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Title: La promessa sposa di Lammermoor, Tomo III (of 3)
Author: Scott, Walter, Sir, 1771-1832
Language: Italian
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*** Start of this LibraryBlog Digital Book "La promessa sposa di Lammermoor, Tomo III (of 3)" ***

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TOMO III (OF 3)***


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      https://archive.org/details/lapromessasposad00scot
      All three volumes are included in this one book.


                            ROMANZI STORICI
                                  DI
                             WALTER SCOTT

                             _TOMO TERZO_



                           LA PROMESSA SPOSA
                                  DI
                              LAMMERMOOR

                   O NUOVI RACCONTI DEL MIO OSTIERE

                         RACCOLTI E PUBBLICATI
                       DA JEDEDIAH CLEISHBOTHAM
                   MAESTRO DI SCUOLA, E SAGRESTANO
                   DELLA PARROCCHIA DI GANDERCLEUGH

                             VOLGARIZZATI
                           _DAL PROFESSORE_
                           GAETANO BARBIERI


                              _TOMO III._



                                FIRENZE
                        TIPOGRAFIA COEN E COMP.
                               MDCCCXXVI.



LA PROMESSA SPOSA DI LAMMERMOOR



CAPITOLO PRIMO.

    „ Tal de' suoi figli al numeroso stuolo
       Segnò d'angosce miserando calle
       Il primo padre! Almen compagna al duolo
       In questo dell'esilio amara valle
       Ebbe una sposa; io derelitto e solo
       All'albergo natio volgo le spalle. „

                                _Waller._


Non m'arresterò a descrivere, perchè superiori ad ogni descrizione, i
sentimenti di sdegno e di cordoglio che si straziavano a vicenda il
cuore del sere di Ravenswood nell'allontanarsi dal castello de' suoi
antenati. Il biglietto di lady Asthon era concepito in termini sì
sgradevoli, che non gli sarebbe stato permesso il rimanere un istante
di più entro il recinto di quelle mura, e mostrarsi consentaneo a
quella alterezza, che in lui anche troppo allignava.

Il marchese di Athol ravvisava in parte, come arrecato a se stesso,
l'affronto sofferto dal suo parente; ma coll'animo di far qualche
tentativo a fine di riconciliare gli animi delle due parti, lo lasciò
partir solo, dopo averne ottenuta la promessa che lo aspetterebbe alla
_Tana della Volpe_, picciola osteria situata, i leggitori se ne
ricorderanno, quasi a mezza strada fra il castello di Ravenswood e la
torre di Wolfcrag, vale a dire lontana in circa quattro miglia da
ciascuno de' due castelli. Si prefiggea il Marchese di raggiungere
colà Edgardo nella sera medesima, o al più tardi alla domane del dì
successivo. Se avesse ascoltate soltanto le voci del proprio
risentimento, sarebbesi partito in quell'istante dalla casa del lord
Cancelliere; ma la sua visita nascondea in oltre politici divisamenti,
che non gli piacea metter da banda, senza avere almeno fatto prova di
mandarli ad esecuzione. Lo stesso sere di Ravenswood, ad onta della
rabbia che il lacerava, non volea chiudere ogni adito a quella
pacificazione, che poteano dare a sperare e l'opera del nobile suo
congiunto, e i sentimenti del lord Cancelliere, sempre manifestatisi
allo stesso Ravenswood favorevoli. Quindi avea confermato il Marchese
nell'intenzione di trattenersi ancora per alcune ore nell'abitazione
di ser Guglielmo, senza poi arrestarvisi egli più lungo tempo di
quello che fu necessario per concertare col parente il luogo dello
scambievol ritrovo.

Trascorse tutto il viale del castello di gran galoppo, quasi sperasse
colla rapidità del fuggire sottrarsi al tumulto degli affetti ai quali
trovavasi in preda il suo cuore; ma ogni sforzo a tal fine era vano, e
a poco a poco divenne più lento il suo corso. Poichè gli alberi ebbero
nascoste ai suoi sguardi le alte torri del castello d'onde partì, e
impotente a sbandire le penose considerazioni che gl'ingombravano
l'animo, finalmente si abbandonò alle medesime, senza prendersi veruno
studio di allontanarle. Il sentiero su cui trovavasi in quel momento,
guidava alla fontana della Sirena e alla capanna di Alisa; circostanza
per cui gli si svegliarono con forza nella mente le idee superstiziose
che in generale aveansi allora circa il preteso influsso di questa
fonte sulla casa di Ravenswood, e i suggerimenti di cui indarno la
vecchia cieca lo aveva munito.

„ Gli antichi proverbj, pensava fra se medesimo, talvolta dicono la
verità. La fontana della Sirena è stata anche di recente fatale alla
famiglia di Ravenswood, e ha veduto l'ultimo atto di follia dell'erede
della medesima. Alisa ebbe ragione, e mi trovo nello stato che da essa
mi fu predetto, in uno stato anzi più deplorabile. Lo scorno cui
soggiacio, è maggiore di quanto ella avea presagito. Se non mi sono
collegato in nodi di parentela colla famiglia del perditore della mia
gente, nondimeno mi sono avvilito a desiderarlo, ed ho provata
l'umiliazione di uno sprezzante rifiuto. „

É nostro obbligo il narrare la storia siccome ne fu raccontata, e se
verrà posto mente ai tempi ne' quali accaddero gli avvenimenti or
descritti, e alla propensione che al maraviglioso aveano coloro, per
cui opera furono successivamente di labbro in labbro trasmessi, non
arrecherà stupore, se questa leggenda è tinta dei colori della
superstizione; altrimenti, sarebb'ella mai una storia scozzese?
Presenteremo pertanto ai nostri leggitori, priva di glose, una
straordinaria avventura accaduta a Ravenswood in vicinanza della
solitaria fontana; straordinaria avventura che si ebbe in quel tempo,
e che si ha tuttavia fra gli Scozzesi, per un'apparizione
soprannaturale. Noi crediamo cionnullameno che possa venire spiegata
senza ricorrere ad un sovvertimento delle leggi ordinarie della
natura; e forse i nostri leggitori verranno, io credo, di tal avviso,
prima che si termini questo capitolo; ma abbandoniamo un tal soggetto
alle loro meditazioni, lasciando così anche agli amatori de' prodigj
la soddisfazione di trovar qualche pagina di questa storia ai loro
gusti conforme.

Circa dugento passi lontano dalla fontana, il cavallo di Edgardo,
fermatosi d'improvviso, rizzò le orecchie, impennossi e per due volte,
punto dagli speroni, ricusò di andare avanti, come se gli fosse
dinanzi qualche oggetto che lo spaventasse. Ravenswood, dopo avere
vôlti gli occhi per ogni intorno, vide fra mezzo agli alberi e alle
rovine, una donna seduta sulla stessa pietra, ove si stette in
compagnia di Lucia, quando l'un l'altro il giuramento di eterno amore
si diedero. La prima idea offertasigli all'animo fu, che Lucia avendo
immaginato che egli si terrebbe su quel sentiero, si fosse colà
trasferita per confortarlo almeno a sostenere la comune sciagura, e
per congedarsi l'estrema volta da lui. Dopo aver fatti nuovi inutili
sforzi per mandare innanzi il cavallo, finalmente ne scese, e legato
l'animale ad un albero, corse alla fonte gridando: „ Miss Asthon!
Lucia! „

L'oggetto di femminili forme che egli avea colà contemplato, si volse
immantinente verso di lui. Ma qual fu la sorpresa di Edgardo! In vece
di scorgere i lineamenti della figlia del lord Cancelliere, gli si
pararono agli occhi le luride sembianze della vecchia Alisa. Rimase
attonito per lo stupore, e più grave e misto d'involontario
atterrimento il rendettero e la singolarità dell'abito, che era un
drappo bianco, o piuttosto bigio, affatto simile a funereo lenzuolo,
entro cui avvolgeasi da capo a piè le fantasima e la statura che parea
più grande e diritta della statura consueta di Alisa, e soprattutto lo
strano fenomeno di veder sola e lontana quasi un miglio dalla sua
dimora una donna inferma, cieca e decrepita. Continuando egli ad
avviarsi verso quella visione di femmina, questa mise innanzi una mano
come per vietargli di procedere oltre. Un pallor di morte coprivale il
volto, e movea le labbra, come se articolasse parole, benchè non
facesse udire suono veruno. Egli proseguiva nondimeno, allorchè si
alzò in piede la larva, e camminando all'indietro sparve e si nascose,
non v'ha dubbio, fra i diroccamenti, o fra le vicine boscaglie.

Non mancava certamente di coraggio il sere di Ravenswood; ma il suo
spirito non essendo inaccessibile alle idee superstiziose che
generalmente allor dominavano, si persuase con facilità di avere avuta
una soprannaturale apparizione, e rimase alcuni istanti immobile sul
sito ove avea cessato di scorgerla. Per ultimo, chiamando intorno
all'animo tutta l'intrepidezza di cui era capace, si avvicinò alla
pietra su della quale avea veduto assiso lo spettro; ma nulla
annunziava che un ente mortale vi si fosse avvicinato, e l'erbe che le
crescevano attorno, non apparivano pêste di sorte alcuna. E parimente
addentratosi nelle boscaglie, per mezzo a cui gli sembrò sparisse la
straordinaria visione, nemmeno ivi scorse verun indizio che vi fosse
trascorsa, o vi stesse.

Colla mente ingombra di tutte quelle idee stravaganti e confuse che
vanno unite alla persuasione di aver veduto un tremendo prodigio, il
sere di Ravenswood ritornò laddove lasciato avea il cavallo, non senza
guardarsi addietro più di una volta, per verificare se il misterioso
ente fosse ricomparso. Ma o avess'egli veduto una creatura viva,
o uno Spirito, o non fosse che giuoco d'un'agitata fantasia
cotest'apparizione, certamente il prodigio non si rinnovellò a' suoi
sguardi, e trovò il suo cavallo tutto molle di sudore, e tremante, in
sentenza del cavaliere, di quella angoscia e paura che supponeasi
inspirare agli animali la presenza di uno Spirito o di una fantasma.
Benchè lo facesse camminar di passo, e lo accarezzasse colla mano per
acchetarlo, durarono per qualche tempo nel palafreno i moti convulsi,
come se avesse paventato di scorgere fra ciascun albero qualche nuova
cagione di atterrimento.

„ É egli possibile, pensava fra se medesimo, che i miei occhi m'abbiano
in tal guisa ingannato? Non ho io riconosciuti i lineamenti della
vecchia Alisa, benchè, a quanto pareami si tenesse più ritta del
solito, e più alta ne apparisse la statura, e il camminar più
leggiero? Che mai le infermità di questa vecchia fossero finte a solo
fine di eccitare l'altrui compassione? O dovrei io prestar fede a
quanto finora chiamai pregiudizj del volgo, e pensare che costei tenga
commercio collo spirito delle tenebre, o che qualche ente
soprannaturale ne abbia prese le sembianze per comparire al mio
sguardo? Voglio schiarire un tale mistero, e procurarmi un dato
stabile su cui fondar le mie idee. „

Fermo in tale proposito, si condusse all'orto di Alisa. Aperta erane
la porta, ma benchè facesse bellissima giornata, e il sole in
quell'ora scaldasse con più copiosi raggi la terra, non vide la
vecchia seduta sullo scanno, ov'era solita a trascorrere sotto il
salce piangente il suo tempo. Accostatosi alla casupola, udì una voce
femminile che mandava gemiti e grida. Picchiò alla porta, ma niun gli
rispose; onde dopo avere aspettato alcuni istanti, alzò il saliscendi,
entrò nella camera, e si trovò nel soggiorno del lutto e della
desolazione. Vedeasi steso sul letticciuolo, ove la misera cieca avea
esalato l'ultimo respiro, il corpo della medesima inanime, nè ancor
per intero agghiacciato dal freddo di morte. La giovinetta che
dimorava con essa, seduta ad un angolo della stanza, si contorcea le
mani, mettea singulti, e parea lottasse fra il dolore inspiratole
dalla morte della sua vecchia compagna, e la tema che l'idea di starsi
presso un cadavere in lei risvegliava.

Lungi dall'apportarle calma la presenza del sere di Ravenswood, parve
che le eccitasse moti di sorpresa, e pressochè di spavento. Poichè il
Sere si fu adoperato a confortarla e a farla tranquilla, questa
finalmente gli disse: „ Vi siete sollecitato, lo vedo; pure giungete
ancor troppo tardi. „ Non potendo Edgardo comprendere il significato di
queste espressioni, le mosse varie domande, e venne per ultimo a
sapere, che Alisa, sentitasi assai male tutta la notte, aveva mandato
a chiamare una vecchia sua vicina, colla quale s'intertenne quanto
tempo le forze sue le permisero; e che accorgendosi dell'approssimare
del momento estremo, l'avea incaricata di correre al castello di
Ravenswood per pregare il sere di questo nome a trasferirsi da lei; e
calcolando il tempo, la vecchia messaggiera poteva appena esservi
arrivata, mentre la giovinetta parlava. Ma i corrieri spediti dai
poveri sono per lo più negligenti, e fu verificato in appresso che la
donna scelta a tale ufizio dalla moribonda, nemmeno si lasciò vedere
al castello.

„ Intanto, continuava il suo racconto Barbara, mistress Alisa
manifestava somma impazienza; e l'agitazione del suo spirito sembrava
aumentarsi a proporzione del diminuir delle forze. Pochi istanti prima
di morire, l'ho udita volgere al cielo ferventissimi voti, perchè gli
concedesse di vedervi anche una volta, e di potervi di nuovo
rammentare le cose che vi aveva raccomandate. Ella è morta quando la
campana del vicino villaggio sonava un'ora. „

Ultimi detti della giovinetta che trassero a fremere Ravenswood, il
quale avea udito il tocco dell'ora pochi istanti prima della visione
che atterrì sì fattamente il suo cavallo; onde quasi più non potea
starsi dal dubitare, che questo non fosse stato lo spettro della
defunta.

Per un riguardo, così ai doveri della umanità, come alla memoria di
una donna mostratasi sempre affezionatissima alla casa di Ravenswood,
Edgardo si prese cura delle esequie da celebrarsele. Udì da Barbara il
desiderio espresso per più riprese dalla defunta di essere sepolta in
un cimiterio situato presso l'osteria della _Tana della Volpe_, in
mezzo a cui trovavasi la tomba edificata ab antico per accogliere le
mortali spoglie de' Ravenswood. Ed era tal cosa conforme alle usanze
dei vassalli di Scozia, i quali per lo più bramavano che le loro
ceneri andassero a giuocare vicino a quelle degli antichi lor
feudatarj; ultima prova d'affetto che ad essi porgevano, e ricompensa
ad un tempo di questo affetto. Premuroso Edgardo di compiere gli
estremi voti di quella meschina, incaricò Barbara di ricercare nel
vicino villaggio alcune donne che venissero a prestare gli ultimi
ufizj a que' mortali avanzi, offerendosi, finch'ella tornasse, di far
la guardia al cadavere; rito che aveasi per indispensabile nella
Scozia, come il fu altre volte nella Tessaglia.

Partita Barbara, Ravenswood si trovò per circa mezz'ora da solo a solo
a custodire il corpo esanime di colei che pochi istanti prima gli era
comparsa in ispirito; così egli credea, a meno che i suoi occhi e la
sua immaginazione non lo avessero nella più strana delle guise
abbagliato; complesso inusitato di circostanze che, ad onta di
posseduto naturale coraggio, in un vivissimo orgasmo il tenea.

„ Ella è morta, ei pensava, pregando fervorosamente il cielo che le
concedesse di vedermi anche una volta. Sarebb'egli dunque possibile
che un voto concepito con vivacità ed ardore nell'ultima agonia della
natura, potesse, anche dopo il nostro scioglimento, esser compiuto?
Sarebbe possibile che l'anima, prima di lanciarsi fuor dei limiti di
questo mondo mortale, serbasse la facoltà di mostrarsi a chi vi abita
tuttavia, vestita delle forme da essa un tempo animate? E perchè, e a
qual fine, tale sovvertimento delle leggi della natura sarebbe
permesso? Vane ricerche! La morte sola può appagarle, e ne fa d'uopo a
tal fine essere privi del calore di vita come quest'ente inanimato che
mi sta innanzi agli occhi. „

Così parlando, volse un guardo sul cadavere, e provando tal quale
ribrezzo a contemplare più a lungo quelle morte sembianze, le coperse
con un lenzuolo. Indi si assise sopra una scranna di scolto legno, che
portava gli stemmi della famiglia di Ravenswood; vecchio arnese di cui
era riuscita ad impossessarsi Alisa, mentre i creditori, gli ufiziali
della curia e i servi faceano preda delle suppellettili del castello
che il defunto Lord costretto videsi abbandonare. Cercò intanto di
sbandire, quanto il poteva, dalla sua mente, le superstiziose idee di
cui l'aveano le dianzi narrate cose ingombrata. E per vero dire,
stavano già in quella mente assai lugubri pensieri senza che ne
accrescessero la tetraggine i terrori derivati da soprannaturali
avvenimenti. Non bastava forse, dopo essersi veduto l'amante riamato
di lady Asthon, l'amico apprezzato e onorato dal padre della medesima,
trovarsi solo, abbandonato, e custode del cadavere di una vecchia
morta nello squallore lagrimevole dell'indigenza?

Fu nondimeno liberato d'un incarico sì penoso, più presto di quanto
avrebbe potuto ragionevolmente sperare, mediante il ritorno di
Barbara, che veniva, per valermi di una espressione militare, a
cambiarlo, accompagnata da tre donne del vicino villaggio, situato
alla distanza circa di un quarto di miglio di lì, e che erano accorse
con maggior sollecitudine di quanta poteva da esse aspettarsi.
Certamente, in qual si fosse altra occasione, si sarebbero affrettate
meno, essendo una di queste paralitica, l'altra zoppa, più che
ottuagenaria la terza. Quest'ultima, grande, fornita di forte
complessione, e ad onta degli anni, non priva affatto dell'antico
vigore, era quella medesima che avea trascorsa una parte della mattina
colla defunta. Compiacendosi le menzionate femmine della preferenza
che Barbara avea lor conceduta nel chiederle a questo funebre
incarico, non perdettero un istante per venirlo ad assumere; perchè
non avvi nella Scozia contadino d'entrambi i sessi che non faccia a
gara per vedersi scelto alla cerimonia di prestar le esequie ad un
morto. Non saprei dire, se ciò fosse per una conseguenza dell'indole
grave ed entusiastica, caratteristica, non v'ha dubbio, del popolo
scozzese, o se per una ricordanza di antiche idee, giusta le quali
l'istante degli onori funerei prestati ai morti ne diveniva uno di
godimento pei vivi; ond'è che i lauti pasti, ed anche l'ubbriachezza,
andavano e vanno per lo più in questo paese congiunti alle esequie de'
trapassati. Ma quanto piacere gli uomini provavano nella parte
sollazzevole di cotal festa, detta _Dirgie_, altrettanto ne traevan le
donne, dalla più trista; dalle cure cioè che voglionsi dare al defunto
prima di consegnarlo alla terra. Aggiustare le membra irrigidite dalla
morte sopra una tavola preparata a tal uopo, avvolgere in un bianco
lenzuolo il cadavere, collocarlo entro la bara, erano fazioni che
affidate venivano alle vecchie, e in cui le vecchie singolarmente si
deliziavano.

Giunte le tre sibille insieme a Barbara, salutarono il sere di
Ravenswood con un cupo sorriso, per cui gli tornò alla memoria lo
scontro che Amleto fe' colle streghe in mezzo al prato inaridito di
Forrer. Le fornì d'alcun po' di danaro, e raccomandò loro di prestare
gli usati ufizj al cadavere di Alisa; commissione che di tutto buon
grado accettarono, non senza fargli intendere come fosse necessario
ch'egli abbandonasse quella casupola, prima di incominciar elleno i
loro riti. Nulla di meglio Edgardo auguravasi, e rimase ivi sol quanto
facea di mestieri per chiedere in qual parte avrebbe potuto trovare il
custode del cimiterio, ove lasciò la defunta di essere sepolta, e
chiamato l'Eremitaggio, a fine d'avvertirlo che le preparasse il luogo
dell'ultimo domicilio.

„ Non faticherete molto a trovare John Mortsheugh, gli disse la
decrepita fra le tre parche; egli abita vicino alla _Tana della
Volpe_, luogo ove si sono celebrati di gran bei banchetti a motivo di
funerali; che già una cosa non può starsi senza dell'altra. „

„ É ben vero, commare, disse la zoppa appoggiandosi ad una stampella
che correggea il difetto di una gamba più di tre pollici corta
dell'altra, e mi ricordo ancora che ad uno di questi banchetti il
padre del sere di Ravenswood, qui presente, stese morto di una
stoccata per traverso al corpo il giovine Blackhall per un disparere
nato fra loro bevendo vino, o acquavite, ciò poco serve. Povero
giovine! arrivato a quella osteria allegro come un fringuello, e gli
toccò uscirne coi piedi innanzi! Spettò a me l'incarico di
seppellirlo. Quando n'ebbi ben bene asciugato il sangue, era il più
bel cadavere che mai si fosse veduto! „

Ognuno crederà senza fatica che il racconto di questa storiella
affrettò la partenza di Ravenswood; anche senza di ciò, infastidito a
morte di una tal compagnia. Ma nel tempo impiegato per andare a
ripigliare il cavallo, che lasciò legato ad un albero presso la siepe
di cinta dell'orto di Alisa, e per istringere le cinghie della sella,
e per apparecchiarsi a montarvi sopra, non potè a meno di udire un
dialogo di cui erano, interlocutrici la ottuagenaria e la zoppa, egli
argomento. La degna coppia erasi trasferita nell'orto per cogliervi
ramerino, timo e altre erbe aromatiche, una parte delle quali doveva
andare sul corpo della defunta, e la parte superflua venire adoperata
ad uso di suffumigi alla stanza. La paralitica, già stanca per la
corsa fatta, rimaneva intanto a custodire il cadavere, per paura che
le streghe, o gli Spiriti, o i demonj se ne venissero ad impadronire.
Dunque il sere di Ravenswood intese per necessità il seguente tratto
di scena.

„ Bel gambo di cicuta, o Ersilia! la zoppa dicea. Quante streghe ne'
tempi andati non avrebbero abbisognato di migliore cavalcatura per
attraversar l'aria a chiaro di luna e discendere fino nelle cantine
del re di Francia! „

„ Dite bene, Lavinia, rispondeva l'ottuagenaria. Ma oggidì, anche il
diavolo è divenuto duro quanto il lord Cancelliere e i signori del
Consiglio privato, che hanno tutti cuori di sasso. Fino i ragazzi ci
trattano come streghe; e sì! potremmo ben venti volte dire il
paternostro al rovescio, e il diavolo non ci comparirebbe nemmeno. „

„ L'avete mai veduto, Ersilia? „

„ No; altro che in sogno qualche volta, e m'aspetto bene, un dì o
l'altro, di essere bruciata per questo. Ma tanto fa! Lavinia, guarda
il bel dollaro datoci dal sere di Ravenswood! Con questo manderemo a
provvederci di pane, di birra e di tabacco, d'un po' d'acquavite che
brucieremo collo zucchero, e venga, non venga il diavolo, commare, ad
ogni modo non passeremo meno allegramente la notte. „

Accompagnò questi detti di un riso, onde la pergamena grinza delle sue
guance fece udire uno scroscio molto simile al verso di un
barbaggianni.

„ Il sere di Ravenswood, riprese a dire la zoppa, è una persona di
garbo, un uom generoso, e soprattutto un bel giovine, largo di spalle
e stretto di arnioni. Oh sarà pure il bel cadavere! Vorrei io la
commissione di seppellirlo. „

„ Eh, sorella mia! soggiunse l'ottuagenaria. Gli sta scritto in fronte,
che nè man d'uomo, nè man di donna lo stenderà sulla bara; potete
esserne certa; lo so da buona banda. „

„ Morirà dunque sul campo di battaglia, come la maggior parte de' suoi
vecchi hanno fatto? O morirà di ferro, o di fuoco? „

„ Non mi fate altre interrogazioni; credo però che non avrà lo stesso
onore che ebbero i suoi vecchi. „

„ Voi sapete, è vero, quelle cose che tanti non sanno, Ersilia; ma chi
dunque vi ha contate tutte queste particolarità intorno al sere di
Ravenswood? „

„ Non pensate a ciò: badate solo a quel che vi dico. „

„ Però, mi assicurate di non avere mai veduto il diavolo? „

„ Oh! quel che dico lo tengo da buon canale, come se l'avessi veduto.
La sorte di quel giovine era stata predetta, che egli non aveva anche
addossata la prima camicia. Le predizioni mi sono state spiegate sol
questa mattina, e si verificheranno, benchè abbiam fatto tutto il
poter nostro per impedirlo. „

„ Zitta! odo il calpestio del suo cavallo Uhm! lo strepito che fa
camminando non augura niente di bene. „

„ Non venite mai, commari? gridò intanto la paralitica da starsene
entro la casa. Facciamo e diciamo tutto quello che è da farsi e da
dirsi. Se non ci spicciamo, le membra diverranno stirate; e lo sapete!
ciò porta male ventura. „

Ravenswood si era già allontanato tanto che non poteva oltre udire i
discorsi di queste femmine. Certamente, ei teneva in alto disprezzo la
maggior parte de' pregiudizj intorno alla fattucchieria, ai presagi,
alla divinazione, comunque dominassero con tanta generalità in tutta
la Scozia, che chi mostrava sol dubitarne, veniva riguardato più empio
d'un turco o d'un ebreo. Niuno il pareggiava nell'esser persuaso, che
tante volte il timor della morte e i tormenti aveano forzate tante
povere vecchie infermicce a confessarsi colpevoli di stregoneria; nè
ignorava come tal confessione di un immaginario delitto fosse stata il
fondamento di tante assurde e crudeli condanne, che hanno nel secolo
decimosettimo disonorati i tribunali della Scozia. Ma l'apparizione
immaginaria, o reale, veduta in quella mattina, gli avea ingombrato di
tante idee superstiziose lo spirito, che si sforzava invano a
sbandirle del tutto. Nè era per dir vero troppo atta a dissiparle la
faccenda per cui trasferivasi all'osteria della _Tana della Volpe_,
ove non tardò molto ad arrivare.

Prese ivi notizie intorno all'abitazione dì Mortsheugh, custode del
cimiterio, detto l'Eremitaggio, ove il cadavere di Alisa doveva aver
sepoltura; e dettogli che la casa di costui era alla metà del muro di
cinta di questo soggiorno dei trapassati, a quella volta avviossi.
Giacea il ridetto cimiterio fra due monti, entro picciola e stretta
valle, bagnata da un limpido ruscello che sorgea d'una roccia, a piè
della quale la natura avea scavata una grotta, cui l'arte in appresso
diede internamente la forma di croce. Era questo difatto
l'eremitaggio, entro del quale in remotissima età un qualche anacoreta
sassone avea fatta penitenza, e lasciò poi al luogo il nome che
tuttavia rimanevagli. Ne' tempi più vicini a noi, la ricca abbazzia di
Coldingham aveva quivi fondata una cappella, ma di questa non vedeasi
altro vestigio fuor del cimiterio che la ricignea, dove tuttavia
venivano sepolti quelli che aveano, prima di morire, mostrata vaghezza
di tal soggiorno pe' lor corpi fatti cadaveri. Alcuni tassi solitarj
verdeggiavano tuttavia in quel sacro recinto, che aveva altre volte
accolte le frali spoglie di tanti nobili baroni ed illustri guerrieri;
ma caddero in dimenticanza i lor nomi, e vennero distrutti i monumenti
innalzati ad onor de' medesimi, intantochè durava ancora il rozzo
sasso, foggiato a guisa di pilastro, che indicava il luogo, ove
persone d'infima classe erano state sepolte.

L'abitazione del custode era una casupola appoggiata al muro del
cimiterio, e sì bassa, che il tetto di essa toccava quasi terra dalle
due bande. La stoppia da cui questo tetto era coperto, divenuta col
tempo un terriccio, alimentava numerose famiglie di vetriuole, di
semprevivi, e d'erbe d'ogni specie, in guisa che a primo aspetto,
lungi dal credere quell'edifizio un soggiorno di viventi, ognuno
l'avrebbe giudicato uno di quei cumuli artifiziali di terreno
adoperati ne' tempi addietro per far coperchio ai sepolcri. Avendo
Ravenswood picchiato alla porta della casupola, seppe che il custode
de' morti era andato a nozze, perchè costui accoppiava le due
professioni di giullare e di becchino. S'avviò quindi nuovamente alla
_Tana della Volpe_, lasciando avvertiti quelli della casupola, che
alla domane ei sarebbe ritornato per dar commissioni all'uomo dal
doppio impiego, utile a vicenda a chi piangeva e a chi avea voglia di
ridere.

Pochi istanti dopo l'arrivo di Ravenswood a questa osteria, vi giunse
un corriere del Marchese per avvertirlo, che il suo padrone non poteva
prima della mattina del successivo giorno raggiugnerlo; onde Edgardo
che, fuori di tal circostanza, sarebbe andato nella sera stessa alla
sua torre di Wolfcrag, risolvè di pernottare alla _Tana della Volpe_,
per aspettar quivi il suo nobil parente.



CAPITOLO II.

    „ AML. Cor di bronzo ha costui? scava una fossa,
      „ E di canto ha vaghezza. ORAZ. É ministero
      „ Consüeto per lui. Che antica usanza
      „ Piega e tempra a sua voglia umano affetto. „

                                   _Shakespeare._


Tremende visioni interruppero il sonno di Ravenswood, e le ore di
veglia ei trascorse turbato da amare ricordanze intorno al passato,
agitato da timori sull'avvenire, nè si accorse in questa effervescenza
d'idee, della durezza dell'unico materasso, su di cui stette adagiato,
o dell'orridezza della stanza assegnatagli; primo forse tra i
viaggiatori, che avendo pernottato in quel miserabil canile, non si
fosse lagnato la mattina sulla natura dell'alloggio; perchè il nostro
corpo è delicato a proporzione della tranquillità dello spirito.
Alzatosi di bonissima ora, e sperando dalla frescura del mattino quel
sollievo che dal riposo della notte non avea potuto ottenere, s'avviò
al cimiterio, lontano circa un mezzo miglio dalla _Tana della Volpe_.

Un leggier fumo turchiniccio, che incominciava ad innalzarsi dal tetto
della casa ove stava il custode, contraddistingueva il soggiorno de'
vivi da quello dei morti; onde Edgardo pensò che Mortsheugh fosse già
tornato a casa e alzato da letto, e passando dinanzi al cancello del
cimiterio, che trovò aperto, vide un vecchio che si affaccendava a
scavare una fossa, e da quell'indizio lo giudicò la persona che andava
cercando.

„ Sarà questo il mio destino, meditava Edgardo, ch'io non abbia mai
dinanzi gli occhi fuorchè scene di morte e lutto. Ma no; non voglio
avere la debolezza di dar adito a simili idee, nè di permettere che
s'impadroniscano del mio spirito; già la mia immaginazione le ha
coltivate anche troppo. „

Il vecchio, accorgendosi di Ravenswood, che gli veniva incontro,
interruppe il lavoro, e colle braccia appoggiate sulla sua vanga,
guardava l'altro come in espettazione di udire che cosa si volesse da
lui; ma vedendo che lo straniero continuava a tacere, aperse egli
stesso un parlamento quale ai proprj mestieri addiceasi.

„ Voi sarete un avventore che vien qui per un matrimonio, ne sono
sicuro. „

„ Chi può farvi creder così, amico mio? „ gli chiese il sere di
Ravenswood.

„ Gli è perchè, se nol sapeste, mangio a due tavole, e adoperando a
vicenda l'archetto e la vanga, ora assisto ai preliminari delle
nascite, ora alle conseguenze delle morti; e mi basta un'occhiata per
capire i bisogni di quelli che mi vengono a trovare. „

„ Questa volta nondimeno vi siete ingannato. „

„ Possibile? soggiunse il bidello dei morti guardando il forestiere con
maggiore attenzione. Eh! già, è tanto fragile la nostra vita!......
Aspettate; vi vedo sulle sopracciglia un segno..... qualche cosa in
somma che può essere egualmente indizio di nozze e di cataletto.
Basta! la mia zappa e la mia vanga sono ai vostri comandi, come il mio
archetto e il mio violino. „

„ Vorrei, gli disse Edgardo, che apparecchiaste un decente funerale per
una povera vecchia, di nome Alisa Gray, il cui soggiorno era a
Craigfoot, nel parco di Ravenswood. „

„ Alisa Gray! la cieca Alisa! É dunque morta finalmente? Anche questo è
un tocco di campana che mi avvisa di far fagotto. Mi ricordo tuttavia,
quando Hobby Gray condusse questa donna fra noi. Non era allora venuta
in discredito; e per essere inglese, avea il grillo di guardarci tutti
dall'alto al basso. Dov'è andata a stare adesso la sua superbia? — E
da quando? „

„ Da ieri a un'ora. Ha mostrato desiderio di essere sepolta qui vicino
al cadavere di suo marito. Voi saprete ove sia! „

„ Se lo so! Potrei nominare uno per uno tutti quelli che sono stati
sepolti qui nel giro di trent'anni, e mostrare il sito ove sta il
cadavere di ciascun d'essi. Ma converrà pensare a scavarle una fossa.
Dio mi aiuti! Non ci vuol mica una fossa delle comuni per una tal
donna; conviene che sia profonda almeno sei piedi; perchè, se è vera
sol la metà delle cose che Alisa ha dato a dire di se in vecchiezza,
certamente le sue commari, le streghe, sapranno farnela uscire per
condurla seco a baccano. Ma ch'io faccia una fossa di sei piedi, o di
tre, vorrei sapere chi mi pagherà? „

„ M'incarico io di pagare tutte le ragionevoli spese. „

„ Ragionevoli! Statemi bene ad udire. Già, la mia giornata per cavare
la fossa; poi, la tassa della campana, benchè la nostra campana sia in
pezzi; la cassa; la birra e l'acquavite per non lasciare a secco
queste fatiche; in somma, non vedo che possiate farla sotterrare
decentemente, come ne mostrate intenzione, a meno di pagarmi sedici
lire scozzesi. „

„ Eccole, ed anche qualche cosa di più. Abbiate dunque cura che il
tutto sia eseguito onorevolmente. „

„ Voi sarete, m'immagino, qualche parente suo d'Inghilterra, perchè ho
inteso dire che abbia fatto un matrimonio inferiore alla sua nascita.
Se così è, vi regolaste ottimamente lasciandola tribolare finchè è
vissuta, come vi regolate ottimamente adesso col procurarle una
decente sepoltura; perchè gli onori prestati ai defunti vanno più a
vantaggio delle loro famiglie che di loro stessi. Va bene! lasciar che
i parenti si cavino, come possono, d'impaccio, e paghino il fio delle
proprie pazzie finchè son vivi; ma sarebbe cosa contro natura il
permettere dopo la loro morte, che venissero sepolti a guisa di cani;
il disonore cadrebbe allora sull'intero parentado. Quanto al morto,
ciò non gli fa nè caldo, nè freddo. „

„ Se non m'inganno, soggiunse Ravenswood, che delle filosofiche
dissertazioni del grave becchino prendea non poco diletto, non vi
piacerebbe nemmeno che si trascurassero le cerimonie degli sposalizj. „

Il vecchio, i cui grigi occhi erano tuttavia vivacissimi, li fisò in
Edgardo con un sorriso che indicava aver egli compreso il senso di
tale osservazione; ma ripigliando immantinente la sua aria di gravità:
„ Le cerimonie degli sposalizj! no certo che non le vorrei veder
trascurate. Diamine! sarebbe un mancar di riguardo all'intera
popolazione. Conviene anzi celebrarle con tutta la possibile pompa, nè
risparmiare buoni conviti, unione d'amici, sonate d'arpa e di
salterio, e in mancanza di questi antichi stromenti, la musica di
flauto e di violino. „

„ E ardirei dire, soggiunse Ravenswood, che il solo violino potrebbe
tener vece di tutti gli altri. „

Il nostro guardiano del cimiterio diede nuovamente un'occhiata
scaltrita ad Edgardo: „ Certo; certo, rispose, quando vi sia chi sappia
sonarlo bene. Ma voi mi parlavate della sepoltura di Hobby Gray.
Eccola là in fondo, sotto la sesta pietra a mano manca, incominciando
da quel monumento in rovina che fu innalzato per un Ravenswood;
perchè, sebbene adesso non sia più il luogo ordinario dei loro
sepolcri, sta qui una buona quantità di costoro; chè se gli abbia il
diavolo quanti sono! „

„ A quanto sembra, non siete grande amico dei Ravenswood. „ Soggiunse
Edgardo, non soddisfattissimo di questa benedizione dispensata per
incidenza al suo nome e alla sua famiglia.

