 L'ammalato immaginario -- 50 =Molière.= 4 Il misantropo 1 50 7 La scuola delle mogli 1 50 16 I dispetti amorosi 1 50 Tartufo -- 50 L'avaro -- 50 Giorgio Dandin o Una lezione alle mogli -- 50 =Teatro completo= (2 vol.) 4 -- =Beaumarchais.= 18 Il matrimonio di Figaro 1 50 =Shakespeare.= =Teatro=. Traduz. di _C. Rusconi_ e _G. Pasqualigo_. Ogni volume. 1 50 Macbeth. Romeo e Giulietta. Otello. Giulio Cesare. Il mercante di Venezia. La tempesta. Il sogno d'una notte di mezza estate. Gran chiasso per nulla. Le gaie comari di Windsor. I due gentiluomini di Verona. Falstaff (scene riordinate da A. Tedeschi) 2 -- _Nuova traduzione di_ =Diego Angeli= [vedi pagina 10]. Dirigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori, Milano. Teatro Italiano Contemporaneo NB. I numeri posti innanzi ad ogni titolo indicano il numero corrispondente della raccolta in-16. I volumi senza numero appartengono ad altre raccolte. Giuseppe =Adami=. I capelli bianchi 4 -- Adamo =Alberti=. Raccolta di componimenti teatrali. 2 volumi 5 -- Un matrimonio occulto; Un viaggio per gelosia; La scelta d'una sposa; Il consorzio nazionale; Amore dell'arte; La fidanzata d'un ottimista; Famiglia di usurai; Esecuzione militare. Luigi =Alberti=. La contessa di Santa Flora -- 50 Ambrogio =Ambrosoli=. Commediole per l'infanzia. 2 volumi in-16 3 50 Lo spazzacamino; La cieca; La festa del villaggio; Teresa, la figlia del bandito; I due fazzoletti; Il groom Le maschere e l'avaro; Il monile; Il mariolo. Camillo =Antona-Traversi=. 102 Danza macabra 1 50 L'edera 4 -- In collaborazione con Grazia Deledda. Luigi =Antonelli=. L'uomo che incontrò se stesso 4 -- Ulisse =Barbieri=. La locanda dei fanciulli rossi; Marco la guida 1 -- Ali tarpate -- 50 Elda -- 50 Giacinto =Battaglia=. Gerolamo Olgiato 1 -- L. D. =Beccari=. 74 Pietro Aretino 1 50 Luigi =Bellotti-Bon=. Lo studente di Salamanca -- 50 Sem =Benelli=. La maschera di Bruto 5 -- La cena delle beffe 5 -- L'amore dei tre re 5 -- Tignola 5 -- Il Mantellaccio 5 -- Rosmunda 5 -- La Gorgona 5 -- Le Nozze dei Centauri 5 -- Vittorio =Bersezio=. 1 Una bolla di sapone 1 50 3 Le miserie del sig. Travetti 1 50 5 Le prosperità del signor Travetti 1 50 15 Fra due contendenti 1 50 22 Da galeotto a marinaio 1 50 27 I mettimale 1 50 31 Uno zio milionario 1 50 40 I violenti 1 50 46 Fratellanza artigiana 1 50 49 Il perdono 1 50 C. =Bertolazzi= e R. =Barbiera=. I fratelli Bandiera 5 -- Coi ritratti dei Martiri veneziani; la musica del coro da essi cantato avviandosi al supplizio; con proemio e notizie inedite di R. Barbiera. Arrigo =Boito=. Nerone, tragedia 6 50 F. A. =Bon=. Ludro e la sua gran giornata -- 50 La vecchiaia di Ludro -- 50 Statevi coi pari vostri -- 50 Se io fossi ricco! -- 50 L'anello della nonna -- 50 Vagabondo e sua famiglia -- 50 Dietro alle scene -- 60 Pietro Paolo Rubens 1 -- Una commedia dopo l'ultima recita -- 50 Principii d'arte drammatica rappresentativa 2 25 Giuseppe =Bonaspetti=. Il redivivo 3 -- I figli di Caino 3 -- Roberto =Bracco=. 103 Maschere; Le disilluse 1 50 E. A. =Butti=. La corsa al piacere 5 -- Lucifero 5 -- 110 La fine d'un ideale 1 50 Tutto per nulla 5 -- Fiamme nell'ombra; Il cuculo 5 -- Il Castello del Sogno 6 50 Nel paese della fortuna 4 -- Sempre così 5 -- Una tempesta 5 -- Il gigante e i pigmei 3 -- Intermezzo poetico; Frutto amaro; Vortice 5 -- G. =Calenzuoli=. 