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Title: Le vergini
Author: Praga, Marco
Language: Italian
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                              MARCO PRAGA


                               Le vergini


                        COMMEDIA IN QUATTRO ATTI

                              IV EDIZIONE



                                 MILANO
                       L. OMODEI ZORINI, Editore
                       Portici Settentrionali, 23
                                  1896



                          PROPRIETÀ LETTERARIA

          Milano, Tip. degli Esercenti, Via Vincenzo Monti, 31



PERSONAGGI


  DARIO.
  VITTORIO OLGIATI.
  CORRADO CANTONI.
  VERCELLINI.
  MARCHESE ZOPPI.
  COZZI.
  MERATI.
  DELLÀGO.
  DELFINA.
  PAOLINA.
  NINÌ.
  SELENE.
  TERESA.
  DOMENICO.
  UN FATTORINO.

_Milano. — Epoca attuale._



ATTO PRIMO

   _Salotto in casa di Delfina. Porte ai lati e al fondo. Sul
     davanti, a destra una tavola e due poltrone, a sinistra un
     divano. In fondo, in un angolo, il pianoforte coi lumi accesi.
     Sulla tavola pure una lucerna accesa. Arredo semplice, senza
     distinzione._


SCENA I.

VERCELLINI, DELFINA poi NINÌ.


VERCELLINI (_seduto, legge un giornale_)

DELFINA (_entra dalla sinistra_)

VERCELLINI

Oh brava, è qua? Così la saluto e me ne vado.

DELFINA

Digià? Scusi sa, se l'ò lasciato solo. Avevo tante faccenduole... Noi
siamo in confidenza, nevvero? Ma perchè va già via?

VERCELLINI

Che vuol che ci faccia qui? Ora verranno i suoi invitati...

DELFINA

No no, gli è che lei non è più il nostro buon amico d'una volta.
Si lascia veder raramente, di sfuggita... Si direbbe che lo fa per
dovere...

VERCELLINI

La sua casa è cambiata, cara signora Delfina... Ora si è messa in
grande, riceve molta gente, molta gioventù... Io mi ci troverei a
disagio...

DELFINA

Ma lei è pur sempre il nostro vecchio amico Vercellini, il collega
del mio povero Benedetto, che mi à assistita nei brutti momenti
della vita... Io non dimentico i suoi benefici... Caro cielo...
ora le figliole sono grandi, bisogna che mi dia un pò d'attorno per
maritarle...

VERCELLINI

Già, già... E Paolina?

DELFINA

Paolina sta facendo un pò di toilette...

VERCELLINI

Non mi vuol vedere più, assolutamente.

DELFINA

È il suo carattere... è una selvaggia, proprio.

VERCELLINI

Però quando arrivano i vostri nuovi amici, allora...

DELFINA

Che che! Ci vogliono delle lunghe preghiere per indurla a lasciarsi
vedere un poco; e se usciamo, ella rimane in casa... Infine, pare lei
la mamma ed io la figlia...

VERCELLINI

E la lasci fare...

DELFINA

Ma no perchè si può credere che io abbia delle preferenze.... E poi
compromette la riuscita dei miei disegni, l'avvenire delle sue sorelle,
della Ninì specialmente che à tanto ingegno...

NINÌ (_fa capolino alla porta di sinistra, in corsetto bianco, mezzo
svestita_)

Mamma... Oh! buona sera signor Vercellini, buona sera!

VERCELLINI

Avanti, avanti, piccina, vieni a stringermi la mano...

NINÌ

Le pare! Sono ancora in deshabillé. Mamma, non trovo il mio pettine di
tartaruga. Sai dov'è?

DELFINA

Ma cara mia, non lo so. Ài chiesto a Teresa?

NINÌ (_sempre sulla soglia nascondendosi a mezzo_)

No. Teresa? Teresa?

DELFINA (_accorrendo a lei_)

E intanto stai lì, così svestita... Ti prenderai un raffreddore... Non
ài proprio nessuna cura della tua voce...

                        (_Suono di campanello_)

NINÌ

Uh! qualcuno di già. Buona sera, signor Vercellini, buona sera.
(_Scompare_)

VERCELLINI

Addio, piccina.

DELFINA

Che testolina sventata! Ma c'è un tesoro in quella testolina...

VERCELLINI

Arrivederci dunque.

DELFINA

Se ne va proprio? Mi raccomando, si lasci vedere un pò più di frequente.

(_Si avviano verso la comune, a destra, e s'incontrano in Vittorio e
Cantoni che entrano. Vercellini s'inchina ed esce_).


SCENA II.

DELFINA, VITTORIO, CANTONI.


DELFINA

Oh! il signor Olgiati!

VITTORIO

E non solo. Valendomi del permesso che ella mi à dato tante volte, ò
condotto con me e le presento un mio carissimo amico: il Dott. Corrado
Cantoni.

DELFINA (_goffamente_)

Ben felice! ben felice!

VITTORIO

È arrivato jeri l'altro da Berlino dopo varî anni d'assenza... ò il
compito di introdurlo nella buona società e, naturalmente, (_ironico_)
ò pensato subito a lei...

DELFINA

Troppo buono, signor Olgiati... (_a Cantoni_) È venuto ad annoiarsi...
vorrà compatire...

CANTONI (_un pò stupito_)

Signora, la prego anzi di perdonare l'ardire: ma Vittorio mi assicurò
che mi verrebbe scusata questa mancanza alle più elementari regole...

VITTORIO (_piano, toccandogli il gomito_)

(Tira via, tira via, dàlle i dolci...)

CANTONI (_sempre più stupito_)

So che à delle belle signorine: mi sono permesso di portar loro dei
dolci... (_le porge una scatola_).

DELFINA

Sono veramente confusa... (_va a posar la scatola_).

VITTORIO

E serviranno da carta da visita per la Selene e la Ninì.

CANTONI (_piano a Vittorio_)

(Se io ci capisco un'acca...)

VITTORIO (_piano a Cantoni_)

(Stai buono, capirai dopo...)

DELFINA

Debbo far loro tante scuse... Le mie figliole sono ancora occupate alla
loro toilette...

VITTORIO

E lei faccia come se noi non ci fossimo. Eravamo diretti alla Scala.
Ma poi abbiamo trovato che improvvisamente, e come di solito, si fa
riposo. Allora ò detto al Cantoni: Vieni con me qui vicino, dalla
signora Tossi. Ecco perchè siamo qui un pò prestino. Ma noi sappiamo
fare tutte le debite concessioni alla toilette femminile. Ed anche lei
signora Delfina, non si disturbi per causa nostra. Io già sono di casa,
nevvero? e Cantoni deve considerarlo come un vecchio amico, poichè è
amico mio e amicone di Dario mio cugino.

DELFINA

Ah sì? del signor Dario?

CANTONI

Abbiamo vissuto insieme, lungamente, a Berlino. Fummo compagni di
studï...

DELFINA

Ah, è ingegnere, anche lei?

CANTONI

No, medico...

VITTORIO

Famoso!

DELFINA

Allora approfitto del permesso e vado ad avvertire le mie figliole...
Qui ci sono dei sigari, dei giornali, facciano come in casa loro...
(_si avvia_)

VITTORIO

E i dolci??

DELFINA (_ritornando_)

Ah sì!

VITTORIO

Ma perbacco!

DELFINA (_prende la scatola ed esce_)


SCENA III.

VITTORIO, CANTONI.


VITTORIO

I dolci, capisci, è necessarïssimo che vengano presentati insieme al
tuo nome. Ti renderanno subito simpatico.

CANTONI

Oh, adesso mi darai qualche spiegazione: perchè tu mi ài preso per mano
come una fata del buon tempo antico, e mi ài condotto qui, senza dirmi
nulla, come in un palazzo incantato.

VITTORIO

Ti ò però detto che non ti saresti annojato... (_accende un sigaro_).

CANTONI

Questo lo vedrò...

VITTORIO

Devi averlo già capito, dal modo come ti ò presentato, e dall'aspetto
della padrona di casa. Lo vedi: ti ò condotto qui, senza essere
preannunciato... (_si sdraja su di una poltrona_).

CANTONI

E dunque?