„ Amico di questa genìa! E chi potrebbe mai esserlo? si fece a dire
Mortsheugh. Finchè furono in auge per ricchezza e potenza, non sapeano
prevalersene in bene; oggi, che tengono bassa la cresta, a nessuno
importa se non la rialzano mai più. „

„ Io non sapea che questa sfortunata famiglia eccitasse così poca
compassione in paese. Vi concedo che è povera. Ma è questa una buona
ragione per disprezzarla? „

„ Eh! è una circostanza che fa qualche cosa, e credetemi. Qual mi
vedete, non trovo in me nulla che dovesse poi farmi disprezzar tanto;
eppure v'accerto, mi rispettano meno, ma meno assai che nol farebbero
se abitassi una casa a due piani. Tornando poi ai Ravenswood, ne ho
vedute tre generazioni; e il diavolo mi porti, se ve n'è una che sia
migliore dell'altre! „

„ Ed io credea che godessero buona opinione in paese, „ il lor
discendente dicea.

„ Quanto al vecchio lord, padre del Ravenswood morto ultimamente,
continuò il bidello de' morti, senza far mostra di badare all'ultima
osservazione d'Edgardo, io vivea ne' suoi fondi in tempo che io era
ancora giovine e vigoroso, e potea sonare allegramente la tromba, che
il fiato non mi mancava. Se mi parlaste poi di tromba marina, che ho
udito sonare alla presenza de' Lôrdi di questi dintorni, non mi dava
soggezione più di quel che possa darne ad un contadinello il suo
piffero. Sfido chi mi pareggiasse nel dare il segno di montare a
cavallo, o quello della battaglia. „

„ Ma qual corrispondenza vi è mai, mio caro amico, fra tutte queste
cose, e il defunto lord Ravenswood? „ Disse Edgardo, spronato da un
desiderio, assai naturale nello stato suo, di far ciarlare il vecchio
musicante sulle cose che alla famiglia di Ravenswood riferivansi.

„ Ve lo spiego subito. Ho perduto il mio fiato servendo questo Milord;
perchè dovete sapere che io era trombetta al castello, e mi guadagnava
il salario annunziando l'alba, l'ora del desinare, e il tramonto del
sole, e divertendo la brigata in altri momenti del giorno. Fin qui
andava bene la cosa. Ma quando venne in mente al Lord di mandare le
sue milizie verso il ponte di Bothwell per dar battaglia ai _wigh_,
che devastavano le nostre terre, pretese, o a torto o a ragione, che
montassi a cavallo e seguissi gli altri. „

„ Potea comandarlo, poichè eravate suo vassallo e suo servitore. „

„ Suo servitore? sicuro; ma per avvisare che il pranzo era all'ordine,
o che arrivava compagnia; non per incoraggiare a suon di tromba una
turba di fanatici, affinchè preparasse allegramente i propri corpi ad
essere pastura de' corvi. Ma pazienza fin qui! State ad udire quel che
accadde in appresso, e mi direte poi, se posso dir bene dei
Ravenswood. Partimmo dunque in una bella mattina della state, ai 24 di
giugno 1679, perchè me ne ricordo, come se fosse ieri; si udiva lo
strepito de' tamburi, gli archibusi luccicavano al sole, i cavalli
camminavano in buon ordine, quando chi ci stava sopra sapeva condurli.
Hackston di Rathillet difendeva il ponte di Bothwell colla fanteria
armata d'archibusi e di carabine, di picche e di falci; la cavalleria
ebbe ordine di passare il fiume a guado. Non ho mai avuta gran
propensione all'acqua, ma molto meno allora, vedendo sull'altra riva
più migliaia di uomini armati che ci aspettavano per salutarci. Il
vecchio Ravenswood stava a capo di tutti noi colla sciabola sguainata,
e gridando con voce di tuono: _avanti, avanti, seguitemi_; come se ci
avesse condotti ad una fiera. Era al retroguardo Caleb Balderston, che
vive ancora, e giurava per Gog e Magog, di passare da parte a parte il
primo che avesse sol volta indietro la testa. Mi era poi a fianco il
giovine Allano Ravenswood, oggidì il defunto Lord, che con una pistola
in atto di scattare, ed è stata una gran fortuna che non iscattasse,
mi gridava all'orecchio: _Sona, dunque poltrone! Sona, cane,
vigliacco, o ti brucio le cervella._ Figuratevi! mi rimaneva appena
quanto fiato bastava per conservarmi l'aria dentro i polmoni. Certo
che a tale scongiuro sonai la tromba; ma il canto di una gallina,
quando ha fatto l'uovo, è anche miglior musica degli squilli che
mandava allora il mio stromento. „

„ Non potreste abbreviare un poco queste particolarità „ soggiugnea
Ravenswood.

„ Abbreviarle? Andai a rischio di non poterle contare mai più, ed è per
questo rischio che ho ragione di lamentarmi. Finalmente, eccoci tutti
in mezzo dell'acqua, bestie ed uomini, sospingendoci gli uni gli
altri, e avendo ognuno all'incirca perduta la testa nel modo medesimo.
Dall'altra riva parea tutta una fiamma, tanto indiavolato era il fuoco
che que' maladetti _wigh_ faceano contro di noi. Finalmente il mio
cavallo mettea piede a terra, quando un grande e grosso mascalzone....
Potrei vivere ancor dugento anni, e mi ricorderei quella fisonomia, un
occhio di falco salvatico, una barba larga come la mia vanga.... non
mi stava lontano tre passi, quando mi volse al petto l'estremità del
suo lungo archibuso; io già mi tenea morto, allorchè per un effetto
della divina misericordia, impennatosi il mio cavallo, caddi a
sinistra, intanto che la palla mi fischiava a destra. In quel medesimo
istante il vecchio Lord gli menò sul cranio un sì tremendo colpo di
sciabola, che glielo spaccò in due parti, e lo sgraziato ebbe ad
accopparmi cadendomi addosso. „

„ Mi sembra però che il vecchio Lord vi prestasse in questa circostanza
un servigio, e che dovreste professargliene obbligazione. „

„ Dite davvero? Bel servigio! Prima espormi, volere non volere, ad un
tale pericolo; poi farmi cadere addosso il corpo d'un dannato di
_wigh_ che pesava almeno dugento libbre. Il fatto è, che d'allora in
poi ho perduto il fiato del tutto, nè posso far cento passi senza
ansare come la vecchia rozza d'un molinaro. „

„ E avrete forse perduto l'impiego di trombetta del castello? „

„ Altro che perduto! Non mi restava tanto fiato da soffiare una paglia.
Avea però una consolazione, ed era quella di vedermi mantenuti i miei
salarj, il mio nudrimento e il mio alloggio, col solo obbligo di
sonare a quando a quando il violino per divertire la compagnia, e se
non fosse stato quell'Allano Ravenswood peggiore ancor di suo
padre.... „

„ Come? esclamò Edgardo, il defunto lord di Ravenswood, vi tolse quanto
la liberalità del mio avolo.... volli dir di suo padre, vi aveva
conceduto? „

„ Sicuramente! Gettò ai cani tutto quello ch'egli possedeva, e ci
lasciò in balìa di questo ser Guglielmo Asthon, che non dando mai
nulla per nulla, mi scacciò dal castello in compagnia d'altri poveri
diavoli, che vi trovavano, al pari di me, la sussistenza e
l'alloggio. „

„ Ma se lord Ravenswood beneficò i suoi subalterni sintanto che n'ebbe
la forza, mi sembra ch'egli dovesse almeno aspettarsi per parte loro
un po' di maggior riguardo alla sua memoria. „

„ Voi siete poi padrone di pensarla come volete, rispose l'ostinato
guardiano del cimiterio; ma non arriverete mai a darmi ad intendere,
che egli abbia, regolandosi come ha fatto, adempiuti i proprj doveri,
nè verso gli altri, nè verso se stesso. Non poteva forse regalarci a
vita una casupola, un pezzetto di terra? É una bella giustizia questa,
che ai miei anni, e co' miei reumatismi, io debba rimanermene in
questo miserabil tugurio, soggiorno più conveniente ai morti che ai
vivi, perchè Allano di Ravenswood non ha saputo amministrar con
giudizio le proprie sostanze! „

„ Pur troppo è vero, pensò Ravenswood; il gastigo del dissipatore non
si limita ai patimenti suoi personali, e i danni che derivano dal suo
fallo si estendono ancor più lontano. „

„ Mi consolo unicamente d'una cosa, aggiunse Mortsheugh. Il giovine
Edgardo, il presente sere di Ravenswood, pagherà il fio di tutto il
male che ho ricevuto dalla sua razza. „

„ Sì? Di grazia in che modo? „

„ Dicono che sta per isposare la figlia di lady Asthon. Se arriva a
mettere il capo sotto l'ala della moglie del lord Cancelliere, vi
giuro che non ne ritira più il collo. Ch'io possa morire, se ne' panni
suoi avessi mai presa una tale risoluzione! Non mi sarei mai abbassato
dinanzi a quella superba femmina; e avrei avuto vergogna di far bollir
la mia pentola colle sue carità. Vedete dunque che non posso augurar
nulla di peggio a questo giovine, a danno del suo onore e della sua
tranquillità, quanto il vederlo congiunto in parentela co' nemici
della sua famiglia, con coloro che ne usurparono i dominj, e hanno
scacciato me dal castello nella stessa maniera che i suoi legittimi
proprietarj. „

Cervantes, aggiustatamente osserva, che piace la lode, pronunziata
anche dal labbro di un pazzo; e che la censura e gli encomj fanno
impressione in noi, sebbene non teniamo in conto le opinioni su di cui
si fondano. Ravenswood reiterò severamente al becchino gli ordini che
ai funerali d'Alisa si riferivano, e si partì coll'amaro convincimento
che le sue nozze con Lucia, se fossero accadute, avrebbero destate
eguali idee di disapprovazione presso il ricco ed il povero, presso il
nobile ed il borghese, come nell'animo di quell'ignorante ed egoista
contadino le aveano eccitate.

„ E mi sarò dunque avvilito a dar motivi di pensare e parlare così
sopra di me, per espormi inoltre al rossor d'un rifiuto! Oh Lucia! gli
è d'uopo che la tua fede sia pura e perfetta, siccome diamante il più
apprezzato, se dee compensarmi del disonore, di cui stanno per
opprimermi il contegno di tua madre, e l'opinione degli uomini! „

Alzando gli occhi vide il marchese di Athol, che giunto poc'anzi alla
_Tana della Volpe_, e avendo inteso ove era andato il suo parente,
venivagli incontro.

Dopo vicendevoli saluti, il Marchese si scusò con Edgardo per non
avere potuto raggiugnerlo la sera innanzi. „ Io ne avea l'intenzione,
gli disse, ma ho scoperto un tale segreto che mi ha persuaso a
differire alcun poco la mia partenza dal castello di Ravenswood. Son
venuto a sapere certo amoretto celato, e benchè io dovessi fino ad un
certo punto lamentarmi di voi, mio caro parente, che non me ne avete
fatto cenno, essendo io in qualche modo il capo della famiglia....... „

„ Con vostra permissione, Milord, rispose gravemente Ravenswood, vi
sono oltre modo grato delle premure che vi piace prendervi a mio
favore; ma non posso stare dall'avvertirvi, che sono io il capo della
mia famiglia. „

„ Lo so, lo so. Ciò è vero in senso strettamente araldico e
genealogico. Quanto intendo dire si è, che essendo voi in tal qual
modo sotto la mia tutela....... „

„ Mi prendo la libertà di dirvi, Milord........ „ rispondea Edgardo, che
interruppe il Marchese con un tuono da far temere non durevole la
concordia fra i due parenti. Ma per buona sorte furono interrotti
entrambi dal guardiano del cimiterio, che ansante corse a chiedere se
i loro Onori, giunti all'osteria, bramerebbero un po' di musica, come
compenso del cattivo desinare che sicuramente vi avrebber trovato.

„ Non abbiamo bisogno di musica „ rispose aspramente il sere di
Ravenswood.

„ Vostr'onore non sa che cosa rifiuti (rispose il giullare colla
impertinente franchezza che è attributo solito di tal professione). Vi
sonerò le più belle arie scozzesi, meglio che nol possa fare qualsisia
altro musicante in un circuito di trenta miglia all'intorno; e accordo
il mio violino in men tempo che non vi vuole ad attaccare una vite a
una bara. „

„ Lasciateci in pace „ disse il Marchese.

„ E se vostro Onore è del nort della Scozia, come l'accento me lo dà a
credere (continuò il musicante becchino), vi potrò sonare tutte le
arie delle contee di Sutherland, di Caithness e del paese di Athol. „

„ Ritiratevi caro amico; voi disturbate i nostri discorsi. „

„ E se siete nel numero di quelli che si chiamano _onesta gente_,
aggiunse sbassando la voce Mortsheugh, vi sonerò

    — Viva il vero nostro re! —

ovvero

    — La corona, retaggio degli avi
      Agli Stuardi rendete, o Britanni —

Non si corre nessun pericolo. La padrona dell'osteria è donna prudente
e ragionevole. Basta spendere in casa sua e pagarla bene, siate
_wigh_, o _Tori_, non lene importa. Non intende nulla di quel che si
dice, o si canta, e il suono dei dollari solamente le fa allargare le
orecchie. „

Il Marchese, ch'era stato alcune volte sospettato di parteggiare
segretamente pel re Giacomo, non potè starsi dal ridere, e gettò un
dollaro al cantore guardiano de' morti, dicendogli d'andare a sonare
il violino alla gente di servizio, se veramente abbisognava di
uditori, ma di subito ritirarsi.

„ Ebbene, signori miei, disse il becchino, vi do il buon giorno. Io
avrò motivo di consolarmi pel dollaro che ho ricevuto, voi di
rattristarvi per non avere udita la mia musica. Vado prima a terminare
una fossa che ho incominciata; dopo di che andrò a procacciarmi
l'altro mio pane, e a provare se i vostri servi hanno orecchio più
armonico dei loro padroni. „



CAPITOLO III.

    „ Dissero i saggi, e il so per prova anch'io,
    „ Che anni, ragion, fortuna e lontananza,
    „ Spesso d'amore han vinta la possanza. „

                              _Henderson._


„ Or che finalmente ci siamo liberati da questo impertinente
cantimbanco, disse il Marchese, desidero raccontarvi in poche parole
quanto ho fatto a vostro favore, saputa l'inclinazione che avete
concepita per la figlia di ser Guglielmo Asthon. É oggi la prima volta
che ho veduta per alcuni minuti questa giovinetta; laonde non
conoscendo io le sue qualità personali, posso dire, senza farle torto,
che la vostra scelta avrebbe potuto essere migliore. „

„ Torno a ringraziarvi, Milord, delle premure che avete voluto
prendervi per le cose mie, rispose Ravenswood. Io però non avea
pensato a darvi sì fatto incomodo. Poichè dunque conoscete la
parzialità del mio cuore verso miss Asthon, ecco quanto mi limito a
dirvi su di ciò. Non v'immaginerete, spero, ch'io ignorassi a quali
censure potea espormi qualunque anche remota idea di cercarmi moglie
nella famiglia di ser Guglielmo, e che se ad onta di tutto questo, mi
son tanto innoltrato in simile affare, mi avranno spinto motivi, a mio
parere, più forti di quanti giudizj il mondo possa profferire a tale
proposito. „

„ Se m'aveste lasciato andare al termine del mio discorso, caro
parente, vi sareste risparmiato il bisogno di far questa osservazione.
Ho dubitato sì poco della ragionevolezza e validità de' motivi dai
quali avrà preso norma la vostra condotta nel presente caso, che non
ho omessi quanti modi io potea, salve le convenienze, adoperate per
indurre gli Asthon a conciliare colle proprie le vostre idee. „

„ Vi son grato, Milord, di avere intromessa una meditazione che da me
per altro non era stata promessa; e questa mia gratitudine è tanto
maggiore, perchè la Signoria vostra non avrà, spero, spinti i suoi
buoni ufizj oltre i limiti, che non sarebbe stato decente a me
medesimo l'oltrepassare. „

„ É cosa di cui potete esser sicuro, caro parente. L'affare era assai
delicato, nè avrei voluto, nè potea temersi da me che io volessi
esporre ad una comparsa umiliante, o anche equivoca, a petto di gente,
come gli Asthon, un sì prossimo attenente della mia famiglia. Mostrai
loro quanto fosse vantaggioso per essi il maritare la loro figlia ad
un uomo uscito di antica e splendida prosapia, e collegata colle
primarie case della Scozia. Spiegai loro con precisione lo stretto
grado di parentela che passa fra voi e me. Toccai ancora la
possibilità che gli affari politici prendessero un diverso giro, e che
i matadori d'oggidì, divenissero carte basse nel prossimo Parlamento.
Non tacqui di riguardarvi piuttosto come un figlio, o un nipote, che
come un agnato in grado remoto, e di prendermi a cuore i vostri
affari, quanto i miei affari medesimi. „

„ E qual fu l'esito di un tale colloquio? „ chiese Ravenswood, pavido
sempre che fosse stata vulnerata la sua dignità.

„ Il lord Cancelliere avrebbe intese pel suo verso le cose, il Marchese
ripigliò. Egli non ha nessuna voglia di perdere la sua carica, e
comprendendo ottimamente, quanto diverrebbe per lui vacillante, se gli
affari dell'amministrazione cambiassero, non gli spiacerebbe di
assicurarsi un saldo puntello. Sa calcolare ad uno ad uno i vantaggi
che gli deriverebbero da tal parentado; e per dire la verità, si
dimostra assai propenso a vostro favore. Ma!..... quella lady Asthon
che se lo tiene schiavo del tutto..... „

„ Continuate di grazia, Milord, soggiunse Ravenswood, accortosi che il
Marchese non avea quasi il coraggio di proseguire. Bramo conoscere la
conclusione di questo singolare colloquio. Non abbiate verun riguardo.
Mi sento forza per ascoltare pazientemente qualunque cosa intorno a
ciò che siete per dirmi. „

„ Ne ho piacere, rispose il Marchese; ma arrossirei quasi, se dovessi
raccontarvi la metà de' propositi che costei mi ha tenuti. Basti il
dirvi ciò! Una direttrice di una scuola di educazione non ha mai
ricusata con maggiore alterezza l'inchiesta di un ufiziale, messo a
mezza paga, che aspirasse a corteggiare l'unica erede di un
proprietario di vaste piantagioni nelle Indie occidentali. Lady
Asthon, mio caro parente, ha ributtate in indegno modo quante proposte
ho potuto (senza dimenticare i riguardi dovuti a me medesimo)
presentarle a vostro favore. Non arrivo a comprendere quali sieno i
divisamenti di questa donna sulla sua figlia; perchè certo, non
potrebbe collocarla in modo più decoroso. E quanto alla ricchezza, è
cosa alla quale per l'ordinario pensa più di lei il lord Cancelliere.
Io credo veramente che vi odii per avere voi quella nobiltà di nascita
che manca a suo marito, e fors'anche perchè non possedete più i dominj
che sono passati nella casa Asthon. Ma tronchiamo un discorso che non
dee riuscirvi piacevole; poi, eccoci già al luogo della nostra
fermata. „

Un denso fumo che usciva da tutte le crepature, e non erano poche,
delle muraglie della _Tana della Volpe_, indicava le sollecitudini del
cuoco da viaggio del marchese di Athol, per apparecchiare un pranzo
degno di essere imbandito al suo padrone, e tale, che quella
miserabile osteria non ne avea mai veduto un compagno. Edgardo si
fermò un istante dinanzi alla porta.

„ Milord, diss'egli al suo congiunto, solamente un caso potea farvi
istrutto di tal segreto, che per fatto di mia volontà neppur voi
avreste scoperto, almeno da qui a qualche tempo; di un segreto il
quale doveva esser unicamente conosciuto alla persona che vi ha
interesse al pari di me. Ma poichè dovea pervenire all'orecchio di un
terzo non mi spiace che siate stato voi questo terzo e rendo compiuta
giustizia all'affetto di parente che mi dimostrate. „

„ Potete credere, rispose il Marchese, che un tale segreto sarà
conservato finchè io ne sia il solo depositario. Non vi celo però che
sarei soddisfattissimo, se vi vedessi abbandonare un'idea nella quale
non potreste durare più lungamente senza far torto a voi stesso. „

„ Questa è cosa che saprò giudicare da me medesimo, Milord; e spero
saprò mettere nel mio contegno tanto di delicatezza e dignità, quanto
i miei amici ne possano desiderare. Infine, io non ho fatto veruna
inchiesta nè a ser Guglielmo, nè a lady Asthon. Non ho contratti
obblighi che colla loro figlia, la condotta della quale servirà di
norma alla mia. Se ad onta della mia povertà ella continua a
preferirmi ai ricchi partiti, che certamente le proporranno i suoi
genitori, devo anch'io sagrificar qualche cosa ad un affetto tanto
sincero. Posso per lei dimenticare l'orgoglio della nascita e i
pregiudizj profondamente radicati di un odio ereditario. Se in vece,
miss Lucia cambia di sentimenti verso di me, spero che i miei amici
terranno celata questa mia umiliazione. Quanto ai nemici, saprò
costringerli io stesso al silenzio. „

„ Questo è parlare da un uomo assennato, disse il Marchese. Per parte
mia, vel confesso, mi spiacerebbe se un tale affare procedesse più
innanzi. Che cosa era questo ser Guglielmo Asthon, vent'anni fa? Un
avvocatuccio, non privo per vero dire, d'ingegno pratico nelle leggi,
e soprattutto espertissimo nel farle parlare a seconda dei proprj
interessi. Si è sollevato a furia di cabale; e col vendersi sempre al
maggior offerente. Ma adesso si trova al termine della propria corsa,
e colla sua continua perplessità e colla impertinenza di sua moglie,
avrà bel mettersi a buon mercato, non troverà alcun Governo della
Scozia, che voglia comprarlo. Circa a miss Asthon, non ho che dire
contro di lei; ma posso bene assicurarvi che non guadagnereste, nè dal
lato dell'onore, ne da quello dell'utile, imparentandovi con questa
famiglia. Forse vi sarebbe restituita, in via di dote, una picciola
parte delle prede fatte sulla vostra casa; ma v'accerto io che se
avete risoluzione quanta basti per sostenere innanzi al prossimo
Parlamento i vostri diritti contro ser Guglielmo, voi gli farete ben
più compiutamente rigettare il mal tolto. E vedrete in me, caro
parente, un uomo pronto a dar la caccia al volpone per voi, e a fargli
maledire il giorno, in cui ricusò un accomodamento che era troppo
onorevole per esso, e che gli veniva offerto da un marchese di Athol,
fattosi patrocinatore di un suo congiunto. „

Eravi in tutto questo discorso non so qual cosa che oltrepassava la
meta a cui il Marchese si prefiggea d'arrivare; e Ravenswood si
accorse ottimamente, come la sollecitudine per l'onore e per
gl'interessi del congiunto, non fosse la sola cosa che occupasse
l'animo del marchese di Athol, offeso personalmente dal modo onde le
sue offerte furono accolte, e stimolato fors'anche da politiche
ragioni che non gli faceano veder di buon occhio il disegno di tali
nozze. Nondimeno Edgardo non avea luogo d'offendersi per le cose
dettegli dal parente; e si limitò ad assicurarlo che l'affetto
concepito per miss Asthon era sol personale; che egli non volea dover
cosa alcuna alle ricchezze, o alla preponderanza del lord Cancelliere;
e che per ultimo il motivo per cui si sarebbe tenuto libero dai
contratti obblighi, poteva essere un solo: il pentimento in miss Lucia
di averli incontrati. Terminò, chiedendogli come grazia, che per
allora non si parlasse più di tale affare fra essi, e promettendogli
di farlo partecipe di quanto opererebbe in appresso o per rompere
affatto, o per secondare il divisamento di tali nozze.

Non andò guari che si offerse un argomento di discorsi ben più
aggradevole e più conforme alle idee del marchese di Athol. Arrivava
in quel momento alla _Tana della Volpe_ un corriere speditogli da
Edimburgo al castello di Ravenswood, e apportatore di un piego che
contenea notizie per lui le più prospere. Seppe da queste lettere,
come le sue pratiche politiche avessero sortito ottimo effetto nelle
capitali di Londra e di Edimburgo, e vedea per esse imminente
l'istante di rovesciare l'attuale amministrazione, e di trovarsi a
capo del Governo di Scozia, il che era incessante scopo della sua
ambizione.

Venne imbandita tal mensa, ove qualunque epicureo non avrebbe trovato
che dire su la squisitezza e la scelta delle apprestate vivande, alle
quali pareva accrescere merito l'antitesi offerta dall'orridezza del
luogo entro cui fu apparecchiato il banchetto. I discorsi gioviali del
Marchese ne alimentarono in gran parte la giocondità; e in questi, si
diffuse a lungo e con compiacenza sul potere e sulla preponderanza che
stava per derivargli dal nuovo andamento delle cose pubbliche, e sulle
speranze che ne traeva di potersi adoperare utilmente a pro del suo
diletto congiunto. Benchè Ravenswood non potesse starsi dal
considerare fra se medesimo, che il Marchese tornava un poco troppo
spesso sullo stesso argomento, nondimeno credè suo dovere esprimergli
i sensi di gratitudine inspiratigli dalle buone intenzioni che questi
gli manifestava. Il vino era squisito, perchè il Marchese,
ghiotterello anzi che no, avea sempre cura di portarne con se buona
copia ne' viaggi che imprendeva; onde i due amici rimasero lungamente
a tavola, nè il Marchese s'avvide che troppo tardi, di non essere più
a tempo per trasferirsi al luogo ove avea divisato di passare la
notte.

„ Però non fa nulla, diss'egli; il vostro castello di Wolfcrag non è
lontano di qui che cinque miglia all'incirca, e penso bene che il
vostro cugino di Athol possa esservi accolto con tanta ospitalità,
quanta ve ne ha ritrovata il lord Cancelliere. „

„ Ser Guglielmo Asthon ha presa la fortezza d'assalto, rispose
Ravenswood, e come è accaduto più d'una volta a qualche altro
vincitore, non debba essersi compiaciuto gran fatto della sua
vittoria. „

„ Ottimamente, ottimamente! disse il Marchese, che alcuni bicchieri di
vino aveano messo sempre più di buon umore. Voglio dunque vedere se mi
riuscirà prendere questa fortezza per via di stratagemmi. Porto un
brindisi all'ultima giovinetta che ha passata la notte a Wolfcrag,
senza, a quanto sembra, trovarsene malsoddisfatta. Le mie ossa non
sono delicate quanto le sue, e credo che potrà affarmisi un letto del
quale ella si è contentata. Infine, non mi spiacerà di convincermi
quanta forza abbia l'amore a render soffice un materasso che non lo
sia. „

„ Voi siete padrone. Milord, di sottomettervi a quella penitenza che
più vi piace; ma devo ben dirvi che ho un vecchio servitore, capace di
appiccarsi, o di buttarsi giù dall'alto della torre, se vede arrivarvi
così all'improvviso. Pensate che non abbiamo nulla, assolutamente
nulla di quanto sarebbe indispensabile sol per ricevere.... „

„ Che cosa monta, mio caro parente? Vi assicuro che non sono un uomo
tanto difficile, e che so adattarmi a tutto. Ho letto nelle memorie di
casa mia, che uno de' miei vecchi alloggiò nella torre di Wolfcrag,
prima di trasferirsi col vostro bisavolo alla infausta battaglia di
Flodden-Field, nella quale perirono entrambi. In una parola, è cosa
decisa che questa notte dovete darmi l'alloggio. „

Incalzato così alle strette il sere di Ravenswood, nè trovando nuove
obbiezioni da opporre, si limitò a chiedere al parente la permissione
di precederlo a Wolfcrag, a fine di far qualche apparecchio per
riceverlo il men male che fosse possibile: ma questo ancora gli fu
negato dal Marchese, che obbligò Edgardo a promettergli di entrar seco
in calesse, e gli concedè a stento di mandare avanti un uomo a cavallo
per recare al suo fedele maggiordomo, Caleb Balderston, l'inaspettata
notizia di questa formidabile invasione.

Contentissimo il Marchese di potere soddisfare tal suo capriccio, e
non essendo molto lontano Wolfcrag, non parea molto sollecito di
levarsi da tavola, onde il giorno era sul finire, quando egli e
Ravenswood montarono in cocchio. Lungo la strada, il primo spiegò al
secondo i divisamenti ideati a vantaggio di esso, se giungeva ad
operare un cambiamento nell'amministrazione della Scozia; e tali
divisamenti si stavano nell'affidargli una commissione segreta e
rilevante sul Continente; commissione alla quale voleasi un uomo di
alto conto, distinto per ingegno e per probità; commissione che
sarebbe stata sotto ogni aspetto utile ed onorevole a Ravenswood.
Riuscirebbe qui inutile il diffondersi in più lunghe particolarità a
tale proposito, e basti il dire che il divisamento del Marchese dovea
piacere, e di fatto piacque grandemente al giovine Ravenswood,
bramosissimo di una occasione che lo togliesse dal suo stato
d'inerzia, e lo rendesse debitore ai proprj sforzi di un grado e di un
innalzamento convenevole alla sua nascita.

Intanto che Edgardo ascoltava premurosamente le descrizioni che il
Marchese giudicava a proposito fargli sulla natura dell'incarico
diplomatico da affidarsegli, incontrarono di ritorno il corriere che
era stato spedito a Wolfcrag. Si avvicinò al calesse per avvertire, a
nome del signor Balderston, come questi stesse preparando tutte le
cose per ricevere il nobile ospite del suo padrone, con quanta
convenevolezza poteano comportare i pochi istanti che a tal uopo gli
rimanevano.

Ravenswood era troppo avvezzo al modo di operare e di parlare del suo
maggiordomo per non far gran capitale su di questa assicurazione;
sapea, rassomigliarsi molto i principj di Caleb a quelli di certi
colonnelli spagnuoli che nella guerra di... non mancavano in tutti i
loro rapporti al principe d'Orange, generale in capo, di mostrare
portati a compiuto numero, e provveduti d'ogni genere di munizione i
reggimenti, perchè credeano rilevare al proprio onore e a quello della
Spagna che le truppe apparissero tenute nel miglior ordine possibile.
Sol nel giorno della battaglia, scoprivasi che questi reggimenti non
giungevano alla metà del numero prefisso, e che mancavano di polvere,
di cartocci, e di palle. In conseguenza delle quali considerazioni,
Edgardo pensò prudente cosa il far presentire al Marchese che, ad onta
delle promesse di Caleb, non doveva aspettarsi ad un luminoso
ricevimento.

„ Voi non rendete giustizia alla sollecitudine del vostro intendente,
gli disse il Marchese, o volete forse procurarmi una gradevol
sorpresa. Osservo là in fondo un gran chiarore, e propriamente dalla
banda, ove so che è situato Wolfcrag. Scommetto io che è
un'illuminazione preparata pel nostro arrivo, e bisogna ben dire che
non si sia fatto risparmio di lampade, se producono una luce tanto
vivace. Così m'ingannò anche vostro padre, tanti anni addietro, in una
caccia che facemmo insieme nelle vicinanze di Wolfcrag. M'invitò a
pranzo alla sua torre, facendo mille scuse per non potermi ricevere
così bene, come avrebbe voluto. E in fede mia vi era un'imbandigione
di tavola, ch'io non potea aspettarmela migliore nel mio castello. „

„ Non tarderete ad accorgervi anche troppo, o Milord, che il
proprietario attuale di Wolfcrag è nella impossibilità d'ingannarvi
della stessa maniera, e che gli rimane unicamente un inutile desiderio
di accoglier bene gli amici. Confesso però di non saper nemmen io come
spiegare quel gran chiarore che sta esattamente tutto al disopra della
mia torre. Essa non ha che un picciolo numero di finestre e anche
strette, e nascoste dagli alberi e della collina che stiam per
ascendere; non v'è illuminazione che possa produrre tanta luce. „

Non tardò ad aversi la spiegazione del mistero, perchè nel momento
medesimo, videro venirsi incontro Caleb ansante e sfiatato, che
gridava con interrotta voce, „ Fermatevi signori; fermatevi! Voltate a
destra! Non andate più innanzi. „ E accostatosi indi a una portiera
della carrozza: „ Perchè son io vissuto fin oggi? esclamò. La torre di
Wolfcrag è tutta in fiamme. Quelle ricche tappezzerie, quei bei
quadri, tutti quei preziosi arredi, il fuoco se li divora! La torre
brucia da cima a fondo! Nulla, nulla si può salvare! Voltate a destra,
signori, ve ne supplico, e andate a Wolfhope! Tutto è preparato colà
per ricevervi. „

Ravenswood sopraffatto sulle prime da questa nuova calamità che era sì
lungi dal prevedere, fece aprir la portiera e scendendo
precipitosamente dal calesse, si congedò in fretta dal Marchese,
pregandolo di scusa; e già incominciava ad ascendere la collina che li
disgiungeva ancora da Wolfcrag. Quanta maggiormente crescea la
oscurità della sera, tanto più visibile diveniva l'incendio, e
scorgeasi a quando a quando una colonna di fuoco che parea
s'innalzasse fino alle nuvole.

„ Un momento! sclamò il Marchese scendendo egli pur di carrozza.
Aspettatemi Ravenswood. Monteremo entrambi a cavallo e correremo
insieme al castello. E voi, disse alla gente di seguito, avanzate di
gran galoppo. Vedete di prestare qualche soccorso, di salvare, se si
può una parte delle suppellettili. Correte come si fa negli estremi
pericoli. „

Si volsero tutti i servi a Caleb affinchè indicasse loro la strada; e
già alcuni di essi, spronando i fianchi dei loro cavalli, si avviavano
verso la parte d'onde veniva il chiarore, allorchè si udì nuovamente
il vecchio maggiordomo che gridava: „ Fermatevi, signori, fermatevi!
Abbiam già abbastanza disgrazie in questa giornata. Evitiamo almeno
che vi sia morte d'uomini! Vi sono trenta barili di polvere in una
torricella vicina al luogo, ove le fiamme infuriano maggiormente.
Furono sbarcati da un brigantino venuto da Dunkerque, fin quando vivea
il povero Milord. Da un momento all'altro udirete lo scoppio degli
avanzi di Wolfcrag che salteranno in aria. A destra, signori, a
destra! Ve ne supplico! „

Ognuno immagina che furono un punto solo l'udir questo avviso e il
cambiare strada così del Marchese come della sua comitiva, che
s'avviarono sul cammino indicato da Caleb; e lo stesso Ravenswood si
lasciò trascinare dal suo parente, comunque nulla intendesse intorno
alla storia che il vecchio maggiordomo avea raccontata. „ Trenta barili
di polvere! (esclamò, prendendo per un braccio il povero Caleb che
tentava invano sottrarsi). Come è possibile che si trovi nel mio
castello tanta quantità di polvere senza ch'io l'abbia saputo? Questa
è cosa che non posso comprendere. „

„ Ma io, sì, io la comprendo benissimo, disse il Marchese. Però vi
prego, Ravenswood, non gli fate altre interrogazioni, non è nè il
momento, nè il luogo. Abbiam troppe orecchie dintorno a noi „ Soggiunse
sbassando la voce.