35 Il Padre Zappata; La spada di Damocle 1 50 64 Un ricatto; Via di mezzo; L'appigionasi 1 50 65 Un'avventura galante; Confidenze innocenti; La finestra nel pozzo; Agatina in pericolo 1 50 Il sottoscala -- 50 Fr. =Cameroni=. La giornata del corrispondente teatrale -- 50 Luigi =Camoletti=. 1 Il disprezzo uccide 1 50 Riodella -- 50 La Vergine delle grazie -- 50 Buon cuore -- 50 Valentino =Carrera=. 29 La quaderna di Nanni 1 50 30 Capitale e mano d'opera 1 50 33 Un avvocato dell'avvenire 1 50 38 A B C 1 50 41 Il galateo nuovissimo 1 50 44 La guardia borghese; Scarabocchio 1 50 48 Puschkin 1 50 67 Il denaro del comune 1 50 68 Il celebre Tamberlini 1 50 70 Tempeste alpine 1 50 Leo di =Castelnovo=. 2 Cuor morto: Pesce d'aprile 1 50 4 Il guanto della regina 1 50 13 Impara l'arte e mettila da parte 1 50 14 Fuochi di paglia; Conte Verde 1 50 101 O bere o affogare; Stanis 1 50 Il magnetizzatore -- 50 Giuseppe Balsamo -- 50 111 Fra saltimbanchi; Cugina 1 50 112 La prima bugia; Il segreto di Antonio 1 50 Riccardo =Castelvecchio=. 36 L'ultimo bacio; A chi si ama si crede 1 50 42 I vassalli 1 50 53 Esopo 1 50 59 Frine 1 50 62 Omero a Samo 1 50 82 La donna pallida 1 50 La nostalgia -- 50 La cameriera astuta -- 50 Le tre generazioni -- 50 La testa di Medusa -- 50 La collana della regina -- 50 La donna romantica ed il medico omeopatico 1 -- La notte di San Silvestro -- 50 Commedia in famiglia -- 50 Camors 1 -- La cameriera prudente -- 50 Memorie d'un soldato -- 50 Una famiglia ai nostri giorni -- 50 Il favorito della regina 1 -- Proviamo! -- 50 Emanuele =Celesia=. 34 Paolo da Novi 1 50 Eugenio =Checchi=. Teatro di Società (il piccolo Haydn; Mozart fanciullo) 3 -- Luigi =Chiarelli=. La maschera e il volto 4 -- Teobaldo =Ciconi=. Le pecorelle smarrite -- 50 Troppo tardi -- 50 La rivincita -- 50 Goffredo =Cognetti=. 109 A Santa Lucia 1 50 Luigi =Coletti=. Un amico di strapazzo 1 -- Non ci sono 1 -- Fra cento anni; Una serata di due scolari -- 50 Io son dottore -- 50 Il maestro del signorino -- 50 Due anime in un nocciuolo; Amore e dote -- 50 Un po' per uno; Un'imprudenza -- 50 Chi ha sbagliato strada torni indietro -- 50 Le idee dell'Annina; Il matrimonio di Rosina -- 50 Luigi =Coppola=. Un bagno freddo -- 50 =Cordelia=. Teatro in famiglia 3 50 Enrico =Corradini=. Maria Salvestri 5 -- Le vie dell'Oceano 4 -- Carlo =Cosenza=. Amore aggiusta tutto -- 50 Pietro =Cossa=. 6 Beethoven 1 50 7 Sordello 1 50 19 Monaldeschi 1 50 28 Plauto e il suo secolo 1 50 Puschkin -- 50 Giuseppe =Costetti=. 17 I dissoluti gelosi 1 50 23 Sposi in chiesa! 1 50 25 Solita storia 1 50 32 Il dovere 1 50 39 Le compensazioni 1 50 52 La plebe dorata 1 50 71 Libertas 1 50 Nubi d'estate 1 -- Le mummie -- 50 Gl'intolleranti -- 50 Un'ora di sconforto -- 50 Un terribile quarto d'ora -- 50 La lesina -- 50 Michele =Cuciniello=. 