VITTORIO

Che vuoi che ti dica? È una casa sui generis...

CANTONI

Il che non significa nulla.

VITTORIO

Significa che non è una casa come tutte le altre... Quello poi che à di
diverso dalle altre è... più difficile a spiegarsi.

CANTONI

La famiglia è composta?...

VITTORIO

Dalla madre, che ài visto, vedova...

CANTONI

Vedova?

VITTORIO

Autenticamente vedova, perchè c'è chi ricorda l'ottimo e defunto signor
Tossi, impiegato al catasto. Quello che usciva quando noi entrammo,
per esempio, è un certo Vercellini, un vecchio amico di casa, collega
del defunto, che viene qui qualche volta a prendere il caffè, dopo
pranzo, e se ne va appena arrivano i frequentatori più... moderni della
casa. Dunque la madre, ò detto; poi ci sono tre figliole: la maggiore,
Paolina, à tutte le caratteristiche esteriori di quelle fanciulle
che si dicono comunemente di _buona famiglia_. Riservata, modesta,
taciturna...

CANTONI

Genere nojoso.

VITTORIO

Sì; ma c'è di buono che non si vede quasi mai: è come non esistesse: è
la massaja di casa. Non interessa, ma non disturba...

CANTONI

Le altre due?...

VITTORIO

Le altre due, Selene e Ninì, sono la parte tipica della famiglia,
la Ninì specialmente, un folletto di diciassette anni, bellissima,
simpaticissima, allegra, piena d'ingegno. Queste due sono... le
vergini... Non spaventarti... è un nomignolo...

CANTONI

Oh, e perchè gliel'ànno dato?

VITTORIO

Perchè... se lo meritano...

CANTONI (_stupito, senza capire_)

Che bella ragione!

VITTORIO

Già, se lo meritano... quantunque non paja.

CANTONI

?

VITTORIO

Ecco: tu devi considerarle come due signorine da marito — come ce ne
sono tante, pur troppo! — ma aver ben presente invece, sempre, che
viceversa sono di quelle signorine...

CANTONI

Che non si sposano.

VITTORIO

Già, che non si sposano! Ma, bada, solo perchè le convenienze, i
riguardi sociali, impongono di non sposarle. Che, effettivamente,
nessuno può dire, o dice, o direbbe alcunchè sul loro conto, dal lato
della loro onestà... dirò meglio, dal lato della loro... purezza.

CANTONI

Sì, ma...

VITTORIO

D'accordo! Sì, ma. In questo ma sta la vera ragione del perchè non si
sposano le sorelle Tossi.

CANTONI

Vale a dire?

VITTORIO

Vale a dire nulla. È un _ma_ con dei puntolini, che non à nè può avere
continuazione. Il più ardito, o il più pettegolo, o il più maligno tra
gli uomini, io per esempio, ti dirà tutt'al più: ma... sono ragazze che
vanno attorno sole (e bada, parlo sempre della Ninì e della Selene,
chè Paolina non fa neppur questo); che ricevono in casa soltanto
uomini, anzi soltanto giovanotti; che vanno in teatro accompagnate
sempre dalla mamma, è vero, ma col terzo e col quarto; che si susurra
di aver riconosciute all'ultimo veglione sotto un domino cilestre non
abbastanza impenetrabile... E così? ribatterai tu: si sa che queste
ragazze abbiano un amante? No. Si sa che qualcuno possa dire o abbia
detto di averne ottenute le grazie? No. Oh! e allora?... Allora il
mondo che è un gran filosofo e un grande aristarco, conclude: è appunto
per questo che nella mia grande bontà e indulgenza le chiamo _le
vergini_, ma sposatene una e ne rideranno anche i comignoli!

CANTONI

Ma tutti quelli che vengono per casa non ànno che dei rapporti di pura
amicizia?

VITTORIO

O di gran confidenza. Sai, si vien qui, si passa la sera, allegramente,
come diversivo ai ricevimenti d'etichetta. Sei presentato oggi; domani,
se non ti accomoda, non ci torni più; o ci torni dopo tre mesi, e sei
ricevuto a braccia aperte, purchè porti una scatola di dolci o una
chiave di palco.

CANTONI

E la madre?

VITTORIO

La madre cerca un marito alle figliuole, in buona fede, convinta di
trovarlo un dì o l'altro, specialmente per le due maggiori: disposta
tutt'al più a concedere alla Ninì di dedicarsi all'arte del canto, per
non privare le scene di una nuova Patti.

CANTONI

In buona fede, dici tu?

VITTORIO

Certo! Poichè dopo tutto ella considera che la condotta delle sue
figliole è regolare e illibata. E infatti, se dài un bacio, ti
guarderai bene dal darlo altro che sulla mano... a meno che ti
riesca di darlo quando nessuno ti vede. Se porti un regalo, saranno
unicamente dei fiori o dei dolci: potrai anche offrire una veste, ma
a patto tu dica che si tratta di una stoffa speciale che un amico ti
à mandato dalla China. Se inviti a pranzo, per non avere un rifiuto,
devi dichiarare che si festeggia il tuo compleanno, non importa poi
se si ripete due volte in un mese. E così, come vedi, si salvano le
apparenze. E se la signora Tossi non osa di andare in società colle sue
figliole, à il diritto però di essere rispettata e trattata bene dalla
società che riceve. Ti convince?... Di' fuma pure, sai! metti di essere
in casa tua.

CANTONI (_vedendo avvicinarsi Delfina_)

Oh! la vecchia.

VITTORIO

Eh, non scomodarti.

CANTONI

Ma c'è una delle figliole. (_Entrano Delfina e Selene_)


SCENA IV.

DELFINA, SELENE, VITTORIO, CANTONI.


DELFINA

Quante scuse dobbiam loro! Li abbiamo fatti attendere molto.

VITTORIO (_sempre sdrajato sulla poltrona_)

Le pare!

DELFINA

Signor Cantoni, le presento una delle mie figlie: Selene.

CANTONI (_s'inchina_)

Signorina...

SELENE (_disinvolta ma un po' sostenuta, gli porge la mano con fare
molto distinto. È abbigliata elegantemente_)

VITTORIO

Buona sera, Selene.

SELENE

Ah! siete qui? Buona sera...

VITTORIO

Come siete bellina...

SELENE

Sì?

DELFINA (_a Selene_)

Bada. (_Le si avvicina e le raggiusta un nastro_) Signor Olgiati, non
à uno spillo?

VITTORIO (_si toglie uno spillo dal risvolto dell'abito e glielo porge
senza alzarsi_)

Ò sempre con me ciò che può occorrere alle signore...

DELFINA

È un tesoro lei! Che buon marito sarebbe...

VITTORIO (_ridendo_)

Crede? E chissà che non mi decida ad ammogliarmi!...

DELFINA (_piano a Selene mentre le raggiusta la gala_)

(Dio volesse!)

SELENE (_piano a Delfina_)

(Sì, aspettalo quello lì. L'altro cos'è?)

DELFINA (_c. s._)

(È un medico. Non so se sia ricco).

CANTONI (_piano a Vittorio_)

(Mi par molto sostenuta questa!)

VITTORIO

(Aspetta, lascia che si riscaldi l'ambiente).

DELFINA

Ecco fatto. Ed ora vado in cerca di Ninì.

(_Esce_)

SELENE (_si reca dietro la poltrona di Vittorio e si appoggia coi
gomiti allo schienale_)

E così, che c'è di nuovo?

VITTORIO (_sollevando la testa a guardarla_)

L'amico mio, ch'è un ragazzo simpaticone, e mi à già susurrato che
siete bella come un amore... E voi che avete di nuovo?

SELENE

Nulla.

VITTORIO

Troppo poco. E la Ninì dov'è?

SELENE

Non so. Scrive, credo.

VITTORIO

La sua piccola corrispondenza. E la Paolina?

SELENE

Chi ne sa niente della Paolina? Fa l'innamorata...

VITTORIO

E lo è, probabilmente!

SELENE

Di chi?

VITTORIO

Non so; di me, per esempio.

SELENE (_si stacca dalla poltrona e si avvicina al Cantoni_)

Lei è amico del signor Dario?