„ Sua Signoria dice bene, si volse Caleb al suo padrone che gli lasciò
il braccio in libertà, e spero che vostro Onore non ricuserà fede ad
una sì onorevole testimonianza. Milord d'Athol si ricorda ottimamente
come nell'anno successivo alla morte di quel che chiamavano re
Guglielmo..... „

„ Zitto, zitto, mio caro amico! lo interruppe il Marchese. Spiegherò io
come stanno le cose al vostro padrone. „

„ Ma gli abitanti di Wolfhope, chiese Ravenswood, non sono venuti a
portar soccorso prima che le fiamme facessero tanto guasto? „

„ Se sono venuti! rispose Caleb. Sicuro, che sono venuti! Ma io non
avea gran fretta di lasciarli entrare in un castello ove trovavansi
tanti arredi preziosi, tanto oro, tanta argenteria....... „

„ Mentitore sfrontato! Gridò Edgardo. Sapete bene che di questi metalli
non ve ne era un'oncia! „

„ Poi..... (continuò Caleb alzando la voce per coprire quella del suo
padrone) io sperai da prima che i vostri servi bastassero a spegnere
il fuoco che non pareva gran cosa. Ma quando le fiamme si furono
impadronite del salone, di quei sontuosi drappi, di quelle belle
intarsiature di legno, non fu possibile metterci riparo; e tutta
quella ciurmaglia; quando udì parlare di polvere, si diede alla fuga. „

„ Ma in nome di Dio! sclamò Edgardo, ditemi Caleb...... „

„ Mio caro, parente, non fate più interrogazioni a questo proposito, ve
ne supplico. „

„ Permettetemene anche una sola, Milord. Che cosa è accaduto della
vecchia Misia? „

„ Misia! Eh, aveva io ben tempo di pensare alla vecchia Misia!
Sicuramente è nella torre, e brucia forse con essa. „

„ Voi non riuscite a trattenermi più a lungo, o Milord, sclamò
Ravenswood. La vita di una povera vecchia, che per quarant'anni ha
servita fedelmente la mia famiglia, si trova in pericolo. Voglio
verificare io medesimo, se vi sia qualche possibilità di soccorrerla. „

„ Come; come? Disse Caleb. Misia non ha bisogno di soccorsi. L'ho
veduta co' miei stessi occhi uscir dal castello cogli altri servi.
Sono stato io l'ultimo a partirne. Non vi è restata anima vivente.
Abbiam salvato perfino tutti i vostri cavalli. Credete voi che avrei
lasciata la mia vecchia compagna in mezzo al pericolo? „

„ Perchè dunque mi dicevi il contrario un istante fa? „

„ Io vi diceva il contrario. Chi sa dove avea la testa? Son momenti
questi ne' quali è difficile non la perdere. Ma vi protesto, quanto è
vero che mangio il vostro pane, che Misia è in sicuro non meno del
rimanente de' vostri servi. „

Il Marchese, studiandosi a persuadere Edgardo, che dopo
un'assicurazione così positiva, non v'era luogo a conservare su di ciò
alcuna inquietudine giunse finalmente a distoglierlo dall'idea di
avvicinarsi all'antico domicilio paterno, che da un momento all'altro
stava per essere il teatro di un terribile scoppio. Si trasferirono
pertanto congiuntamente al villaggio di Wolfhope, ove trovarono tutti
quegli abitanti affaccendati a preparar loro uno splendido
ricevimento. La famiglia del nostro amico Girder, il bottaio,
soprattutto, mostrava una straordinaria premura; e la cucina
dell'albergo di mistress Smaltrash non avea mai veduto tanto fuoco
sotto il suo cammino.

Ne fa qui mestieri dilucidar le cagioni di questo singolare zelo che
animava gli abitanti del villaggio di Wolfhope. Alcuni giorni dopo che
il suo padrone era partito pel castello di Ravenswood, dovette Caleb,
per un'indispensabile necessità, attraversare questo paese. Passando
dinanzi alla porta del bottaio, raddoppiò il passo, temendo gli
venisse chiesto qual fosse stato l'esito delle sue premure a favore di
Girder, o di udirsi rampognare il poco effetto che avevano avuto. Il
fatto è, ch'egli non s'era queste nemmeno sognato di far la menoma
istanza a pro di questo povero bottaio; onde prese un momento di
brividìo, quando udì chiamarsi in tuon di soprano, di contralto e di
basso; trio che formavano le voci di mistress Girder, della madre
della medesima e dello stesso bottaio.

„ Sig. Caleb! sig. Caleb Balderston! E sarà vero che passiate dinanzi
alla nostra porta, senza fermarvi a bere un sorso di vino, dopo il
servigio che ne avete prestato? „

Cotale invito poteva non essere che una ironia; e così Caleb
giudicandola, continuò il suo cammino, col suo vecchio cappellaccio
tirato alle sopracciglia, e cogli occhi bassi a terra, come se avesse
voluto contare i sassi che formavano il pessimo selciato della strada
per ove passava; ma si trovò d'improvviso alla condizion medesima di
una nave mercantile incalzata da tre corsari barbereschi entro lo
stretto di Gibilterra.

„ Che cosa è questo correre tanto, signor Balderston? „ Dicea mistress
Girder, ponendosi dinanzi a lui per impedirgli il cammino.

„ Chi si poteva aspettar questo da un vecchio amico che ha date tante
prove della sua cordialità? sclamò la madre prendendolo per le vesti.
Passar da Wolfhope senza lasciarsi vedere in nostra casa! „

„ Non volere ricevere i nostri ringraziamenti! disse il bottaio
afferrandolo per un braccio. E sì! ne fo rare volte. Certamente non
può esservi alcun rancore fra noi, signor Balderston, e se qualcheduno
vi ha detto che io non vi sono grato del servigio prestatomi per
avermi procurato l'impiego di bottaio della Regina, indicatemi
solamente costui, e gli rompo sulla schiena tutti i cerchi delle mie
botti. „

„ Miei cari, miei buoni amici (rispondea Caleb, che non sapeva ancora
in qual modo interpretare tal sequela di complimenti), a che cosa
giovano tutti questi discorsi? Il galantuomo cerca di servire i suoi
amici. Qualche volta vi riesce, e qualche volta gli va fallata. Quanto
a me, non pretendo mai ringraziamenti pe' servigi che ho potuto
prestare, come poi non mi piace udire rimproveri per quelle cose che
non mi sono andate a seconda. „

„ Nè rimproveri certamente udirete da me, signor Caleb; soggiunse il
bottaio. Ascoltatemi però. Se non aveste avuta per me che sola buona
volontà, non sarei io quel tale che v'infastidissi a furia di
ringraziamenti; e il conto sarebbe pareggiato colla mia oca, colle
anitre salvatiche, co' due barili che vi ho spediti, perchè la buona
volontà, dico io, è come una botte sfasciata; non giova a nulla. Ma i
servigi reali sono una botte che ha buoni cerchi alle doghe, e che può
contener vino degno del palato d'un re. „

„ Ma che? Non sapete che Giberto Girder è stato nominato bottaio della
Regina; disse la vecchia. Fortuna tanto più da stimarsi, perchè non
v'era venti miglia all'intorno, miserabile aggiustatore di secchi, che
non aspirasse ad ottenere tale carica! „

Giova qui far noto ai nostri leggitori che Lockart, essendo arrivato a
scoprire le vie per le quali Caleb ottenne vettovaglie in casa del
bottaio, e i moti che indussero il secondo a consolarsi del suo
banchetto battesimale andato in rovina, e di più a regalare il
predatore di due barili d'acquavite e di vino, raccontò la novelletta
al lord Cancelliere, il quale n'ebbe tanto diletto, che senza dirne
parola a chicchesia, s'adoperò efficacemente perchè Girder ottenesse
l'impiego cui ambiva sì ardentemente.

„ Come, non lo so? esclamò Caleb, che si accorse allora da qual parte
veniva il vento. Lo so sicuro. „ Disse col tuono di persona che il sol
dubitare di questa cosa offendea, e tirandosi bruscamente da un lato
il suo cappello a tre cantoni, compose a dignità il fronte, d'onde
l'orgoglio aristocratico trapelava come di mezzo ad una nube.

„ Come volevate che non lo sapesse? „ mistress Girder soggiunse.

„ Diamine! La cosa è tanto chiara! riprese a dire Caleb. Anzi, Giberto,
io voleva portarvene la notizia, ed essere il primo a farvene le mie
congratulazioni: ma mi parea darmi il tuono di chi va ad accattare i
ringraziamenti, e quando posso prestare un servigio desidero di non
udirne parlar più. Per questo solo, io fingeva alla prima di non
intendervi. In somma, ho gran piacere di esservi stato utile, compare.
Di questo potete starne sicuro. „

Indi abbracciò le due donne, e in aria di protezione, concedè la
propria mano al bottaio, il quale, in segno di gratitudine, colla sua
callosa mano la strinse. Dopo questo schiarimento, che tanto piacque a
Caleb, non resistè ulteriormente alle sollecitazioni di Girder, nè
solamente entrò in sua casa, ma accettò, senza farsi pregare, l'invito
di partecipare come commensale ad un solenne banchetto, con cui il
bottaio della Regina celebrava la sua promozione; al qual banchetto
eran convitate non solamente tutte le persone più spettabili del
villaggio, ma anche il procuratore Dingwall, quell'antico antagonista
di Caleb nella famosa discussione intorno al burro e alle uova.

Durante la mensa, il vecchio maggiordomo sostenne la parte d'un di
que' ragguardevoli convitati ai quali ogni sorte d'onori e distinzioni
viene serbata. Nè mancò per parte sua d'intertener la brigata sul
credito che godeano, egli presso il suo padrone, il suo padrone presso
il lord Cancelliere, il lord Cancelliere nel Consiglio privato; in
guisa che allo sciogliersi dell'adunanza, nè accadde ciò che a notte
ben innoltrata, tutti i commensali credeano starsi su i primi gradini
di una scala, sostenuta dal sig. Balderston a fine di farli salire a
quella promozione che ciascun di loro s'immaginava. In tale occasione
lo scaltrito vecchio, non solamente riacquistò tutta la preponderanza
che, allor quando la stella dei Ravenswood mandava tuttavia qualche
chiarore, avea goduta sugli abitanti di Wolfhope, ma comparve ai lor
occhi insignito di una possanza che in esso non supposero mai per
l'addietro. Lo stesso procuratore Dingwall non potè resistere
all'attrazione: e colto un momento favorevole per trarre da un canto
Caleb, gli parlò in aria di grande afflizione, di una pericolosa
malattia cui soggiacea in allora l'aggiunto del seriffo della contea.

„ É un eccellente uomo, sig. Caleb; un uomo stimabilissimo. Ma che cosa
volete? Non siamo tutti che miseri mortali! Stiamo bene oggi; domani
al cantar del gallo, ci troviamo all'uscio del sepolcro. E se il
destino di questo aggiunto vuol che ei soggiaccia, converrà bene che
qualchedun altro entri in sua vece. Ora, se l'impiego di questo degno
galantuomo, colla vostra mediazione, mio caro sig. Balderston,
arrivasse nelle mie mani, ve ne sarei grato oltre ogni dire; e un bel
paio di guanti che avrebbe tutte le dita piene di monete d'oro.... e
qualche cosa di più...... Poi troveremmo ben modo di costringere tutta
questa ciurmaglia di Wolfhope a comportarsi debitamente verso il sere
di Ravenswood..... lord Ravenswood, ho voluto dire, che Dio lo abbia
sempre sotto la sua protezione! „

Un sorriso e una stretta di mano furono la sola risposta che questa
confidenza ottenne da Caleb, sollecito di levarsi di lì, perchè temea
vedersi alla necessità di far promesse che non avrebbe avuto nè il
modo, nè l'intenzione di mantenere.

„ Misericordia! (esclamava fra se stesso Caleb, quando si trovò
all'aria aperta e libero di abbandonarsi alle proprie meditazioni, e
ai sentimenti di gioia e anche di un certo orgoglio da cui non sapea
affatto liberarsi). Si è mai veduta una truppa simile di paperi? I
gabbiani e le oche salvatiche che vivono in riva al mare hanno dieci
volte più giudizio di costoro. Se fossi stato il lord gran commissario
del parlamento di Scozia, non avrebbero potuto farmi di più la loro
corte. Però, non si può negarlo, ho sostenuta assai bene la parte mia.
Ma il procuratore! Ah! ah! ah! Dio mi salvi son dunque vissuto quanto
basta per trappolare un procuratore! Costui vuol essere aggiunto del
seriffo... Ma bisogna che aggiustiamo i conti vecchi; e per far pagare
a costui le spese del passato, bisogna vendergli la speranza di
quest'impiego, al prezzo almeno che costerebbe l'impiego medesimo.....
Già l'impiego non lo avrà mai; quando però il mio padrone non
divenisse più pratico nelle vie del mondo, cosa della quale dispero. „



CAPITOLO IV.

    „ Di quai fochi sfavilla il colle e il piano?
    „ Forse gli astri lasciar l'antico regno?
    „ O le torri che alzò l'orgoglio insano
    „ Discende a sterminar del ciel lo sdegno? „

                                  _Cambpell._


Il racconto che mette fine al precedente capitolo racchiude in se la
spiegazione delle distinzioni con cui il marchese di Athol, e il sere
di Ravenswood nel villaggio di Wolfhope vennero accolti. Appena Caleb
si era colà condotto per annunziare l'incendio della torre di
Wolfcrag, tutti gli abitanti si avviavano a quella volta per portarvi
soccorsi. Ma si raffreddò questo zelo, allorchè udirono far cenno
dello scoppio che verisimilmente doveano produrre i trenta barili di
polvere del nostro Caleb. Nondimeno il loro entusiasmo ad un migliore
scopo si volse, perchè si misero tutti in fazione per apparecchiare al
signore del castello incendiato e al suo nobile compagno un
ricevimento a tali ospiti proporzionato. Fu fatto macello di tutti i
capponi e polli del borgo; tutti i prosciutti, posti entro le pentole;
tutti i forni riscaldati per cuocere grossolani pasticci, a que'
giorni delicati camangiari fra gli Scozzesi, e dei quali oggidì
perfino il nome è sconosciuto; spillate tutte le botti di birra,
cercati per tutte le cantine fiaschi di vino vecchio. Non più mai
erasi veduto egual movimento per tutto il villaggio di Wolfhope. Non
vi avea una sola casupola, entro cui non si facesse qualche
apparecchio, colla speranza di ricevervi alcuna persona del seguito
del nobil Marchese, riguardato da ognuno come il foriero delle grazie
che, lasciando a secco tutti gli altri paesi della Scozia, sarebbero
piovute su quel territorio. Il parroco, che aspirava ad una cura
vacante posta in poca distanza, volea far valere i proprj diritti per
ricevere nel suo presbitero quei due ragguardevoli personaggi. Ma
Caleb avea serbato sì fatto onore al suo immaginario protetto; felice
novella, al cui annunzio, la moglie e la suocera del bottaio saltarono
per allegrezza.

Il sere di Ravenswood, e il marchese di Athol vennero pertanto accolti
con tutti i contrassegni di riguardo che questa gente seppe
immaginare; e la vecchia, stata un dì Mariuccia, cameriera nel
castello di Ravenswood, e istrutta, ella almeno il dicea, ne' modi co'
quali la Nobiltà debb'esser trattata, si prese assunto di ordinare i
cerimoniali secondo l'etichetta di que' tempi. Grande era la casa del
bottaio, onde ciascuno de' due ospiti potè avervi il suo separato
appartamento, ove furon condotti, intanto che gli apparecchi della
cena terminavano.

Non appena si trovò solo Edgardo nella stanza ove l'urbanità de'
padroni lo costrinse ad entrare, un sentimento quasi invincibile nel
trasse fuori, e il condusse, abbandonando la casa e il borgo, alla
volta della collina che separava dalla torre il villaggio, per
contemplare, fino all'istante dell'estrema distruzione, la casa de'
suoi maggiori. Alcuni fanciulli di Wolfhope, dopo aver guardato a lor
agio la carrozza a sei cavalli, e i numerosi sergenti che la
scortavano, presero, spinti da curiosità, la stessa strada, lungo la
quale allor s'avviava il sere di Ravenswood. Alcuni di essi
passandogli da vicino, gridavano ai compagni rimasti addietro di
spicciarsi, se voleano vedere la vecchia torre saltare all'aria a
guisa di una castagna sotto le ceneri.

„ Pur son questi i figli de' vassalli del padre mio, Edgardo pensava;
figli d'uomini, che le leggi e i doveri di gratitudine obbligavano a
seguirci alla guerra, e a sfidare per noi pericoli d'acqua e di fuoco!
La rovina del castello de' lor padroni non è per costoro che uno
spettacolo, un divertimento! „

Mentre sì fatta meditazione gl'inacerbava non poco lo spirito, sentì
tirarsi per l'abito, e gridò in collera, „ Che cosa vuoi da me,
cane?..... „ Ma volgendosi nel medesimo tempo, ravvisò in Caleb la
persona che si era presa una tal libertà.

„ Sì, sono un cane, questi rispose, e un vecchio cane, e mi sono
esposto ad essere trattato da cane. Ma fo caso di tutto ciò, come
d'una presa di tabacco. L'onore della famiglia innanzi a tutte le
cose! Poi, sono un cane troppo vecchio per imparare nuovi giuochi, e
per tener dietro ad un nuovo padrone. „

Allora Ravenswood era giunto alla sommità della collina, d'onde potea
scorgersi il castello; e con sua grande maraviglia non vide più la
menoma apparenza d'incendio; se non che le nubi al di sopra della
torre mostravano una tinta rossiccia, conseguenza ordinaria del
riverbero di un gran fuoco.

„ Le fiamme dunque si sono estinte da se, egli disse a Caleb, e le mura
hanno potuto resistere. Ma certamente, non vi è stato scoppi, perchè
con tutta la polvere di cui parlasti, si sarebbe udito venti miglia
all'intorno. „

„ La cosa è verisimile „ rispose colla massima calma il vecchio
maggiordomo.

„ Dunque il fuoco non è penetrato fin dove era posta? „

„ Così credo anch'io „ rispose Caleb col medesimo tuono d'imperturbabile
gravità.

„ Caleb, si fece a dire Edgardo, la mia pazienza è agli estremi! Voglio
sul momento andare a Wolfcrag e verificare co' miei proprj occhi le
cose. „

„ Vostro onore non anderà. „ Rispose con fermezza Caleb.

„ E perchè no? Chi me lo ha da impedire? „

„ Io, „ soggiunse l'altro con tuono risoluto.

„ Voi! Vi scordate chi siete, mio caro vecchio. „

„ Non mi scordo niente; e in prova di mia memoria, posso dirvi tutto
quello che desiderate sapere, risparmiandovi un viaggio inutile, e
conoscerete lo stato delle cose, come se vi foste trasferito alla
torre. Ma primo patto! non andate in collera, e non mi fate scomparire
dinanzi a questi ragazzi, e soprattutto col Marchese quando lo
rivedrete. „

„ Ma in nome del cielo! spiegati una volta, vecchio matto e non
lasciarmi più lungo tempo in questa incertezza. „

„ Ebbene dunque! la verità si è, che il castello sta bene al pari di
voi e di me, e che nel tornarvi, lo troverete nel medesimo stato in
cui lo lasciaste. „

„ Come può darsi? L'incendio...... „

„ L'incendio! Che incendio? Non vi è stato incendio più funesto di
quello dell'esca che Misia adopera ad accendere la sua pipa. „

„ Ma questa fiamma che si sarebbe veduta a una distanza di dieci
miglia, d'onde veniva? „

„ D'onde veniva? Ma vostro Onore non conosce il proverbio? _Poca stoppa
fa parer giorno quand'è mezzanotte?_ Tutto questo gran fuoco veniva
dal letto del vostro cavallo. Ho tirato tutto lo strame in mezzo al
cortile, gli ho dato fuoco, incaricando Misia di avvivarlo a quando a
quando con fastelli di paglia. Adesso poi, vi chiedo in grazia, che
quando volete condurre qualcheduno al castello, lo conduciate solo, e
non coll'accompagnamento di un esercito di servitori, perchè costoro
succhiano fin la midolla dell'ossa, nè fanno altro mestiere che spiare
i fatti nostri, come non s'ingegnava male Lockart: mariuoli che
cercano scoprire il lato forte e il lato debole, mettendo a
repentaglio l'onore della famiglia, e in pericolo la mia anima
coll'obbligarmi ad affastellare bugie sopra bugie, che mi danno appena
il tempo d'inventare. In verità, vorrei piuttosto incendiarie da vero
la torre, salvo il rimanere schiacciato sotto le sue rovine, che
vedere malmenato in sì fatta guisa il decoro della famiglia. „

„ Bene obbligato, Caleb! (soggiunse Ravenswood che non sapea se dovesse
ridere o andare in collera). Ma quanto alla polvere di cui parlavi, ve
ne sono realmente trenta barili nel castello? É cosa che pareva nota
anche al Marchese? „

„ La polvere! ah! ah! ah! e il Marchese!... ah! ah! ah! Dovesse anche
vostro Onore ammazzarmi, conviene ch'io ne rida. Se v'è polvere nel
castello? Sicuro che ce n'era! E il Marchese lo sapeva; chè questo è
il più bel della storia. E appena ebbi detto una parola, e vedendo che
non mi credevate, prese la palla al balzo, e vi parlò come se fosse
stato mio compare. Ah! ah! ah! „

„ Ma in che maniera questa polvere è arrivata al castello? ove si trova
mentre parliamo? „

„ In che maniera è arrivata? (rispose Caleb in tuono di mistero e
sbassando la voce). Voi eravate ancora giovinetto, ma assai
giovinetto, quando vi fu un disegno di sommossa, in cui entrarono il
Marchese di Athol, e molti altri signori del nort della Scozia. Allora
furono portati da Dunkerque non solo la polvere, ma anche sciabole ed
archibusi. Mi ricordo io che bagattella di lavoro fu quella notte
l'introdurre tutta questa mercanzia nella torre! perchè, capirete
bene, che non era un negozio da far sapere a tutto il mondo. Ma il
Marchese vi aspetta per la cena, e se volete tornare alla casa di
Girder, lungo la strada vi conterò minutamente come fu la faccenda. „

„ Ma, e questi ragazzi?.... Aggradireste forse che rimanessero qui
tutta la notte ad aspettare lo scoppio di una torre, che non brucia nè
poco nè assai? „

„ Come poi piacerà a vostro Onore. Dico però che non sarebbe una gran
disgrazia, nè avrei niente disgusto nel vedere puniti questi mariuoli
venuti qui per contemplare una creduta nostra disgrazia, come se fosse
un divertimento; ma, per non contraddire i vostri desiderj, li mando
subito a casa. „

In questa, accostandosi ai fanciulli che stavano tutti sulla cima
della collina, cogli occhi vôlti verso Wolfcrag, gli avvertì con
autorevole tuono, che per ordine di lord Ravenswood e del marchese di
Athol, la torre non sarebbe saltata all'aria prima del mezzodì della
successiva giornata; assicurazione che li persuase a prendere la via
del villaggio, con fermo proposito di tornar quivi alla domane. Due di
questi però rimasero presso Caleb a fine di ottenerne schiarimenti
maggiori; e un d'essi era quel medesimo che Balderston inviò a
provvedere tabacco, mentre adempiea l'ufizio di mennarrosto nella casa
del bottaio.

„ Sig. Balderston, io m'aspettava di vedere da un istante all'altro
sparire la torre, come lo spiede che girava in certa cucina; ma sembra
quasi che il fuoco sia spento. „

„ E che? vi par egli che il castello di un sì gran personaggio, qual è
lord Ravenswood, dovesse continuare a bruciare dinanzi gli occhi
stessi del suo signore? „ Poi diè una spinta al ragazzo per mandarselo
lontano, e avvicinandosi al padrone, gravemente soggiunse: „ É ben
fatto insegnare ai ragazzi il rispetto che devono ai lor superiori. „

„ In somma, vorrei sapere qualche cosa di questa polvere e di queste
armi. „

„ Le armi sono andate, a poco alla volta, le une da una banda, le altre
dall'altra. La polvere poi.... ne ho fatto cambj, quando ne è capitata
l'occasione, in tanta acquavite, che i contrabbandieri mi portavano da
Dunkerque; e son ben degli anni che nel castello non ci serviamo
d'altra acquavite. Mi pare così aver fatto miglior uso della polvere
che chi l'adopera a cacciar via le anime dai corpi de' poveri
cristiani. Però ne restano alcune libbre, ed è quella che usate voi
quando vi divertite alla caccia; e per dinci! in questi ultimi tempi
non avrei saputo altrimenti come provvedervene. Ma adesso che vi è
passata la collera, dite la verità. Il Marchese a Wolfhope non sarà
ricevuto meglio, che nol sarebbe stato in un castello, ove, ora siam
soli, si può dirlo, non ci restano più che le nude muraglie? „

„ Credo che possiate avere ragione, Caleb. Però, prima di bruciare il
mio castello, anche in questa maniera, mi pare che avreste potuto
mettermi a parte del segreto. „

„ No, mi perdoni vostro Onore, no! Basta bene che un vecchio peccatore,
come son io, dica bugie per la gloria della famiglia. Non converrebbe
che voi faceste altrettanto. E poi, già a tal mestiere non vi
prestereste e non sareste buono. I giovani non hanno un certo
giudizio; non sanno ricamare una storia come si dee. Oh! intanto
questo incendio, perchè ha da essere incendio, quando credessi di
attaccar fuoco alla vecchia scuderia per togliere a tutti ogni dubbio,
questo incendio, dico, ne frutterà grandi vantaggi. Mi servirà di
scusa per chiedere in paese tutto ciò di cui abbisogneremo, e mi
dispenserà dall'inventare ogni giorno, per l'onore della famiglia,
nuove bugie, e il più delle volte senza trovar chi mi creda, che è
peggio. „

„ Non vedo troppo, Caleb, quali utili porterà il vostro incendio
all'onore della mia famiglia, o come renderà più autorevoli le vostre
storie, così poco fatte per esser credute. „

„ Non l'ho detto io che i giovani non hanno un certo giudizio? Vi
ripeto che questo incendio, se sapremo trarne partito, salverà l'onore
della famiglia per intere generazioni. Dove sono andati a stare i
quadri della famiglia? mi chiederà qualche curioso. — Quel grande
incendio gli ha distrutti, risponderò. — Come? non v'è più argenteria
al castello? — Ed io — Il grande incendio. Credete voi che gli uomini
pensino all'argenteria, quando vedono in pericolo la propria vita? —
Ma che cosa è accaduto delle credenze, de' tappeti, degli arrazzi,
delle cortine, de' letti, di tanti arredi preziosi? — L'incendio!
Sempre innanzi l'incendio! Scusa bella e pronta ogni volta per tener
vece di tutte le cose che vi mancheranno; anzi, fin a un certo segno,
di maggior valore che nol sarebbero queste cose medesime. Perchè in
fine poi, i più belli arredi coll'andar del tempo si guastano e si
consumano. Ma il nostro incendio, purchè venga messo in campo con
accorgimento e cautela, è sempre quello, e può salvare (chi sa per
quanti anni?) l'onore della famiglia. „

Ravenswood conosceva per troppe prove l'ostinazione di Caleb, e la sua
costante persuasione di non avere mai torto; onde credè bene di
troncare la discussione, e lasciando che s'allegrasse a suo grado del
buon successo dell'inventato artifizio, tornò al villaggio ove trovò
ciascuno che per la lontananza di lui angustiavasi; il Marchese,
perchè non ne sapea la cagione; le donne per timore che le vivande
perdessero di bontà a cagion del ritardo; ed ognuno si mostrò
contentissimo nel vederlo arrivare, e tanto più in udendo che il fuoco
si era estinto da se medesimo prima di penetrare nel deposito della
polvere, e senza far danno alle mura esterne della torre. Edgardo
pensò cosa ben fatta il non diffondersi in più lunghe particolarità su
questo immaginario disastro, uscito dalla fervida fantasia di Caleb.

Ottima fu la cena imbandita ai due nobili personaggi; ma non fuvvi
preghiera valevole ad indurre o Girder o la moglie di Girder a sedersi
a mensa con essi. Rimasero in piedi nella stanza, intesi unicamente a
vegliare che nulla mancasse ai loro ospiti. Tali erano i costumi
d'allora. Men cerimoniosa alquanto mostrossi la vecchia, che avea
conosciuto Edgardo fanciullo, quando ne serviva in grado di cameriera
la madre. Serbava tal contegno che potea dirsi medio fra quello di una
rispettosa albergatrice, sollecita di rendere contenti i suoi ospiti,
e di una padrona di casa che accoglie persone di grado a lei
superiori. Trinciava, additava le porzioni più scelte, pregava gli
ospiti ad assaggiarne, e finalmente si lasciò indurre a sedersi ad un
canto della tavola per sollecitarli ancor coll'esempio a mangiare.
Interrompea spesso le sue incumbenze per fare osservazioni, ora sopra
Milord, che non beveva, ora sopra il sere di Ravenswood, che perdeva
il tempo nel rosicchiare un osso scarnato; spesse volte lagnavasi di
non avere cose più degne delle Signorie loro da offrire; e raccontava
che lord Allano, Dio abbia la sua anima in gloria, preferiva a tutte
le vivande una coscia di oca arrosto, nè mancava mai d'innaffiarla con
un bicchier d'acquavite, e qui diffondevasi lodando la propria
acquavite che veniva in dirittura dalla Francia. „ Perchè, soggiungeva,
a dispetto di tutti i doganieri dell'Inghilterra, le barche di
Wolfhope non hanno per anco dimenticata la via di Dunkerque. „

Ma in quel momento, interrotta da una forte gomitata che il genero
bottaio le diede in un fianco, così replicò.

„ Non c'è bisogno di urtarmi in questa maniera, Giberto. Nessuno dice
che voi sappiate d'onde venga questa acquavite, nè converrebbe a voi
il saperlo, voi che siete bottaio della Regina. Ma che cosa importa a
regine, a re, a imperatori, aggiugnea guardando alternativamente il
Marchese, e il sere di Ravenswood, di sapere dove una povera vecchia,
come son io, compri alcune prese di tabacco e alcuni bicchieri di
acquavite per se e pe' suoi amici? „

Così trattasi da un cattivo passo, o che almeno, siccome tale
considerava, continuò nel rimanente della sera, a far gli onori della
brigata, incarico in cui si trovò, può dirsi, sola, perchè poco
soccorso le davano gli altri della famiglia. Finalmente i due
ragguardevoli personaggi si alzarono da tavola, mostrando ciascuno il
desiderio di ritirarsi nelle proprie stanze.

Era stata assegnata al Marchese la stanza da gala. Una tale stanza, in
tutte le case che fossero qualche cosa meglio d'una casupola, veniva
riguardata come sacra, nè si apriva che in occasioni rilevanti e del
genere della presente. Non si conosceva allora l'arte di ben ingessare
le pareti, e troppo costose erano le tappezzerie per trovarsi altrove,
fuorchè nelle case de' Nobili, o di persone ricchissime. Il bottaio
pertanto, non privo di una tal qual vanità, e sufficientemente agiato,
avea imitata l'usanza de' buoni borghesi d'allora, e de' parrochi di
campagna, ornando questa stanza di un corame dorato, che fabbricavasi
nei Paesi Bassi, e su di cui vedeansi rappresentati alberi e animali,
e scritte alcune massime di morale, le quali benchè in cattivo
fiammingo, producevano in chi le avea dinanzi gli occhi il medesimo
effetto che se fossero state in eccellente scozzese.

L'insieme di questi arredi inspirava non so quale tetraggine. Ma un
eccellente fuoco di vecchie doghe di botti, splendea nel cammino. Il
letto andava guernito di candidissime lenzuola di tela fina, che non
avevano mai servito ad alcuno, e che forse, senza questa grande
occasione, non avrebbero mai abbandonato l'armadio entro cui venivano
conservate. Vedeasi sopra una tavoletta uno specchio antico, con
cornice in filigrana, arnese che in altri tempi aveva appartenuto al
signore di un vicino castello, e capitò nella casa del bottaio, in
mancanza di danari per pagar qualche opera del suo mestiere. A fianco
dello specchio stava un fiasco a collo lungo di vino di Firenze, e
presso questo un bicchiere della forma di quello che per solito vedesi
in mano a Teniers, quando in qualche festa di villaggio, ne viene
messo in mostra il ritratto. Di rincontro a queste sentinelle
straniere montavano la guardia dall'altra banda dello specchio, due
fazionarj del paese, vale a dire una mezzina piena di _ala_ e un
_quaigh_[1] d'avorio e d'ebano, coi cerchi d'argento, manifattura
fabbricata dalla mano stessa di Giberto Girder, e che gli mettea
vanità nel mostrare a tutti siccome un capolavoro. Oltre a queste
cautele contro la sete, altre ne erano state prese contro la fame,
perchè si vedeano sulla medesima tavoletta tre piatti colmi di
pasticcetti d'ogni sorte, talchè quell'appartamento parea
vettovagliato in modo da poter sostenere un assedio di due o di tre
giorni.

  [1] Foggia di bicchieri, del quale è stato dato conto in una
  Nota al T. 1 di questo Romanzo Storico p. 94.

Il cameriere del Marchese stava già nella stanza, spiegando la ricca
veste da camera di broccato del suo signore, sopra un gran seggiolone
di corame, posto sulle girelle, e situato rimpetto al cammino.
Lasceremo ora che questo nobile personaggio abbia sollievo alle
fatiche del giorno, mettendosi in letto, e godendo di tutti gli
apparecchi che erano stati fatti per degnamente riceverlo, e che ci
siamo un po' dilungati nel descrivere minutamente, perchè giovano a
far conoscere le costumanze antiche degli Scozzesi.

Tanto non ci fermeremo in dar conto della stanza da letto del sere di
Ravenswood, quella stessa ove negli altri giorni dormivano il bottaio
e sua moglie. La ornava un ritratto in busto di naturale grandezza
dello stesso Giberto Girder, dipinto da un artista francese affamato,
e venuto, Dio sa come e perchè, da Flessinga o da Dunkerque, sopra un
palischermo da contrabbandieri. Ne' lineamenti, per vero dire,
somigliava a questo rozzo ed ostinato artigiano, che di naturale
ingegno però non mancava. Ma il pittore avea fregiato l'insieme del
suo ritratto di una tinta di grazie francesi che offerivano un
singolare chiaro scuro colla rustica ed imperturbabile gravità
dell'originale, confronto che non poteva istituirsi senza scoppiar
dalle risa. Giberto e la sua famiglia non poco invanivano di questo
prezioso lavoro, per cui nondimeno soggiacquero alle censure de'
vicini, i quali, benchè il bottaio fosse il più ricco di tutto il
villaggio, non trovavano convenevole che egli sfoggiasse con arredi di
lusso, unicamente permessi a persone di maggior conto, e lo
rimproveravano di un atto di vanità e di presunzione da non perdonarsi
ad un uomo di sì bassa lega. Il rispetto ch'io serbo alla memoria del
mio defunto amico, il sig. Riccardo Finto, mi ha costretto a
diffondermi alquanto nella descrizione di tale ritratto; risparmio
però ai leggitori le osservazioni singolari, ma prolisse dello stesso
amico, intorno allo stile della scuola francese, e allo stato della
pittura in Iscozia sul principio del secolo decimosettimo.