20 Lo Spagnoletto 1 50 Un capitano al XV secolo -- 50 Elnava -- 50 Maria Petrowna -- 50 Enguerrando di Marigny -- 50 Clara di San Ronano -- 50 Rembrandt in famiglia -- 50 La maschera nera -- 50 Marianna, o La Popolana -- 50 Insolente mala lingua -- 50 Ezela, o Un'eredità -- 50 Fr. =Dall'Ongaro=. Guglielmo Tell -- 50 =D'Ambra= e =Lipparini=. Bernini, commedia in versi; Goffredo Mameli, dr. in versi. 5 -- Gabriele =D'Annunzio=. Francesca da Rimini, tragedia 8 -- La figlia di Iorio, tragedia 5 -- --Legata in stile antico 14 -- La fiaccola sotto il moggio 5 -- --Leg. in pelle stile antico 14 -- La città morta 5 -- Sogno mattino di primavera 3 -- Sogno tramonto d'autunno 3 -- --Ed. in carta d'Olanda 6 50 La Gioconda 6 50 --Ediz. in carta d'Olanda 14 -- La Gloria 5 -- --Ediz. in carta d'Olanda 14 -- La Nave 8 -- Più che l'amore 6 50 Fedra 8 -- Il martirio di San Sebastiano 5 -- La Pisanella 5 -- Il Ferro 5 -- Eugenio =De Castro=. Belkiss, regina di Saba 4 -- Giov. =De Castro=. Le vergini siciliane 1 -- Giorgio -- 50 Grazia =Deledda=. Odio vince 5 -- Nel volume _Il vecchio della montagna_, della stessa autrice. L'edera 4 -- In collaborazione con Camillo Antona-Traversi. Emilio =De Marchi=. Oggi si recita in casa dello zio Emilio, commedie e monologhi per bambini 3 50 La figliuola del diavolo.--Gli anelli d'oro.--Chi non cerca trova.--La curiosità.--Le due pettegole.--Un uomo amante del quieto vivere. Francesco =De Renzis=. 54 Il Dio milione 1 50 66 La lettera di Bellorofonte; Il Rubicone 1 50 67 Lupo e cane di guardia; La farina del diavolo 1 50 63 La dritta via 1 50 Carlo =D'Ormeville=. 9 Tutto per la patria 1 50 12 Norma 1 50 Carmela -- 50 Paulo =Fambri=. Il caporale di settimana 1 -- A. =Fantoni=. 79 Il conte Sourtza 1 50 80 I Valdora 1 50 Paolo =Ferrari=. [Vedi pagina di fronte.] G. =Fontebasso=. Lord Byron -- 50 Torquato Tasso -- 50 Hermann Cloffer 1 -- Massimo -- 50 Leone =Fortis=. Poeta e ministro 1 -- Industria e speculazione 1 -- La duchessa di Praslin -- 50 Le ultime ore di Camoens -- 50 Arnaldo =Fraccaroli=. La foglia di fico; La dolce vita 4 -- Non amarmi così 5 -- Giacinto =Gallina=. 49 Il primo passo 1 50 47 Baruffe in famiglia 1 60 98 Esmeralda; Così va il mondo, bimba mia! 1 50 Gli occhi del cuore; La mamma non muore 3 -- 104 Serenissima 1 50 106 La base de tuto 1 50 Francesco =Garelli=. La partenza dei contingenti piemontesi 1 -- Le baruffe di madama Rapace -- 50 Francesco =Garzes=. 90 Il sig. D'Albret; Flirtation 1 50 Gaetano =Gattinelli=. Vittorio Alfieri e Luisa d'Albania -- 50 Clelia, o La plutomania 1 -- Paolo =Giacometti=. La donna 1 -- Torquato Tasso 1 -- Carlo II, re d'Inghilterra 1 -- Un poema e una cambiale 1 -- Il poeta e la ballerina 1 -- Giuditta 1 -- Elisabetta, reg. d'Inghilterra 1 -- Per mia madre cieca! -- 50 Bianca Maria Visconti 1 -- Luigia Sanfelice 1 -- Figlia e madre 1 -- La donna in seconde nozze -- 50 Cola da Rienzi -- 50 Il milionario e l'artista -- 50 Giuseppe =Giacosa=. La signora di Challant 5 -- I diritti dell'anima; Tristi amori 5 -- Come le foglie 5 -- Una partita a scacchi; Trionfo d'amore; Intermezzi e scene 4 -- Il Conte Rosso 4 -- Il marito amante della moglie; Il fratello d'armi 5 50 Il più forte 4 -- PAOLO FERRARI TEATRO. (Edizione in-32). Goldoni e le sue sedici commedie nuove 1 -- La scuola degli innamorati 1 -- Una poltrona storica. Dolcezza e rigore 1 -- Cause