CANTONI

Molto amico.

SELENE

E arriva anche lei da Berlino?

CANTONI

Da jeri, signorina. Dario mi aveva preceduto, ma ci ritorneremo
assieme...

VITTORIO (_a parte_)

(«Signorina!» Malgrado il mio discorso non à ancora capito niente!)
(_Entra Ninì_).


SCENA V.

NINÌ, SELENE, VITTORIO, CANTONI.


NINÌ (_entra dal fondo, affrettata, colla bocca piena di dolci,
mangiucchiando. È in veste chiassosa, un po' scollata_)

Oh! signor Vittorio! (_Gli dà una forte stretta di mano_) Che buoni
marrons mi avete portati.

VITTORIO (_alzandosi_)

Pardon! Li à portati l'amico mio, il dott. Cantoni, che vi presento.

NINÌ (_stringendogli la mano_)

Buonasera. (_Gli dà un'occhiata, lunga, esaminatrice, poi si volge a
Vittorio_) Che ne dite della mia toilette?

VITTORIO

Molto graziosa. È un gran ricevimento dunque, stasera?

NINÌ

Ò una gran voglia di ballare. (_Al Cantoni_) Suona il piano lei?

CANTONI

Un pochino.

NINÌ

Abbastanza per far ballare? (_Intanto si è messa a cercare sul
tavolino, tra i giornali_). Di tutti quelli che vengono qui non c'è che
il Cozzi che sappia suonare; è una disperazione...

VITTORIO (_piano_)

(Che cosa cercate?)

NINÌ

Il _Secolo_. Volevo veder una cosa... Non c'è.

SELENE (_come assalita da un'idea cerca il «Corriere» e trovatolo si
mette a leggere in quarta pagina_)

NINÌ (_al Cantoni_)

Non à il _Secolo_, signor Cantoni?

CANTONI

Credo, nella mia pelliccia... (_Esce_)

VITTORIO (_alla Ninì_)

Il _Pungolo_ o l'_Italia_ non vi servono?

NINÌ

No...

VITTORIO

Ah! ah! bada, son geloso, Giovannina...

NINÌ

Non mi chiamate così!

CANTONI (_rientrando, porge un giornale alla Ninì_)

Ecco, signorina.

NINÌ (_lo fissa un momento, stupita_)

Grazie. (_Prende il giornale e cerca in quarta pagina_).

VITTORIO (_piano al Cantoni_)

(Insomma, vuoi smetterla di chiamarle _signorina_?)

CANTONI

(O come debbo dire?)

VITTORIO

(Ninì, Selene, tout court. Ti vuoi compromettere!)

CANTONI

(Come?!)

VITTORIO

(Ma già: a sentirsi chiamar _signorina_, crederanno che tu le prenda
troppo sul serio, si faranno delle illusioni, vedranno in te un
marito... Non è quello che vuoi, spero!)

CANTONI

(No davvero! Ma che cosa cercava sul _Secolo_?)

VITTORIO

(Ciò che l'altra cercava sul _Corriere_. Una corrispondenza
amorosa. Quella è più aristocratica: questa è più borghese, anzi più
repubblicana... in amore!)

(_Intanto sono entrati: Cozzi, Merati e Dellago. Ninì e Selene ànno
risalita la scena e parlano con essi al fondo. Poi entra il Marchese
Zoppi, vecchio tinto, una caricatura_).

NINÌ

Oh! buona sera Marchese, buona sera Marchese!! (_Gli porge le due mani
e gli saltella davanti_).

VITTORIO

Comincia a venir gente...

CANTONI

Oh oh! quel vecchietto lì chi è?

VITTORIO

Un curioso tipo. Un eterno giovinetto che non à ancora rinunciato a
corteggiare le donne. Ormai è tornato agli amori platonici e, capirai,
questo è il luogo per lui.

CANTONI

Come si chiama?

VITTORIO

È il marchese Zoppi. Qui è la seconda o la terza volta che ci viene...
ma, come vedi, per la Ninì è già un vecchio amico. Vieni che ti
presento alla società.

(_Il gruppo del fondo s'è posto attorno al piano: le discussioni sono
animatissime. Risa, ecc. Qualcuno accompagna col canto la canzone
di Carulì che il Cozzi accenna sul pianoforte. Vittorio e Cantoni si
recano al fondo e si vede il primo presentare il secondo agli altri.
Entrano: Dario dalla comune e Delfina dalla sinistra_).


SCENA VI.

DELFINA, NINÌ, SELENE, DARIO, VITTORIO, IL MARCHESE, COZZI, MERATI,
DELLAGO, poi PAOLINA.


DARIO (_entra e si guarda attorno un momento_)

DELFINA (_dalla sinistra, andandogli incontro_)

Oh signor Dario, come sta?

DARIO

Bene, grazie. Quanta gente! E le sue figliole?

DELFINA

Sono là...

DARIO

Anche la Paolina?

DELFINA

No, è ancora nella sua stanza. Ora la chiamo.

DARIO

Non la disturbi.

DELFINA

Che! Quando c'è lei, ci viene volentieri qui. Loro due ànno un
carattere che si rassomiglia. Stanno bene assieme. (_Esce_).

DARIO (_si reca al fondo, saluta Vittorio, Cantoni e gli altri_)

MERATI (_discendendo la scena col Dellago_)

(E così, sei riuscito?)

DELLAGO

(Un poco: ma il mio scopo sarebbe di fare una _partie carrée_. Se
venissero tutte due ci si divertirebbe un mondo).

MERATI

(È difficile: perchè l'una fa ogni cosa sua di nascosto dell'altra...)

DELLAGO

(E poi quella madre sempre alle costole... è insoffribile!...)
(_Seguitano a parlare tra di loro e risalgono la scena_).

PAOLINA (_entra dalla sinistra e si sofferma un momento ad osservare_)

DARIO (_la scorge subito, ridiscende la scena e le vien vicino,
premuroso_)

Come va, Paolina?

PAOLINA

Buona sera signor Carocci.

DARIO

Come siete bella, stasera.

PAOLINA

Per carità!...

(_Entra anche Delfina e rimane al fondo a discorrere cogli altri_).

DARIO

Non è un complimento. (_Le prende le mani, siedono entrambi sul
divano_). Vi dico che siete molto bella perchè trovo che la siete.
Così, quando vi dico di volervi bene potete crederlo, che non è una
delle solite banalità...

PAOLINA

Perchè sa dirlo con belle parole...

DARIO

No: perchè dico quello che penso. Da un mese soltanto io vengo in
casa vostra: ma come io credo di avervi conosciuta bene, e perciò vi
apprezzo e vi stimo, così dovreste aver conosciuto me, e stimarmi un
pochino. Dovreste aver capito che non sono come tutti gli altri...
Non per merito mio, non ch'io sia migliore degli altri: ma perchè ò
avuta una giovinezza molto triste che mi à dato una grande serietà
anzitempo...

PAOLINA

Me la racconterà qualche giorno la sua vita...

DARIO

Sì... è una storia poco allegra: la storia di quelli che rimangono
orfani bambini, che son cresciuti senza il sorriso della mamma, in un
collegio, poi lontano dalla patria, volontariamente, per togliersi dai
luoghi che ricordano orribili sciagure... Forse c'è qualche punto di
contatto tra la mia giovinezza e la vostra...

(_Al fondo scoppiano grandi risate, discussioni animatissime_).

DARIO (_come ridestandosi_)

È Vittorio che tien pulpito, sempre...

PAOLINA

È tanto allegro: ne à sempre qualcuna di nuove.

DELFINA (_al fondo in tuono di rimprovero_)

Signor Vittorio, signor Vittorio, via, mi raccomando!...

VITTORIO

Ma si parla dell'amore, nulla di più morale dell'amore.

NINÌ

E nulla di più morale del matrimonio!

VITTORIO (_avanzandosi, seguito dagli altri_)

Ecco qua: sentiamo il parere di Dario, che è un uomo serio. Dimmi: il
prender moglie non è una grande sciocchezza?

DARIO

Forse! ma quante sciocchezze non si commettono più quando si è
ammogliati!...