Del rimanente, nella stanza da letto del sere di Ravenswood, erano
stati fatti gli stessi apparecchi che in quella del Marchese.

Alla domane, di bonissim'ora, i due parenti si accinsero a partire; ma
convenne loro accettar prima una colezione non meno splendida della
cena. Vivande calde e fredde, torte d'orzo rimondo, copia di vino, di
liquori spiritosi, di latte apprestato in dodici maniere diverse,
provarono che il desiderio di onorare i loro forestieri, durava ancor
la mattina ne' cortesi proprietarj di quella casa. Tutti quelli del
villaggio di Wolfhope si affaccendavano negli apparecchi della
partenza; chi dava mano ad attaccare i cavalli al calesse, chi a
sellar quelli delle persone di seguito; accarezzamenti, strette di
mano, congedi. Il Marchese lasciò una quadrupla in mancia ai famigli
del bottaio, che fu tentato un istante di tenersela per se, avendolo
assicurato il procuratore Dingwall, che potea farlo in buona
coscienza, siccome quegli che avea sostenute tutte le spese del
ricevimento. Ma ad onta di questa decisione legale, Girder non seppe
risolversi ad oscurare lo splendore dell'usata ospitalità,
appropiandosi cosa che avrebbe potuto vestir natura di pagamento. Fece
solamente osservare ai famigli che si sarebbero mostrati gente
ingratissima, se avessero speso un soldo di quel danaro a comprare
acquavite, fuorchè nella sua bottega, e poichè il _beveraggio_ dovea
probabilmente essere impiegato all'uso da cui trasse l'etimologia, il
nostro bottaio si consolò pensando che in tal modo il dono del
Marchese gli ricadrebbe nelle scarselle senza pregiudicare in guisa
alcuna alla sua fama d'uom liberale.

Intanto che tutte le cose si allestivano per la partenza, Edgardo
rendeva estatico di gioia il suo vecchio maggiordomo, partecipandogli
il cambiamento favorevole che stava per accadere nella fortuna dei
Ravenswood; nella quale partecipazione però, ei mise molta cautela, e
si tenne al di sotto del vero, sapendo per prova quanto fosse presta a
prender fuoco la fantasia di Caleb. Rimettendogli nel medesimo tempo
quasi tutto il poco danaro che gli rimanea, lo assicurò che non ne
avrebbe più bisogno per se, cosa che fu obbligato a ripetergli più
d'una volta. Per ultimo, gli raccomandò in termini i più positivi, di
astenersi per l'avvenire da tutti i suoi stratagemmi, contro gli
abitanti di Wolfhope, le loro cantine, i loro pollai, i loro cortili,
e tutto ciò insomma che ai medesimi apparteneva; al qual proposito lo
trovò più pieghevole di quanto sarebbesi immaginato.

„ Certamente! diss'egli, certamente! Sarebbe una vergogna, un peccato,
un disonore per la famiglia il tribolare queste povere creature,
quando se ne può far di meno. Penso inoltre che è anche prudenza il
lasciarli respirar qualche tempo, per trovarli poi più propensi a
soccorrere ai nostri bisogni, se mai ne' bisogni tornassimo. „

Combinato così questo affare, il sere di Ravenswood, dopo essersi
affettuosamente congedato dal vecchio servo, raggiunse il suo nobile
parente, che stava per montare in carrozza. Le due loro ospiti, la
moglie e la suocera del bottaio, erano alla porta, e continuavano
ancora a far riverenze, quando la carrozza, tirata da sei eccellenti
cavalli, trovavasi già in fondo al villaggio. Giberto Girder stava
dietro di esse, or guardandosi la sua mano destra che aveva avuto
l'onore di essere stata stretta dalle mani di un Lord e di un
Marchese, or volgendo gli occhi al disordine ed alla confusione che
dominavano per tutta la casa, ed erano conseguenza inevitabile della
visita ricevuta, quasi calcolando in sua mente, e mettendo in bilancia
l'onore che gli era stato compartito, e le spese che da quest'onore
gli erano derivate.

„ Su via, su via! disse finalmente in tuono d'oracolo. Ognuno si metta
a far quel che ha da fare, come se non vi fossero al mondo nè Lôrdi,
nè marchesi. Pensate a spazzare la casa, a mettere da banda quel che è
avanzato, e se v'è qualche cosa che non possa più servire, datelo ai
poveri. — Adesso poi, mia cara madre, moglie mia garbatissima, mi
resta a chiedervi una finezza; di non mi stornir mai le orecchie, nè
in bene, nè in male, sulla visita che abbiamo ricevuta. Tra voi altre,
fra le vostre commari, fate tutti i cicalecci che vi piacerà, ma
quanto a me, non voglio che su di ciò nessuno mi rompa la testa. „

Ogni detto di Giberto veniva rispettato siccome un ordine, perchè in
casa sua egli era un monarca alquanto dispotico. Ognuno ripigliò le
consuete faccende, lasciando che egli, se così gli piacea, fabbricasse
da solo castelli in aria sui nuovi favori che potea sperare da questa
lega con distinte persone contratta.



CAPITOLO V.

    „ Finalmente una volta, t'ho presa per le chiome,
    „ Fortuna! Se mi scappi, vo' che mi cambin nome.
    „ Oh l'è una bella scuola la sofferta tempesta.
    „ Saprò, quand'è buon tempo, non perdere la testa. „

                                   _Antica commedia._


Giunti, senza incidenti che meritino di essere raccontati a Edimburgo,
i nostri viaggiatori, il sere di Ravenswood si stanziò presso il
Marchese, come dianzi era stato concertato fra loro.

Intanto non tardò ad accadere la crisi politica che da lungo tempo
aspettavasi, e la regina Anna concedè ai _Tori_, sul governo della
Scozia una tal prevalenza, che non potea durar loro per lungo tempo.
Non è nostro disegno il descrivere qui le cagioni e le conseguenze di
questo cambiamento politico. Ognuno immagina che ciascuna fazione ne
provò sensazioni proporzionate alle proprie massime e ai proprj
interessi. Nell'Inghilterra, una gran parte di Episcopali, e a capo di
essi Harley, divenuto indi conte d'Oxford, ostentarono di separarsi
dai Giacobiti. Gli Episcopali scozzesi invece, si mostrarono più
consentanei a se medesimi, benchè forse men prudenti nella loro
politica, poichè considerarono tutti i cambiamenti accaduti in allora,
come un primo passo per chiamare, dopo la morte della Regina, al trono
il fratello della medesima, il Cavalier di S. Giorgio. I partigiani di
questo principe, che aveano dianzi sofferto, concepirono speranze le
più sragionevoli, non solo di compensarsi a spese de' loro nemici, ma
di vendicarsi compiutamente di essi. In questo mezzo, le famiglie
congiunte alla parte dei _wigh_, prevedevano un rinnovamento di mali
simili a quelli che avevano sopportati sotto il regno di Carlo II e di
suo fratello, e paventavano di soggiacere a quelle stesse
confiscazioni, che durante il regno di Guglielmo, contra i Giacobiti
furono pronunziate.

Ma i più affaccendati in questa bisogna erano quegli uomini prudenti
dei quali abbondano tutti i Governi, e che più frequenti vedeansi
in una amministrazione provinciale, qual si era in allora
l'amministrazione di Scozia; quegli uomini prudenti che Cromwell
chiamava i figli della Providenza, e in altri termini, gli umilissimi
servitori della fazion dominante. La maggior parte di costoro corse a
fare abbiura dei sentimenti politici dianzi proffessati fra le mani
del marchese di Athol. E poichè apparve tosto quanto avesse a cuore
gl'interessi del suo giovine parente Ravenswood, divennero i primi
instigatori degli espedienti opportuni a rimetterlo in possesso, di
una parte almeno de' dominj de' suoi maggiori, e ad ottenere la
ritrattazione della sentenza che avea digradata la sua famiglia.

Il vecchio lord Turntippet fu un di quelli che ne' suoi discorsi si
segnalò maggiormente per ostentato entusiasmo a favore del sere di
Ravenswood. „ Sono accorato, ei dicea, nel vedere un giovine tanto
stimabile, di una famiglia così nobile e così antica, parente del
marchese di Athol, dell'uomo che onoro più di tutti su questa terra,
ridotto ad una condizione tanto indegna di lui. „ E per contribuire
quanto poteva per parte sua a magnificare il lustro di questa
antichissima casa, inviò ad Edgardo tre vecchi ritratti dei
Ravenswood, ai quali erano state tolte le cornici, e sei grandi
seggioloni che sui cuscini portavano ricamati gli stemmi di questa
famiglia; e glieli spedì senza chiedere il menomo rimborso nè di
capitale, nè di frutti sulla somma pagata, sedici anni addietro, dallo
stesso Turntippet nel comprarli, quando furono vendute le
suppellettili di una casa che apparteneva nella strada di Canongate al
defunto lord di Ravenswood.

Per far meglio la cosa, lord Turntippet aveva accompagnati egli stesso
i portatori di così splendido donativo. Ma fu maggiore in lui lo
scompiglio che la sorpresa, sebbene si studiasse di non mostrar che
sorpresa, in vedere l'aria d'indifferenza colla quale il marchese lo
ricevè, e in udendo il tenore della sua risposta. Giusta questa, se il
Lord volea fare una restituzione che potesse avere qualche merito agli
occhi del sere di Ravenswood e de' suoi amici, dovea comprendervi una
bella signoria che gli fu ipotecata dal defunto Lord per una somma
minore del quarto del suo valore reale, e che lo stesso Turntippet si
era fatto aggiudicare in piena ed assoluta proprietà, profittando del
disordine impadronitosi degli affari di quella sciagurata famiglia, e
giovandosi di certe vie che i procuratori in allora conoscevano
perfettamente, e che forse non hanno dimenticate del tutto.

Il vecchio adoratore dell'idolo regnante, si contorse spaventevolmente
in volto all'ascoltare tal genere di proposta, e rispose: non veder
egli alcun motivo per cui il giovine sere di Ravenswood desiderasse di
ritornare nel possesso attuale di questa signoria; egli, che stava per
ricuperare tutti i dominj usurpati da ser Guglielmo Asthon alla sua
famiglia; e per questa parte, lord Turntippet si offeriva prontissimo
a prestargli ogni cooperazione, trattandosi di cosa ragionevole e
giusta. Fece anche di più. Quanto alla signoria da lui posseduta,
promise di assicurarne, quand'ei fosse morto, la proprietà al suo
giovine amico.

Ma non perciò potè levarsi a sì buon patto d'impaccio. Per non
inimicarsi il marchese di Athol, dovè restituire la signoria,
contentandosi di ricevere indietro la somma che gli era dovuta in
origine; sola via che gli rimanesse per far la pace colle altre
potenze allor dominanti. Laonde tornò a casa sua pien di cordoglio e
scontento, e disacerbandosi co' suoi amici di maggior confidenza.
„ Tutti i cambiamenti d'amministrazione, dicea, mi hanno sempre
fruttato qualche piccol vantaggio, ma questo mi è costato la più bella
penna delle mie ali. „

Gli stessi modi vennero adoperati colle altre persone che aveano
profittato delle sciagure della famiglia di Ravenswood. Ser Guglielmo
Asthon, oltre all'avere già perduta la carica di lord Cancelliere, fu
minacciato di una istanza al Parlamento per ottenere la cassazione
delle sentenze colle quali le Corti di giustizia civili gli avevano
aggiudicati il castello e la baronia di Ravenswood. Cionnullameno
Edgardo usò seco lui col più nobile disinteresse, e per riguardo
all'ospitalità che ne avea ricevuta, e molto più per l'amore ch'ei
professava a Lucia. Gli scrisse pertanto confessando le promesse cui
si era obbligato con miss Asthon, e che ne avea ricevute, chiedendogli
il suo consenso per tali nozze, e assicurandolo poi, che lo avrebbe
lasciato arbitro di proporre qualunque aggiustamento gli fosse meglio
piaciuto sugli affari contenziosi dell'una e dell'altra famiglia.

Lo stesso corriere che dovea portare questa lettera, fu incaricato di
rimetterne un'altra a lady Asthon. Il sere di Ravenswood la supplicava
di porre in dimenticanza qualunque soggetto di risentimento ch'ei
potesse averle dato senza volerlo; si diffondeva sull'affetto
concepito per la figlia di lei, affetto che per sua buona sorte
credeva scambievole; la pregava a comportarsi qual vera discendente
dei Douglas, e a lasciar da un lato que' pregiudizj antichi, o quegli
odj privi di fondamento che potessero opporsi al ritorno della
concordia fra le due Case. La supplicava per ultimo a credere, che
avrebbe sempre avuto un servo rispettoso e fedele in Edgardo, sere di
Ravenswood.

Scrisse una terza lettera a Lucia, raccomandandosi al messaggiero di
cercare qualche via per consegnargliela in proprie mani. Dopo le più
vive proteste di un'eterna costanza, Edgardo le parlava dell'attuale
suo cambiamento di fortuna, come di una circostanza, sol pregevole ai
suoi occhi in quanto sembrava propizia ad allontanare gli ostacoli che
alla loro unione potevano opporsi. Le partecipava il contegno che avea
tenuto per ottenere il consenso di lord e lady Asthon, e le sue
speranze di vedere i proprj voti esauditi; e se queste fossero andate
a vôto, l'altra speranza, che il suo allontanamento dalla Scozia per
una commissione rilevante e onorevole, darebbe ai pregiudizj il tempo
di indebolirsi, onde al suo ritorno sarebbe forse men difficile
l'estirparli. Esprimeva la sua fiducia su la costanza e la fermezza di
miss Asthon, che avrebbe trionfato di qualsivoglia tentativo altri
adoprassero per indurla a rompere la giurata fede. Questa lettera era
assai lunga, ma contenendo cose che, rilevantissime certamente per
quei due amanti, nol sarebbero forse altrettanto pe' nostri leggitori,
ci contenteremo di quanto abbiamo, intorno a ciò, riferito.

Il sere di Ravenswood ricevè altrettante risposte quante furono le sue
lettere, e tutt'e tre queste risposte erano fra loro diversissime in
ordine allo stile e ai modi, e per tre canali diversi gli giunsero.

Quella di lady Asthon gli fu arrecata dal corriere medesimo che avea
spedito, e al quale l'inesorabile Milady non permise di trattenersi
nel castello che il tempo necessario a lei per dettare la lettera
seguente.

  „ _Al sig. Ravenswood di Wolfcrag._ „

    SIGNORE

Ho ricevuta una lettera, sottoscritta: Edgardo, _sere di Ravenswood_;
nè so precisamente a chi attribuirla, perchè la famiglia che
s'intitolava così, fu digradata e cancellata dal novero delle famiglie
nobili per delitto d'alto tradimento, verificatosi nella persona di
Allano, già un tempo lord Ravenswood. Se a caso, o signore, foste voi
la persona che si è dato un tale titolo, piacciavi sapere ch'io
intendo valermi di tutta la pienezza de' miei diritti materni sopra
miss Lucia Asthon, mia figlia, da me promessa irrevocabilmente in
moglie ad un tale, degno di ottenerne la mano. E quando anche non
avessi corso un tal obbligo, non potrei accettare alcuna proposizione
di simil natura nè da voi, nè da chicchesia della vostra famiglia, che
ha sempre portate le armi contra la libertà del popolo e le immunità
della Chiesa di Dio. Non crediate che il soffio di una passeggiera
prosperità possa cambiare a tale proposito i miei sentimenti. Non meno
del santo re David, ho veduti i malvagi, divenuti potenti, innalzarsi
a guisa del cedro, e intanto che io passava dinanzi ad essi non erano
più[2]. Vi prego, o signore, ad imprimervi ben nell'animo questa
verità per amore di voi medesimo, e v'insinuo a non volgervi
ulteriormente alla vostra serva

  _Margherita Asthon_, _nata Douglas_. „

  [2] Versetto scritturale recato con tanta felicità nella nostra
  lingua dal Varano.

    „ Vidi l'empio presso sera,
      „ Innalzarsi eguale al cedro.
      „ Ripassammo, e più non era,
      „ Quando l'alba ritornò. „

Due giorni dopo avere ricevuta questa lettera non troppo
soddisfacente, il sere di Ravenswood trovavasi nella strada maggiore
di Edimburgo, ove il fermò un uomo che egli ravvisò ben tosto essere
Lockart, il fedele servo di ser Guglielmo Asthon. Levatosi questi il
cappello, lo salutò rispettosamente, e chiedendogli scusa per la
libertà che si era presa di trattenerlo, gli porse una lettera per
parte del suo padrone; poi subitamente disparve. Era questa di ben
quattro pagine in folio, coperte d'una scrittura fitta fitta, la cui
sostanza però, come per solito accade in una gran parte delle
allegazioni de' grandi giureconsulti, avrebbe potuto a poche linee
ridursi. La cosa che in questo scritto più chiaramente appariva, era
il sommo imbarazzo in cui dovette trovarsi la persona che lo compose.

Incominciava ser Guglielmo a spiegare, e per le lunghe, in quale alto
conto tenesse il suo giovine amico, il sere di Ravenswood, e quanto
fosse d'antica data la venerazione ch'egli professava al suo antico
amico il marchese di Athol. Passava indi a manifestare le proprie
speranze, che di qualunque genere fossero le vie preferite nel
trattare gli affari di interesse, in cui trovavasi involto, non
sarebbero stati dimenticati i riguardi dovuti alla santità de' giudizj
ottenuti _in foro contentioso_, e protestava innanzi a Dio e a tutti
gli uomini che, ove accadesse che le leggi della Scozia e le sentenze
pronunziate in conformità delle medesime, dovessero soffrire oltraggio
alla presenza di una nuova assemblea, qualunque essa fosse, non
penserebbe tanto al danno minacciato ai suoi personali interessi da
una irregolar processura, quanto si sentirebbe trafitto nella più viva
parte del cuore dalle pubbliche calamità che diverrebbero la
conseguenza inevitabile di un tal sistema. Molte cose ei dicea in lode
della generosità e del perdono mutuo delle ingiurie, e alcune anche ne
lasciava trasparire sulla instabilità delle umane vicende, luogo
rettorico che non manca mai di soccorrere all'uopo della fazione
politica soggiacente. Compiangea in patetico stile, e mansuetamente
biasimava la fretta avutasi nel torgli la carica di lord Cancelliere,
che una lunga pratica lo rendeva atto a sostenere, ardiva dirlo, con
tanto vantaggio del pubblico. E più lo gravava che si fosse venuto a
tale deliberazione, senza nemmeno darsi la briga di esaminare fino a
qual segno i suoi principj politici differissero da quelli
dell'attuale amministrazione. Non già che egli dubitasse delle mire
purissime del marchese di Athol, intese sempre al ben dello Stato; ma
in queste mire non essere egli diverso nè dal marchese di Athol, nè da
qualunque altro cittadino amantissimo de' vantaggi della sua patria.
Così si fosse preso l'espediente di combinare insieme in un comune
parlamento le vie migliori per aggiungere ad uno scopo tanto
desiderabile! Si sarebbe veduto con quanto zelo avrebb'egli a ciò
adoperati tutti que' sussidj di preponderanza o d'ingegno che gli
rimaneano. Venendo poi alle promesse che si erano fatte mutuamente la
figlia sua e il sere di Ravenswood, appariva dalla sua lettera com'ei
toccasse a contraggenio un tale argomento. Spiaceagli delle immature
spiegazioni corse su di ciò per parte di quelle persone che non
dovevano essere le prime a spiegarsi. Prendeva a testimonio il suo
giovine amico del nessun incoraggimento datosi a questi amori dal
padre. Gli rammentava che un patto _inter minores_, una obbligazione
contratta da un giovine senza l'assenso de' naturali suoi curatori era
nulla e di nessun effetto agli occhi della legge. La troppa fretta
postasi in questa bisogna avea prodotta una sinistra impressione
nell'animo di lady Asthon, e rinforzati certi pregiudizj che non
tornava per ora il pensare a distruggere. Il primogenito della
famiglia, il colonnello Soltho Douglas Asthon si era in modo il più
solenne posto dalla banda della madre. La qual cosa mettea Asthon
padre, nella necessità di non prestare l'assenso che il suo pregiabile
amico Ravenswood gli chiedea, a meno di far nascere un disgusto in
famiglia, genere di rischio a cui per nessun conto volea avventurarsi.
Conchiudeva la lettera dimostrando speranza, che il tempo, quel medico
efficacissimo di tutti i mali, anche a questi dispiaceri avrebbe posto
un rimedio.

Seguiva un brevissimo poscritto, ove ser Guglielmo spiegava un po' più
chiaramente, che se mai, contr'ogni sua espettazione, il Parlamento di
Scozia si mostrasse proclive a cassare i giudizj solennemente
profferiti dalle Corti di giustizia, anzichè vedere esposte
a tale oltraggio le leggi della sua patria, si presterebbe
estragiudizialmente a ragguardevoli sagrifizj.

Alcuni giorni dopo, un incognito consegnò alla porta del marchese di
Athol la seguente lettera, addirizzata al sere di Ravenswood.

„ Ho ricevuta, ma non senza espormi a rischi, la vostra lettera. Non mi
scrivete più sinchè non arrivino tempi migliori. Sono assediata, ma mi
manterrò fedele alla mia parola, sintantochè il cielo mi conservi
l'uso della ragione. É un conforto per me il sapere che la sorte vi
favorisca, e ne ho grande bisogno. „ A piedi del biglietto leggeasi la
sottoscrizione L. A.

Questi pochi versi portarono gravissime inquietudini nell'animo di
Ravenswood, che ad onta della proibizione di Lucia, si adoperò per
farle pervenire nuove lettere, ma indarno; e i suoi tentativi gli
fruttarono soltanto la sgradevole certezza delle grandi ed efficaci
cautele che erano state prese a fine di togliere ogni possibilità di
corrispondenza fra lui e la sua amante.

Tutte le ridette circostanze affliggeano tanto più vivamente il sere
di Ravenswood, che non potea differire più a lungo la sua andata per
l'importante commissione di cui già favellammo. Prima di partire dalla
Scozia consegnò la lettera di ser Guglielmo nelle mani del marchese di
Athol, il quale, dopo averla letta, gli disse sorridendo, che l'antico
lord Cancelliere avea lasciati trascorrere i suoi giorni di grazia, e
che dovea d'allora innanzi imparare a conoscere da qual parte si
levava il sole. Nè durò poca fatica Edgardo a farsi promettere, che
ogni qual volta ser Guglielmo acconsentisse alle nozze di lui con
Lucia, il marchese di Athol si accomoderebbe con esso su tutti i punti
contenziosi, senza portare le cose alla discussione del Parlamento.

„ Questo si chiama un sagrificare i diritti della vostra nascita, gli
dicea il Marchese e difficilmente mi piegherei alle vostre brame, se
non fossi pienamente convinto che lady Asthon, lady Douglas, non
importa qual nome si dia costei, non si smoverà dal suo punto, e che
suo marito non ardirà contraddirla. „

„ Spero per altro, Milord, non vi dimenticherete ch'io ho per sacro
l'obbligo da me contratto. „

„ Vi do parola d'onore di prestarvi servigio fino nelle vostre pazzie.
Vi ho fatto conoscere il mio sentimento, ma vi prometto uniformarmi al
vostro, se l'occasione se ne offrirà. „

Al sere di Ravenswood altro non rimanea da farsi che ringraziare di
tutto cuore un parente sì generoso, e un amico così verace,
lasciandogli piena facoltà di fare per esso in ogni circostanza quanto
avrebbe giudicato a proposito. Congedatosi indi da lui veleggiò al
Continente, ove la natura dell'incarico preso, doveva, a quanto
sembrava, trattenerlo parecchi mesi.



CAPITOLO VI.

    „ Per ammollire un cuor qual arte è questa? „

                                _Shakespeare._


Era trascorso un anno dopo la partenza di Ravenswood pel Continente.
Niuno immaginava che vi dovesse rimanere tanto tempo. Pure vel
tratteneano tuttavia gli affari dei quali era incaricato, e, se
fossero state vere certe voci che si faceano correre, altri affari che
personalmente ad esso si riferivano. Affinchè i nostri leggitori
possano conoscere in quale stato allora fossero le cose nella famiglia
di ser Guglielmo Asthon, trascriveremo qui un colloquio confidenziale
accaduto fra Bucklaw e il suo compiacente collega di stravizzi, il
famoso capitano Craigengelt.

Seduti erano entrambi ai due cantoni di un vasto cammino nella sala
della mensa del castello di Girnington. Splendea il focolare d'una
vivissima fiamma di legne, e stava fra essi una tavola rotonda che
sostenea due bicchieri e alcuni fiaschetti di scelto vino di Borgogna.
Serio, taciturno, meditabondo mostravasi il padrone di casa,
intantochè il parassito pensava a ciò che avrebbe potuto dire o fare
per evitare, quanto sopra ogn'altra cosa temea, veder cedere al
predominio del mal umore quella persona, di cui cercava meritarsi con
ogni studio il favore. Dopo un lungo silenzio, a quando a quando
interrotto soltanto dallo strepito che facea Bucklaw percotendo in
cadenza il terreno colla suola d'uno stivale, Craigengelt si fece
finalmente coraggio a parlare il primo.

„ Ch'io possa essere dannato, se parete mai in questo momento un uomo
sul punto di prender moglie! Mi porti il diavolo, se non avete
piuttosto la fisonomia d'uno sgraziato che stia per andare al
patibolo! „

„ Grazie del complimento! Ma suppongo che steste pensando a quanto vi
può un giorno accadere. Vi domando io, capitano. Come vorreste ch'io
avessi un'aria ilare e gaia, s'io mi sento malinconico, e
terribilmente malinconico? „

„ Ed è ben per questo che mi do a tutti i diavoli. Voi siete in
procinto di stringere un ottimo matrimonio, un matrimonio che avete
voi stesso ferventemente desiderato, e fate il viso arcigno come
un'orsa cui si vogliano portar via i suoi orsacchini. „

„ Non so, rispose con tuon di mal umore Bucklaw, quel ch'io mi farei,
se al proposito di tal matrimonio non fossi tanto innoltrato da non
potere tornare addietro. „

„ Tornare addietro! esclamò Craigengelt sostenendo a maraviglia la
parte di uomo stupefatto. Sarebbe un giocare a chi vince perde.
Tornare addietro? La dote della ragazza..... „

„ Potreste anche dire della damina. „ Così lo interruppe Bucklaw.

„ Sia pure, della damina; io non intendo mancarle di rispetto. Ma la
dote di miss Asthon non istà forse a petto di quella che potreste
aspettarvi da qualunque altra figlia unica del Lothian? „

„ Chi nega ciò, e chi pensa alla dote? Non son io forse ricco
abbastanza? „

„ E la madre che vi ama come se foste suo figlio! „

„ E parlando di qualche suo figlio, credo anche più. Però, questa donna
non si mostra molto prodiga d'affetto verso nessuno. „

„ Il colonnello Sholto Douglas Asthon desidera più d'ogn'altra cosa al
mondo che seguano queste nozze. „

„ Oh! le desidera perchè crede gli agevoleranno l'ingresso nel
Parlamento. „

„ E il padre, impaziente di vederle conchiuse, più che nol son io di
veder terminata una partita di giuoco, quando son presso a vincerla! „

„ Certamente, continuò Bucklaw collo stesso tuono d'indifferenza. Egli
desidera di assicurare a sua figlia il migliore partito possibile,
giacchè non gli è permesso di venderla, per salvare il dominio di
Ravenswood che il Parlamento sta per tirargli fuor dalle branche. „

„ Ma e circa alla giovinetta, che ci trovereste da dire? Non ve n'è una
più bella in tutta la Scozia. Ne andavate pazzo, quando non voleva
udir parlare di voi, e oggi che acconsente a sposarvi, e a rompere le
promesse fatte a quel Ravenswood, oggi vi viene voglia di fare il
ritroso? Non posso star di non dirvelo. Vi è saltato il diavolo in
corpo, nè sapete o quel che vi abbisogni, o quel che vogliate. „

„ Vi confiderò il motivo che mi rende sì inquieto, soggiunse Bucklaw
alzatosi in piedi, e andando su e giù per la sala. Non posso
comprendere per qual prodigio o diavoleria miss Asthon abbia cambiato
parere sì d'improvviso. „

„ E perchè inquietarvi di ciò, se il cambiamento è in vostro favore? „

„ Potreste avere ragione; e benchè io non sia mai convissuto a lungo
con belle signore, so però che sono capricciose all'ultimo segno.
Nondimeno, nel cambiamento di miss Asthon vi è qualche cosa di troppo
subitaneo, di troppo serio per attribuirlo unicamente ad un capriccio.
Esso è l'opera di lady Asthon che conosce ogni meccanismo per far
piegare alla sua la volontà degli altri, come un cavallerizzo conosce
e i travagli e i cavezzoni e le corregge che s'adoperano a domare un
puledro? „

„ Come si farebbe ad addestrarlo senza di ciò? Come a renderlo docile e
sottomesso? „

„ Questo è vero per altro, soggiugnea Bucklaw fermandosi ed
appoggiandosi sulle spalle di una scranna. Poi, Ravenswood sta
tuttavia imbarazzandomi la strada. Credete voi che rinunzi alle
promesse di Lucia? „

„ Oh! rinunzierà di sicuro. A che si riducono queste promesse, poichè
sono entrambi in procinto, egli di sposare un'altra donna, ella di
prendersi un altro marito?...... „

„ E voi credete davvero che egli pensi ad ammogliarsi in estraneo
paese, come abbiamo udito vociferare? „

„ Non avete inteso voi medesimo il capitano Westenho, parlare degli
apparecchi che si faceano per questo felice matrimonio? „

„ Il capitano Westenho vi rassomiglia un po' troppo, il mio caro
Craigengelt, per poter essere quel che ser Guglielmo chiamerebbe un
testimonio irrefragabile. Non ha chi lo pareggi nel bere, nel giocare,
nel bestemmiare, e credo ancora che, quando vien l'occasione
d'ingannare e mentire, non se la lasci scappare. Tutte queste buone
qualità, Craigengelt, possono essere utili, adoperate a luogo e tempo;
ma sentono un po' troppo di bricconeria per far buona comparsa innanzi
ad una Corte di giustizia. „

„ Diamine! Non crederete nemmeno alla testimonianza del colonnello
Douglas Asthon? Non ci ha egli assicurato di avere udito quando il
marchese d'Athol, senza accorgersi ch'egli fosse presente, dicea in
pubblico che il suo giovine congiunto aveva aggiustate le proprie
faccende in modo da non dovere sagrificare i dominj paterni per
ottenere la svenevole figlia di un vecchio fanatico e screditato, e
che Bucklaw era giunto in tempo per mettere le scarpe vecchie di
Ravenswood. „

„ Ha egli ardito di parlare in questa maniera? Sclamò Bucklaw,
abbandonandosi ad uno di quegl'impeti di sdegno non insoliti in lui.
Per dio! se lo avessi udito gli avrei strappata la lingua fuor della
gola alla presenza de' suoi cortigiani, de' suoi adulatori, e della
sua guardia di montanari. E perchè Sholto non gli ha passata per
traverso ai fianchi la spada? „

„ Perchè? Voglio perder marcio, se lo so il perchè. Certo; il Marchese
se lo sarebbe meritato...... Ma un vecchio, un ministro di stato......
vi sarebbe più pericolo che onore a cimentarsi con lui. Pensate
piuttosto a compensare miss Asthon del torto che le possono arrecare
tali discorsi, e lasciate andare un uomo troppo vecchio per battersi,
e collocato troppo in alto perchè voi possiate raggiungerlo. „

„ Pure lo raggiungerò un qualche giorno, e raggiungerò anche il suo
caro parente Ravenswood. Ma per ora adempirò quanto è dovuto all'onore
di miss Asthon. Non è giusto che tali indegni propositi lo
avventurino. Mi trovo però impacciato in un affare niente di mio
genio. Non vedo l'ora di vederlo terminato. Su via, Craigengelt!
empite i bicchieri, e beviamo alla salute della giovine Miss. Un buon
fiasco di vino val meglio che tutte le gonnelle d'Europa. „



CAPITOLO VII.

    „ Questa crudele immagine teneale il cor dolente,
    „ O stessimo soletti, o in mezzo a molta gente.
    „ Delle vivande a mensa niun la prendea diletto.
    „ Invan cercava il sonno nell'adagiarsi in letto. „

                                      _Gli Errori._


Nella mattina del successivo giorno, Bucklaw e il suo fedele Acate,
Craigengelt, arrivarono al castello di Ravenswood ove con molte
dimostrazioni d'amicizia vennero accolti da ser Guglielmo, da lady
Asthon e dal loro figlio primogenito, il colonnello Sholto Douglas
Asthon. Dopo avere lungo tempo arrossito, e balbutendo (perchè
Bucklaw, comunque di carattere fermo ed intrepido, in molte
circostanze, peccava però di quella puerile timidità solita a
scorgersi in coloro che in mezzo alle scelte compagnie non sono molto
vissuti) pervenne finalmente ad esprimere il suo desiderio di avere un
abboccamento con miss Asthon per conoscer chiaramente le sue
intenzioni intorno alle divisate lor nozze. Ser Guglielmo e il figlio,
fisarono gli occhi sopra lady Asthon, la quale rispose con molta
disinvoltura che ella stava per chiamare subitamente la figlia.

„ Spero però, gentilmente sorridendo, soggiunse, che attesa l'estrema
gioventù di Lucia, e la debolezza che ella ebbe di lasciarsi indurre a
contrar un obbligo di cui presentemente ha vergogna, il nostro amico
le perdonerà, se ella mi desidera presente ad un tale colloquio. „

„ Vi protesto, mia cara Milady, rispose Bucklaw, che non lo desidero
meno io medesimo, perchè sono sì poco avvezzo a quanto chiamasi
galanteria, che cadrei facilissimamente in qualche storditaggine,
senza la fortuna di avere una interprete qual voi siete. „

Così la soggezione e l'imbarazzo, da cui in allora trovavasi compreso
Bucklaw, gli fecero dimenticare le paure dimostrate il dì antecedente,
che lady Asthon si fosse prevalsa di qualche cabala, per indurre
d'improvviso la figlia ad acconsentire ad un matrimonio al quale avea
mostrato fin lì tanto contraggenio; e perde l'occasione di assicurarsi
da se medesimo de' veraci sentimenti di Lucia.

Il padre e il figlio insieme col Capitano uscirono della sala, ove non
tardò a ritornare lady Asthon accompagnata dalla sua figlia. Lucia
parve a Bucklaw tal quale egli l'avea precedentemente veduta,
tranquilla anzichè agitata; ma un giudice migliore di lui avrebbe
deciso a stento, se questa calma fosse figlia dell'indifferenza, o
della disperazione. Oltrechè, era troppo inquieto egli stesso per
potere sottomettere ad attento esame le disposizioni dell'animo della
giovane. Balbettò due o tre frasi incoerenti: confuse tutte le idee
che avrebbe voluto esprimere; in somma, rimase a mezzo il discorso.