ed effetti 1 -- Prosa. L'attrice cameriera 1 -- Uomini seri 1 -- Dante a Verona 5 -- La donna e lo scettico 1 -- Vecchie storie 1 -- Roberto Vighlius 1 -- Il ridicolo 1 -- Marianna. Il poltrone 1 -- Il suicidio 1 -- Amici e rivali 1 -- Le due dame 1 -- Per vendetta 1 -- Il lion in ritiro 1 -- Antonietta in collegio 1 -- Un giovane ufficiale 1 -- (Edizione in-16). Prosa--L'attrice cameriera 4 -- Uomini seri--Codicillo dello zio Venanzio 4 -- La bottega del cappellaio--Il lion in ritiro--La medicina di una ragazza malata 4 -- 50 Il lion in ritiro 1 50 60 Il ridicolo 1 50 Marianna--Il poltrone--Il ridicolo 4 -- Il duello--Roberto Vighlius 4 -- 43 Il suicidio 1 50 51 Amici e rivali 1 50 76 Le due dame 1 50 63 Il perdono, o Il delirio--Monumento a Goldoni 1 50 77 Per vendetta 1 50 66 Antonietta in collegio 1 50 78 Un giovane ufficiale 1 50 Alberto Pregalli--Un giovane ufficiale 4 -- 93 Il signor Lorenzo 1 50 95 La separazione 1 50 96 False famiglie 1 50 97 Fulvio Testi 1 50 Il cantoniere 1 50 Vendetta--Antonietta in collegio 4 -- Il suicidio--Amici e rivali 4 -- Le due dame--Il perdono--Pel monumento a Goldoni--Ringraziamento a Bologna 5 -- Biografia di =Paolo Ferrari=, scritta da Leone Fortis, col ritratto 3 -- G. =Giandolini=. Leonora di Siviglia e Rioz di Navarra, detto il Trovatore -- 50 Raffaele =Giovagnoli=. 24 Marozia 1 50 La vedova di Putifarre -- 50 Un angelo a casa del diavolo -- 50 Luigi =Gualtieri=. L'amore d'un'ora 1 -- La donna d'altri -- 50 Shakespeare 1 -- Gulnara, la Côrsa -- 50 I parenti -- 50 L'abnegazione -- 50 Lo spiantato -- 50 Gli studenti di Eidelberga 1 -- Il duello -- 50 Giuseppe =Guerzoni=. Il cholera -- 50 Amalia =Guglielminetti=. L'amante ignoto 5 -- Stefano =Interdonato=. 85 Sara Felton 1 50 86 Lantenac 1 50 87 I figli di Lara 1 50 88 L'ora critica; Alba novella 1 50 91 Malacarne 1 50 Enrico =Lancetti=. La prova generale del ballo -- 50 Sabatino =Lopez=. La buona figliuola 4 -- Bufere 4 -- Il brutto e le belle; La nostra pelle 4 -- Ninetta; Il terzo marito 4 -- Mario e Maria 5 -- G. =Mariani= e A. =Tedeschi=. 100 Il passaggio di Venere 1 50 107 Il paradiso di Maometto 1 50 F. T. =Marinetti=. Re Baldoria 5 -- Enrico =Montazio=. L'origine d'un banchiere -- 50 Achille =Montignani=. 16 Un matrimonio sotto la Repubblica 1 50 Vincenzo =Morello=. Il malefico anello 4 -- Angelo =Moro-Lin=. Il barcaiolo veneziano -- 50 Un autore ed un nuovo scandalo -- 50 Ercole Luigi =Morselli=. Orione.--Glauco 5 -- Ettore =Moschino=. Tristano e Isolda 5 -- Reginetta di Saba 4 -- Cesare Borgia 5 -- Lodovico =Muratori=. Amore ingenuo -- 50 Onore e disonore -- 50 Il duello -- 50 Dario =Niccodemi=. L'aigrette 4 -- Il rifugio 4 -- I Pescicani 4 -- L'ombra 5 -- Scàmpolo 4 -- La Nemica 4 -- Il Titano 4 -- La maestrina 4 -- Prete Pero 5 -- Ugo =Ojetti= e Renato =Simoni=. Il matrimonio di Casanova 5 -- Romualdo =Pàntini=. Tiberio Gracco 4 -- Amazzone 4 -- Libero =Pilotto=. 81 Dall'ombra al sole 1 50 84 Il tiranno di San Giusto 1 50 Un amoreto de Goldoni a Feltre -- 50 Luigi =Pirandello=. Se non così 4 -- Maschere nude.--I. 6 -- Pensaci, Giacomino!--Così è (se vi pare).--Il piacere dell'onestà. Maschere nude.--II. 5 -- Il giuoco delle parti.