VITTORIO

Lo credi? Però, bada, c'è questo inconveniente: che qualche volta
l'uomo cessa di far delle sciocchezze quando prende moglie: ma la
donna, molto spesso, comincia a farne quando prende marito...

MARCHESE

Un momento, un momento: su questo punto lasciate giudicare a me che
delle mogli ne ò avute due...

NINÌ

O poveretto!

MARCHESE

Sicuro, sono vedovo due volte. Ebbene... non chiedetemi di più...

VITTORIO (_a parte, ma abbastanza forte per essere udito_)

Che bestia!

MARCHESE (_lo guarda colla coda dell'occhio un po' dubbioso, poi
continua_)

Credete a me, figliuoli, finchè siete in tempo, non prendete moglie.
(_Tutti ridono_).

DARIO

Tuttavia l'amore...

NINÌ

Oh per carità non la mi cominci una delle solite sue discussioni
tedesche. Io voglio ballare... Signor Vittorio, mi faccia ballare...
Chi ci suona una polka? Ah! il signor Cantoni...

CANTONI

Se mi riesce...

NINÌ

Sì, sì... (_lo trascina al piano; tutti li seguano fuorchè Dario e
Paolina_).

MARCHESE (_trattenendo Vittorio, bonariamente_)

Scusi: un momento fa, quando io parlavo, ella à esclamato: che bestia!
— Non lo diceva a me, nevvero?

VITTORIO

Le pare, marchese! Lo pensassi anche non oserei mai di dirglielo.

MARCHESE (_soddisfatto_)

Ah! (_Gli stringe la mano_). Poichè lei è tanto gentile, senta, vorrei
chiederle uno schiarimento. Lei è pratico della casa, nevvero? conosce
a fondo questa famiglia...

VITTORIO

Oh Dio... a fondo... relativamente.

MARCHESE

Le dirò, in confidenza: Selene è una bellissima ragazza...

VITTORIO

Ma sicuro... ed ella à un debole per lei... lo confessi marchese...

MARCHESE

Perchè no? Vorrei sapere... Ecco... è difficile a dirsi... non vorrei
che interpretasse male la mia domanda...

VITTORIO

Dica, dica...

MARCHESE

Vorrei sapere... Ripeto, lo domando a lei, perchè conosce meglio di me
la famiglia... Io mi ci raccapezzo poco...

VITTORIO

Credo di essere entrato nello spirito della cosa. Permetta una domanda.
Lei è molto lontano dall'idea di ammogliarsi una terza volta?...

MARCHESE

Oh Dio, secondo. La primissima gioventù è passata: d'altronde... la
solitudine non mi va; se si trattasse di accasarmi, per far una vita
quieta, tranquilla...

VITTORIO

È l'affar suo, allora...

MARCHESE

Crede proprio? Da amico?

VITTORIO

Da amico! Selene è fatta apposta per lei.

NINÌ (_al fondo_)

Signor Olgiati...

VITTORIO

Vengo, vengo...

MARCHESE (_porge la mano a Vittorio_)

VITTORIO (_al marchese_)

Ci pensi. (_Il Marchese si allontana_).

VITTORIO (_lo osserva in aria canzonatoria, poi si dirige a Paolina_)

Si può salutarvi? Ma davvero che mio cugino, se à il merito di avervi
ricondotta un poco tra di noi, in società, dove non vi lasciavate veder
mai, à poi il gran torto di ipotecarvi tutta a suo favore...

            (_Cantoni tocca i primi accordi di una polka_).

PAOLINA

Si discorreva...

VITTORIO

Oh! naturalmente; e di cose molto serie... non c'è da essere in
pensiero: ma ciò non toglie che in un modo o nell'altro vi rendete
terribilmente preziosa...

NINÌ (_dal fondo_)

Olgiati!

VITTORIO

Vengo, vengo. (_Alla Paolina_) Voi, già, non ballate?

PAOLINA (_si schermisce_)

VITTORIO

Suvvia: un solo giro non fosse che per non lasciarvi compromettere
troppo da Dario...

PAOLINA (_aderisce a malincuore, si alza e dà il braccio a Vittorio_)

VITTORIO (_piano a Dario_)

(Te la riporto subito).

              (_Vittorio e Paolina si avviano al fondo_).

NINÌ (_accanto al piano, al Cantoni_)

No, no, suona anche lei come un tedesco. Ci suonerà Beethoven, dopo,
quando saremo stanchi. Cozzi, suonate voi un pochino.

(_Il Cozzi si mette al piano e suona. Il Cantoni ridiscende la scena e
viene accanto a Dario. Le coppie si mettono in attesa_).

DELFINA (_accorrendo_)

No, no, siete matti? Qui che non c'è posto neppur per muoversi! Chi
vuol ballare, in anticamera, che è grande e non c'è pericolo di romper
nulla...

NINÌ

Ma non si sente il piano, allora! Trasportiamolo accanto alla porta...
Su, su... (_Tutti trascinano il piano vicino alla comune. Il Cozzi si
mette a suonare e tutti escono. Però la scena al fondo è sempre mossa,
qualcuno va e viene, e dalla porta ogni tanto si vedono le coppie che
passano_).

(_Rimangono sul dinanzi della scena Dario e il Cantoni_).

CANTONI

Che famiglia bizzarra!

DARIO

Ti sei già formato un giudizio?

CANTONI

Vittorio mi à spiegato l'ambiente...

DARIO

Oh! mio cugino è un gran pessimista. Te ne avrà detto un mondo di
male...

CANTONI

Ma quello che ò potuto constatare sinora non è nulla di meglio. Quelle
due ragazze...

DARIO

Quali?

CANTONI

Selene e Ninì...

DARIO

Ah! Ma Paolina è tutt'altra cosa...

CANTONI

Non l'ò ancora osservata bene... Però anche Vittorio mi diceva...

DARIO

Meno male che le rende questa giustizia!

CANTONI

Sì, ma finirà per sentire anche lei l'influenza....

DARIO

Non c'è questo pericolo! È troppo buona, è troppo saggia...

CANTONI

Mi pare che tu le faccia una corte molto assidua...

DARIO

Ti confesso che provo una grande simpatia per lei. Mi fa compassione
vedendola qui in questa casa. Come ne soffre! Guarda: ò pensato già
più d'una volta, seriamente, se io non potrei fare qualcosa per lei...
toglierla di qui...

CANTONI

Eh! non ci sarebbero che due mezzi. Farne la propria amante... o
sposarla.

DARIO

Farne la propria amante? Come si vede che non la conosci! Una sola
parola che le venga rivolta meno che rispettosa...

CANTONI

Se ne offende? Può essere una _ruse_ come un'altra.

DARIO

Ecco la differenza! Non se ne offende; capisce, poveretta, che non può
farlo, che non à il diritto di farlo: ma se ne accora, se ne cruccia
sino a muovere compassione. La vita che conduce ne è una prova, del
resto!

CANTONI

E allora... non c'è che sposarla... Bada, scherzo, veh!

DARIO (_indifferente_)

Oh! si può anche dirlo sul serio...

CANTONI (_stupito_)

Che?...

(_Entra Vittorio_)

NINÌ (_di dentro, batte le mani e grida_)

Alla _queue_, alla _queue_!

VITTORIO

Divento vecchio... non so più ballare...

DARIO

E la Paolina?

VITTORIO

Non à potuto rifiutare un giro di polka a quel Merati che le fa una
corte spietata, con nessun successo però, non spaventarti.

CANTONI

Ma sai che Dario è davvero innamorato della Paolina?

VITTORIO

Eh se lo so! Gli è che la piglia da un lato molto falso. Ma ditemi
un po': vojaltri, là in Germania, lo prendete sempre così sul serio
l'amore?

CANTONI

Ma davvero che Dario lo piglia troppo sul serio. Figurati che or ora mi
diceva come capirebbe che si potesse sposare la Paolina!

VITTORIO

Bè... fin là, spero che non spingerebbe la sua serietà!

DARIO

Perchè no?

CANTONI

Ci canzoni?

DARIO

Niente affatto. Io non ò detto di volerla sposare: ma penso che alla
fin fine non c'è una ragione, buona, convincente, che m'impedirebbe di
farlo.