Miss Asthon lo aveva ascoltato, o fatto mostra almen di ascoltarlo; ma
non gli diede veruna risposta, e continuò a dar opera ad un ricamo,
lavoro nel quale sembrava mettere una grandissima attenzione, fosse
ciò per istinto o per abito. Lady Asthon stava seduta a picciola
distanza verso un vano di finestra, e vedendo che Bucklaw non aveva
altro da dire, o non sapeva dir altro, e che la figlia taceva, così a
questa parlò con un tuono che tenea il mezzo fra la dolcezza e il
rimprovero: „ Lucia! Ebbene, mia cara Lucia? A che state dunque
pensando? Non avete udite le cose che v'ha dette il sig. Bucklaw? „

Era sì confusa la mente della misera giovinetta, che parea nemmeno
s'accorgesse della presenza della madre. Si scosse all'udirne la voce,
lasciò cadersi l'ago di mano, e pronunciò in fretta e, quasi tutto in
un fiato, queste parole che si contraddiceano scambievolmente. „ No,
mia signora; sì, Milady. Vi domando perdono. Qualcheduno mi ha forse
parlato? „

„ Non v'è motivo di arrossire, figlia mia; e molto meno d'impallidire e
di tremare, le disse lady Asthon facendosele più vicina. Chi non sa
che una giovinetta ben educata, non dee mai mostrarsi sollecita di
ascoltare i complimenti dei giovani? Pensate però, che il sig. Bucklaw
ha ricevuta dai vostri genitori la permissione di parlarvi, come ha
fatto, e che avete acconsentito ad ascoltarlo favorevolmente; nè
ignorate quanto vostro padre ed io abbiamo a cuore di vedersi
effettuare un matrimonio così a voi convenevole. „

Il tuono adoperato da lady Asthon nel pronunciare queste parole,
respirava soavità e tenerezza materna; ma i suoi sguardi vôlti alla
figlia, le intimavano ad un tempo ordini rigorosi e severi. Il tuon di
voce era ostentato a fine d'ingannare Bucklaw, cosa a lei non molto
difficile; collo sguardo parlava a Lucia, avvezza a leggere negli
occhi della madre le sue minime volontà, quand'anche questa non
giudicasse a proposito di esprimerle affatto co' suoi discorsi.

Miss Asthon seduta sulla sua sedia in uno stato di perfetta
immobilità, atterrita, a quanto parea, e girando attorno a se gli
occhi smarriti, continuava a tacere. Bucklaw, che in tutto questo
intervallo avea trascorso in lungo e in largo la sala, giunse a
ricuperare la sua prontezza di spirito, e fermandosi d'improvviso
rimpetto a Lucia: „ Io credo, miss Asthon, le disse, di aver fatta la
parte di uno sciocco e di un imbecille; ho voluto tenervi quel
linguaggio che, a quanto si dice, piace alle giovani. Voi non avete
inteso nulla, e non me ne maraviglio, perchè, Dio non m'abbia
misericordia, se ho inteso nulla di quel che ho detto io medesimo. Ma,
una volta per tutte, voglio spiegarmi in buono scozzese. Vostro padre
e vostra madre consentono ch'io vi sposi. Vi dirò dunque, che se
volete accettare per marito un giovine schietto e sincero, il quale
non vi contraddirà mai nella menoma cosa, non avete da pronunziare che
una parola. Voi diverrete padrona della più bella signoria che si
trovi nel Lothian. Sceglierete fra il castello di Girningam e quello
di Bucklaw. A Edimburgo avrete il palagio di lady Girnington, posto in
Canongate. Andrete dove vi accomoderà, farete quel che vorrete;
vedrete le persone che vi piacerà di vedere. La cosa va da se.
Solamente serbo un cantuccio in fondo della mia mensa, per un
rompicollo d'amico, della compagnia del quale potrei benissimo far
senza, se il mariuolo non avesse avuta l'arte di persuadermi di
essermi assolutamente necessario. Dunque spero che non isbandirete di
casa mia Craigengelt, benchè certamente non sia difficile il trovare
miglior compagnia. „

„ Vergognatevi, Bucklaw, vergognatevi! sclamò lady Asthon. Come potete
voi supporre che Lucia abbia la menoma idea di sbandire da casa vostra
quella leale ed onesta creatura, quel bravo capitano Craigengelt? „

„ É vero, Milady. La lealtà, l'onestà e la bravura, sono tre pregi
ch'egli possiede nel medesimo modo; ma non cade qui la quistione.
Costui conosce il mio temperamento, sa rendermisi utile, si piega ad
ogni mio capriccio; e, come io ve lo diceva, durerei fatica a star
senza di lui. Ma lo ripeto; non cade qui la quistione; e poichè ho
avuto bastante coraggio per farvi direttamente la mia proposta, miss
Asthon, amerei di ricevere una risposta dal vostro labbro medesimo. „

„ Mio caro Bucklaw, rispose lady Asthon; permettete ch'io venga in
soccorso della timidità di mia figlia. Vi dico alla sua presenza
ch'ella ha già acconsentito a lasciarsi guidare da suo padre e da me
in questo affare. Mia cara Lucia, indi aggiunse, combinando, giusta il
suo costume, un tuono di tenerezza con uno sguardo imperioso, parlate
voi stessa. Quanto io dico, non è l'esatta verità? „

„ Ho promesso di obbedirvi, rispose con fioca e tremebonda voce la
vittima, ma ad un patto. „

„ Ella vuol dire, ripigliò la madre, di aspettare la risposta ad una
inchiesta che ella ha spedita a Ratisbona, o a Vienna, o a Parigi, per
essere sciolta d'una promessa che un uomo astuto avea avuta l'arte di
carpirle. Son certa, mio caro Bucklaw, che voi non disapproverete,
s'ella mostra su di ciò un dilicato riguardo, che dobbiamo tutti
apprezzare ed aver comune con lei. „

„ Giusto, giustissimo! „ disse Bucklaw, canticchiando nel tempo stesso
il ritornello di una vecchia canzone;

    „ Vada il primo amore in bando
      E dia loco al nuovo amor. „

„ Ma mi sembra, aggiunse, che a quest'ora avreste avuto il tempo di
ricevere cinque o sei risposte da Ravenswood. In verità, che mi assumo
di chiedergli risposta io medesimo, se miss Asthon vuol darmi una tal
commissione. „

„ Ella è cosa alla quale non possiamo consentire, disse lady Asthon.
Abbiam durato fatica ad impedire a mio figlio Douglas di prendersi
quest'incarico, che a voi si converrebbe anche meno. Noi vi amiamo
troppo per soffrire che vi prendiate la briga di fare simile inchiesta
ad una tale persona. Però, tutti gli amici di nostra casa sono
d'avviso, che quest'uomo immeritevole di ogni riguardo non essendosi
degnato di rispondere, il suo silenzio debba aversi per un consenso.
Un contratto non si considera forse come rotto, quando le parti
interessate non insistono, perchè venga eseguito? Questo parere è
anche stato spiegato apertamente da ser Guglielmo, che dee intendersi
di tali materie, e la mia cara Lucia dovrebbe ella stessa..... „

„ Milady, Lucia l'interruppe con una intrepidezza che niuno le avrebbe
attribuita; non mi stimolate di più. Se questo sfortunato obbligo è
annullato, già vel dissi, farete quel che vorrete di me. Ma finchè tal
cosa non si verifichi, sarei colpevole agli occhi di Dio e degli
uomini, se mi prestassi a quanto mi domandate. „

„ Ma, mia cara amica, se quest'uomo si ostina a tacere...... „

„ Mi risponderà. Sono sei settimane, che, valendomi di un sicurissimo
canale, gli ho spedita una copia della mia prima lettera. „

„ Non è vero, non può esser vero, non avreste ardito tanto. „ Esclamò
lady Asthon con un impeto che mal s'accordava col tuono di dolcezza da
lei poc'anzi ostentato; ma riconoscendo immantinente il proprio
abbaglio, fece succedere un tuono più mite: „ Mia cara Lucia, come
avete potuto condurvi a un tal passo? „

„ Poco importa il come, soggiunse Bucklaw. Approvo e rispetto il modo
di pensare di miss Asthon. Spiacemi unicamente di non essere stato io
il portatore della lettera. „

„ E quanto tempo, miss Asthon, le chiese con ironico tuono la madre,
dovremo aspettare il ritorno del vostro _folletto_? Perchè certamente
voi avrete adoperata qualche sostanza aerea; i nostri semplici
corrieri di carne e d'ossa non erano degni di essere incaricati d'una
sì importante missione. „

„ Ho contato le settimane, i giorni, le ore, i minuti, disse Lucia, e
se entro otto giorni non mi arriva una risposta, ne conchiuderò
ch'egli è morto. Fin da ora, o signore, si volse in questo mentre a
Bucklaw, io vi professerò una veracissima gratitudine, se potete
ottenere da mia madre, ch'ella non mi stimoli maggiormente su tale
soggetto. „

„ Ne fo inchiesta formale a lady Asthon, gridò Bucklaw. Sull'onor mio,
miss Lucia, rispetto i vostri sentimenti, e benchè desideri più
ardentemente che mai di vedere questo affare conchiuso, vi giuro che
io ritirerei le mie inchieste, se potessi supporre che vi venissero
fatte a tal proposito sollecitazioni capaci di arrecarvi il dispiacere
sol d'un istante. „

„ Il sig. Bucklaw non dee concepire verun timore di tal natura,
soggiunse impallidendo per la collera lady Asthon, quando il cuor
d'una madre veglia alla felicità della propria figlia. Mi
permettereste di chiedervi, miss Asthon, in quali termini fosse
concepita la lettera che giudicaste a proposito scrivere? „

„ Era, e non altro, rispose Lucia, la copia esatta di quella lettera
che mi avete precedentemente dettata. „

„ Dunque, mia cara Lucia, soggiunse la madre con accento più
affettuoso, possiamo sperare che entro otto giorni voi metterete fine
a questa incertezza. „

„ Milady, non intendo che miss Asthon venga ristretta fra così angusti
confini (fu presto a dire Bucklaw, che comunque bizzarro, stordito,
inconsiderato, avea l'animo aperto ai nobili sentimenti). I corrieri
possono essere fermati, o tardati da non proveduti avvenimenti lungo
la strada. Mi ricordo che una volta un cavallo sferrato mi fece
perdere una intiera giornata. Permettetemi di consultare il mio libro
de' ricordi. Da oggi a venti giorni corre la festa di S. Giuda. Da qui
a là ho diverse faccende. La vigilia di questa festa devo trovarmi a
Caverton-Edge per vedere una corsa fra la cavalla nera del feudatario
di Kittlegirth e il cavallo baio di quattro anni di Jonhnston, il
mercante di farina; ma non importa. Correndo tutta la notte, posso
essere qui la mattina successiva. Siccome pertanto in tutto questo
intervallo non avrò occasione di rendermi importuno a miss Asthon,
spero che voi parimente, o Milady, e ser Guglielmo, e il colonnello
Douglas, vorrete lasciarle la tranquillità necessaria per fare le sue
considerazioni, e per appigliarsi a un partito. „

„ Voi siete ben generoso, o signore, gli disse Lucia, e ve ne ringrazio
sincerissimamente. „

„ Generoso! Non sono, come vi ho detto, che un giovine un poco
spensierato, ma schietto e sincero, e farò di tutto per rendervi
felice, se me lo permetterete, e me ne somministrerete voi medesima i
modi. „

Dette le quali cose, la salutò provando in suo cuore un tal grado di
commozione che eragli insolito, e di cui egli medesimo maravigliò.
Congedatosi indi da lady Asthon, questa lo accompagnò assicurandolo
che miss Lucia rendea compiuta giustizia alla sincerità del suo
affetto, e pregandolo a vedere ser Guglielmo innanzi partire; „ poichè,
dobbiamo tutti essere pronti, aggiunse, volgendosi verso la figlia, a
sottoscrivere nel giorno di S. Giuda, la felicità di tutta la nostra
casa. „

„ La felicità di tutta la nostra casa! proruppe dolentemente Lucia,
intanto che la porta della sala chiudeasi. Dite piuttosto il mio
decreto di morte. „ E giungendo sul petto le mani, fatte scarne dai
patimenti dell'animo, si lasciò cadere sopra una sedia in tale stato
di sfinimento, che alla morte s'avvicinava.

Da questo stato la trassero ben tosto le clamorose grida del giovane
fratello della medesima, Enrico, il quale veniva a ricordarle una
promessa, di dargli cioè due _aune_ di fettuccia di colore scarlatto
per farne due fiocchi ai legacci delle sue calze.

Lucia, alzatasi con mesta calma, andò all'altro fondo della sala, e
dalla sua scatoletta d'avorio, ove teneva i lavori, trasse la
fettuccia del colore che il giovine Enrico desiderava, tagliandone la
conveniente lunghezza, e formandone due fiocchi da legacci secondo
l'usanza di quei tempi.

„ Non ti affrettar tanto a chiudere la tua scatoletta, il fratello
soggiunse. Bisogna ancora che tu mi dia del tuo filo di argento per
attaccare i sonaglietti alle zampe del mio falco. Non già che questo
cattivo li meriti; che anzi corrisponde male a tutta la fatica che ho
fatto per isnidiarlo, e a tutte le pene presemi per dargli una buona
educazione. Temo non sarà mai che una bestia piena di vizj. Dopo avere
piantate le branche nel corpo d'una pernice, l'ha lasciata andar
d'improvviso e fuggire. Povero animaletto! che diverrà di esso, ferito
in questa maniera? Finirà morendo sulla prima ginestra, o sulla prima
macchia ove si abbatterà. „

„ Hai ragione, Enrico, hai veramente ragione; disse mestamente Lucia,
tenendo sempre la mano del suo fratello, dopo datogli il filo
d'argento che questi avevale domandato. Ma vi sono al mondo altri
augelli da preda, diversi dal tuo falco, e un numero anche maggiore di
augelli feriti, il cui solo desiderio si è di morire in pace, e che
cercano invano una macchia o una ginestra per nascondervi il loro
capo. „

„ Ah! ecco una frase che hai trovata in qualcuno de' tuoi romanzi,
esclamò Enrico. E son questi, almeno Sholto pretende così, che ti
guastan la testa. Oh! odo il fischio di Normanno che chiama il falco.
Voglio andargli ad attaccare i sonagli. „

Ciò detto partì colla inconsiderata leggerezza propria di quella età,
abbandonando la sorella alle sue amare considerazioni.

„ Egli è dunque deciso, ella disse, che io debba essere abbandonata da
ogni vivente, da que' medesimi che dovrebbero amarmi di più! Non vedo
presso di me se non quelli che mi conducono alla mia rovina. Così
doveva essere. Sola, e senza prendere consiglio da alcuno, mi sono
precipitata in mezzo ai pericoli. Mi è d'uopo uscirne sola, e senza
chieder consigli, o cercar nella tomba quel riposo che mi è negato su
questa terra. „



CAPITOLO VIII.

    „ Qual fia di tal consiglio l'infausta conseguenza?
    „ A quella in cui t'avvolgi mestissima indolenza
    „ Succede la tetraggine, poi di vita l'orrore
    „ Che colla morte arreca il fin del tuo dolore. „

                                     _Gli Errori._


I nostri leggitori saranno più proclivi a scusare la facilità con cui
Bucklaw, non privo per vero dire di buone qualità morali, lasciava
traviare il suo giudizio dalle cabale di lady Asthon, intantochè alla
propria usanza corteggiava Lucia, se porranno mente a quale interna
disciplina venissero a que' giorni, nelle famiglie di Scozia,
assoggettate le donzelle nubili.

I costumi di questo paese, sotto tale aspetto, come sotto molti altri,
erano gli stessi che in Francia, prima della rivoluzione. Le
giovinette di una classe distinta vedeano poco la società prima di
essere maritate, e venivano, così per legge come effettivamente,
tenute sotto la assoluta dipendenza de' lor maggiori, i quali al
proposito di collocarle, consultavano più spesso l'interesse e le
convenienze, che l'inclinazione delle proprie figlie. E quanto al
giovine aspirante alla loro mano, si contentava del tacito consenso
della futura sposa, o della sicurezza ch'ella si sommetteva pienamente
ai voleri di chi potea anche su di ciò comandarle; e avendo poche
occasioni di conoscere da presso la donzella, e molto meno di
apprezzarne le qualità morali, sulle apparenze esterne per l'ordinario
si decidea; simile agli amanti di Porzia, che nel _Mercante di
Venezia_[3], scelgono, giusta il metallo di cui lo vedon costrutto, lo
scrigno, dal cui contenuto interno dipende il loro destino, e
riguardano in somma il matrimonio siccome un giuoco di lotto,
abbandonando interamente al caso l'esito della perdita o della
vincita.

  [3] Nota Commedia di Shakespeare.

Tali essendo le costumanze generali del secolo, non era cosa
sorprendente, se Bucklaw che le sue consuetudini di dissipazione
aveano fin allora tenuto lontano dalla buona società, non si mostrava
sollecito di trovare nella sua promessa sposa tai sentimenti di
scambievolezza, quali non gli avrebbero cercati nemmeno persone più
esperte e più di lui dilicate in amore. Egli sapea, la cosa che
generalmente veniva riguardata come il punto essenziale, che i parenti
e gli amici di Lucia, se gli erano spiegati apertamente propensi, e
che siffatta propensione sopra motivi valevolissimi si fondava; nè
credea quindi doversi prendere altri fastidj.

Oltrechè, dopo la partenza di Ravenswood, il marchese di Athol tenne
una siffatta condotta che parea espressamente intesa a mettere un
insuperabil cancello fra lady Asthon e il proprio congiunto. Non
ch'egli non amasse sinceramente Edgardo; ma questo affetto non era
regolato da un sano discernimento. O, a dir meglio, pari alla maggior
parte degli amici e dei protettori, non si curava d'altro, se non se
di ciò ch'ei riguardava, siccome vero interesse del suo giovin
parente; nè si curava poi di esaminare se un tale contegno ne
contraddicesse i desiderj e le inclinazioni.

Aveva adoperato tutto il credito di cui godea, come ministro, per fare
ammettere al parlamento di Scozia un'appellazione dallo stesso
Marchese presentata a nome di Edgardo contro i giudizj, in virtù de'
quali la proprietà della baronia di Ravenswood fu aggiudicata
all'antico lord Cancelliere; appellazione, che sostenuta con tutta la
forza della ministeriale autorità, eccitò forti clamori per parte dei
membri della fazione opposta parlamentaria, i quali ravvisarono in ciò
una violazione inaudita, arbitraria e tirannica del poter giudiziario.
E se tal fu l'effetto che essa produsse negli animi di persone, sol
per conformità di principj politici, collegate colla famiglia Asthon,
ciascuno giudicherà quale irritazione eccitò in seno di questa
famiglia medesima. Ser Guglielmo, più interessato ancora che
pusillanime, si disperava all'aspetto della grave perdita che lo
minacciava. Il figlio di lui, il colonnello Sholto, nudrito nelle idee
dell'orgoglio materno, fu compreso da uno sdegno, convertitosi in
rabbia al sol pensare che si tentava di togliere alla casa Asthon una
signoria già da lui riguardata come paterno retaggio. Ma lo spirito
ancora più vendicativo della Milady vi trovò nuovi alimenti al proprio
rancore, considerando quest'inchiesta giudiziaria siccome un'offesa
che dovea perpetuare il desiderio della vendetta in tutti i cuori
delle persone di sua famiglia.

Persino Lucia, l'ingenua e soave Lucia, trascinata dall'opinione di
coloro che le stavano intorno, non potè a meno di corrucciarsi sulla
condotta di Ravenswood, o per meglio dire del parente di lui, e la
riguardò come precipitata, e tale che chiudea l'adito a qualsivoglia
conciliazione. „ Mio padre, ella pensava fra se medesima, l'ha accolto
con tanta amorevolezza. Innanzi agli occhi di mio padre ha preso
origine il nostro amore. Dovea egli dimenticar sì presto una simile
circostanza? O non dovea piuttosto divenirgli un motivo per far valere
con maggiore moderazione quelli che chiama suoi diritti legittimi?
Avrei rinunziato per lui ad un patrimonio, venti volte più grande di
quello ch'ei cerca ricuperare con tanta avidità, come se avesse
dimenticato, quanto questa causa riguardi me da vicino? „

Ciò nullameno Lucia era costretta a tenersi in petto questi argomenti
di scontento, perchè avrebbe temuto, col palesarli, di accrescere la
nimistà, già invelenita abbastanza in tutti quelli che l'attorniavano,
contro il suo amante. Non v'era un d'essi che non imprecasse i
provvedimenti presi dal marchese di Athol, divulgandoli illegali,
vessatorj, tirannici, e peggiori degli atti i più arbitrarj che si
erano commessi ne' momenti più calamitosi del regno degli Stuardi.

Venne in conseguenza di tutto ciò, che furono adoperate presso di lei
tutte le vie possibili di persuasione per indurla a sciogliersi dai
patti promessi ad Edgardo; patti, che le erano dipinti come
obbrobriosi, scandalosi, colpevoli, giurati ad un nemico di sua
famiglia, ed espressamente intesi a crescere l'amarezza della
disgrazia alla quale il padre di lei avea soggiaciuto.

Non mancava però miss Asthon di una certa forza d'animo, e benchè sola
e priva di soccorsi, molte angustie avrebbe saputo affrontare. Avrebbe
saputo ascoltar con pazienza le continue querele del padre suo, le
invettive di esso contro quella che egli chiamava condotta tirannica
della fazion dominante; gli eterni rimprocci d'ingratitudine che a
Ravenswood apponea; le infinite dissertazioni ch'egli tessea per
provare la nullità dei patti corsi tra Edgardo e la propria figlia; le
inesauste citazioni delle leggi romane e scozzesi, e del diritto
canonico, e tutta la massa de' suoi dottrinali intorno alla estensione
e all'ampiezza della patria potestà.

E colla stessa tolleranza, o almeno coll'indifferenza dello sprezzo,
avrebbe ascoltati gli amari motteggi, e talvolta le escandescenze del
suo fratel Colonnello; e avrebbe appena badato alle dicerie ardite e
fuor di proposito degli amici e de' parenti di sua famiglia.

Ma non poteva egualmente resistere o sottrarsi alle costanti
persecuzioni dell'instancabile lady Asthon, che dimenticando ogni
altro divisamento, metteva in opera tutte le molle del proprio ingegno
per rompere qualunque vincolo tra sua figlia e Ravenswood, e per
collocare fra essi un'insuperabile sbarra, col darla in isposa a
Bucklaw. Più esperta del marito nel conoscere le latebre del cuore
umano, ben prevedea che i colpi della sua vendetta non poteano
percuotere più acerbamente e profondamente l'uomo da lei considerato
qual suo mortale nemico; nè esitò a levare il braccio per ferirlo
nella parte più delicata del cuore, benchè sapesse che il suo pugnale
avrebbe trafitto nel medesimo tempo il sen della figlia. Inflessibile
ne' suoi disegni, riaperse tutte le ferite del cuor di Lucia, e le
fece stillar sangue, ricercandone senza pietà i nascondigli. Non
lasciò artifizio intentato. Prese tutti i travestimenti atti a
favorire le proprie mire, e architettò freddamente tutti i congegni
co' quali può sperarsi di operare rilevanti cambiamenti in un animo.
Alcuni di tali congegni erano semplicissimi, nè ci accadrà che
brevemente accennarli; ma altri ne adoperò caratteristici del tempo e
del paese, ove queste cose avvenivano, e dei personaggi che ebbero
parte in così singolare tragedia; dei quali congegni faremo alquanto
più diffusamente parola.

Al buon successo de' disegni di lady Asthon rilevando singolarmente
che i due amanti non potessero mantenere corrispondenza fra loro, pose
in opera tutta la sua autorità sopra qualunque persona attenente alla
sua casa, valendosi inoltre del soccorso ausiliare, nè men poderoso
delle ricompense pecuniarie, a fine di rendere ogni intelligenza
impossibile tra di loro. A quanto appariva, Lucia godea di una
pienissima libertà; pur non fuvvi mai Fortezza assediata che
soggiacesse ad un blocco più rigoroso. Il castello di Ravenswood stava
come in mezzo ad un cerchio magico ed invisibile, nell'interno della
cui periferia niuna cosa poteva entrare; fuor del quale nulla poteva
uscire senza la permissione espressa della Fata che lo avea delineato.
Perciò tutte le lettere che Ravenswood avea scritte a Lucia per
istruirla de' motivi di una lontananza così a lungo protratta, tutte
quelle che la misera Lucia gli aveva spedite per vie da lei credute
sicure, onde chiedergli i motivi del suo silenzio, andavano a cadere
nelle mani di lady Asthon. Come mai presumere che in queste lettere
trattenute, e soprattutto in quelle di Edgardo, non si trovasse
qualche cosa atta ad irritare l'astio e ad invigorire l'ostinazione di
colei che di tali lettere s'impadroniva? Ma le passioni di questa
femmina erano troppo violente, perchè di nuova esca abbisognassero.
Ella consegnava alle fiamme siffatte lettere appena lette le avea, e
vedendole ridursi in cenere, disperdersi in fumo, le compariva sul
labbro il sorriso; la gioia del trionfo le scintillava sugli occhi; e
si compiacea in pensando che le speranze di chi le avea scritte
anderebbero nello stesso modo disperse.

Spesse volte vedonsi favorite dalla fortuna le combinazioni di coloro
che sono pronti ed abili a profittare di tutti gli eventi propizj
offerti loro dal caso. Erasi sparsa una voce, fondata, nè ciò avviene
di rado, sopra circostanze plausibili e prive nondimeno d'un saldo
appoggio. Diceasi che il sere di Ravenswood era in procinto di sposare
sul Continente una giovine donzella di nascita illustre, e
ricchissima; la qual notizia divenne ben tosto argomento ai discorsi
d'ogni brigata. Perchè quando due fazioni si contendono fra loro
l'autorità e il favor popolare, nè l'una nè l'altra d'ordinario
trascurano i menomi incidenti della vita privata de' loro avversarj
per trarne materia a politiche discussioni. Niuno meglio del marchese
di Athol sapeva quanto fosse priva d'appoggio una tale voce. Ma
avrebbe contraddetto ai proprj fini medesimi col dismentirla, tanto
più che onorevolissima era pel suo parente. Laonde, in ordine a ciò,
si spiegava pubblicamente, e senza riguardi non già valendosi dei
grossolani termini che il capitano Craigengelt gli aveva attribuiti,
ma però in modo che alla famiglia Asthon non doveva essere
soddisfacente. Il suo giovine congiunto, egli dicea, non gli avea per
anche scritta una tale notizia; pur verissima gli parea, e ne
desiderava con tutto il cuore la conferma: un tal matrimonio avrebbe
convenuto assai meglio e sarebbe stato infinitamente più decoroso ad
un giovine pieno d'ingegno e di meriti che non l'altro colla figlia di
un vecchio giureconsulto _wigh_, stato la vera rovina della casa di
Ravenswood.

Allora quelli della parte contraria, dimenticando il rifiuto che il
sere di Ravenswood avea sofferto dalla famiglia Asthon, faceano fuoco
contro di lui, rimproverandolo d'incostanza e di perfidia, e
accusandolo di aver cercato d'impadronirsi del cuor di Lucia a solo
fine di abbandonarla vilmente in appresso. Lady Asthon dal canto suo
non mancò di ordinare la cosa onde siffatta notizia giungesse per
diversi canali al castello di Ravenswood. Ella sapeva che avrebbe
fatta maggiore impressione nel cuor d'una figlia, e presi meglio i
colori della verità, se fosse stata ripetuta da persone che non
fossero in iscambievole corrispondenza fra loro. Chi ne parlava come
della voce che correva alla giornata; chi mostrando di crederla vera,
taluno in aria di scherzo la raccontava all'orecchio a Lucia; tal
altro ne l'avvertiva gravemente come di cosa meritevole di seriissima
considerazione.

Persino Enrico, benchè amasse sinceramente la sorella, era divenuto
uno stromento di cui valeansi per tormentarla. Corso una mattina nella
sua stanza, portando un ramo di salice in mano, le disse che quella
fronda era stata spedita a bella posta dal Continente affinchè ella la
portasse[4]. Perchè appunto Lucia amava con maggiore parzialità il suo
giovin fratello, questo sarcasmo, derivato in sostanza da fanciullesca
spensieratezza, le fu più acerbo degli studiati insulti che tante
volte dal fratel primogenito avea ricevuti. Pure ad onta di esserne al
vivo trafitta, non ne concepì collera contra chi il profferì. „ Povero
Enrico, esclamò gettandogli le braccia attorno al collo, tu ripeti
solamente le cose che ti hanno insegnate! „ E versò nel medesimo tempo
un torrente di lagrime.

  [4] _Portare il ramo di salice_, è proverbio inglese, solito ad
  applicarsi alle vecchie zitelle o alle giovani tradite dai loro
  amanti.

A malgrado della leggerezza naturale alla sua età ed anche inerente
alla sua indole, Enrico fu commosso vivamente dal cordoglio della
sorella. „ Lucia, le disse, non pianger così; ti giuro che non
m'incaricherò più mai delle loro ambasciate, perchè amo più te sola,
che essi mettendoli tutti insieme; (indi teneramente abbracciolla).
Quando vorrai andare a spasso, ti presterò il mio cavallino, e potrai
uscir del villaggio, se così ti piacerà, e senza che alcuno te lo
impedisca, perchè ti do parola che galoppa a dovere. „

„ E chi potrebbe impedirmi di andare a spasso fuor del villaggio? „

„ Oh! questo è un segreto. Ma fa prova di voler uscire, e vedrai
subitamente che il tuo cavallo si sferra, o diviene zoppo, ovvero che
la campana del castello sonerà per richiamarti, o in somma che
accaderà qualche accidente per non lasciarti andare più in là. So bene
che fo male a dirti queste cose; e se lo sapesse Sholto, non mi
regalerebbe più il paio di fiocchi da spalla che mi promise per
entrare nel suo reggimento. „

Il qual dialogo accrebbe la mestizia di Lucia confermandole un
sospetto che già erale venuto in animo, di essere cioè tenuta come
prigione entro la casa paterna. Nell'incominciamento del nostro
racconto, dipingemmo Lucia, come fornita di un carattere romanzesco
anzichè no; passionata per le storielle ove l'amore dominava in mezzo
ai portenti; facile qualche volta a mettersi colla immaginazione in
vece delle eroine del romanzo, le cui avventure aveano fatta maggiore
impressione nella sua mente che non avea pascolo di libri migliori. La
bacchetta magica, di cui si era giovata sino allora per procurarsi
amabili visioni, divenne quella d'un incantatore, suddito di un Genio
cattivo, e sol fornito della possanza di far comparire spaventevoli
spettri che agghiacciassero di terrore chi gl'invocava. Riguardandosi,
come argomento di sospetti, di sprezzo, d'indifferenza, e forse d'odio
alla propria famiglia, per giunta di sventure, si credè abbandonata
fin da quello per cui amore erasi esposta alla disapprovazione di
tutti coloro coi quali conversava e vivea. E per vero dire parea che
ogni giorno rincalzasse agli occhi della medesima le prove della
infedeltà di Ravenswood.

Un ufiziale d'avventura, di nome Westenho, collega antico di
Craigengelt[5] era arrivato allora appunto dal continente. Il
rispettabile capitano, benchè non concertasse a rigor di termine le
sue fazioni con lady Asthon, troppo superba per ricorrere ad
ausiliari, e troppo scaltra per volere mettere innanzi agli occhi di
un amico di Bucklaw i proprj rigiri, avea nondimeno l'accortezza di
comportarsi in modo di secondarne tutti i divisamenti. Indusse
pertanto il suo degno amico a ripetere tutto ciò che avea inteso
vociferare sul preteso maritaggio che Ravenswood stava, diceasi, per
contrarre, e ad aggiugnervi altre circostanze di sua invenzione, dando
così a questa calunnia una nuova apparenza di verità.

  [5] Quel medesimo di cui parla Craigengelt nel suo dialogo con
  Bucklaw riferito al capitolo VI di questo tomo p. 100.

Da tanti lati assediata, ridotta quasi a disperazione l'infelice
Lucia, cambiò affatto carattere, e cedendo alla forza de' patimenti e
delle persecuzioni, divenne cupa e concentrata in se medesima. Ora nel
silenzio ostinavasi, ora, cosa anche più contraria alla indole sua
naturale, rispondea con forza, ed anche con ira a coloro che la
tormentavano. Brevi e incoerenti divennero i suoi discorsi, e le
macchie porporine che a quando a quando ne animavano il volto, pallido
per natura, la dimostravano in preda a quella che potrebbe chiamarsi
febbre mentale. Intanto la sua magrezza crescendo ogni giorno, era
indizio evidente dei danni che nel fisico sofferiva.

Cotai sintomi avrebbero eccitata la compassione della maggior parte
delle madri; ma lady Asthon, ferma, inesorabile nei proprj
divisamenti, vide il guasto che formavasi nella salute e nella ragione
della figlia senza esserne più commossa d'un ufiziale del Genio,
quando sta contemplando le torri d'un'assediata Fortezza, crollar
sotto il fuoco della batteria che ha collocata; o a dir meglio,
riguardava questa rivoluzione fisica e morale operatasi nella figlia,
siccome un indizio che questa vacillava nelle proprie risoluzioni,
simile ad un pescatore che vede nelle convulsioni del pesce cui ha
attaccata la delfiniera, la gradevol certezza di trarlo ben tosto alla
riva. Per accelerare l'istante della crisi, ricorse ad un espediente
che probabilmente farà abbrividire i nostri leggitori; ma consentaneo
alla superstiziosa credulità de' tempi che descriviamo.



CAPITOLO IX.

    „ Lacera, scalza, i crini all'aura sparti,
    „ E di celarle al guardo altrui sol vaga,
    „ nel suo covil, d'Averno oprava l'arti,
    „ In odio al mondo e al ciel, l'iniqua maga. „

                                     _Spencer._


Il cattivo stato di salute cui pervenne Lucia rendè ben tosto
necessarj i soccorsi di qualche persona meglio istrutta degli ufizj
d'infermiere che nol fosse alcuna delle cameriere di lady Asthon. La
vecchia Ersilia, che dopo la morte di Alisa vedemmo sulle scene un
istante, venne chiamata a tal ministero, nè senza possenti motivi la
madre dell'infelice giovinetta diede preferenza ad una tal femmina.

Costei, soprannomata _la Medichessa_ pel villaggio di Lammermoor, si
era acquistata molta fama fra gl'ignoranti a motivo di varie
guarigioni di cui le si dava merito; guarigioni operate soprattutto
ne' casi di quelle malattie misteriose che sfidano l'arte del medico,
e che i superstiziosi Scozzesi riguardavano, come derivate da un
sortilegio gettato sulla persona del paziente. I rimedj di cotesta
femmina consistevano, parte in erbe colte di notte tempo sotto
l'influsso di tale o tal altro pianeta, parte in formule di bizzarre
parole, in segni, e prestigi che talvolta produceano salutare effetto
sull'immaginazione dell'infermo. Tale era il mestiere professato da
Ersilia Gourlay, la quale, e ognuno la crederà facilmente, era, a
motivo di ciò, sospetta non solamente ai vicini, ma eziandio al clero
di que' dintorni. Nondimeno, continuava a far traffico segreto di
Scienze Occulte, perchè, a malgrado delle terribili punizioni cui
soggiaceano i colpevoli dell'immaginario delitto di fattucchieria,
vedeansi di frequente certe donne, che stravaganti nelle loro idee e
spinte dal bisogno, si cimentavano volontarie ad essere credute
streghe, onde procurarsi, col terror che inspiravano, predominio nel
vicinato, e guadagnarsi il misero salario che alle fazioni delle
pretese loro scienze metteano.