--Ma non è una cosa seria. Francesco =Poggiali=. Il fantoccio politico 1 -- Marco =Praga=. La crisi 4 -- L'amico; Morale della favola 4 -- La moglie ideale 4 -- Alleluja 4 -- La porta chiusa; L'erede 4 -- Le vergini 4 -- Ettore =Romagnoli=. Drammi satireschi 5 -- Polifemo.--Eracle ed il Cèrcopo.--Elena.--Sisifo. =Rosellini Fantastici=. Commedie per la puerizia. 10.ª edizione riveduta 3 -- Amelia =Rosselli=. El rèfolo 3 -- El socio del papà 4 -- San Marco 4 -- Gerolamo =Rovetta=. 61 Gli uomini pratici 1 50 99 La trilogia di Dorina 1 50 105 Principio di secolo 1 50 108 Alla Città di Roma 1 50 Il giorno della cresima 4 -- Papà Eccellenza 4 -- Lorenzo =Ruggi=. La figlia; Il Cuore e il Mondo 4 -- Giovanni =Sabbatini=. Commedie e drammi per istituti di educazione 2 25 Pena morale e pena civile -- 50 Tratta di negri in Piemonte -- 50 Rosso di =San Secondo=. Marionette, che passione! 4 -- Antonio =Scalvini=. I sogni di Ettore; Shakespeare 1 -- L'indifferente 1 -- Riccardo =Selvatico=. Commedie e Poesie veneziane 5 -- Renato =Simoni= [v. OJETTI]. Antonio =Somma=. 21 La figlia dell'Apennino 1 50 L. E. =Tettoni=. Felice conseguenza di un ballo mascherato 1 -- Il reggente e l'operaio -- 50 Achille =Torelli=. Poesia 3 -- Domenico =Tumiati=. _I Drammi del Risorgimento_: Alberto da Giussano 3 -- Giovine Italia 3 -- Re Carlo Alberto 3 -- La Meteora 3 -- Le Galere (_in preparazione_) Il Tessitore 3 -- Garibaldi 3 -- Guerrin Meschino 3 -- Michele =Uda=. La famiglia del condannato 1 -- Gli amanti della vedova -- 50 Dietro il sipario -- 50 Volto e maschera 1 -- Gli spostati 1 -- L. A. =Vassallo= (GANDOLIN). Dodici monologhi, illustr. 2 50 Giovanni =Verga=. La caccia al lupo; La caccia alla volpe 2 -- Teatro 4 -- La Lupa.--In portineria.--Cavalleria rusticana.--La caccia al lupo.--La caccia alla volpe. Cesare =Vitaliani=. 10 L'amore 1 50 26 L'odio 1 30 37 Le transazioni 1 50 Paolina, o La sorella tutrice -- 35 Tartufo in guanti bianchi -- 35 Atteone 1 -- Il legato dell'operaio -- 50 Vittorio Alfieri a Roma -- 50 Giuseppe =Vollo=. I giornali 1 -- Regitze =Winge=. La signora senza pace 3 -- Silvio =Zambaldi=. La moglie del dottore, commedia. La voragine, dramma 3 -- Dirigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori, Milano. TEATRO di SHAKESPEARE Nuova traduzione di DIEGO ANGELI I. La tempesta, commedia in 5 atti. II. Giulio Cesare, tragedia in 5 atti. III. Macbeth, tragedia in 5 atti. IV. Amleto, tragedia in 5 atti. V. Come vi pare, commedia in 5 atti. VI. La bisbetica domata, commedia in 5 atti. VII. Antonio e Cleopatra, tragedia in 5 atti. VIII. Otello o Il Moro di Venezia, tragedia in 5 atti. IX. La notte dell'Epifania o Quel che volete, commedia in 5 atti. X. Le allegre spose di Windsor, comm. in 5 atti. XI. Sogno di una notte di mezza estate, commedia in 5 atti. XII. Enrico IV, tragedia in 5 atti (Parte I). XIII. Enrico IV, tragedia in 5 atti (Parte II). XIV. Cimbelino, tragedia in 5 atti. XV. La vita di Enrico V, tragedia in 5 atti. XVI. I due gentiluomini di Verona, comm. in 5 atti. Ciascun volume: Quattro Lire. Opere di prossima pubblicazione la cui traduzione è già compiuta: Re Giovanni. Timone d'Atene. Coriolano. Dente per dente. Il racconto d'Inverno. La vita e la morte di re Riccardo II. Teatro Straniero Contemporaneo NB. I numeri posti innanzi ad ogni titolo indicano il numero corrispondente della raccolta in-16 I volumi senza numero appartengono ad altre raccolte. A. =Achard=. La chiave della cassa -- 50 Emilio =Augier=. 