VITTORIO

Ma bisogna essere un bambino o un visionario come te, dai subitanei
esaltamenti, per pensare di quelle baggianate lì....

DARIO

Non divagare... Dimmi perchè uno che s'innamorasse della Paolina non
dovrebbe farne sua moglie. Perchè non à dote?

VITTORIO

Oh! Ma Cantoni, che non vive nelle nuvole come te l'à capito subito il
perchè.

DARIO

E dimmelo.

VITTORIO

Ma... guardati attorno...

DARIO

Ebbene?

VITTORIO

Questa casa...

DARIO

Non è la casa di Paolina: è la casa di sua madre...

VITTORIO

E questa madre, e le sorelle?...

DARIO

Parlo di Paolina, non delle sorelle...

VITTORIO (_a Cantoni_)

Ài inteso? Che filosofo me ne ànno fatto lassù, nella terra d'Arminio?
Là, là, non discorriamone che è meglio. Sappiate dunque che ò
invitato la Signora Tossi, Ninì e Selene, a venir a pranzo domani
da me. Inauguro così allegramente la mia nuova casa. (_Al Cantoni_)
Naturalmente tu sei della partita.

DARIO

E la Paolina?

VITTORIO

Eh! quella lì non ci viene. Se vuoi provare tu... Non esce mai...

CANTONI

E le altre ci verranno?!

VITTORIO

Sicuro che ci verranno. E perchè no? La signora Delfina trova che non
c'è nulla di male in questo.

CANTONI

Accettare un pranzo in casa di un giovinotto?

VITTORIO

Mi sarei offeso se non avessero accettato: e per non offendermi!...
Del resto, la signora conta su questi inviti, per il pareggio del
suo bilancio. Ne à due o tre per settimana. Sai, tra onomastici e
compleanni, conoscendo tanta gente, si ànno a disposizione tutte le
date e tutti i santi del calendario! E per essa è un'economia. Così,
quando invita lei, prepara la zuppa: tutto il resto lo portano gli
invitati... e ce ne avanza pel dì dopo... Sempre la questione delle
apparenze: denaro mai, ma generi in natura puoi offrirne fin che vuoi!

(_Intanto la Paolina è rientrata, Dario, appena vistala, le si è
avvicinato_).

VITTORIO (_volgendosi_)

(Eccolo là! Decisamente è innamorato!)

NINÌ (_rientrando_)

Signor Vittorio, ci à abbandonati completamente?... (_piano_) Venite
venite di là tutti, che voglio far ballare il Marchese. Dev'essere una
bellezza!

(_Tutti escono fuorchè Dario e Paolina_)

DARIO

Come siete pallida... quasi agitata... State poco bene?... Vi ànno
forse detto qualcosa che vi è spiaciuto?

PAOLINA

No, no, sto poco bene... Forse sarà meglio che mi ritiri...

DARIO

Volete che me ne vada io?

PAOLINA

Perchè mai?... No, no...

DARIO

Ò una preghiera da rivolgervi...

PAOLINA

A me?

DARIO

Sì... Vittorio à invitato per domani vostra madre e le vostre
sorelle... a pranzo...

PAOLINA (_si turba_)

DARIO

Non à osato d'invitare anche voi, perchè sa che non andate mai da
nessuno, voi... Se ve ne pregassi io?...

PAOLINA

Oh! no, signor Dario, non mi dia la pena di doverglielo rifiutare...

DARIO

Sentite... la casa di mio cugino è come fosse la mia casa... E se io
vi pregassi di venire da me, con vostra madre, ricevuta nell'istesso
modo con cui sempre vi parlo, cioè con tutto il rispetto che meritate,
o tutt'al più con quell'affetto che vi porto e che non è più un mistero
per nessuno?... Non rispondete?...

PAOLINA

Signor Dario... Ella forse s'inganna sul conto mio... o per lo meno sui
sentimenti che prova a mio riguardo...

DARIO (_sicuro di sè_)

Non credo! Ad ogni modo, volete venire domani in casa di mio cugino?
Avremo campo di spiegarci meglio, da solo a sola... Non merito, almeno,
la vostra confidenza?...

PAOLINA (_commossa, gli sorride, quasi annuendo_)

DARIO

Ci verrete?

PAOLINA

Sì.

(_Entra Delfina e rimane al fondo occupata all'apparecchio del thè_).

DARIO

Grazie.

VITTORIO (_dal fondo, a Dario_)

Questa è sovranamente nojosa!

DARIO

Che?

VITTORIO

Selene m'infligge per il pranzo di domani quel nojosissimo marchese! Mi
scongiura d'invitarlo, altrimenti...

DARIO (_ridendo_)

Vuoi che gli faccia io l'invito?

VITTORIO

Sì, bravo, faglielo tu. (_Dario esce_).

PAOLINA (_intanto à preso un giornale ch'era sul tavolo e legge in
quarta pagina_)

VITTORIO (_l'osserva un momento, poi le si avvicina adagio, dietro le
spalle_)

Anche voi...

PAOLINA (_spaventata si volge_)

VITTORIO

Anche voi avete la vostra piccola corrispondenza in quarta pagina? Via,
via, non fatevi rossa... non è un delitto... io poi sarò discretissimo.

(_Intanto la scena si ripopola. Il pianoforte tace_).

PAOLINA (_alle parole di Vittorio à un impeto di commozione così viva,
così intensa, che anche Vittorio ne è colpito_)

Anche lei, Signor Vittorio, mi giudica così male! Anche lei!

DELFINA (_al fondo_)

Ninì, occupati un poco del thè...

NINÌ

Sì; signor Merati mi ajuta? (_Eseguisce in fondo alla scena, versando
il thè nelle tazze._)

VITTORIO (_a Paolina_)

Ma per carità, non vi affliggete adesso...

PAOLINA

Ah! come è triste, come è doloroso di trovarsi in situazioni come la
mia...

VITTORIO (_benevolo_)

Oh, Paolina, non giustificatevi... non ò nessuno diritto... sono
veramente addolorato di avervi causata una pena... non ne avevo proprio
l'intenzione...

PAOLINA

Eh no! io lo capisco bene... lei mi spia da qualche tempo, cerca di
cogliermi in fallo... è la sua missione...

VITTORIO (_dissimulando_)

Ma che dite mai!

PAOLINA

Oh! io la apprezzo: à capito che suo cugino forse sta per commettere
una pazzia e vuole impedirglielo. Le occorre qualcosa di concreto per
convincerlo, e va cercando... Ebbene signor Olgiati... non si dia più
questa briga...

NINÌ (_viene colla tazza di thè e la porge a Vittorio poi si allontana_)

Signor Vittorio...

VITTORIO

Grazie piccina. (_A Paolina_) Non vi capisco...

PAOLINA

Sarò io stessa che, nel caso, glielo impedirà...

DARIO (_viene con una tazza di thè e la porge a Paolina_)

Paolina...

PAOLINA

Grazie, non ne prendo...

DARIO

Neppur un sorso?

PAOLINA

No, grazie...

DARIO (_torna al fondo per posare la tazza_)

PAOLINA (_a Vittorio_)

Su quel giornale, cercavo semplicemente di scoprire, se mi riesce, le
pazzie delle mie sorelle, per rimediarvi, o evitarne le conseguenze, se
è possibile... Ecco tutto... glie lo giuro, signor Vittorio...

VITTORIO

Ma... vi assicuro Paolina...

PAOLINA

Non mi spii più... non scoprirebbe nulla... Le prometto che saprò
evitare a Dario e a lei qualunque pena, qualunque dispiacere...
(_commossa ognor più_) Glielo prometto... Soltanto... non dica
nulla a Dario... non gli dica nulla... Egli potrebbe interrogarmi...
potrebbe affrettare una decisione... e allora forse mi mancherebbe
il coraggio... E, glielo giuro, ò bisogno di tutto il mio coraggio...
(_Sul punto di scoppiare in un singhiozzo, si allontana per nascondere
la propria emozione_).

VITTORIO (_a parte_)

(Via! o sa fingere alla meraviglia... o è davvero una gran disgraziata!)