La stoltezza di Ersilia Gourlay non giungeva a tanto ch'ella
confessasse di avere fermato un patto col diavolo; perchè ciò sarebbe
stato per essa un affrettarsi troppo nel cammino che guida al rogo e
all'onore di una camicia foderata di pece e di zolfo. La sua magia,
così esprimevasi, era innocente siccome quella di Calibano. Però,
dicea la buona ventura, spiegava i sogni, componea filtri, scopriva i
furti, stringea, rompea matrimonj con tal buon successo, che taluno
potea veramente crederla confederata con Belzebù. Il maggior danno che
derivasse dalle supposte cognizioni di cotesti immaginarj adetti delle
Scienze Occulte in ciò consistea: la maggior parte di tal genia,
divenuti già scopo all'odio e al terrore de' proprj concittadini, non
si faceano scrupolo di commettere atti che veramente legittimavano la
pubblica esecrazione cui soggiaceano. Perciò, leggendo le numerose
condanne che in quel secolo i tribunali di Scozia pronunziarono contro
le pretese streghe, sentiamo sminuirsi alquanto l'orrore destato nei
nostri animi dal lor destino, col pensare che la maggior parte di esse
aveano meritato, come avvelenatrici, o come cooperatrici, a nome del
demonio, di parecchi occulti misfatti, le tremende pene, cui per
delitto di magia venivano assoggettate.

Tali belle qualità adunque possedea Ersilia Gourlay, la femmina che
lady Asthon giudicò ben fatto assegnare per infermiera a sua figlia, e
ciò collo scopo di soggiogare affatto l'animo di questa infelice. Una
persona d'una classe inferiore a quella cui pertenea lady Asthon, non
avrebbe ardito tirarsi in casa una femmina sospettata siccome strega;
ma la madre di Lucia credeasi pel suo grado fatta superiore alle
censure del pubblico; onde non solamente non le temea, ma secondando
la sua fiera indole, le affrontava. Nè mancò chi la lodasse di
antiveggenza per avere chiamata presso la figlia cotesta _Medichessa_,
l'infermiera più abile, diceasi che si fosse potuta trovare in que'
dintorni; al qual provvedimento, se tutt'altra donna non nata Douglas
si fosse arrischiata, ogn'uno l'avrebbe rimproverata di essere ricorsa
alla confederata, alla favorita del nemico del genere umano.

Lady Asthon non ebbe mestieri di diffondersi in lunghe spiegazioni per
additare ad Ersilia la parte che dovea sostenere; bastò una parola per
farla del tutto intesa. La natura avea compartito a costei un ingegno
adatto al mestier che abbracciò, nè avrebbe potuto professarlo con
buon successo senza possedere qualche cognizione del cuore umano e
delle passioni che lo sconvolgono. Si accorse immantinente del fremito
che sorprese Lucia al solo vederla; cosa di cui non maraviglieranno i
nostri leggitori, purchè si ricordino il ritratto che facemmo della
maliarda, allorchè nella stanza della moribonda Alisa si trasportava.
Concepì odio mortale contro l'infelice fanciulla che non avea potuto
vederla senza essere da involontario orrore compresa; e quindi tanto
più di buon grado si accinse a secondare gli inesorabili disegni della
Milady. Ma la prima cura di Ersilia fu quella di vincere l'antipatia
che avea destata nell'animo della giovane, antipatia che agli occhi
della vecchia diveniva imperdonabil delitto.

Non le riuscì ardua l'impresa di conciliarsi l'animo di Lucia, la
quale ricevendo dalla sua vecchia custode dimostrazioni di premura e
d'affetto, a cui non era avvezza da qualche tempo, vinse il ribrezzo,
che l'aspetto lurido di costei le avea destato nell'animo. E se con
sollecitudini ben intese, la Sibilla non giunse a cattivarsi del tutto
la confidenza della giovinetta, certamente ottenne in essa un'attenta
e curiosa ascoltatrice alle storie, che sotto pretesto di sollevarla,
le raccontava. Sulle prime, coteste storie erano, per la maggior
parte, avventure maravigliose dello stesso genere di quelle che aveano
in addietro formata la lettura favorita di miss Asthon, e tutte
spiranti soave malinconia e tenero interesse. Si vedeano per esse, or
fate che danzavano a chiaro di luna su praterie tappezzate di fiori,
ora amanti obbligati ad errare per lungo tempo lungi dalle loro
innamorate, or prigioniere infelici liberate dalle torri entro cui
maligni giganti le tenevano rinchiuse. Nondimeno sì fatte leggende
presero a poco a poco un carattere cupo e misterioso, e allorchè la
fattucchiera narravale al lume di una lucerna, le voci tronche di
costei, l'aspetto delle sue labbra livide e tremebonde, quel suo
scarno dito levato in aria, quel suo capo paralitico, avrebbero potuto
destar terrore anche sopra immaginazioni meno al terrore accessibili,
e in un secolo meno superstizioso.

La trista femmina accorgendosi de' vantaggi che a mano a mano
riportava sulla vittima de' suoi artifizj, si fece a circonvallarla
entro un cerchio magico più angusto, e incominciò a narrarle quelle
antiche leggende della casa de' Ravenswood, ove più campeggiavano il
terrore e la superstizione; nè dimenticò la storia della fatal fontana
della Sirena, aggiugnendole di sua fantasia abbellimenti che la
rendessero più tetra e lugubre, e arricchì di comenti i più
confacevoli alle sue prave intenzioni la profezia che sul destino
dell'ultimo Ravenswood avea Caleb testè citata al padrone. E per
ultimo le narrò come lo spettro della vecchia Alisa si fosse mostrato
presso la terribile fonte ad Edgardo. La qual cosa tanto più dee
sembrare straordinaria, perchè Edgardo non ebbe di una tale
apparizione parola con chicchesia; laonde, a chi voglia credere costei
veramente in corrispondenza cogli enti soprannaturali, è forza il
supporre che ella medesima in quell'occasione sostenesse la parte di
spettro.

Se Lucia si fosse trovata ad una condizione meno infelice, o se
cotesti avvenimenti si fossero riferiti a tutt'altra famiglia che a
quella di Ravenswood, essi non avrebbero prodotto nell'animo di lei
che una momentanea impressione. Ma non dureremo fatica a comprendere,
come nel caso della sfortunata Lucia, l'idea di un infausto destino
collegato al suo amore ne tenesse la mente e notte e giorno; onde
tutti gli orrori della superstizione signoreggiarono un'anima
straziata anche senza di ciò dal cordoglio, dall'incertezza,
dall'angoscia, e da quello stato di solitudine cui vedeasi abbandonata
perfino in seno della propria famiglia, divenutale una famiglia di
tiranni anzichè di congiunti. In somma d'allora in poi fra le storie
da Ersilia narratele, non fuvvene una che non contenesse avvenimenti
analoghi a quelli di cui Lucia fu vittima o spettatrice; per la qual
cosa a poco a poco si affezionò suo malgrado ai mistici colloquj della
malvagia Sibilla che sol d'argomenti tragici la intertenea, e concedè
per ultimo confidenza alla femmina che da prima sol ribrezzo e
abborrimento inspiravale.

Accortasi Ersilia di questo per lei favorevole cambiamento, seppe
trarne profitto col volgere tutti i pensieri di Lucia a studiare i
modi di conoscere l'avvenire, metodo il più adatto a pervertire ed a
sviare una mente. Sollecita di darle la spiegazione di qualsisia
sogno, trovava nelle più picciole cose i presagi di quanto doveva
accadere, e adoperava contro di essa tutti gli espedienti cui sapeano
sì bene porre in uso, per dominare gli animi de' lor neofiti, i così
nomati addetti della magia nera.

Ripensando alla nequizie di costei, spiace forse meno il sapere che
nel successivo anno fu, siccome strega, processata dinanzi a una
Commissione nominata dal Consiglio privato, e soggiacque a
North-Berwick alla condanna di essere arsa viva. Trovasi nella storia
di un tale processo, che tra i delitti su di cui si fondò la sentenza,
notavasi quello di avere, col soccorso e colle illusioni del demonio,
offerto uno specchio magico ad una nobile donzella promessa sposa,
entro cui questa vedea il suo futuro, allora dimorante in terra
straniera, a piè degli altari in atto di porgere ad altra donna la
mano di sposo. Se veramente la maliarda siasi valsa anche di questo
artifizio, o se profittasse della desolazione della sua vittima per
darle a credere quel che volea, è cosa che sarebbe ora difficile da
decidersi. Il nome della giovinetta non leggesi fra i documenti del
processo, e fu probabilmente taciuto per riguardo alla famiglia cui
questa appartenea. Che che ne sia, le cure infernali della rea femmina
produssero l'effetto che era ben da aspettarsene sulla infelice miss
Asthon; il cui spirito di giorno in giorno si sconcertò vie
maggiormente, divenendone più vacillante la salute, e si scorsero
nella sua indole tali variazioni, onde divenne di un umore bizzarro,
malinconico e fantastico. Non potea di tutto ciò non accorgersi il
padre, che amantissimo com'era della figlia, concepì gravi timori e
dando colpa della cambiata indole di essa alla vecchia Gourlay, usò
per la prima volta un atto di autorità nell'interno di sua famiglia, e
scacciò costei dal castello; ma il dardo era partito e, conficcatosi
nel cuor della vittima, vi avea fatto colla sua punta dentata
irreparabile strazio.

Poco dopo la partenza della fattucchiera. Lucia, sempre perseguitata
dalla madre, le si fece un dì incontro con tal vivacità, che questa
donna, comunque non usa ad atterrire, ne fu sopraffatta: „ Lo so,
disse, che il cielo, la terra e l'inferno hanno cospirato contro la
mia unione con Ravenswood. Pure la promessa che gli ho fatta è
obbligatoria per me, e vi vorrebbe il solo suo consenso, perchè io me
ne credessi disciolta. Ch'io sappia da lui medesimo essere annullato
il nostro patto, e farete di me quello che vi piacerà. Poco monta il
pensare a quello che diverrà lo scrigno, allorchè i diamanti sono
spariti. „

La forza con cui vennero pronunziate queste parole, il fuoco pressochè
soprannaturale che le scintillava sugli occhi, i moti convulsi che ne
agitavano i nervi non davano campo a considerazioni; e lady Asthon non
avea altro partito fuorchè il permettere alla figlia di scrivere al
sere di Ravenswood, per ottenere il consenso di rompere quel
malauguroso patto, che così sempre la Milady il chiamava. Unicamente
potè ottenere di dettare ella medesima la lettera alla figlia, e di
questo vantaggio che si procacciò, seppe profittare utilmente ai
proprj fini; perchè stando al letterale significato delle parole
dettate dalla madre, avrebbe di leggieri potuto credersi che Lucia
chiedesse all'amante la libertà di sciogliersi da un obbligo contrario
ai suoi interessi e alla sua inclinazione.

Ma ad onta di questa cautela, la crudele Milady, pentendosi di aver
troppo condisceso, risolvè di non dar corso alla lettera, colla
speranza, che la giovinetta non ricevendo risposta, condannerebbe in
contumacia l'amante senza averlo ascoltato. Andò nondimeno ingannata
in questa espettazione. Trascorso il tempo in cui la risposta di
Edgardo avrebbe dovuto esser giunta, ben si spense quasi del tutto il
debole raggio di speranza che sfavillava ancora in fondo al cuor di
Lucia; ma non quindi seppe decidersi a credere che l'amante suo avesse
avuta la barbarie di non farla degna d'una sola risposta. Si persuase
piuttosto che la sua lettera, per conseguenza di qualche straordinario
caso, non fosse mai giunta nelle mani di Ravenswood; e una nuova
pratica della madre la pose in istato di assicurarsi intorno a quanto
bramava sapere.

Poichè il ministro femminino dell'inferno era stato scacciato dal
castello di Ravenswood, l'instancabile Milady, che per aggiungere al
proprio scopo, diverse strade tortuose seguiva, immaginò di tentare
quale effetto produrrebbe nel cuor di sua figlia un nuovo ministro, di
carattere affatto diverso; imitando quel tiranno di cui parlano i
versi di certa tragedia.

    „ Un sacerdote a me! Del Cielo a nome
    „ Costui le intimi d'abbiurare il patto,
    „ Dianzi giurato al ciel. „

Il nuovo ministro, il sacerdote scelto da lady Asthon, era quello
stesso reverendo Bidebent, che già imparammo a conoscere in casa del
bottaio Girder; un presbiteriano, che professava i principj i più
rigidi ed austeri della sua setta; un fanatico per verità, ma un
fanatico di buona fede; onde lady Asthon si era ingannata a partito
nel giudicarne il carattere. Certamente ella fu destra nel giovarsi
delle opinioni pregiudicate del prete per conciliarselo; nè le riuscì
difficile l'indurlo a considerare con orrore un disegno di nozze tra
una donzella uscita di chiara famiglia, timorata di Dio, e
presbiteriana, e tra l'erede di una prosapia di Episcopali, i cui
antenati aveano immerso fino al gomito il braccio entro il sangue dei
martiri, ed Episcopale egli medesimo. Ciò sarebbe stato, a parere di
Bidebent, la stessa cosa che permettere le nozze di un Moabita con una
figlia di Sion. Ma benchè imbevuto delle massime esagerate di una
intollerantissima setta, possedea sano raziocinio, e la persecuzione
che egli medesimo avea sofferta, e che spesse volte contribuisce ad
indurire gli umani cuori, lungi dall'operare in lui tale effetto, ne
avea aperto l'animo alla compassione.

In un particolare abboccamento, che per ordine di lady Asthon, ebbe
colla donzella, si mostrò vivamente commosso al vederla tanto
infelice, e dovette approvarne la risoluzione di voler prima esser
certa, se il sere di Ravenswood, consentiva a farla libera dalle sue
promesse. Questa in appresso avendogli manifestato il suo dubbio sullo
smarrimento della lettera inviata, il vecchio passeggiò qualche tempo
silenzioso lungo la stanza; per più riprese lisciò colla mano i suoi
canuti capelli, si fermò, si assise, appoggiò il mento al pomo
d'avorio del suo bastone, e dopo avere alcun poco meditato ed esitato,
disse alla giovinetta, che i dubbj di lei gli sembravano ragionevoli,
e il proprio soccorso le offerse per dissiparli.

„ La zelante sollecitudine, ei disse, che la madre vostra ha dimostrata
in questo affare, certamente, o miss Lucia, deriva soltanto
dall'affetto che nutre per voi, e dal desiderio di assicurare in
questo mondo e nell'altro la vostra felicità. Di fatto, che cosa
potreste voi sperare dal divenire moglie d'un uomo uscito della stirpe
de' nostri persecutori, e affezionato egli stesso alle loro massime e
alla loro fazione? Ciò nondimeno, abbiamo il dovere di essere giusti
verso tutti gli uomini, sieno gentili, o pagani, nostri fratelli in
Dio; e le nostre promesse, o fatte agli uni o fatte agli altri,
debbono essere sacre ed inviolabili. M'incaricherò dunque io di far
giungere la vostra lettera a Edgardo Ravenswood, nella ferma fiducia
che la conseguenza della mia cooperazione sarà il vedervi libera dai
legami con cui quest'uomo aveva avuta l'arte di stringervi. Però, non
volendo io arbitrarmi, oltre a quanto vi hanno permesso i rispettabili
vostri genitori, abbiate la compiacenza di copiare letteralmente, e
senza aggiungere o togliere la menoma cosa, la lettera che scriveste
sotto la dettatura della vostra degnissima madre. Io mi prendo assunto
che giunga in mano propria di Ravenswood, e se dopo un conveniente
indugio non ne riceverete risposta, dovrete concludere che ha
rinunziato tacitamente all'adempimento della vostra promessa, ancorchè
fossero in lui segreti motivi per non manifestare tale rinunzia in
iscritto.

Lucia abbracciò avidamente l'occasione offertale dal degno ministro; e
dopo avere copiata esattamente la lettera, di cui serbava la minuta, e
confidatala a Bidebent, questi la trasmise a Saunders Moonshine,
decano della sua chiesa, e zelante per gli interessi del
presbiteranismo, quanto intrepido contrabbandiere, ogni qualvolta
trovavasi a bordo del suo legno corsaro. Secondando il decano la
raccomandazione del proprio Pastore, promise di far giungere
sicuramente la lettera al sere di Ravenswood, in quella Corte
straniera presso cui stavasi allora.

Era necessario l'entrare in tali spiegazioni onde nulla rimanesse di
oscuro nell'abboccamento che seguì dopo questa spedizione tra Bucklaw,
miss Asthon e la madre di lei, abboccamento da noi narrato in uno de'
precedenti capitoli.

Lucia Asthon poteva in quel momento paragonarsi al marinaio, il quale
dopo aver fatto naufragio, ogni sua speranza rimette nella fragile
tavola ch'egli tiene abbracciata, e che continua tuttavia a reggerlo
alla meglio contro gl'impeti del mare infuriato; le sue forze lo
abbandonano a poco a poco, e la luce de' lampi, che per intervalli
disgombrano quella cupa oscurità, presenta unicamente al suo sguardo i
flutti spumanti che stanno da un momento all'altro per inghiottirlo.

Passarono i giorni e le settimane; la festa di S. Giuda arrivò,
termine fatale dell'ultima dilazione conceduta a Lucia, che non avea
per anche ricevuta alcuna risposta da Ravenswood.



CAPITOLO X.

    „ Scritto non v'ha che in maestria pareggi
      „ L'ordin di note espresse in queste carte,
      „ Ove i duo nomi degli sposi leggi.
      „ Ricorda l'un, tal del disegno è l'arte,
      „ Filar di pini che il sentiero ombreggi.
      „ Di cifre più sottili e men cosparte
      „ Quel della sposa, imita i gelsomini
      „ Che fan siepe all'aiuole de' giardini. „

                                    _Craber._


La festa di S. Giuda era giunta; sembrava che la stessa Lucia
acconsentisse a non aspettare più lungo tempo la risposta del sere di
Ravenswood, di cui non giungevano notizie di sorte alcuna, come il
vedemmo alla fine del capitolo precedente. Ma le notizie di Bucklaw
non si ebbero che troppo presto. Avendo egli corsa la posta tutta la
notte in compagnia del suo inseparabile accolito, del capitano
Craigengelt, arrivò il mattino di bonissim'ora per chiedere la mano di
colei che gli era stata promessa, e per sottoscrivere il contratto di
nozze.

Questo contratto era stato apparecchiato con molta cura sotto la
vigilanza immediata del medesimo ser Guglielmo Asthon; e la poca
salute di Lucia fu il pretesto per cui non vennero ammesse alla
cerimonia altre persone fuor di quelle che ad essa partecipavano, e
de' testimonj necessarj a render valido l'atto. In tale scrittura
vedeasi parimente espresso che le nozze accaderebbero il quarto giorno
dopo la sottoscrizione del contratto, cautela suggerita da lady Asthon
per non lasciare a sua figlia il tempo di far nuove considerazioni, o
di cambiare di consiglio, in somma di cedere a quelli che la madre
chiamava nuovi assalti d'ostinazione.

Nondimeno nessuna ragione offerivasi che un tal timore giustificasse.
Lucia stava presente agli apparecchi che si faceano per darle un nuovo
destino e ai ragionari che a questa bisogna si riferivano, colla calma
e colla indifferenza della disperazione, o a dir meglio, con quella
non curante apatia che s'addirebbe ad una persona condannata a morte,
e costretta ad udir discutere sulla strada da preferirsi per condurla
al luogo del suo supplizio. Ma gli occhi di Bucklaw non erano
abbastanza sagaci per ravvisare in tal contegno della giovine una
manifesta ripugnanza, e piaceagli attribuirlo a quella timida
riserbatezza che, nell'atto di andare a nozze, danno per solito a
diveder le donzelle. Non potea però dissimulare a se stesso ciò che
ogni apparenza gli dimostrava; arrendersi ella piuttosto per un abito
di obbedire ciecamente ai genitori, che spinta da predilezione per lo
sposo assegnatole.

Dopo essere stati fatti i complimenti d'uso a Bucklaw, quando giunse,
vennero lasciati alcuni momenti di libertà a miss Asthon, affinchè
potesse acconciarsi ed essere pronta alla sottoscrizione del contratto
prima del mezzogiorno; chè la madre avrebbe avuto per sinistro augurio
se un tale atto fosse stato compito più tardi.

Lucia permise alle ancelle di abbigliarla da festa a lor fantasia,
senza mettere di mezzo una sola osservazione, o profferire una parola.
Le fu posto un abito di raso bianco guarnito di merli ricchissimi di
Brusselles, e i diamanti messi sul capo di lei senza risparmio, al
color pallido del volto, all'offuscamento degli occhi, al guardo
smarrito, un'antitesi strana oltre ogni dire opponeano.

Era appena terminato questo aggiustamento della docile vittima, quando
Enrico venne a lei per condurla nella sala ove tutto era preparato per
la sottoscrizione del contratto.

„ Te lo confesso, mia cara sorella, le dicea il ragazzo. Provo assai
maggiore soddisfazione nel vederti sposa a Bucklaw, che se avesti
dovuto maritarti a quel Ravenswood, superbo come un Grande di Spagna,
e che sarebbesi detto venuto qui unicamente per tagliarci il collo, e
camminare indi su i nostri corpi. Non mi spiace che siamo or disgiunti
da lui per un bel tratto di mare, perchè non dimenticherò mai quanto
mi spaventasse la prima volta che il vidi, e mi sembrò avere dinanzi
agli occhi le perfette sembianze di ser Malisio di Ravenswood. Lo
avrei giurato il ritratto medesimo di questo Malisio staccatosi dalla
sua tela. Di' il vero, Lucia, non sei contenta tu pure di trovartene
liberata? „

„ Ti prego, Enrico, non farmi interrogazioni; in tuon costernato
risposegli la sorella. Poche cose al mondo or vi sono che possano
produrmi piacere o tristezza. „

„ Tutte le novelle spose dicon lo stesso, Enrico sclamò; ma fatti
spirito, Lucia; e ti prometto che di qui a un anno, non canterai su
questo tuono. Nol sai tu? Io devo essere il paraninfo delle nozze.
Camminerò io dinanzi a tutti i parenti ed amici della nostra famiglia
e di quella di Bucklaw. Saremo tutti a cavallo, ordinati in due file.
Porterò un abito di scarlatto ricamato, un cappello colle piume, e un
cinturino gallonato d'oro da cui penderà un coltello da caccia. Mi
sarebbe piaciuta molto di più una spada, ma Sholto non vuole udirne
parlare. Giberto, sta sera, dee portarmi queste belle cose da
Edimburgo, dove è andato per fare acquisto della carrozza e della muta
che dee servire per te. Ti farò vedere tutti i miei arredi, appena
saranno giunti. „

Fu interrotto il dialogo de' fratelli dall'arrivo della madre, che
avvezza a star sempre all'erta, si angustiava del ritardo della
figlia, e veniva ad indagarne il motivo. Ma vedendola già pronta, se
la prese sotto il braccio, volgendole un piacevolissimo sorriso, e la
condusse nell'appartamento dov'era aspettata.

Ivi trovavansi ser Guglielmo Asthon, il figliuolo maggiore, in
grand'uniforme di colonnello; Bucklaw in magnifico abito da sposo; il
capitano Craigengelt, vestito di nuovo da capo a piedi, grazie alla
liberalità del suo protettore, nè poco, a quanto appariva, imbarazzato
dal volume de' merli che gli ondeggiavano sulle mani, nel petto e sul
collo; e il reverendo Bidebent, poichè la presenza di un
ecclesiastico, presso le famiglie strettamente presbiteriane
riguardavasi come cosa indispensabile a santificare la sottoscrizione
di un contratto di nozze e, generalmente parlando, ogn'atto di
maggiore importanza.

Vini e reficiamenti di varj generi vennero collocati su la tavola, ove
stava parimente il contratto che si dovea sottoscrivere.

Ma innanzi di far uso de' primi, o di pensare al secondo, Bidebent
corrispondendo ad un segnale fattogli da ser Guglielmo, eccitò ognuno
di quella brigata ad unirsi ad esso coll'intenzione in una preghiera
che egli stava per volgere fervorosamente al cielo, onde implorarne
copiose benedizioni sul contratto che le spettabili parti
s'accingevano a sottoscrivere.

Seguendo l'uso di que' tempi che permetteano le personali allusioni, e
secondando ad un tempo la semplice ingenuità del proprio carattere, il
degno ministro pregò Dio a voler risanare il cuore della donzella in
premio della sommessione e docilità dimostrata ai voleri degli
onorevoli suoi genitori, e chiedea per lei la ricompensa promessa da
Dio ai figliuoli pietosi, vale a dire, lunga vita sulla terra, ed
eternità di contenti in una patria migliore. Fece anche un'orazione
per lo sposo, affinchè Dio lo salvasse dal ricadere in quegli errori
di gioventù che sviano gli uomini dal retto sentier della grazia, e lo
illuminasse ad abbandonare la compagnia delle persone di mala vita, e
che fanno professione di massime perniciose, de' giuocatori,
degl'intemperanti, in somma, di tutti coloro che potrebbero inspirare
l'amor del vizio alla stessa virtù.

Al qual tratto di preghiera Bucklaw volse un'occhiata maligna su
Craigengelt che inteso a far risalire un manichino che veniva troppo
in giù, fe' vista di non accorgersi di quanto il buon ministro avea
detto.

Nè il buon ministro dimenticò o ser Guglielmo, o la Milady, o verun
altro della famiglia Asthon, che anzi chiedendo grazie al cielo per
tutti questi, conchiuse una preghiera in cui tutti gli astanti erano
stati compresi; eccetto il capitano Craigengelt, forse perchè il pio
Presbiteriano ne credea disperata cosa la redenzione.

Si venne all'affar principale per cui quell'assemblea si era adunata.
Con aggiustatezza e gravità ministeriale, ser Guglielmo pose il primo
la sua sottoscrizione; indi lady Asthon con aria di trionfo: poi in
tuono di militare indolenza il colonnello; e Bucklaw; dopo avere
sottoscritte tutto le pagine con altrettanta celerità quanta
Craigengelt ne mettea nel voltarle, nettò la penna sulla cravatta
nuova di questo ragguardevole personaggio.

Giunto finalmente per miss Asthon lo istante di sottoscrivere, la
zelante madre la condusse verso la tavola, avendo grande cura di
additarle tutti i luoghi ove la misera donzella doveva porre il suo
nome. Al primo tentativo che questa fece per iscrivere stava per
valersi di una penna non anche immersa nell'inchiostro; e poichè la
madre l'ebbe fatta accorta della distrazione occorsale, non trovava,
benchè le fosse dinanzi, il calamaio, onde lady Asthon dovette
incaricarsi anche di tale briga.

Io medesimo ho veduto questo fatale contratto. Il nome di Lucia Asthon
trovasi in carattere assai distinto, benchè si ravvisi che fu vergato
da una man tremebonda, a piedi di ciascuna pagina. Sol l'ultima
sottoscrizione non è quasi leggibile, e la stanghetta che attraversa
la _t_ della parola _Asthon_ copre le altre lettere in guisa da
lasciare in dubbio, se realmente Lucia avesse avuta l'intenzione di
cancellarla. La qual cosa potrebbe essere derivata dall'essersi udito
allora il calpestio d'un cavallo, che venendo di gran galoppo si fermò
innanzi alla porta. Nel medesimo tempo si udì un uomo camminar nel
vestibolo, e una voce imperiosa che rispondea con disprezzo ai servi,
i quali voleano impedire l'ingresso nella sala all'uomo da cui questa
voce veniva.

„ É desso, sclamò Lucia, è giunto! „ così dicendo si lasciò cadere di
mano la penna.



CAPITOLO XI.

    „ L'imperïosa voce assai mi dice
    „ Qual sia chi giunge. A me porgete un brando!
    „ Chi a trattener di mia vendetta il corso
    „ Oserà il braccio alzar? Tal m'è nemico
    „ Costui che a merto il trucidarlo ascrivo. „

                                _Shakespeare._


Erano stati un solo istante il cadere la penna di mano a miss Asthon,
l'aprirsi la porta, l'entrar nel salone il sere di Ravenswood.

La porta dianzi socchiusa avea lasciato vedere gli sforzi inutili che
per impedire l'ingresso all'inaspettato visitatore aveano operati
Lockart e un altro servo, rimasti immobili per la sorpresa, come il
furono ben tosto tutti quelli che ivi trovavansi. Allo stupore del
Colonnello univasi un sentimento di collera. Bucklaw non esprimeva la
propria maraviglia che con un'aria di altera indifferenza; lo
scompiglio di ser Guglielmo, la costernazione di lady Asthon
evidentemente apparivano. Craigengelt, per metà nascosto dietro il
Colonnello e Bucklaw, parea stesse meditando, se non fosse stata cosa
più salutare per esso l'allontanarsi; il ministro, colle mani
sollevate al cielo, sembrava volgergli una mentale preghiera; Lucia
rimasta come di sasso, non si movea più d'una statua, simile a chi
pensa di vedere un'apparizione; e tal potea ben sembrare la presenza
di Edgardo, il cui volto pallido e smunto il rendea simile ad uno
spettro anzichè ad una creatura vivente.

Fermatosi in mezzo al salone rimpetto alla tavola cui stava tuttora
Lucia, e come se niun'altra persona fuor di Lucia in quella stanza si
trovasse, fisò sopra di lei gli occhi in cui leggeansi le espressioni
di un profondo cordoglio e d'una vivissima indegnazione. Il suo
mantello da viaggio cadentegli giù da una spalla lasciava veder parte
di un abito alla spagnuola, imbrattato del fango che si era tirato
addosso in una lunga corsa fatta a briglia sciolta e senza riposarsi
nè giorno nè notte. Portava la spada al fianco e le pistole gli
pendevano alla cintura. Un cappello coll'ala tirata giù, e che non
pensò a levarsi in entrando, rendeane più fosche le sembianze
estenuate dal dolore e da una lunga infermità e aggiugnea qualche
tinta di selvaggia ferocia ad una fisonomia cupa per natura ed altera;
le chiome, che aveva annodate sotto al cappello, ne uscivano in parte.
Le quali circostanze, unite all'immobilità del volto e della persona,
il faceano più ad un busto inanimato che ad un uomo rassomigliare. Non
pronunziò un solo accento, onde due minuti trascorsero in un profondo
e generale silenzio.

Il ruppe finalmente lady Asthon; chè questo breve intervallo era
bastato a restituirle la naturale sua audacia. Chiese ella dunque a
Ravenswood spiegazione sul motivo che il conducea di quella guisa in
una casa ove nè poco nè assai lo aspettavano.

„ A me si appartiene, o Milady; soggiunse il Colonnello di fargli
questa interrogazione, e prego il sere di Ravenswood a seguirmi in tal
luogo, ove possa a suo bell'agio rispondermi. „

„ Niuno al mondo, Bucklaw esclamò, può disputarmi il diritto di
chiedere ragione della sua condotta al sere di Ravenswood. Craigengelt
(in questa si volse al capitano), che diavolo avete, e perchè vi vedo
tremare? Su via! andatemi a cercar la mia spada; e ascoltatemi, cane
di un vigliacco! non mancate di portarmela, o per Iddio!... „

„ Non cederò a chicchesia, tornò a dire il Colonnello, un diritto che
ho solamente io, quello cioè di domandare riparazione ad un uomo che
ha recato un insulto senza esempio alla mia famiglia. „

„ Abbiate pazienza, o signori, (schiuse finalmente il labbro Ravenswood
aggrottando il sopracciglio e gestendo colla mano come chi vuol far
terminare una gara), abbiate pazienza, e se siete stanchi di vivere
quanto il son io, troverò tempo e luogo per giocar la mia vita contro
quella d'uno di voi, o contro quelle di entrambi; ma per ora non ho
tempo di ascoltare altercazioni di gente senza cervello. „

„ Di gente senza cervello! „ gridò il Colonnello che traeva a metà la
spada dal fodero, intantochè Bucklaw ricevendo la propria dalle mani
di Craigengelt, ne impugnava l'elsa.

Ser Guglielmo Asthon temendo per la vita del figlio, si pose di mezzo
fra i due giovani offesi e Ravenswood. „ Figlio mio, vi comando;
Bucklaw, vi prego; pace, signori miei! Domando pace a nome della
Regina e della legge. „

„ In nome della legge di Dio, aggiunse Bidebent mettendosi egli pure in
mezzo alle parti avversarie; in nome di quel Dio che promulgò la pace
sulla terra, e prescrisse agli uomini la carità, vi prego, vi
supplico, vi comando! Non commettete atti di violenza. Dio odia gli
uomini sitibondi del sangue de' lor fratelli; e chi ferisce col ferro,
di ferro debbo perire. „

„ Che cosa ci predicate, o signore? si volse disdegnosamente il
Colonnello al ministro. M'avete giudicato un cane, un bruto, o qualche
cosa di più stupido per volere ch'io m'inghiottisca un affronto di
tale natura nella casa del padre mio? Lasciatemi, Bucklaw. Costui dee
darmi sull'istante soddisfazione, o vivadio! lo trapasso colla mia
spada in questa sala medesima. „

„ Voi non lo toccherete, rispose Bucklaw mettendo la mano alla spada.
Gli sono stato una volta debitore della vita, e quand'anche il diavolo
dovesse portar via voi, il castello e l'intera famiglia, niuno lo
affronterà in mia presenza, se ciò non sia in modi leali e quai si
convengono a cavalieri. „

Cotal lotta che si faceano insieme le passioni ardenti di questi due
giovani, diede tempo a Ravenswood di esclamare: „ Acchetatevi, signori
miei. Se un di voi desidera sinceramente di mettere a prova il mio
braccio, abbia pazienza, e non lo farò aspettar lungo tempo. Non ho
affari qui che per brevissimi istanti. Miss Lucia, questo è veramente
il vostro carattere? „ e nel tempo stesso le presentò la lettera che ne
avea ricevuta.

Un _sì_, balbutito più che pronunziato, uscì a stento fuor delle
tremebonde labbra della donzella.

„ Ed è vostro carattere anche questo? „ le chiese mostrandole la
promessa di matrimonio da lei sottoscritta.

Tacque Lucia. Il terrore, l'amore, il cordoglio, la disperazione,
mille acerbi sentimenti in quel punto straziandole il cuore, le aveano
più che mai sconvolta la mente, onde non sarebbe difficile, che
nemmeno avesse intesa la seconda interrogazione fattale da Edgardo.

„ Se voi divisate, o signore, disse ser Guglielmo, di fondare su questo
documento qualche pretensione legale, non dovete aspettarvi risposte a
stragiudiziali interrogazioni. „

„ Ser Guglielmo, rispose Ravenswood, prego voi, siccome tutti quelli
che qui mi ascoltano, a non prendere abbaglio sulle mie vere
intenzioni. Se miss Asthon, libera e spontanea, desidera che i nostri
patti sieno annullati, come la sua lettera sembra indicare, non v'è
foglia battuta in terra e innaridita dal vento d'autunno, la quale non
abbia agli occhi miei maggior valore della promessa che tengo or fra
le mani. Ma voglio udire la verità dal labbro stesso di miss Lucia;
non partirò da questo luogo prima di avere avuta questa soddisfazione.
Voi siete qui i più, e posso rimanere oppresso dal numero, lo so, ma
pensateci bene! Son provveduto d'armi; sono alla disperazione; nè
morirò invendicato. Or sapete la mia risoluzione; giudicatene come vi
aggrada. Pretendo intendere da lei medesima i suoi sentimenti; da lei
sola, dal suo proprio labbro, senza che vi sieno testimonj. Ora
consultate dal canto vostro quel che meglio vi torni (soggiunse
sguainando con una mano la spada, e traendo coll'altra una pistola che
approntò allo scatto benchè tenesse verso terra e la punta dell'una e
la bocca dell'altra). Considerate, se vi piace meglio il vedere
scorrer sangue per questa sala, o il permettermi colla mia promessa
sposa un abboccamento che le leggi di Dio e del nostro paese mi danno
il diritto di pretendere. „

Il tuono con cui furono pronunziati tai detti, e l'atteggiamento che
gli accompagnò, fecero fortissima impressione su gli animi de'
circostanti, poichè accade di rado che l'accento della disperazione
portata all'eccesso non riduca al silenzio tutte le passioni
dipendenti su cui s'adopera. Primo a rompere questo silenzio si fu il
ministro.