24 La signora Caverlet 1 50 28 I Fourchambault 1 50 Diana -- 50 La pietra del paragone -- 50 Filiberta -- 50 Gli sfrontati -- 50 Il proscritto -- 50 Il figlio di Giboyer 1 -- Il notaio Guerin 1 -- Lionesse povere 1 -- Leoni e volpi 1 -- =Balzac=. 11 Mercadet l'affarista 1 50 Teodoro =Barrière=. Un amico visionario -- 50 Testolina sventata 1 -- Il cembalo di Berta -- 50 Il giglio della valle -- 50 La vita color di rosa -- 50 La vita d'una commediante 1 -- I Parigini -- 50 I falsi galantuomini 1 -- La cenerentola 1 -- La contessa di Sommerive -- 50 G. =Bayard=. Il visconte di Létorières -- 50 La figlia di Hoffmann 1 -- Una fortuna in prigione -- 50 Lo stordito -- 50 La tavola semovente -- 50 Uno schiaffo non è mai perduto -- 50 La scala d'un marito -- 50 Marito in campagna -- 50 Enrico =Becque=. 62 La Parigina 1 50 63 La spola; Le donne oneste 1 50 65 I corvi 1 50 Adolfo =Belot=. 13 L'articolo 47 1 50 Il vero coraggio -- 50 Alessandro =Bisson=. 54 Il deputato di Bombignac 1 50 B. =Björnson=. 57 Un fallimento 1 50 61 Oltre il potere nostro 1 50 G. =Bouchardy=. Bertram, il marinaio -- 50 Un sogno dell'ambizione 1 -- Il vetturale del Moncenisio -- 50 A. =Bourgeois=. La giustizia di Dio -- 50 La mendicante -- 50 L'appiccato -- 50 La gioia della famiglia -- 50 Stifelius -- 50 Il medico dei fanciulli -- 50 G. =Byron=. 30 I nostri bimbi 1 50 =Cadol=. Gli inutili 1 -- =Clairville=. 33,333 franchi e 33 centesimi al giorno 1 -- La coda del diavolo -- 50 Margot; Rosa de' boschi -- 50 Francesco =Coppée=. 40 I Giacobiti 1 50 Il violinaio di Cremona 1 -- Alfonso =Daudet=. 94 Il Nabab 1 50 Eugenio =De Castro=. Belkiss, regina di Saba, poema drammatico tradotto dal portoghese da Vittorio Pica (edizione bijou) 4 -- M. =Delacour=. 14 I domino rosa 1 50 22 Il processo Veraudieux 1 50 La moglie che inganna il marito -- 50 La vittima -- 50 La moglie deve seguire il marito -- 50 Di ritorno dal Giappone -- 50 Il marito di Ida -- 50 Alberto =Delpit=. Il padre di Marziale 1 -- A. =Dennery=. Memorie di due novelle spose 1 -- La signora di Saint-Tropez -- 50 Don Cesare di Bazan -- 50 La pastorella delle Alpi -- 50 Tre in famiglia -- 50 Un sistema coniugale -- 50 Il medico dei fanciulli -- 50 La maliarda -- 50 L'incolpata, o La guerra a tre milioni 1 -- Il bisavolo 1 -- Germana, la figlia etica 1 -- Camillo =Doucet=. I nemici di casa -- 50 Max =Dreyer=. L'età critica 3 -- E. =Dumanoir=. Un gentiluomo povero -- 50 Il codice delle donne -- 50 A. =Dumas=. Riccardo Darlington -- 50 Le educande di Saint-Cyr -- 50 Halifax, o Un bravo irlandese -- 50 La figlia del reggente -- 50 Mac Allan -- 50 Il conte Hermann -- 50 Il conte di Montecristo. 3 vol. 1 50 Angela -- 50 Il cachemire verde -- 50 L'alchimista -- 50 La coscienza -- 50 La giovinezza di Luigi XIV -- 50 Una notte a Firenze 1 -- A. =Dumas= (figlio). 