(_Intanto, e cioè al principio del dialogo tra Paolina e Vittorio,
Delfina è venuta a sedersi su una poltrona, e a poco a poco si è
addormentata. A questo punto, al fondo, dove tutti, fuorchè Paolina e
Dario, sono raccolti attorno al piano, scoppiano di nuovo le risate e
un vocìo generale_).

VITTORIO (_osserva la scena, poi Delfina addormentata_)

Che madre... romana! (_Poi siede, mentre al fondo s'intuona la
canzone di Carulì: egli accende una sigaretta, allunga le gambe, e si
accompagna al coro, sottovoce. Cala la tela_).


FINE DEL PRIMO ATTO.



ATTO SECONDO

   _Salotto ricchissimo in casa di Vittorio. Al fondo una grande
     apertura dalla quale si scorge una specie di andito fiorito
     o serra. Divani, grandi tavole coperte di libri e di riviste.
     Una parte del salotto è arredata ad uso di studio da pittore:
     un elegante cavalletto, scatole di colori, ecc. Porte ai
     lati._


SCENA I.

VITTORIO, CANTONI, poi DARIO.


VITTORIO (_sdrajato su una poltrona, legge. Entra Cantoni dal fondo_)

CANTONI

Ciao, Vittorio.

VITTORIO

Come? Sei già qui?

CANTONI

Sì. Ò pensato di venire un'ora prima per chiacchierare un poco...
Tanto, non so come ammazzare il tempo in questa Milano. Non conosco più
nessuno!

VITTORIO

Ma... come sei entrato?

CANTONI

Bravo, per la porta!

VITTORIO

Grazie tante! Ma non ài trovato Domenico in anticamera? Il mio
domestico?

CANTONI

No.

VITTORIO

Perchè...

CANTONI

Disturbo?

VITTORIO

No, ti pare? Ma siccome gli avevo detto che non c'ero per nessuno sino
alle sei, così mi stupivo che ti avesse lasciato passare...

CANTONI

Ò capito; decisamente, disturbo...

VITTORIO

Ma no, ti ripeto...

CANTONI

Ài qualche beltà che viene a prendere il _lunch_ in questo salottino
che è davvero un amore?! Dimmi la verità... me ne vado... e torno pel
pranzo... A che ora è il pranzo?

VITTORIO

Alle 6½. Ma rimani, ti prego...

CANTONI

Ah, no! Dev'essere qualcosa, cioè qualcuno di molto importante, di
molto riservato, se l'attendi anche oggi che ài un invito... E che
invito, di'?

VITTORIO

Ebbene sì... attendevo qualcuno...

CANTONI

E per che ora?

VITTORIO

Per le cinque.

CANTONI

E alle sei, naturalmente, questo qualcuno si congederà... Ài dei
convegni molto spicci!

VITTORIO

No, vedi... adesso ti spiego...

DARIO (_di dentro_)

Ma come? Ma come? Se sono invitato a pranzo... Vittorio, Vittorio...
(_Entra_).


SCENA II.

VITTORIO, DARIO, CANTONI.


VITTORIO

(E va benone! anche lui, adesso!)

DARIO

Che faccenda è questa? Domenico non voleva lasciarmi passare a nessun
costo.

VITTORIO

Eseguisce i miei ordini.

DARIO

I tuoi ordini?

VITTORIO

Già: vi ò invitato per le 6½: che venite a farci qui, alle 5?

CANTONI (_ridendo, a Dario_)

Siamo capitati male. À un appuntamento.

DARIO

Un appuntamento?

VITTORIO

Affè d'Iddio che siete nojosi! (_Comico_) Bisogna rivelarvi i miei
piccoli misteri. Ninì... mi aveva promesso di anticipare la sua
venuta...

CANTONI

Ninì? Si tratta di lei? (_Ride_) Là là, allora non ò rimorsi. (_Siede
su una poltrona e accende un sigaro_) La riceveremo insieme.

VITTORIO

Converrai... che non è l'istessa cosa...

CANTONI

Infine, senti, non mi farai mica andare a spasso per un'oretta...

DARIO (_accanto alla finestra_)

Come nevica!

CANTONI

Nevica, figurati! Vorrei andarmi a pigliar dell'umido! Qui si sta così
bene! (_Crogiolandosi nella poltrona_) Una delizia! Di' Dario, noi, a
Berlino, di questi lussi, non ce li siamo neppur sognati mai.

DARIO (_siede e accende una sigaretta_)

VITTORIO (_dopo averli osservati_)

E fate pure! Mettete di essere in casa vostra.

CANTONI

Oh Dio! si capisce: noi ti disturbiamo, ma non ne avevamo l'intenzione.
Vuol dire che per oggi rinunzierai alle recondite gioje di un tête à
tête con Ninì.

VITTORIO (_sfiduciato, comicamente_)

Per questo, vi giuro che non rinuncio a nulla...

CANTONI

Oh! oh!

VITTORIO

Gli è che Ninì, se verrà, chiederà a Domenico se c'è qualcuno: e quando
saprà che ci siete voi tornerà indietro.

CANTONI

Falle dire da Domenico che non c'è nessuno.

VITTORIO

Bravo! per avere una scena dopo... per sentirmi dire che la comprometto
e che... «badi a quello che faccio...»

CANTONI

Ah! dice così?

VITTORIO

Sicuro! (_Suona_).

DARIO

D'altronde io ò bisogno di parlarti, Vittorio.

CANTONI

Oh! adesso vi disturbo tutti e due?

DARIO

No, no! al nostro colloquio amo, anzi, che tu sia presente, da quel
buono e vecchio amico che mi sei.

                          (_Entra Domenico_).

VITTORIO (_a Domenico_)

Se viene quella signora, quella signorina...

DOMENICO

Ò capito...

CANTONI

(_À una bella intelligenza!_)

VITTORIO

Dille che son solo, ma corri innanzi ad avvertirmi.

DOMENICO

Sissignore. (_Esce_).

CANTONI

Ebbene, ti giuro, Vittorio, tutto questo è curiosissimo.

VITTORIO

Meno di voi, che venite a...

CANTONI

D'accordo! E dimmi un po': se verrà, io e Dario che faremo?

VITTORIO

Uscirete per di lì: c'è la biblioteca, poi il bigliardo, poi il
fumoir... Infine, ò un appartamento di quindici camere compresi la
cucina e i ripostigli: ve ne metto 14 a disposizione: se vi compiacete
di lasciarmene una... in casa mia!

CANTONI (_ride_)

Povera vittima! Di' Dario!...

DARIO (_stava leggendo un giornale illustrato_)

Che?

CANTONI

Oh! miracolo! Nelle nuvole, sempre! (_A Vittorio_) Dimmi: è la prima
volta che ci viene, la Ninì?

VITTORIO

Ufficialmente sì.

CANTONI

E... officiosamente?

VITTORIO

No...

CANTONI (_si alza_)

Briccone! E jeri, jer sera, facendomi la fisiologia di Ninì e delle sue
sorelle, osavi affermare che...

VITTORIO

Perfettamente!

CANTONI

Oh qui, che ci viene a fare?

VITTORIO

Se lo dico che non ài capito niente! Non sei ancora entrato nello
spirito del tipo. Tu credi la Ninì e le sue sorelle... ciò che
assolutamente non sono.

CANTONI (_ridendo_)

Viene qui a... parlar di politica? Dimmi, si arrischia sino a...
prendere un thè e due tartine?

VITTORIO

Poco di più. È tanto compiacente da farmi da modella...

CANTONI

Oh! oh!

VITTORIO

Per la testa! Tutt'al più un pezzo di braccio...

CANTONI

E poi?

VITTORIO

E poi che?

CANTONI

«Arrivederla, torni presto...?»

VITTORIO

«Arrivederci, torna presto!»

CANTONI

Ah! le dài del tu...

VITTORIO

Officiosamente...

CANTONI

E perchè ci viene?

VITTORIO

Perchè sua madre la lascia andar attorno sola: perchè alla lezione si
secca: perchè qui si trova bene un'oretta: perchè le preparo sempre
qualche piccolo regalo: infine, perchè non à senso morale... Vieni
qui... (_Lo prende per la mano e lo conduce alla porta di sinistra e la
apre_). Guarda...