„ In nome del cielo! esclamò Bidebent; non ributtate un temperamento di
pace, che il più umile fra i servi di Dio sta per offrirvi. Lo
spettabile sere di Ravenswood adopera, nol nego, molta violenza nella
inchiesta che v'ha addirizzata; non posso però chiamarla sragionevole
affatto. Permettete ch'egli sappia dal labbro medesimo di miss Asthon
com'ella siasi fatto un dovere di cedere alle brame de' suoi genitori,
e provi rincrescimento dell'obbligo inconsiderato che avea contratto
con lui. Allora il sere di Ravenswood si ritirerà in pace, nè vi sarà
più lungo tempo molesto colla sua presenza. Oimè! le conseguenze delle
colpe del nostro primo padre debbono per fatale necessità usare la
propria forza sopra i tralignati loro pronipoti. Come potremmo
sperarne esenti coloro, che avvolti ancora fra i lacci della iniquità,
non hanno ripari da opporre al torrente impetuoso delle umane
passioni? Concedetegli dunque l'abboccamento che chiede con tanta
istanza. Non potrà produrre che un dolore momentaneo nel cuore di
questa nobil donzella; ma tal passeggiera afflizione può mai venire a
confronto collo spargimento di sangue che da un rifiuto deriverebbe?
Torno a pregarvene; secondate la mia proposta. Vuole il mio dovere
ch'io qui adempia le parti di mediatore e di pacificatore.
Acconsentite? „

„ Non mai! (Rispose lady Asthon: chè nel cuor di costei la sorpresa e
il terrore aveano ceduto il luogo alla rabbia). Non mai quest'uomo
avrà un segreto abboccamento colla sposa promessa ad un altro. Esca
chi vuole di qui; quanto a me, vò rimanervi. Non temo nè la sua
violenza, nè le sue armi, benchè taluno che porta il mio cognome (e
qui corrucciata guardava il Colonnello), mostri all'aspetto di esserne
intimorito. „

„ Per amor di Dio, Milady, il degno ministro esclamò, non gettate olio
su le brage! Son certo che il sere di Ravenswood, avendo riguardo alla
salute debole di miss Asthon, e ai doveri che come madre vi spetta
adempire, non troverà difficoltà nell'avervi presente a questo
colloquio. Gli chiederò la permissione di rimanervi anche io. Chi sa
che i miei bianchi capelli non abbiano forza di restituire in questo
luogo la pace? „

„ Acconsento di tutto cuore, che voi rimaniate, o signore, soggiunse il
sere di Ravenswood, e può restar parimente, se ella il desidera,
milady Asthon; ma quanto agli altri, tutti debbono ritirarsi. „

„ Ravenswood, così disse passandogli da vicino il Colonnello, mi
renderete ragione della vostra condotta, e fra non molto. „

„ Quando vorrete „ Edgardo rispose.

„ Non dimenticate mai, gli disse a sua volta Bucklaw, che tra voi e me
sta aperta una partita, e che non è sol di oggi. „

„ Intavolerete i vostri conti, come credete, rispose Ravenswood; ma
lasciatemi in pace questa giornata. Domani sarò io stesso
premurosissimo di darvi quante soddisfazioni possiate desiderare. „

Bucklaw e il Colonnello, preceduti dal capitano Craigengelt, uscirono
fuor del salone.

Li seguì ser Guglielmo, ma si fermò alla porta volgendosi ad Edgardo:
„ Sere di Ravenswood, gli disse in tuono conciliatorio, credo di non
aver fatta alcuna azione che potesse meritarmi un tale affronto, una
scena sì scandalosa. Se volete rimettere nel fodero la vostra spada, e
seguirmi nel mio gabinetto, spero dimostrargli cogli argomenti i più
acconci, l'irregolarità della vostra condotta, la inutilità. „

„ Domani, signore, domani, esclamò interrompendo Ravenswood, ascolterò
tutto quel che vorrete. Ma questo giorno è consagrato ad un affare
incalzante, indispensabile. „

Nel tempo stesso indicava colla mano la porta a ser Guglielmo, che si
ritirò.

Edgardo allora rimise la spada nel fodero, e, dopo averla disarmata,
la pistola alla cintura, indi innoltrandosi con sicuro passo verso la
porta del salone, ne spinse il catenaccio, tornò vicino alla tavola,
si tolse il cappello, e si pose a contemplare Lucia con occhi ne'
quali sol leggeasi l'espressione del cordoglio, essendone sparita
quella dell'ira. — „ Mi riconoscete voi, miss Asthon? (le chiese
mandando addietro i capelli che gli coprivano il fronte). Sono ancora
Edgardo di Ravenswood. „ Lucia non rispose alcuna cosa.

„ Sì, lo sono ancora; continuò con un tuono la cui veemenza crescea a
proporzione dell'innoltrar nel discorso. Quell'Edgardo di Ravenswood
che per amor vostro infranse un giuramento di vendetta, dopo averlo
con ogni solennità pronunziato, e quando ogni circostanza gli
prescriveva adempirlo; quell'Edgardo che ha dimenticato per voi quanto
l'onore gli prescriveva; che ha perdonato, e stretta amichevolmente la
mano all'oppressore della sua famiglia, all'usurpator de' suoi beni,
al carnefice di suo padre.... „

Qui lo interruppe lady Asthon. „ Mia figlia non è qui per contrastarvi
l'identità della vostra persona. Se potesse dubitarne, il fiele
stillante dalle vostre labbra basterebbe a convincerla che or si trova
innanzi al più mortale nemico del padre suo. „

„ Abbiate anche un poco di sofferenza, o Milady! non ho chiesto un
abboccamento con voi. Devo ottenere una risposta dal labbro di vostra
figlia. Continuando il mio discorso, miss Asthon, io sono quel
Ravenswood, al quale vi legaste con una promessa solenne. É egli vero
che presentemente la desiderate annullata? „

Tutto il sangue si addiacciò nelle vene alla sfortunata Lucia; le
labbra e la lingua il ministerio usato le ricusavano. Finalmente,
facendo uno sforzo sopra se stessa, potè con fioca voce articolare
appena le seguenti parole. „ É mia madre.... „

S'affrettò ad interromperla lady Asthon.

„ É verissimo, sono io, la quale prevalendomi della facoltà che tutte
le leggi divine ed umane mi hanno compartita, le insinuai di rompere
un patto, malauguroso e sconsigliato ad un tempo, un patto nullo per
l'autorità della Santa Scrittura. „

„ Della Santa Scrittura! „ ripetè Ravenswood guardando con aria di
disprezzo costei.

„ Citategli, sig. Bidebent, ella disse allora quel testo su di cui vi
fondaste, allorchè, dopo mature considerazioni, pronunziaste nullo il
contratto, che questo uomo accecato pretende sostenere valevole. „

Il ministro si trasse di tasca una picciola Bibbia, traducendone il
seguente tratto.

„ _Se una donna in età giovanile fa qualche voto a Dio, e si obbliga
con promessa, fintantochè abita nella casa del padre, e se il padre
venendo a scoprire questo voto, o questa promessa, non se ne mostra
scontento, il voto, o la promessa sono valevoli_. „

„ E non è appunto quanto è accaduto nel caso nostro? „ esclamò
Ravenswood.

„ Non m'interrompete, o giovine, si fece a dire il ministro, e udite il
rimanente del sacro testo. _Ma se il padre disapprova la obbligazione
di cui la figlia gravò la propria coscienza, il dì medesimo ch'ella
viene a sapere la disapprovazione paterna, tal promessa non e più
valevole; e in contemplazione di ciò, il Signore perdonerà alla
giovine se non la mantiene._ „

„ Ebbene! (sclamò lady Asthon con aria di trionfo e ripetendo in tuon
derisorio le stesse parole di Edgardo). Non è appunto quanto è ora
accaduto? Non siam forse nel caso che le Sacre Carte han preveduto?
Quest'uomo negherà egli ancora che il padre e la madre di miss Asthon
disapprovarono il voto e la promessa di cui Lucia gravò la sua anima,
appena ne vennero in cognizione? Non l'ho io avvertito per iscritto, e
ne' termini i più significanti, della nostra deliberazione a tale
proposito? „

„ Stan tutte qui le ragioni? allora parlò Ravenswood, volgendosi poi
subitamente a Lucia. E voi, miss Asthon, siete disposta a rinunziare
alla fede che mi avete giurata, ai sentimenti di mutuo affetto,
all'uso della vostra libera volontà, per cedere ai miserabili sofismi
della ipocrisia? „

„ Lo udite voi? disse lady Asthon indirigendo la parola al ministro.
Udite il bestemmiatore? „

„ Dio gli perdoni, rispose Bidebent, e si degni rischiarare le tenebre
della sua ignoranza! „

„ Prima di confermare le cose che si sono or fatte a vostro nome
(continuò Edgardo parlando sempre a Lucia), non dimenticate ch'io vi
ho sacrificato l'onore di una antica famiglia. Invano i miei amici i
più sinceri mi fecero fortissime rimostranze; non le ascoltai. Nè gli
argomenti della ragione, nè i terrori della superstizione valsero a
smovere la mia fedeltà. Persino i morti uscirono de' lor sepolcri per
astringermi a dimenticarvi; posi i loro avvertimenti in non cale.
Volete oggi punirmi della mia costanza, trafiggermi il cuore con
quelle armi medesime, che l'imprudente mia confidenza ha poste nelle
vostre mani? „

„ Sig. Ravenswood, si fece a dire lady Asthon; avete già fatte tutte
quelle interrogazioni che vi son sembrate convenevoli; e dovreste
accorgervi che mia figlia non è assolutamente in istato di
rispondervi. Ma adempirò io le sue parti, e in un modo che non vi
lascerà, credo, argomento per replicare. Voi bramate sapere, se Lucia
Asthon, di sua libera e spontanea volontà, desidera annullato il patto
che per debolezza si lasciò indurre a stringere con voi. Veramente vi
sta innanzi agli occhi la lettera che vi scrisse ella medesima a fine
di vederlo sciolto. Ma se ciò non basta ancora a convincervi, posso
offrirvi una prova più forte. Date una occhiata a questa carta; è il
contratto di nozze tra mia figlia e il sig. Hayston di Bucklaw,
sottoscritto da Lucia, momenti sono, alla presenza del rispettabile
ministro che qui vedete. „

Ravenswood prese in mano per un istante il contratto; indi
disdegnosamente respingendolo sulla tavola, si volse al ministro: „ E
non è stata adoperata la frode, o la forza per condurre miss Asthon a
sottoscrivere un tale atto? „

„ No, questi rispose; lo attesto sul mio onore, sul mio carattere
sacro. „

„ Avevate ragione, o Milady, Edgardo in quel momento soggiunse. Questa
è prova che non ammette replica, e sarebbe cosa vergognosa per me,
quanto inutile il perdere un solo istante in rimostranze o rimproveri.
Eccovi, o miss Asthon (disse alla donzella, ponendole innanzi la sua
promessa di nozze, e la metà, che avea conservata, di quella moneta
d'oro già spezzata in due parti presso la fontana della Sirena),
eccovi le prove del vostro primo patto. Possiate essere più fedele al
secondo, cui vi siete poc'anzi obbligata! Vi pregherò ora a voler
restituire a me le prove che sono in vostra mano della mia mal
collocata fiducia o, dovrei dire, della mia insigne follìa. „

Così parlandole la guardava fisamente, e ne' suoi sguardi leggeasi il
dispetto e lo sprezzo, mentre gli occhi smarriti di Lucia davano a
divedere, che la mente turbata della infelice intendeva appena quai
cose si facessero o dicessero in quel momento. Parve però che
comprendesse in parte il significato dell'inchiesta di Ravenswood,
perchè sollevò fino al proprio collo le mani per distaccarne un nastro
turchino cui stava appesa l'altra metà della fatale moneta d'oro. Nè
potendo, così rifinita, riuscire nè manco in ciò, lady Asthon le
prestò il suo ministerio, tagliando colla cesoia la fettuccia; indi
rimise, salutandolo con alterezza, al sere di Ravenswood, l'emblema
degli obblighi della figlia, e la promessa di nozze, che questi
parimente le avea fatta per iscritto, e che da lungo tempo stava fra
le mani della feroce Milady.

„ Ed è possibile ch'ella portasse tuttavia in seno il pegno della mia
fede? con tuono ammollito Edgardo esclamò. Anche nel momento di
rinunziare a me... Ma che giovano or le querele? „ E rasciugando una
lagrima che a malgrado di lui gli usciva del ciglio, ei ricompose
l'atteggiamento alla primitiva fierezza. Prendendo ambe le promesse e
le metà di moneta, e avvicinandosi al cammino, le gettò con violento
impeto sul fuoco, e quasi temesse non si distruggessero assai
prestamente, smovea colle calcagna i carboni.

„ Non vi sarò più a lungo molesto colla mia presenza, allor disse alla
inesorabile madre di Lucia; e per tutti i mali che mi avete voluto
fare e che mi avete fatti, non mi prendo maggior vendetta
dell'augurarvi che siano le ultime pratiche da voi usate contro
l'onore e la felicità di vostra figlia. Quanto a voi, miss Asthon, non
ho più nulla da dirvi, se non che prego il cielo a non volervi punire
d'uno spergiuro, di cui volontariamente e di proposito deliberato vi
rendeste colpevole. „

Dopo avere così parlato, voltò ratto la faccia ai circostanti, e uscì
della sala.

Intanto ser Guglielmo aveva adoperate a vicenda le preghiere e la sua
autorità per trattenere il proprio figlio e Bucklaw in una altra parte
del castello, affinchè ne' recinti di esso non si scontrassero più in
Ravenswood. Ma attraversando questi il vestibolo, trovò Lockart che
gli consegnò un biglietto sottoscritto _Sholto Douglas Asthon_;
biglietto inteso a chiedergli in qual luogo il sere di Ravenswood si
sarebbe lasciato vedere da chi avea firmato lo scritto. Era però in
questa carta assegnato un intervallo di quattro o cinque giorni,
necessario, ivi diceasi, al colonnello Douglas Asthon per conchiudere
un importante affar di famiglia.

„ Dite al colonnello Asthon, rispose con superba calma il sere di
Ravenswood, che mi troverà a Wolfcrag ogni qual volta gli piaccia. „

Nello scendere la scala esterna che mettea da una loggia al cortile,
fu fermato una seconda volta dal capitano Craigengelt che gli portava
un'imbasciata del suo patrono. Gli disse costui sperare il signore di
Bucklaw che il sere di Ravenswood, prima di otto o dieci giorni, non
abbandonerebbe la Scozia ed essere il primo oltre ogni credere
desideroso di rendergli le debite grazie per le cortesie ricevutene e
nella giornata, e precedentemente.

„ Dite al vostro padrone, Edgardo rispose con disprezzante alterigia,
che può scegliere qualunque tempo gli torni meglio, e che mi troverà a
Wolfcrag, se qualcun altro non lo avrà prevenuto nei suoi disegni. „

„ Al mio padrone! riprese a dire Craigengelt, cui inspirava coraggio la
presenza del Colonnello e di Bucklaw che scorse in fondo alla loggia.
Ho l'onore di dirvi ch'io non do arbitrio di parlarmi in tali termini
a chicchesia; nè conosco in questo mondo alcuno che si possa intitolar
mio padrone. „

„ Va dunque a cercarti un padrone all'inferno! „ Sclamò Ravenswood
abbandonandosi allo sdegno che avea fin allora represso. E nello
stesso tempo, gli diede una spinta con tale impeto che gli fece fare
rotolando la scala in sino alla loggia ove rimase qualche tempo fuor
di se e sbalordito, sinchè non venisse a rialzarlo Bucklaw che dalle
risa si smascellava.

„ Io sono un insensato; pensava fra se allontanandosi Ravenswood. Un
uom sì spregevole è forse degno dell'ira mia? „

Montato indi sul suo cavallo che avea lasciato attaccato ad
un'inferriata rimpetto al castello, andò di passo finchè fosse
arrivato in vicinanza del Colonnello e di Bucklaw che a piedi lo
aveano preceduto. Passando loro da presso, li salutò alteramente
guardandoli ben bene in volto e l'uno e l'altro, quasi dicesse:
_Eccomi a voi. Volete qualche cosa da me?_ Gli restituirono mutamente
il saluto. Edgardo continuò a marciar lento sino al viale posto di
fronte al castello, per dare ad essi a divedere che non gli evitava.
Entrato nel viale, si volse addietro un istante: nè più vedendoli,
spronò i fianchi del corridore, e disparve colla velocità che si
attribuisce a un demonio posto in fuga da un esorcista.



CAPITOLO XII.

    „ Del nuziale ostel stridon le porte.
    „ Chi n'esce? Egli è Azrael, l'Angel di morte. „

                                        _Thalab._


Dopo la sgradevole scena accaduta nel castello, Lucia venne
trasportata nella sua stanza, ove rimase quasi tutto il giorno in uno
stato poco dissimile dalla morte. Parve per vero dire alla domane
ch'ella avesse ricuperate le forze e l'arbitrio sulle proprie
deliberazioni; ma subito si scopersero in essa novelli sintomi che
spaventaron la medesima lady Asthon. Or mostrava una leggerezza e una
giocondità che nemmeno si accordava coll'abituale sua indole e collo
stato in cui si trovava; or cupa e tetra, ricusava di rispondere a
qualunque interrogazione le fosse fatta; talvolta capricciosa,
ostinata ed inquieta, tal altra loquace sì, che non v'era modo di
frenarne il profluvio delle parole; i quai cambiamenti ripetutamente
in uno stesso giorno accadeano. Chiamati i medici, e nulla
comprendendo questi sul genere di tale infermità, l'attribuirono
vagamente ad un'agitazione mentale che avesse per soli rimedj un
esercizio moderato e i passatempi.

Lucia non venne mai in discorso su le cose avvenute nel dì che
sottoscrisse il contratto delle sue nozze con Bucklaw; e sembrò anzi
che la sua memoria non ne avesse conservata traccia veruna, perchè fu
veduta più d'una volta portarsi la mano al collo, come se avesse
cercato il nastro che sua madre ne aveva dianzi staccato: ed era
questo il preludio d'un dei suoi impeti di delirio malinconico, onde
fu intesa più d'una volta esclamare con accento di sorpresa e dolore;
„ Chi dunque ha osato recidere il filo della mia vita? „

Ad onta di tali sintomi, che annunziavano un principio di follìa, e
che doveano far temere per la vita medesima di Lucia, lady Asthon non
rimase meno ferma nei suoi disegni, de' quali non volle si tardasse
per questo l'adempimento. Però non le cagionava lieve imbarazzo la
necessità di salvar le apparenze innanzi a Bucklaw, ben sapendo ella
che se questi si fosse accorto dell'assoluta avversione con cui la
donzella si portava a tali nozze, non avrebbe esitato a rinunziare; e
questa rinunzia le sarebbe sembrata un affronto e un'umiliazione dopo
tutti i tentativi che per condurle a termine aveva operati. Senza
pertanto cambiar nulla quanto al giorno prefisso per celebrarle,
risolvè che in quel giorno sarebbero seguite semprechè Lucia
continuasse a prestarsi passivamente a tutto ciò che le veniva
intimato; e pensò che la mutazione di soggiorno e di stato sociale
sarebbe stato per la giovinetta un rimedio più pronto ed efficace di
quanti espedienti i medici avevano potuto suggerire.

La speranza di dar nuovo lustro alla propria famiglia, e la brama di
procacciarsi in Bucklaw e ne' suoi partigiani e congiunti, un sostegno
contro la fazione del marchese di Athol, furono l'esca, onde ser
Guglielmo approvò tal precipizio di cose, cui forse nemmeno avrebbe
osato opporsi apertamente, se in lui ne fosse stata la brama. Quanto a
Bucklaw e al Colonnello, protestarono che dopo quanto era accaduto
sarebbe stato un disdoro il tardar sol d'un'ora l'istante prefisso
alle nozze, e che tale indugio avrebbe potuto imputarsi a timore
inspirato dalla inaspettata visita, e dalle minacce del sere di
Ravenswood.

É però un dovere di giustizia l'accennare in ordine a ciò, che se
Bucklaw avesse saputo lo stato di salute, o a dir meglio di mente,
della giovine a lui promessa, non avrebbe mai comportato un sì
violento contegno. Ma le usanze scozzesi in quel tempo erano tali, che
durante i giorni precedenti immediatamente alle nozze, gli sposi non
aveano colloquj se non se rari e brevissimi colle loro fidanzate;
circostanza di cui lady Asthon profittò con tanta destrezza, che
Bucklaw nè vide, nè sospettò cosa veruna.

Nel giorno prima delle nozze, tra le variazioni mentali cui soggiaceva
Lucia, la leggerezza più lungamente prevalse; onde trascorse gran
parte della sera ad esaminare, colla curiosità e col diletto che
sarebbero stati addicevoli ad un fanciullo, tutto quanto dovea servire
all'aggiustamento nuziale, così di lei, come di tutti gl'individui di
sua famiglia.

Bellissima fu la mattina di questa memorabil giornata; tutte le
persone invitate alla cerimonia a mano a mano arrivarono, e comunque
vasto fosse il castello, bastava appena per contenerle. Non solamente
i congiunti di ser Guglielmo Asthon, e tutta la numerosa gente dei
Douglas, e gli amici e i parenti di Bucklaw, ma non fuvvi quasi
famiglia distinta di presbiteriani che dimorasse in uno spazio di
cinquanta miglia all'intorno, la quale non volesse partecipare
dell'onor di convenire a tai nozze; perchè tutte le ridette persone
riguardavano sì fatta festa come un trionfo della propria fazione
sopra il lor nemico politico, il marchese di Athol, su cui ricadea in
certo modo l'umiliazione che il suo giovine parente Ravenswood
sofferiva.

Terminata una splendida colezione, che fu imbandita ai convitati,
ciascuno pensò a montare a cavallo per trasferirsi tantosto alla
chiesa. La futura sposa venne condotta nella grande sala dalla madre e
dal suo fratello Enrico. Benchè una tetra malinconia avesse in lei
preso il luogo della non naturale giocondità del dì innanzi, sapendo
ognuno, che in una sì solenne occasione un contegno grave e serio non
è cosa straordinaria in una fanciulla, non vi fu chi a ciò ponesse
mente di sorte alcuna. Aggiungasi, che i suoi occhi pareano
scintillanti, le sue guance animate di vivi colori, oltre quanto erasi
da lungo tempo osservato. La sua naturale avvenenza, l'eleganza del
vestire, lo splendor delle gemme di cui andava coperta, fecero che al
suo comparire si udisse all'intorno di lei un rumor lusinghiero di
lodi, cui non poterono astenersi dal far coro le persone medesime del
suo sesso.

Intantochè la giuliva brigata montava a cavallo, ser Guglielmo chiese
ad Enrico, per qual motivo avesse cinta una spada che apparteneva al
suo fratello militare, e che era sproporzionata per lui. „ Io vi avea
pure, continuò, fatto comperare a bella posta per questa solennità un
piccolo coltello da caccia a Edimburgo. „

„ Non so che ne sia divenuto, rispose Enrico; ogni mia cura per
trovarlo è stata inutile. „

„ Capisco; l'avete nascosto voi medesimo per trarne pretesto ad armarvi
di una spada che sarebbe stata buona per ser Guglielmo Wallace[6]. Ma
non importa; abbiate cura di vostra sorella, e montate a cavallo. „

  [6] Uno fra i più celebri eroi della Scozia, vissuto tra il
  finire del secolo decimoterzo e l'incominciare del decimoquarto.

Gli obbedì Enrico, e si pose a fianco di Lucia nel centro della
festosa cavalcata. Troppo gli davano da pensare in quel punto e la sua
grande spada, e il suo abito ricamato, e il suo piumato cappello, e il
bel palafreno che cavalcava per la prima volta, perchè potesse badare
ad altra cosa; ma si ricordò in appresso, nè il dimenticò più mai, che
nel prendere la mano della sorella per aiutarla a mettersi a cavallo,
la sentì fredda ed umida, siccome il marmo d'un sepolcro.

Dopo avere ascese colline e attraversate valli, la processione arrivò
finalmente alla chiesa parrocchiale, che ben tosto empierono non
solamente i convitati in numero più di cento e i loro servi, ma i
molti curiosi che la fama di questa festa avea chiamati. Le nozze
vennero celebrate giusta i riti della Chiesa presbiteriana, di cui
Bucklaw avea creduto bene, nè era gran tempo, di abbracciare i dogmi.

Alla porta della chiesa fu fatta una liberale distribuzione di
vettovaglie ai poveri delle vicine parrocchie; il quale incarico era
stato commesso a John Mortsheugh[7], recentemente promosso al
rilevante grado di sagrestano della chiesa parrocchiale di Ravenswood,
impiego che cambiò senza dolersene coll'altro di custode del cimiterio
dell'Eremitaggio.

  [7] Ved. pag. 26 di questo tomo.

Sopra una lapide sepolcrale sedeasi la vecchia Ersilia Gourlay, e due
commari di costei, quelle stesse che aveano prestata l'opera loro a
seppellire la cieca Alisa. Stavano queste femmine esaminando la parte
toccata loro nell'accennata distribuzione, e a confrontarla da
invidiose colle parti degli altri.

„ Con tutto il suo abito nero nuovo, quel caro John Mortsheugh, potea
bene usar maggiori riguardi alle sue antiche vicine, Lavinia dicea: A
me non ha dato che cinque aringhe in vece di sei, e non ce n'è una che
abbia cera di valere sei soldi; e questo pezzetto di manzo! scommetto
io che pesa un'oncia meno delle porzioni distribuite agli altri, e non
ci vedo che nervi; ce ne sono anche più nel vostro pezzo, Margherita. „

„ Il mio, rispose la paralitica, è quasi tutt'osso. Se i ricchi han
gusto che i poveri corrano alle lor nozze e ai lor funerali,
dovrebbero almeno regalarli di cose che pagassero un po' meglio il
loro incomodo, dico io! „

„ Credete voi ci facciano questi donativi per amor che ci portino?
soggiunse Ersilia. Credete che importi molto a costoro, se moriamo di
fame o di freddo? Sarebbero indifferenti a regalarne sassi o pane, se
la prima cosa tornasse meglio alla lor vanità, e pretenderebbero da
noi la stessa gratitudine, come se il poco ben che ne fanno derivasse
da bontà di cuore. „

„ É proprio vero, Margherita! „

„ Su via! parliamo d'altro; soggiunse la zoppa Ersilia. Voi che siete
la più vecchia di tutt'e tre, avete mai veduto nozze più splendide? „

„ Non dirò già d'averne vedute di più splendide, ma credo ancora che
non tarderemo a vedere altrettanto splendidi funerali. „

„ E altrettanto io sarei contenta, si fè a dire Lavinia. Noi non
abbiamo obbligo di fare le ipocrite per augurare ogni genere di
prosperità a questi personaggi di grande conto che ci trattano come se
fossimo bestie. Non mi piace far la smorfiosa, e ve lo dico
schiettamente. Un donativo per funerali, mi alletta lo stesso che un
donativo per nozze, e intanto che gli altri piangono, o fanno mostra
di piangere, io canto la mia vecchia canzonetta:

    Nel grembiul di panetti un bel paio,
    Un soldetto nel salvadanaio;
    Poi si dolgano o facciano festa,
    Ho in fastidio chi crepa e chi resta „

„ E fate bene, aggiunse la paralitica. Volesse Dio, che ad ogni ridere
per nozze, succedesse un pianger per morti il dì dopo! „

Continuando così ne' lor ragionari le vecchie, terminò la cerimonia, e
ciascuno della nuziale brigata mettea il piè nella staffa del suo
cavallo, quando la zoppa chiedeva ad Ersilia: „ Ditemi un po', come più
vecchia e sapiente di tutte noi, qual sia di tutte quelle garbate
persone quella di cui vedremo più presto i funerali. „

„ Guardate là quella giovinetta tutta splendente d'oro e di gemme, che
aiutano a montare sopra un cavallo bianco, a cui viene appresso un
ragazzo vestito di scarlatto e con una spada più lunga di lui. „

„ Oh Dio! la sposa! gridò Lavinia, che ad onta di avere un cuor di
macigno, non potè difendersi da un primo moto di compassione. La
sposa, voi dite? così giovine, bella, ricca!... e voi credete la sua
ultima ora tanto vicina? „

„ Vicina! La sua cappa da morto le vien fino al collo. Pochi grani di
sabbia rimangono alla sommità del suo oriuolo a polvere, nè è
maraviglia; perchè scendesse più presto non hanno fatto che scoterlo.
Le foglie incominciano ad appassire sugli alberi, ma quella giovinetta
non le vedrà staccate e aggirate in vortici dal vento di S. Martino. „

„ Ersilia, è stata tre mesi nelle vostre mani, e non son io, se per
farle da infermiera non riceveste tre monete d'oro. „

„ Sì, sì, rispose la strega contorcendo la faccia in guisa la più
ributtante; e ser Guglielmo, in premio di essermi sagrificata novanta
notti e altrettanti giorni in compagnia di quella sua sciocchissima
figlia, mi ha promesso una bella camicia rossa, un finimento di
catene, un palo e un barile di pece. Che ne dite di questa bella
gratificazione? Potrebbe con tutta giustizia serbarla per sua moglie. „

„ Ho inteso raccontare, soggiunse Lavinia, che lady Asthon la sappia
più lunga di quanto nessuno s'immagini. „

„ Vedetela là in fondo, Ersilia disse, che fa caracollare la sua grigia
cavalla; esce ora fuor del recinto del cimiterio. É più impastata di
diavoleria quella femmina sola, che nol sono quante streghe hanno
attraversato North-Berwick a chiaro di luna, e cavalcando un manico da
scopa. „

„ Che cosa dite di streghe, vecchie perverse? sclamò Mortsheugh, che
avendo allora terminata la sua distribuzione, udì sonarsi all'orecchio
le ultime tremende parole di Ersilia. Avreste mai fatti sortilegi nel
mio cimiterio per tirar disgrazie addosso ai novelli sposi? Levatevi
di qui, o con un buono staffile vi fo correre più presto di quel che
vorreste. „

„ Eh santo Dio! disse Ersilia. Quanta superbia meniamo per il nostro
bell'abito nero nuovo e per la nostra parrucca ben pettinata, senza
ricordarci più delle fami e delle seti che abbiamo sofferte! E
nondimeno passeremo tutta intera questa notte segando il violino al
castello, in compagnia d'una ventina di saltimbanchi raccolti venti
miglia all'intorno! Ma pregate Dio, che il vostro cantino non si
rompa, John Mortsheugh; non vi dico altro! „

„ Buone persone (così dicendo Mortsheugh, si volgeva a tutti i poveri
che gli stavano appresso) vi chiamo a testimonj dei mali augurj che mi
porta questa vecchiaccia. Se sta notte succede qualche disgrazia al
mio violino, o al padrone del violino, giuraddio! m'avrà scagliato un
sasso che le ricadrà sulla testa, perchè io son l'uomo da denunziarla
al Presbiterato e al Sinodo. Voglio si sappia ch'io sono per metà
ministro, dacchè mi trovo sagrestano di una parrocchia abitata.

Benchè le particolari inclinazioni d'animo di quelle tre malandrine le
allontanassero dal prender parte gioiosa ad un avvenimento che in
apparenza dovea assicurare la felicità a due famiglie, non quindi se
ne conchiuda, che ne' sentimenti delle medesime convenisse il
rimanente di quella plebaglia. Il giubilo anzi parea generale. Lo
sfarzo degli abiti, lo splendor delle gemme, il bell'ordine di una
numerosa cavalcata, e soprattutto l'espettazione delle feste che
apparecchiavansi al castello, ove tutti del contado doveano venire
ammessi, erano altrettante cagioni che produssero su gli animi del
popolo il loro effetto ordinario. Eccheggiava l'aere di viva, ne'
quali i nomi Asthon e Bucklaw confondeansi. Le pistole, gli archibusi,
le carabine che non istavano in ozio, onde non mancasse agli sposi il
così detto _Sparo della Maritata_, annunziavano l'entusiasmo della
folla che circondava e seguiva i primarj personaggi tornando al
castello. Ben v'era qua e là qualche vecchio o qualche vecchia del
paese, i quali sogghignavano di soppiatto all'aspetto di tanta pompa
ad onore di una famiglia, nata ieri, diceano, ma comunque sospirando
in proprio cuore i nobili e antichi Ravenswood, seguivano
cionnullostante il corteggio, adescati dal buon pasto che, così pei
poveri come pei ricchi, si apparecchiava al castello, e a malgrado
delle preoccupazioni de' loro animi, riconoscevano la preminenza
_dell'Anfitrione da cui si desina_[8].

  [8] Uno fra i tanti vaghissimi proverbj, cui ha dato origine la
  Musa comica dell'immortale Moliere, e dei quali in particolar
  modo l'_Anfitrione_ ridonda. Giove trasformatosi per amore di
  Alcmena, nel Generale tebano Anfitrione, marito di essa, coglie
  il destro, che questi è alla guerra; finge un improvviso
  ritorno; e ingannando la donna colle maritali sembianze, ne
  ottiene tutto quanto il vero Anfitrione avrebbe ottenuto. Ma
  questi arriva effettivamente in tempo che l'Anfitrione falso
  aveva ordinato un pranzo. Tutti stanno perplessi per distinguere
  quale dei due sia di fatto il padrone di casa. Ma il servo Sosia
  esclama:

    _Le veritable Amphitryon
    Est l'Amphitryon où l'on dine._

  Esclamazione non men significante dell'altra, che il comico
  francese pone sulle labbra dello stesso Sosia, allorchè
  l'Anfitrione dio, manifestandosi con tutta la maestà del padre
  degli uomini e degli Dei, promette compensi senza fine
  all'Anfitrione uomo, per uno scherzetto che, fatto da un Nume,
  diveniva un onore per esso.

    _Le seigneur Jupiter sait dorer la pillule._

Così accompagnata da una numerosa comitiva di persone d'ogni età,
d'ogni stato e grado, Lucia rivide il tetto paterno. Bucklaw, usando
del privilegio acquistato colla cerimonia delle nozze già celebrate,
si pose a destra della novella sua sposa; ma poco avvezzo alla
galanteria, pensava piuttosto a farsi scorgere buono scudiere che ad
intertenerla e a corteggiarla; e quindi, taciturni eglino soli, in
mezzo a mille acclamazioni di gioia, al castello pervennero.

Le feste nuziali, siccome è noto, a quei giorni si celebravano con
tale romorosa pubblicità, che il gusto delicato del nostro secolo
fastidirebbe; nè ci accingeremo in questo luogo a descrivere le
profusioni di cui venne largheggiato ai convitati. Gli avanzi della
mensa soprabbondavano tanto al pasto de' servi, che gli avanzi di
questi avanzi bastarono a trattar lautamente gli abitanti di cinque o
sei villaggi all'intorno, pe' quali s'imbandirono tavole e sul
terrazzo, e ne' due cortili del castello. Intantochè i contadini si
davano all'allegrezza in mezzo a molte botti di birra spillate, e
mentre le signore apparecchiavansi al ballo della sera, i commensali
di ser Guglielmo, uniti nella sala del banchetto, reiteravano i loro
brindisi, fra la copia di sceltissimi vini. Dopo essere rimasti a
mensa per lungo tempo, venne un messaggio ad avvertirli, che le
danzatrici si mostravano impazienti del loro arrivo; onde finalmente
si alzarono, e scioltisi delle proprie spade, si trasferirono alla
sala del ballo, che dell'armonia di una lieta musica risonava. Stando
a rigor di etichetta, la sposa avrebbe dovuto dar principio alla
danza, ma lady Asthon fece le scuse per la figlia allegandone
l'infermo stato di salute; e porgendo la mano a Bucklaw, si assunse
tenerne per questa parte le veci.