21 La straniera 1 50 26 I Danicheff 1 50 37 Il signor ministro 1 50 44 La signora dalle camelie 1 50 La principessa di Bagdad 2 25 Diana di Lys -- 50 La società equivoca (Le demi-monde) 1 -- La questione di denaro 1 -- Il figlio naturale 1 -- Un padre prodigo 1 -- Le idee di madama Aubray 1 -- La contessa Romani -- 50 =Erckmann= e =Chatrian=. 36 I Rantzau 1 50 50 L'amico Fritz 1 50 J. =Estebanez=. 18 Il positivo 1 50 Ottavio =Feuillet=. Scacco-matto -- 50 La fata -- 50 Montioye, l'egoista 1 -- La Sfinge -- 50 Il caso di coscienza -- 50 In provincia 1 -- Un romanzo parigino 1 -- Il capello bianco -- 50 Lodovico =Fulda=. 88 Il talismano 1 50 Madama di =Girardin=. La gioia fa paura -- 50 Il cappello dell'oriolaio -- 50 Il supplizio di una donna -- 50 E. =Gondinet=. 34 Un viaggio di piacere 1 50 Il pennacchio 1 -- Sempre ragazzi! 1 -- Leone =Gozlan=. Tre re e tre dame -- 50 Luigia di Nanteuil -- 50 Pioggia e bel tempo 1 -- F. =Grillparzer=. 17 L'avola 1 50 Gerardo =Hauptmann=. 66 Il collega Crampton 1 50 74 I tessitori 1 50 94 Elga 1 50 Il povero Enrico 3 -- Enrico =Heine=. 2 Almansor 1 50 6 Guglielmo Ratcliff 1 50 A. =Hennequin=. 14 I domino rosa 1 50 41 Niniche; Casa Tricout 1 50 L'eredità del cugino -- 50 La posta in quarta pagina 1 -- Ugo von =Hofmannsthal=. Elettra 4 -- Vittor =Hugo=. Ernani -- 50 Marion Delorme -- 50 Maria Tudor -- 50 Angelo tiranno di Padova (La Gioconda) -- 50 Ruy-Blas -- 50 I Burgravi -- 50 Enrico =Ibsen=. 66 Casa di bambola 1 50 58 La Lega dei giovani 1 50 59 Un nemico del popolo 1 50 60 Spettri 1 50 67 Il piccolo Eyolf 1 50 68 Le colonne della società 1 50 72 Hedda Gabler 1 50 73 Rosmersholm 1 50 76 Il costruttore Solness 1 50 81 Gian Gabriele Borkman 1 50 82 I pretendenti alla corona 1 50 83 La donna del mare 1 50 84 L'anitra selvatica 1 50 85 La signora Inger di Ostrot 1 50 86 Spedizione nordica 1 50 87 La festa di Solhaug 1 50 Imperatore e Galileo, dramma di storia universale (in 2 parti): I. L'apostasia di Cesare. II. L'imperatore Giuliano 3 50 Brand 3 50 E. =Labiche=. Tre baci e tre schiaffi -- 50 Un sì di petto -- 50 Un signore che difende le mogli -- 50 Un dente all'epoca di Luigi XV 1 -- Il viaggetto di nozze 1 -- La grammatica -- 50 La scelta d'un genero -- 50 La lettera assicurata -- 50 Scusate, signora -- 50 Il viaggio del sig. Perichon -- 50 Si deve dirlo? -- 50 Silvio e Silvina -- 50 Impiegato di polizia 1 -- Filippo =Langmann=. 80 Bartel Turaser 1 50 Enrico =Laube=. 12 Gli scolari di Carlo 1 50 Carlo =Laufs=. 45 Camere ammobigliate 1 50 Ernesto =Legouvé=. Per diritto di conquista -- 50 Presso una culla -- 50 Una separazione -- 50 I racconti della Regina di Navarra -- 50 E. =Lokroy=. Sotto un portone 1 -- P. H. =Loyson=. Le anime nemiche 3 -- L'apostolo 3 -- F. =Mallefille=. Le madri pentite 1 -- A. =Maquet=. Il conte di Lavernie 1 -- =Mauricier=. 41 Casa Tricout 1 50 =Meilhac= e =Halévy=. La scintilla 1 -- Il segretario d'ambasciata -- 50 La marchesina -- 50 Il copista -- 50 La vedova -- 50 La boccia -- 50 La cicala 1 -- Fanny Lear -- 50 L'ingenua -- 50 =Melesville=. Una febbre ardente -- 50 Il mercante di giocattoli -- 50 P. =Meurice=. Benvenuto Cellini -- 50 =Millaud= e =De la Court=. 48 Tre mogli per un marito; Il peccato originale 1 50 =Moser= e =Pohl=. 