CANTONI (_dopo aver guardato_)

La tua stanza da letto... (_Si scostano_)

VITTORIO

Ebbene: questa soglia, è la colonna d'Ercole di Ninì.

CANTONI

Ma allora, tu sei un amante affatto platonico...

VITTORIO (_comico_)

Per forza!

CANTONI

Ma allora la Ninì che cosa vuole? A che cosa tende?

VITTORIO

A formarsi una posizione, ad assicurarsi un avvenire. I fiori d'arancio
per lei non sono il retaggio di una esistenza illibata... non sono il
gran tesoro che ogni fanciulla inconsciamente possiede e che porta
in dono all'uomo che ama e che le dà il suo nome. Per la Ninì e per
la Selene sono unicamente un valore, che esse sanno perfettamente
apprezzare. I fiori d'arancio, che ànno sacrosantamente il diritto di
portare, rappresentano in esse l'apice della corruzione più sopraffina:
e non li lascieranno cogliere che da un innamorato cretino che le
sposi, o da un botanico... ricchissimo che ami adornar le sue serre dei
fiori più rari e costosi...

CANTONI

Ci sono! Ora ò capito! Ora ti sei spiegato bene!

VITTORIO

Ah, ma ce n'è volute delle spiegazioni! (_Guarda l'orologio_) Cinque
ore e mezza Scommetto che à visto entrare uno di voi ed è tornata
indietro... Tra mezz'ora sarà qui la madre...

CANTONI

Ah, che amore quella madre che si piglia le sue tre figliole a
braccetto e va a pranzare in casa d'un giovinotto... Che tipo!... Di',
di', e quel marchese... altro tipo! L'ài invitato anche lui?

VITTORIO

Per forza; me lo à imposto la Selene...

CANTONI

È il suo adoratore?

VITTORIO

Sì, come io lo sono della Ninì. Però, vedi, la Selene s'è imbattuta
meglio della Ninì...

CANTONI

Perchè?

VITTORIO

Perchè quel marchese lì, mezzo rimbambolato, raccoglie le due qualità
di ricco e di cretino...

CANTONI

È un botanico...?!

VITTORIO

Sì: ma se la Selene à giudizio, riesce a farsi sposare. (_Guarda
l'orologio_): Cinque e trentacinque!

CANTONI

Sei sulle spine!... Non sei mica innamorato?...

VITTORIO

Ah no! Ma via, è carina! Non è vero che è carina?

DARIO

Quando avrete finito i vostri discorsi fisiologici e psicologici mi
avvertirete, e parlerò io.

VITTORIO

Ma parla pure, cugino.

DARIO (_si alza. A Vittorio_)

In queste pitture così efficaci che fai di quelle ragazze, non ci metti
in mezzo anche la Paolina, nevvero?

VITTORIO

No, no. Perchè me ne avresti chiesto ragione sul terreno?!

DARIO

Ti prego di non scherzare, perchè io parlo seriamente, così seriamente
come se si trattasse di prendere una decisione importantissima nella
mia vita.

VITTORIO

(_Ci siamo! È matto!_)

DARIO

E forse si tratta appunto di ciò.

VITTORIO (_siede_)

Sapevamcelo.

CANTONI

Ripigli il discorso d'jeri?!

DARIO

Sì, e per esaurirlo... Ò riflettuto a lungo e sono deciso a sposare la
Paolina... cioè a chiederle se vuol essere mia moglie.

CANTONI

Che fa lo stesso. Perchè se credi che si farà pregare....

DARIO

Forse sì. Ò già accennato a questa mia idea ed ella à sempre cercato
di cambiar discorso. Eppure sono certo che m'ama. Anzi, perchè
mi ama, poveretta, non vuole assolutamente ch'io trovi in lei un
incoraggiamento a compiere questo passo che il mondo potrà giudicare
una pazzia! Che delicatezza di sentimento è in quella ragazza!

VITTORIO

E che cieco innamorato tu sei!

DARIO

Oh infine! Sua madre è una donna volgare: le sue sorelle, non so che
cosa sieno, ma fossero tutto quello che di peggio si può immaginare,
non è men vero che Paolina è una buona e saggia creatura. Vittorio à
potuto constatarlo: pratica quella casa da sei mesi: à conosciuta la
Paolina e à visto la vita che conduce, pura, illibata. Anche quando
ancora non sapeva che io esistessi ella si comportava come adesso; non
potete credere dunque che finga ora per me. Infine, l'amo: perchè non
posso sposarla?

VITTORIO

Perchè forse non è necessario.

DARIO

Ah, la bella ragione! Farne la mia amante, dici tu. Sì: dato l'ambiente
in cui vive, la sua famiglia disgraziata, e poichè mi ama, potrebbe
darsi che acconsentisse a diventarla. E perchè accetterei questo
sacrificio? E perchè compirei questo vero delitto, di abusare delle
condizioni in cui la Paolina si trova non per colpa sua? «Ma il mondo
riderà!» direte voi. Ebbene, io rido del mondo!

VITTORIO

E sposala! E che il Signore Iddio vi benedica, e figli maschi!... Già,
senti, sei libero, sei padrone di te: non ài più, disgraziatamente, e
come me, nè babbo nè mamma che ti debbano dare il consenso. Contento
tu, contenti tutti. Io farò forse delle pazzie per la Ninì: e tu fanne
una per la Paolina: e che Dio ce la mandi buona...

DOMENICO (_di dentro_)

Sissignora, sissignora. (_Entra affrettato e fa dei segni
d'intelligenza a Vittorio_).

VITTORIO (_lestissimo, piglia Dario e Cantoni per un braccio e li
spinge a corsa fuori della porta di destra, dicendo piano_)

Giungendo, tra una mezz'ora, non m'avete ancora veduto, oggi...
(_Cantoni e Dario escono dalla destra_).


SCENA III.

VITTORIO, NINÌ.


VITTORIO (_correndo incontro alla Ninì che entra dal fondo_)

Piccina, è un'ora che ti attendo.

NINÌ

Sì, è vero, sono in ritardo... ma ò avute tante cose da fare...

VITTORIO (_cerca di abbracciarla e darle un bacio_)

Giù le mani. Ò da parlarvi di una cosa importantissima...

VITTORIO

Ò da parlarvi?!

NINÌ

Sì: sul serio: mi rivolgo al signor Vittorio Olgiati, mio mecenate e
protettore...

VITTORIO

Eccomi a' suoi ordini, signorina...

NINÌ

Il cappello mi annoja... Già, alla mamma diremo che sono appena
giunta...

VITTORIO

E pur troppo sarà qui a minuti: sono quasi le sei...

NINÌ (_si toglie il cappello_)

Dunque... io ò presa una risoluzione...

VITTORIO

Meno male!

NINÌ

E ò deciso di confidarla a voi in gran segreto, perchè mi ajutiate a
mandarla ad effetto...

VITTORIO

Sentiamo.

NINÌ

Voglio cantar l'operetta.

VITTORIO

L'operetta?!

NINÌ

Sì, scritturarmi in una compagnia. Sono stata adesso dall'agente.
Tomba mi accetta. Sei lire al giorno, viaggi pagati, due beneficiate
effettive ogni anno e due di nome. Mezzo soprano leggiero, debutto in
Claretta di Madama Angot!...

VITTORIO

Un momento, un momento! Mi confondi!

NINÌ

Oh! la ribalta, la ribalta è sempre stata il mio sogno! (_Cantando_)
_De Madame Angot je suis la fille, je suis la fille..._

VITTORIO

E vostra madre?

NINÌ

Mia madre à una gran fede nelle mie corde vocali e vede in me una
futura Patti... Ma io mi conosco: non vedo in me che un mezzo soprano
leggiero...

VITTORIO

Oh! leggiero sì!

NINÌ

In casa mi annojo. Che avvenire ò? Che cosa posso sperare? Non mi
faccio le illusioni di Selene che spera di trovar marito. Al giorno
d'oggi, senza dote non ci si sposa. È vero o no? Dunque! Bisogna che
pensi a formarmi una posizione...

VITTORIO

Questi sentimenti vi onorano! Ma la mamma non permetterà...

NINÌ

D'accordo; ma io non le dirò nulla.