Ma mentre sollevava con grazia il capo aspettando quel tuono di musica
che doveva esserle segnale per incominciare la danza, rimase attonita
in veggendo un cambiamento seguito in uno degli ornati della sala;
attonita sì che non potè trattenersi dall'esclamare. „ Chi è l'ardito
che ha posto là quel ritratto? „

Tutti gli sguardi nello stesso momento si volsero a quella parte di
muro ove avea fisati gli occhi milady Asthon, e chi era pratico degli
apparati di quella sala, s'avvide che qualcuno avea tolto, dal luogo
in cui trovavasi ancor la mattina, il ritratto di ser Guglielmo, e
postovi in cambio quello di ser Malisio di Ravenswood, il cui
aggrottato sopracciglio, e la corrucciata fisonomia sembravano
minacciare degli effetti di sua vendetta tutti coloro che ivi
trovavansi radunati.

Certamente un tal cambio era stato fatto durante il pranzo, nè altri
se ne avvide prima che le lumiere e i candelabri avessero vinte le
tenebre vespertine di quella sala. Volea il Colonnello che si
facessero immantinente le più accurate indagini per discoprire
l'autore di quanto, a suo avviso, era sfregio gravissimo e alla casa
degli Asthon, e a tutti coloro che in quel momento vi convenivano; ma
più prudente, la madre di lui soggiunse, non potersi accagionare di
tal fatto che un ancella leggiera di mente, la cui immaginazione,
facile a ricevere tetre impressioni, si era forse alterata in udendo i
maravigliosi racconti che la vecchia Ersilia avea narrati in cucina
intorno all'_ultima famiglia_; con questo sol nome lady Asthon solea
indicare la Casa di Ravenswood. Portato finalmente altrove il ritratto
di mal augurio, lady Asthon aperse la danza con tale grazia e dignità,
da autenticare quasi gli encomj tributatili da alcuni vecchi, i quali
pretendevano non esservi nella più recente generazione alcuna
danzatrice, che in cotest'arte le potesse contender la palma.

Terminata questa prima danza, s'avvide però senza maravigliarne, lady
Asthon che la figlia non era più nella sala; e ne andò in traccia, per
timore che il misterioso incidente del cambio de' ritratti avesse
prodotta una sinistra impressione su i nervi della giovine, e per
desiderio di accertarsene, e procurare possibilmente un rimedio al
disordine. Ma convien dire che le apparissero prive di fondamento le
concette paure, poichè di lì a un'ora ricomparve con fisonomia
tranquilla e serena nella sala del ballo, dicendo alcune cose
all'orecchio di Bucklaw, che si allontanò tosto per correre a
raggiunger la sposa.

Continuava il suono festevole degli stromenti, e i danzatori
abbandonavansi alla gioia con tutto l'ardore che inspirano la
giovinezza e la giocondità, quando un acutissimo grido interruppe
d'improvviso la danza e la musica. Regnò immediatamente un profondo
silenzio per tutta la sala. Ciascuno rimase immobile ove trovavasi, ed
essendosi ripetuto il grido, il Colonnello Asthon afferrò un
candelabro, e poichè sembravagli che il grido partisse dalla stanza
assegnata ai due sposi, ne chiese la chiave ad Enrico che come primo
paraninfo delle nozze, la custodiva; poi si trasportò a quella volta,
seguito da ser Guglielmo e da lady Asthon e da una coppia de' più
prossimi parenti della famiglia, intantochè tutta la comitiva
aspettava con impazienza e inquietudine eguale il loro ritorno.

Giunto alla porta della stanza, il Colonnello picchiò all'uscio
chiamando e la sorella e Bucklaw. Un lungo e fievole gemito fu la
risposta sola che ottenne; laonde non esitò ad aprire la porta. Ma un
corpo estranio postole dietro opponea qualche ostacolo, che nondimeno
cedè facilmente al primo sforzo da lui fattosi per aprire. Entrati
nell'appartamento, il primo oggetto che si parò loro innanzi fu il
corpo di Bucklaw steso per terra, e nuotante nel proprio sangue. Tutti
nello stesso tempo mandarono un grido di sorpresa e d'orrore, che
rintronando nella sala portò nuova giunta di terrore ai convitati, e
gl'indusse ad accorrere tutti verso il luogo d'onde il grido era
uscito.

„ Ella lo ha ucciso; disse sommessamente il Colonnello a sua madre.
Cercatela „ Poi sguainando la spada, uscì della stanza, ponendosi
innanzi alla porta, e protestando con giuramento che non avrebbe
conceduto l'ingresso a nessuno, fuorchè al ministro ecclesiastico e ad
un chirurgo che trovavasi nel castello. Si verificò che Bucklaw
respirava tuttavia; ed ebbesi massima sollecitudine nel sollevarlo da
terra e trasportarlo in un altro appartamento, ove i suoi amici il
seguirono per conoscere più sollecitamente il giudizio che sul genere
delle ferite il chirurgo profferirebbe.

Intanto, ser Guglielmo, lady Asthon e i due parenti che gli avevano
accompagnati non vedeano sul letto nuziale Lucia e nè manco a primo
aspetto la scorgeano nella stanza; ned essendovi altra porta fuor
quella d'ond'erano entrati, e che aveano trovata chiusa,
incominciarono a paventare si fosse lanciata dalla finestra. Ma un
d'essi facendo più attente indagini per ogni angolo, osservò qualche
cosa di bianco entro al vano di un grande e antico cammino; ed era la
sciagurata giovinetta giacente, o piuttosto aggruppata in mezzo alle
ceneri a guisa d'un lepre nella sua cova. I capelli di lei
scarmigliati, le vesti lacere e intrise di sangue, gli occhi immobili
e scintillanti, ogni suo lineamento da violenti convulsioni alterato
offerivano i sintomi di un delirio pervenuto al massimo grado. Poichè
s'accorse che l'aveano scoperta, digrignò i denti, mise spaventevoli
grida, e compose in atto minaccevole, e facendo gesti da ossessa, le
mani sue insanguinate.

Fece mestieri di chiamar qualche ancella, perchè senza di ciò, sarebbe
stato impossibile rimoverla spontanea dal ritiro che si era prescelta,
e difficilmente ancora vi si riuscì colla forza. Non avea fino allora
pronunziata una sola parola distintamente articolata, e sol quando
venne trasferita fuor della stanza, sciamò con tuono che potea
egualmente attribuirsi al giubilo di un barbaro trionfo, o alla
espressione di una disperazion forsennata: „ Ebbene! che avete dunque
fatto del marito che mi deste? „ Fu portata in altra stanza, ove molte
donne la seguirono per vegliare sovr'essa, e prestarle gli ufizj al
suo stato addicevoli.

Non vi son tinte assai forti per dipingere la costernazione,
l'angoscia dell'intera famiglia; l'orrore e la confusione che
dominarono nel castello, poichè il luttuoso avvenimento non fu più
ignoto ad alcuno; il furore di cui arsero gli amici e i congiunti di
Bucklaw; le grida di vendetta che misero; le querele che sorsero tra
questi e gli altri della famiglia Asthon, querele che le conseguenze
dei disordini fatti alla mensa rendevano più animate.

Il chirurgo fu la sola persona che giugnesse a farsi ascoltare da
entrambe le parti, rendendo noto che la ferita di Bucklaw, comunque
pericolosissima, non era mortale, ma che tal sarebbe divenuta
inevitabilmente, se si fosse preso il mal espediente di traslocarlo, o
se non si fosse avuta ogni sollecitudine di lasciarlo tranquillo. Tal
decisione ridusse al silenzio quegli amici e partigiani di Bucklaw,
che si ostinavano nel parere di condurre tosto il ferito in uno dei
lor castelli più prossimo a quello di Ravenswood. Pretesero nullameno,
che per una cautela consentanea alla natura delle accadute cose, si
concedesse a quattro di loro il rimanere nel luogo, stato teatro della
sanguinosa scena, e il serbarsi vicina una scorta numerosa e armata di
tutto punto. Alla qual domanda avendo acconsentito ser Guglielmo per
natural timidità, e il Colonnello perchè non potea fare in diversa
guisa, benchè rodesse il freno rabbiosamente, tutti gli altri amici di
Bucklaw, ad onta di una notte oscurissima, si allontanarono dal
castello.

Dopo aver fatta la prima cura alla ferita di Bucklaw, il chirurgo
portò le sue sollecitudini a miss Asthon, che giudicò in imminente
pericolo; e dello stesso avviso si dimostrarono gli altri medici che
vennero tosto chiamati. Dopo avere trascorsa tutta la notte in uno
spaventoso delirio, fu trovata il mattino affatto priva di sensi. I
medici le pronosticarono per la sera una crisi che avrebbe deciso
della sua sorte; e questa crisi di fatto avvenne. Riavutasi dal suo
letargo e, in apparenza, tranquilla, permise che le si cambiassero i
panni da letto; e in quel momento, portandosi la mano al collo come in
cerca del fatal nastro, parve assalita da una moltitudine di crudeli
rimembranze, cui mal poteano reggere le sue forze così fisiche come
morali. Tremende convulsioni si succedettero l'una all'altra; e la
morte le terminò senza ch'ella avesse potuto dire una sola parola atta
a chiarire i motivi o le circostanze della tremenda catastrofe
occorsa.

Il giudice provinciale del distretto, giunto il dì dopo la morte di
miss Asthon per far le indagini del suo ministero in ordine ai
luttuosi avvenimenti seguiti, adempiè i proprj doveri usando ogni
riguardo convenevole ad una famiglia immersa in sì profonda
afflizione. Ma un'unica congettura potè formarsi, vale a dire che
Lucia in un impeto di delirio avesse ferito Bucklaw, perchè nella
stanza nuziale fu trovata l'arme di cui si era valsa, come indicava il
sangue che vi stava rappreso; ed era quest'arme il piccolo coltello da
caccia, stato comperato per Enrico, e che per fatalità, le era
rimasto, quando, il dì prima delle nozze, si era puerilmente
intertenuta ad esaminare gli arredi di tutti gl'individui della sua
famiglia.

S'immaginavano gli amici di Bucklaw, che durante la sua convalescenza,
avrebb'egli medesimo diradate le tenebre da cui era involto questo
avvenimento terribile e misterioso; onde appena fu in istato di
reggere a men brevi colloqui, diverse interrogazioni gli mossero a
tale proposito; ma il suo stato di debolezza gli serviva di pretesto
ad esimersi dal rispondere. E quando poi finalmente potè ritornare a
casa sua, e giudicarsi da ognuno che avea perfettamente ricuperata la
salute, radunò un giorno presso di se le persone d'entrambi i sessi
che in ordine a ciò aveano manifestata più viva curiosità. Ringraziò
in generale tutti della premura mostratagli, egli uomini in
particolare del braccio offertogli per vendicarsi, se fossero state in
lui ragioni per dolersi della famiglia Asthon; indi aggiunse: „ Vi
prego, miei cari amici, a figgervi ben in mente ch'io non ho nè storie
da raccontare, nè ingiurie da vendicare, nè odj da sbramare. Se
pertanto qualche signora m'interrogherà d'ora in poi sugli avvenimenti
di quella notte funesta, non risponderò nulla, ma avrò tale inchiesta
siccome un contrassegno che la interrogatrice desidera interrompere
meco qualsivoglia corrispondenza. Se poi un uomo mi dimostrasse eguale
curiosità, la giudicherò un invito di trovarmi seco a tu per tu dietro
la mura del Parco del Duca, all'aurora del giorno successivo alla
domanda fattami, e spero si regolerà giusta le norme di tale mia
spiegazione. „

La quale spiegazione non abbisognando di comenti, Bucklaw non
soggiacque più a lungo all'importunità d'indiscreti interrogatori. Non
tardò a vedersi, come dalle porte del sepolcro egli fosse tornato più
saggio e prudente di quello che il fosse stato giammai. Si diede ad
una condotta altrettanto regolare quanto per lo innanzi fu dissipata.
Chiuse le porte di casa sua a Craigengelt, non senza però assicurargli
una rendita bastante a difenderlo dalle tentazioni del bisogno. Ma non
valse a costui. In poco tempo perdè tutte le sue sostanze al giuoco;
si collegò con una banda di contrabbandieri; e rimasto prigioniere con
due de' suoi compagni in un assalto a mano armata contro alcune
guardie della dogana, venne, come essi, condannato alla forca; ottenne
però che la sua pena fosse cambiata nell'altra del bando perpetuo,
perchè nel visitarne le armi, rimase provato che non avea mai una
volta sola dato fuoco al polverino del suo archibuso. Di lì a non
molto, Bucklaw abbandonò la Scozia, trasferendosi nel Continente, ove
passò il rimanente della sua vita, senza farsi lecita giammai la
menoma allusione alle circostanze del suo fatal maritaggio.

Molti leggitori troveranno la precedente catastrofe inverisimile e
romanzesca, riguardandola forse come parto dell'immaginazione
stravagante di un autore che sospira rendersi accetto agli amatori di
scene lugubri e terribili; ma chi conosce le particolarità della
storia di Scozia nei giorni a' quali il nostro racconto si riferisce,
ravviserà, ad onta della sollecitudine per noi avutasi di cambiare i
nomi, e in mezzo a diversi incidenti che abbiamo aggiunti, ESSERE
SFORTUNATAMENTE VERISSIMA LA SOSTANZA.



CAPITOLO XIII.

    Or se non piangi, di che pianger suoli?

                                   _Dante._


Se abbiamo anticipato il corso degli avvenimenti, il facemmo,
affinchè, accennato il risanamento di Bucklaw e quanto accadde di lui
in appresso, non ci occorresse verun soggetto d'interruzione nel far
noti gli altri avvenimenti che seguirono la morte dell'infelice Lucia.
La lugubre cerimonia di consegnarne le mortali spoglie alla terra fu
adempiuta per tempo, in una mattina d'autunno carica di nebbia,
tacitamente e con quanta minor pompa era possibile. Picciolo drappello
di sol prossimissimi parenti ne accompagnò il corpo in quella chiesa
medesima, ove pochi dì innanzi era stata scortata da un corteggio sì
splendido e numeroso, benchè non più libera di se stessa in allora di
quel che il fosse in questo lugubre momento la sua fredda salma.
Un'ala della ridetta chiesa era stata da ser Guglielmo assegnata al
sepolcro delle persone di sua famiglia; nè presagiva al certo che la
sua misera figlia sarebbe stata la prima ad entrarvi. Ad una urna, ove
non furono incisi nè il nome della defunta, nè la data della morte,
vennero consegnati, per convertirsi in polvere, i mortali avanzi della
più amabile, soave, innocente fra le giovinette, sebbene rea di un
delitto, da attribuirsi unicamente a un delirio prodotto dalla sequela
di persecuzioni, alle quali soggiacque.

Intanto che procedeasi a darle sepoltura entro la chiesa, le tre
Sibille, benchè si fosse scelta un'ora non ordinaria a tali cerimonie,
simili agli avoltoi che attrae l'odor de' cadaveri, stavansi sedute
sulla stessa pietra sepolcrale che avevano occupata il dì delle nozze.

„ Ebbene, diceva Ersilia Gourlay, non ve l'avea predetto io che a
quelle bellissime nozze terrebbe dietro un bel funerale? „

„ Io non ci vedo niente di bello, rispose in tuon di scontento Lavinia;
non sono stati distribuiti nè viveri, nè bevande. Una miserabile
moneta da dodici soldi che è stata donata ai poveri, ecco tutto! Valea
ben l'incomodo di venir da lontano questa minuzia! „

„ Tacete là, sciocca! riprese a dire Ersilia. Tutto quanto mi si fosse
potuto donare, mi avrebbe rallegrato meno di questo momento di
vendetta. Eccoli lì quei che ballavano e cantavano quattro dì fa!
Adesso portano la testa bassa, e non son più allegri di quelli che
costoro disprezzano. Lucevano d'oro e di gemme; vedeteli neri come
corvi! E quella cara miss Lucia, tanto superba, che facea smorfie, se
una buona donna le si avvicinava! ora in avanti un rospo potrà
mettersi impunemente sul suo sepolcro, e gracidare a suo bell'agio
senza ch'ella se ne lamenti. E ser Guglielmo colla sua camicia rossa,
le sue catene e il suo palo! Domandi ora a sua moglie, se ella si
sente o no divorato il cuore da tutti i fuochi dell'inferno? „

„ É dunque vero, chiese la paralitica, che la sposa fu tirata giù dal
letto e condotta per il cammino dai maligni spiriti che colle loro
branche graffiarono il volto e il petto della maritata? „

„ Che v'importa, Margarita? Ersilia rispose. Quanto posso dirvi è che
questa faccenda non può stare nell'ordine naturale delle cose, e lo
sanno bene al castello! „

„ Ma poichè siete sì bene istrutta, soggiunse Lavinia, contatene
dunque, se sia vero che il ritratto di ser Malisio Ravenswood si
calasse senz'aiuto umano, nella sala, empiendo di confusione e di
terrore gli astanti. „

„ No, no; non ci andò senz'aiuto, e so io benissimo chi ve lo ha posto.
Fu un avvertimento a quegli orgogliosi che riceverebbero ben presto un
gastigo. Ma non è anche finita! Han da vedere altre cose; lo predìco
io. Vedete voi entrar nella chiesa, a due a due, in gramaglia e coi
veli a lutto, dodici persone? „

„ Non le ho contate. „ Rispose la zoppa.

„ Io sì; soggiunse Ersilia in aria di trionfo, e come se questo
spettacolo la dilettasse troppo per voler lasciarne sfuggire la più
piccola circostanza. Vi dico dunque che erano dodici, ma ne è
sopravvenuto un tredicesimo che nessuno aspettava; e se gli antichi
proverbj son veri, un di questi tredici non resterà lungo tempo sopra
la terra. Ma andiamo, commari. Se accadono disgrazie a costoro, non si
starebbero dal rovesciarne la colpa sopra di noi; e disgrazie ne
devono accadere, ve lo predìco io! „

Ciò detto, le tre detestabili streghe sursero in piedi e si ritirarono
continuando i loro colloquj e gracchiando a guisa di corvi che
predìcono una tempesta.

Il computo di Ersilia non era falso; perchè terminata la funebre
cerimonia, gl'invitati s'accorsero esservi una persona di più sul
numero di quelle che partite eransi dal castello, e facendo l'uno
all'altro osservare questa singolarità, venne il sospetto che
l'intruso fosse un tale che, vestito a lutto non men degli altri, e
appoggiato contro una colonna dell'arco sepolcrale, parea li superasse
tutti nell'atteggiamento del dolore. Niuno dei parenti della famiglia
Asthon lo conoscea; e maravigliati della comparsa di questo straniero,
si spiegarono su di ciò col colonnello Asthon, che in vece del padre
suo guidava il funereo corteggio.

„ So chi è, lor disse a mezza voce, e ardisco affermare che in questo
momento porta il lutto di se medesimo. Lasciate che gli parli io, e
non turbate la cerimonia con una inutile pubblicità. „

Indi, separandosi egli dai parenti, e accostandosi allo straniero, il
trasse pel mantello nero entro cui avvolgeasi. — „ Seguitemi „ gli disse
con tuono fortemente agitato.

Scosso l'altro dal suono di quella voce, e come uscendo d'improvviso
d'un'estasi, corrispose alla chiamata del Colonnello, senza saper bene
che si faccesse; onde giunsero entrambi a piè de' gradini, d'onde
salivasi alla chiesa, intantochè i parenti rimasti in gruppo sotto
l'arco della porta maggiore, contemplavano con inquietudine ogn'atto
dello straniero e di Sholto, i quali pervenuti al rezzo di un grande
tasso posto ad una estremità del cimiterio, sembravano avere insieme
un colloquio assai animato.

Dopo condotto silenziosamente lo straniero in questo luogo spartato,
il Colonnello gli si volse d'improvviso, e con voce interrotta gli
chiese: „ Voi siete il sere di Ravenswood? „

Non ottenne risposta.

„ Non posso dubitarne, esclamò furibondo il fratel di Lucia. Parlo
coll'assassino di mia sorella. „

„ Non mi avete che troppo ben conosciuto, „ rispose Edgardo con voce
rauca e tremebonda.

„ Se siete pentito di quanto faceste, il Colonnello rispose, possa il
pentimento vostro esservi utile dinanzi a Dio! con me non può
giovarvi. Eccovi, la misura della mia spada, aggiunse dandogli una
lista di carta. Non dimenticate che vi aspetto domani allo spuntare
del giorno in riva al mare, sulle sabbie a levante di Wolfhope. „

Il sere di Ravenswood tenea fra le mani la carta ricevuta dallo
straniero, e mostravasi irresoluto: „ Non traete ad ultima
disperazione, finalmente esclamò, un infelice che dalla disperazione è
oppresso anche di troppo; godete una vita che non ho alcuna volontà di
togliervi, e lasciatemi cercare la morte ch'io desidero, altrove. „

„ No; esclamò il Colonnello; dovete riceverla dalle mie mani, o compire
la rovina di mia famiglia trapassandomi il cuore. Se ricusate di
accettare il cartello onorevole che vi presento, vi seguirò per ogni
dove; per ogni luogo vi coprirò di affronti e di insulti, fino a che
il nome di Ravenswood divenga l'emblema della viltà, come è già quello
del disonore. „

„ Non sarà mai nè l'uno, nè l'altro, disse con fiera vivacità
Ravenswood. Se sono io l'ultimo a portarlo, ho debito co' miei
antenati di non permettere che si spenga con ignominia. Accetto la
vostra disfida, l'ora e il luogo del ritrovo; già m'immagino che vi ci
trasferiremo soli... „

„ Soli, e un solo di noi dovrà abbandonarlo. „

„ Dio abbia misericordia di quel che soggiace! „

„ Così sia! La mia carità non va più oltre verso l'uomo che odio più
mortalmente, e che m'ha dato tanto argomento di odiarlo. Ricordatevi
le sabbie a levante di Wolfhope, l'ora del levar del sole, non altra
arme che la spada. Or separiamoci; potrebbe interromperne alcuno. „

„ Basta così; non mi farò aspettare. „

Intantochè il Colonnello raggiungeva i congiunti, Ravenswood andò a
riprendere il suo cavallo che aveva attaccato ad un albero presso del
cimiterio, e ciascuno si ritirò dalla sua banda.

Il Colonnello tornò cogli amici al castello di suo padre; ma nella
sera prese un pretesto per partirne, e svestitosi dell'uniforme per
mettere un abito da viaggio, andò a passare la notte nel piccolo
albergo di Wolfhope da noi altrove descritto, per trovarsi più presso
al luogo additato qual ritrovo all'avversario.

Non sappiamo quai fossero gli atti del sere di Ravenswood nel
rimanente di questa infausta giornata. Giunse a notte ben tarda a
Wolfcrag, e fu obbligato a svegliare il suo fedele servo Caleb
Balderston che non lo aspettava. Il vecchio avea già udito parlare, ma
in modo confuso e inesatto, della morte tragica di miss Asthon, e de'
misteriosi avvenimenti sopraggiunti al castello, onde si moriva di
angoscia in pensando ai tristi effetti che produr poteano sullo
spirito del suo padrone.

Nè il contegno del sere di Ravenswood tale si fu da calmare i timori
del fido servo. Questi avendogli per prima cosa proposto di reficiarsi
alcun poco, il padrone non gli diede veruna risposta; indi, un momento
dopo, d'improvviso, e seccamente gli chiese vino, bevendone, contra il
suo solito, diversi bicchieri di seguito. Caleb, vedendo Edgardo
ostinato a non voler prendere cibo, lo supplicò affettuosamente a
permettergli di accompagnarlo nella sua stanza, e sol dopo avere
ripetuta tre o quattro volte una tale preghiera, il padrone gli
accennò col capo che acconsentiva. Ma poichè Balderston lo ebbe
condotto in un appartamento, che era stato di recente apparato, e dove
Ravenswood, al suo ritorno, avea dormito le notti antecedenti, si
fermò dinanzi alla porta.

„ No, diss'egli aggrottando, qui, no; conducetemi nella stanza
ov'_ella_... ove _ella_ passò, venendo in questa torre, la notte. „

„ Chi, signore? „ Chiese Caleb, cui lo spavento prodotto dal vedere in
tale stato il padrone, avea tolta ogni antiveggenza.

„ _Ella_, ti ripeto; vuoi tu, o vecchio, uccidermi coll'obbligarmi a
pronunziare il suo nome? „

Il povero Caleb avrebbe voluto fare alcune rimostranze sullo stato di
smantellamento in cui trovavasi la stanza additatagli dal suo signore:
ma troppa impazienza, troppa irritazione in ogni lineamento di questo
egli scorgea, per non rimanergli partito migliore di una passiva
obbedienza; onde presa la lucerna, con essa lo precedè ov'egli voleva
esser condotto, e posatala con tremebonda mano sopra una tavola, si
avvicinava al letto per esaminare, se nulla vi mancasse delle cose
occorrevoli, quando Edgardo gl'intimò in un tuono, che repliche non
ammettea, il comando di ritirarsi.

Rientrato nella propria stanza il vegliardo, non pensò già a prender
riposo, ma si pose in orazione. A quando a quando, correva all'uscio
del padrone per verificare s'egli dormisse; ma lo strepito degli
stivali sul pavimento il fe' accorto che questi trascorreva su e giù a
lunghi passi la camera; e i profondi gemiti che ad ogn'istante ne
usciano, lo avvertivano di qual violenta disperazione il sere di
Ravenswood fosse vittima. Non meno angoscioso Caleb, e impaziente del
nuovo giorno, credea non vederlo sorger giammai; ma il corso delle ore
è sempre lo stesso, benchè più rapide o più lente appariscano, giusta
la disposizione dell'animo di chi le conta. Pur trascorsero
finalmente: e ricondussero l'aurora e la rossiccia luce di cui vedeasi
colorata la superficie dell'oceano che ponea limiti a quell'orizzonte.
Incominciava il novembre, e la giornata era bella quanto in quella
stagione sperar si potea; ma spirava un vento violentissimo d'oriente,
che spingendo con forza i marosi su quelle arene, li mandava più oltre
del consueto.

Spuntò appena il giorno, quando Caleb, tornando alla porta della
stanza di Edgardo, il vide per traverso ad una fessura star misurando
la lunghezza di due, o tre spade. Sceltane una: „ É più corta, a mezza
voce egli disse; ma non importa; lasciamgli questo vantaggio; già ne
ha anche molti altri. „

Per tali apparecchi, non potea Caleb essere in dubbio sulla natura
della cosa che il suo padrone meditava, e sfortunatamente sapea con
certezza, che in tale genere d'affari, ogni suo adoperarsi per
distornelo sarebbe tornato vano. Ebbe appena il tempo di ritirarsi
frettolosamente per non essere sorpreso da Edgardo, quando il vide
d'improvviso prender la via della porta. Apertala questi, scese nella
scuderia, ove il fido servo il seguì. Il volto smunto e pallido di
Ravenswood, lo scompiglio delle chiome e delle vesti, provavano
abbastanza che in tutta quella notte non aveva dormito. Stava ponendo
la sella al suo corridore, e avendolo Caleb con tremebonda voce
pregato gli cedesse almen tale incarico, rispose a questo per cenni
che non gli occorreva. Condotto allora il cavallo nel cortile, si
preparava a montarvi sopra. In quell'istante la paura di dispiacere al
padrone cedendo nel vecchio alla forza di quel tenero affetto che
aveagli consagrato, e per cui apprezzava ancora la vita, si prosternò
ai suoi piedi, abbracciandone le ginocchia: „ Mio caro padrone,
diss'egli, sig. Edgardo, uccidetemi, se così vi piace; ma non uscite
per ora! Ho penetrato il vostro disegno; non lo eseguite. Il marchese
di Athol mandò ieri ad avvisarne che sarebbe oggi venuto a trovarvi.
Aspettatelo, mio caro padrone; ascoltate prima le cose che vorrà
dirvi. „

„ Tu non hai più padrone, o Caleb, Ravenswood gli rispose. Perchè
affezionarti tanto ad un edifizio che crolla da tutte le bande? „

„ Non ho più padrone! Caleb replicò. Ah, ne avrò uno fintantochè vi
sarà un Ravenswood sulla terra! Son vostro servo; fui il servo di
vostro padre, il fui del vostro bisavolo, nacqui in mezzo a questa
famiglia, vissi per essa, morirò per essa. Non uscite, sig. Edgardo, e
si terminerà felicemente ogni cosa. „

„ Felicemente! Povero vecchio! tu non sai quel che ti dica. La vita non
può omai offrirmi felicità, e il più felice istante per me sarà quello
di liberarmene. „

Poi si sciolse subito da Caleb, che lo impacciava tuttavia
abbracciandogli le ginocchia, e saltando sul cavallo s'avviò verso la
porta; ma d'improvviso volgendosi: „ Caleb, soggiunse, troverete nella
mia stanza un mio scritto che vi nomina mio erede. „ E nel tempo stesso
gettandogli una borsa piena d'oro, di gran galoppo s'allontanò.

Cadde per terra la borsa senza che il vecchio pensasse a raccoglierla.
Veduta questi l'impossibilità di seguire il padrone, si affrettò a
salire sulla cima della torre che dominava tutti que' dintorni, onde
scorgere per quale strada il Sere s'incamminasse. Lo vide prender la
manca lungo un viottolo che metteva a quella parte di riva marittima,
ove altre volte si aggrampavano le barche spettanti al castello, e il
seguì coll'occhio fin verso le sabbie orientali a Wolfhope.

„ Oh! che divisa egli mai? Caleb esclamò. Ha dunque dimenticata la
fatal predizione? Eccolo, che sta per attraversare il Kelpy. „ Così
chiamavansi, come il dicemmo, le sabbie mobili situate in riva al
mare, e frapposte alla torre di Wolfcrag, e al villaggio di Wolfhope;
più o men coperte d'acqua al sopraggiugnere del grosso fiotto, di rado
accadea che non avessero cambiato di sito, quando l'onda arretrava.
Poichè Edgardo ebbe posto il piede in questa formidabile piaggia,
cessò Caleb dal vederlo, nè potendo più a lungo resistere alle
inquietudini che il premeano; uscì del castello, correndo con quanta
velocità le sue vecchie gambe gli permetteano, su quella strada che il
padrone avea tenuta.

Il colonnello Asthon, avido di vendetta, era arrivato innanzi giorno
al ritrovo che egli medesimo aveva prefisso. Poteansi appena
distinguere gli oggetti, che i suoi occhi stavano immobili verso la
torre, e impazienti di scorgere l'avversario, cui già di troppa
lentezza incolpava. Finalmente i primi raggi del sole gli scopersero
da lungi un cavaliere che gli veniva in verso, con tal foga, da cui
ravvisavasi, non essere l'impazienza minore in quello che in chi lo
aspettava; ma nel medesimo tempo, il cavallo e il cavaliere divennero
invisibili, come si fossero dileguati per l'aere.

Quasi avesse veduta Asthon un'apparizione, si fregò gli occhi.
Nondimeno, convinto che niuna illusione poteva averlo tratto in
errore, s'innoltrò verso la parte, ove sembrato eragli di discernere
chiaramente il sere di Ravenswood; sebbene per arrivarvi gli fosse
necessario imprendere un lungo giro, perchè il grosso fiotto della
sera precedente, avendo cambiato alle sabbie mobili il posto, la più
lieve mancanza di antiveggenza poteva aprirgli una voragine sotto i
piedi. Terminato il giro di quel sito pericoloso, si scontrò in Caleb
Balderston che dall'altro lato giugnea. Niuna traccia del misero
cavaliere potè scoprirsi; ma dovè ognuno congetturare, che nel suo
ardore di trovarsi a petto dell'avversario, avesse tenuta la via più
diritta, senza accertarsi della saldezza del suolo cui si avventurava,
e che fosse quindi rimasto inghiottito dall'impenetrabile abisso di
quelle mobili arene. Facea fede del miserando destino, cui soggiacque
Edgardo, una delle piume che sormontavagli dianzi il cappello, e
portata ai piedi di Caleb dal grosso fiotto che ricominciava in quel
momento a salire. La raccolse il vecchio, e poichè fu asciutta, se la
tenne per tutta la vita sul cuore.

Sonato a stormo, corsero tutti gli abitanti di Wolfcrag, chi dalla
parte di terra, chi sulle barche per mare; ma ogni cura, ogni sforzo,
ogn'indagine divennero inutili. Tanta è la profondità di quelle sabbie
insidiose che mai non restituiscono la loro preda!

Volge alla conclusione la nostra storia. Il marchese Athol giunse
alcune ore dopo l'avvenimento funesto, ed era sua intenzione condursi
via seco il giovine congiunto, onde divagarlo dalle tetre idee, che
ben s'immaginava avrebbe suscitate nella mente di esso la morte di
Lucia Asthon; ma arrivò soltanto in tempo di deplorarlo perduto. Dopo
avere comandate nuove indagini che tornarono inefficaci non meno delle
prime, riparti per Edimburgo, ove il tumulto de' politici affari
sbandì ben tosto dal suo animo la ricordanza delle sciagure e del
misero fine di un infelice parente.

Non così avvenne a Caleb Balderston. Se i calcoli dell'interesse
fossero stati valevoli a consolarlo, certamente ei potea, mercè la
liberalità del suo signore, vedersi in vecchiezza più felice assai che
nol fu in tutta la precedente età. Ma la vita avea perduta ogni
vaghezza per lui. Tutte le sue idee, tutte le sue sensazioni
d'orgoglio, di timore, di piacere, di pena trovavansi collegate colla
famiglia che egli avea costantemente servita, e che più non era. Non
sapea che farsi di se medesimo; dimentico delle proprie occupazioni e
abitudini, non gli rimanea altro diletto fuor quello di errare da una
stanza all'altra della torre di Wolfcrag, e di rimembrare le variate
vicende di avvenimenti, di cui furono scena, finchè vissero i suoi
antichi padroni. Dormiva, nè il sonno gli arrecava riposo; si cibava,
nè gli alimenti ristoravano le sue forze; e persistendo in una fedeltà
di cui porge varj esempj la specie canina, l'umana rarissimi, languì
qualche tempo, e morì prima che volgesse l'anno dopo la miseranda
catastrofe da noi seguita fino al suo termine.

La famiglia Asthon non sopravvisse lungo tempo a quella di Ravenswood.
Ser Guglielmo, prima di morire, vide la morte del suo primogenito, che
soggiacque in un duello incontrato nella Fiandra. Enrico, succedutogli
nel titolo e ne' possedimenti, morì innanzi essersi maritato. Lady
Asthon, sopravvissuta a tutti questi, e agl'infelici ai quali colla
sua inesorabile indole portò rovina, pervenne a tarda vecchiezza.
Forse provò il tormento d'interni rimorsi; forse cercò in segreto di
riconciliarsi col cielo che aveva offeso sì gravemente; ma non diede
il menomo contrassegno di pentimento a quelli che le stavan d'intorno;
e si mantenne nel dare a divedere al di fuori que' modi fieri,
superbi, intrattabili per cui sinistramente si segnalò ne' deplorabili
avvenimenti de' quali fu origine. Un fastoso monumento marmoreo ne
ricorda i titoli e il nome, e le sue vittime non ebbero l'onore di un
sepolcro d'una inscrizione.


  FINE DEL TOMO TERZO ED ULTIMO



      *      *      *      *      *



Nota del Trascrittore

Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, così come
le grafie alternative (follia/follìa e simili), correggendo senza
annotazione minimi errori tipografici.





*** End of this LibraryBlog Digital Book "La promessa sposa di Lammermoor, Tomo III (of 3)" ***

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