92 Il Bibliotecario; La Cavallerizza 1 50 =Moser= e =Schöntan=. 64 Guerra in tempo di pace 1 50 Max =Nordau=. 91 Il diritto di amare 1 50 Giorgio =Ohnet=. 39 Il padrone delle ferriere 1 50 51 La gran marniera 1 50 53 La contessa Sara 1 50 Sergio Panine 1 -- E. =Pailleron=. 32 Il mondo della noia 1 50 Età ingrata 1 -- D. A. =Parodi=. 10 Roma vinta 1 50 19 Ulm il parricida 1 50 Arthur W. =Pinero=. La seconda moglie 3 -- La casa in ordine 3 -- Francesco =Ponsard=. La borsa -- 50 Il leone innamorato 1 -- S. e G. =Quintero-Alvarez=. Anima allegra 4 -- L'amore che passa; I fiori; I Galeoni; La pena 4 -- La casa di Garcia; Amore al buio 4 -- Il fiore della vita; L'ultimo capitolo; L'acqua miracolosa; Al chiaro di luna 4 -- Il fiore d'Andalusia (Malvaloca); Iettatura; Anima malata 3 -- =Raymond= e =Boucheron=. 46 Cocard e Bicoquet 1 50 Ernesto =Renan=. 42 L'abbadessa di Jouarre 1 50 Giovanni =Richepin=. Il vagabondo 4 -- La pania (La glu) 3 -- Il filibustiere 3 -- Con la spada (in preparazione). Giorgio =Sand=. Claudia -- 50 Mauprat -- 50 Flaminio -- 50 Il maestro Favilla -- 50 Il marchese di Villemer 1 -- Matrimonio di Vittorina -- 50 Emilio =Sandeau=. Madamigella della Seiglière 1 -- Maurizio e Maddalena -- 50 La pietra del paragone -- 50 Vittoriano =Sardou=. 1 Ferréol 1 50 5 Andreina 1 50 9 Lo zio Sam 1 50 15 I fossili 1 50 20 L'odio 1 50 23 La farfallite 1 50 27 1 borghesi di Pontarcy 1 50 29 Daniele Rochat 1 50 31 Facciamo divorzio! 1 50 35 Odetta 1 50 38 Federa 1 50 48 Giorgina 1 50 77 Rabagas 1 50 78 I nostri buoni villici 1 50 79 1 nostri intimi 1 50 Patria! 3 -- Dora, o Le spie 3 -- La casa nuova -- 50 Le donne emancipate -- 50 Zampe di mosca -- 50 I vecchi celibi 1 -- Madame Sans-Gêne 3 -- La strega 3 -- La pesta 3 -- Eugenio =Scribe=. Non toccare la regina -- 50 Le dita di fata 1 -- La parte del diavolo -- 50 Le sorprese 1 -- Il tappezziere -- 50 Il figlio di Cromwell 1 -- La mia stella -- 50 La czarina -- 50 Le tre Maupin 1 -- Il guanto e il ventaglio -- 50 Il padrino -- 50 Un sogno dell'ambizione -- 50 I racconti della regina di Navarra -- 50 V. =Sejour=. Il denaro del diavolo -- 50 Le nozze veneziane -- 50 L'indovina 1 -- =Siraudin=. Due sans-culottes -- 50 Avventure notturne -- 50 La morte del pescatore -- 50 F. =Soulié=. Ortensia di Blengie -- 50 A. =Soumet=. Il gladiatore 1 -- E. =Souvestre=. L'interdizione -- 50 Stifelius -- 50 Un figlio di Parigi 1 -- Augusto =Strindberg=. 75 Padre 1 50 89 Creditori; Non scherzare col fuoco 1 50 Maestro Olof 4 -- Ermanno =Sudermann=. 47 L'onore 1 50 55 La fine di Sodoma 1 50 69 Battaglia di farfalle 1 50 93 La felicità in un cantuccio 1 50 Evviva la vita 4 -- Pietra fra pietre 3 -- E. =Sue=. La pretendente -- 50 Matilde -- 50 Leone =Tolstoi=. 71 La potenza delle tenebre 1 50 90 I frutti dell'istruzione 1 50 Il cadavere vivente 3 -- Ivan =Turghenieff=. 70 Pane altrui 1 50 Mario =Uchard=. La fiorentina 1 -- La Fiammina -- 50 Emilio =Zola=. 38 Nanà 1 50 52 Renata 1 50 Dirigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori, Milano. *** End of this LibraryBlog Digital Book "La moglie ideale" *** Copyright 2023 LibraryBlog. All rights reserved.