VITTORIO

Una fuga?

NINÌ

No. Non le dirò nulla per ora: ma tra quindici giorni (_perchè dovrei
trovarmi alla piazza, a Napoli, il 1º febbraio_), quando avrò preparati
i costumi, cinque!, e avrò la mia scrittura in mano, con una penale di
1000 lire da pagare se manco, e che le dirò: «Mamma mia, ormai è fatta,
addio, ti manderò i giornali...» Dovrà acconsentire per forza.

VITTORIO

Siete... un genio!

NINÌ

Ma bisogna ajutarmi. I costumi costeranno un migliaio di lire. Se mi
fate garanzia dal Zamperoni...

VITTORIO

Ma che garanzia! Mi permetterete di offrirveli... Lasciatemi cooperare
alla formazione di questa diva che va a sorgere sull'orizzonte
dell'arte...

NINÌ

Bè, sentite: io vi rimborserò a poco poco, col frutto delle beneficiate.

VITTORIO

E, dite: così giovane, volete viaggiar sola, vivere sola attorno pel
mondo?...

NINÌ

Oh! non ò paura...

VITTORIO

Mi permetterete di accompagnarvi a Napoli...

NINÌ

Siete matto?! Si potrebbe credere chissà che cosa!... (_S'ode di dentro
la voce di Delfina e Selene che entrano_) Oh! la mamma; mi raccomando:
acqua in bocca... con tutti, anche con vostro cugino...

VITTORIO

Lo giuro! (_Andando incontro a Delfina_) Avanti, avanti...


SCENA IV.

DELFINA, PAOLINA, SELENE, NINÌ, VITTORIO poi DARIO e CANTONI.


DELFINA

Eccoci qua, eccoci qua. È l'ora giusta?

VITTORIO

Ma perfettamente. Come va? (_Le stringe la mano, poi va a stringerla
a Paolina e Selene che rimangono un po' più al fondo, e le ajuta a
togliersi il cappello e il mantello_).

DELFINA (_vien vicino a Ninì e le dice piano_)

Ti avevo detto di attendermi abbasso, alle sei, per salire insieme.
Così che figura ài fatto a salir sola?

NINÌ (_facendo spallucce_)

Sì, col freddo che fa volevo proprio star giù ferma per rovinarmi la
voce. Del resto sono arrivata in questo momento.

DELFINA

Dove sei stata?

NINÌ

Alla lezione. (_Si allontana_).

DELFINA (_si guarda attorno_)

Che bella casa!

SELENE (_a Vittorio, scendendo insieme la scena_)

Il marchese non è ancora venuto?

VITTORIO

No. Ma vi preme proprio, immensamente? Siete pratica, voi, nelle vostre
simpatie. Niente fumi per la testa. Badate al sodo, voi... Brava!

DELFINA (_a Vittorio_)

È davvero una bellezza la sua casa, signor Olgiati. Quanta bella
roba!...

VITTORIO

Ora, ora, le mostrerò tutto il mio appartamento, intanto che si aspetta
il pranzo.

DARIO e CANTONI (_entrano dalla destra, salutano tutti, ecc._)

DARIO (_prende Paolina in disparte_)

Vi ringrazio di essere venuta. Permettetemi di vedere in ciò una prova
di stima e d'affetto per me. Avevo una gran paura che non verreste.

PAOLINA

Glielo avevo promesso...

DARIO

E se aveste mancato non avrei avuto mezzo di vedervi oggi, e,
credetemi, è ormai una gran pena per me il rimanere un giorno senza
vedervi... (_Continuano a parlare tra loro_)

DELFINA (_a Vittorio, col quale à fatto un giro per la sala, tornando
alla ribalta_)

Deve pagar molto di quest'alloggio!

NINÌ (_al fondo mentre osserva i ninnoli, ecc._)

«De madame Angot, je suis la fille, je suis la fille...»

CANTONI (_che si è messo a parlar con Selene_)

E come va la pittura?

SELENE

Così, così...

CANTONI

O ditemi: poichè Vittorio dipinge così bene, è un vero artista, perchè
non prendete lezione da lui?

SELENE

Vi pare? Sarebbe un maestro troppo giovane, compromettente...

CANTONI

Ah!

VITTORIO

Non manca più che il marchese... Ma non sono che le sei...

DELFINA (_piano a Vittorio trascinandolo in un angolo_)

A proposito: volevo chiederle una cosa.

VITTORIO

Dica.

DELFINA

Che persona è il signor Marchese?

VITTORIO

Oh, un'aurea persona...

DELFINA

Molto ricco, nevvero?

VITTORIO

Ricchissimo: un antico viveur...

DELFINA

Perchè, le dirò, io ne ò fatta la conoscenza in una maniera un po'
strana. Per una quindicina di giorni di seguito, ogni mattina, mi
arrivò in casa un mazzo di fiori, diretto alla Selene.

VITTORIO

Lo mandava lui!

DELFINA

Già: aveva veduta Selene in teatro, credo, e...

VITTORIO

E gli aveva fatto colpo. À buon gusto...

DELFINA

Bontà sua, signor Olgiati. Poi, due giorni fa, accanto al mazzo di
fiori ò trovato la carta da visita, e un anellino di brillanti.

VITTORIO

Oh!

DELFINA

Questo signore si sbaglia, ò pensato io; nevvero?

VITTORIO

Naturalmente!

DELFINA

E ò rimandato subito l'anello.

VITTORIO

Benone!

DELFINA

Le pare? Dei fiori, passi, ma dei brillanti?! E allora, lo stesso
giorno, me lo vedo arrivare in casa. Veniva a farmi un milione di
scuse... che non aveva avuto intenzione di offendere, ecc. ecc. Capirà,
a chi fa delle scuse!... Non c'era una ragione di maltrattarlo. E così
abbiam fatto amicizia.

VITTORIO

È un buon acquisto!

DELFINA

Cioè: abbiam fatto conoscenza. Ma pare che proprio abbia una gran
simpatia per la Selene... Veramente è un po' innanzi in età, ma alla
fin fine sarebbe un buon partito, nevvero? Lei che ne dice?

VITTORIO

A me pare di sì...

DELFINA

Soltanto, a me preme che si spieghi presto... perchè... Bisognerebbe
forse che gli parlassi io...

VITTORIO

Provi...

DELFINA

Si presenterebbe una buona occasione, oggi.... Perchè verrà qui,
nevvero?

VITTORIO

Io l'ò invitato....

DELFINA

Ma temo mi mancherà il coraggio.... È una persona di riguardo....

DOMENICO (_annunciando_)

Il marchese Zoppi....


SCENA V.

DELFINA, PAOLINA, SELENE, NINÌ, DARIO, VITTORIO, MARCHESE, CANTONI.


VITTORIO

Marchese, buona sera....

MARCHESE

Buona sera mio simpatico anfitrione.... (_À in mano quattro mazzolini
di fiori. Cerca cogli occhi Delfina, le va incontro e le porge uno dei
mazzolini_) Signora, i miei omaggi....

DELFINA (_s'inchina goffamente, poi a parte_)

(Che persona compita!)

MARCHESE (_si dirige a Paolina e le porge un altro mazzolino_)

Signorina....

PAOLINA (_prende il mazzolino, e saluta il Marchese_)

CANTONI (_a Vittorio, piano_)

(È un amore!)

VITTORIO (_piano al Cantoni_)

(Proprio un cavaliere antiquo!)

MARCHESE (_porgendo il terzo mazzolino alla Ninì_)

Piccina bella....

NINÌ

Oh marchese, come sta? (_Gli stringe fortemente la mano dandogli una
scossa, e si pone il fiore nei capelli_).

MARCHESE (_si dirige a Selene che è in disparte e le porge, con un
sorriso, l'ultimo mazzetto_)

SELENE

(Ah, per me l'ultimo!)

MARCHESE

(Ma con esso è il mio cuore!)

SELENE

(Davvero?)

MARCHESE

(Ah sì... ma senza speranza!)

SELENE

(Perchè? Bisogna sempre sperare).

MARCHESE (_le sorride con grande amore, comicamente, poi si volge agli
altri_)

Dunque, dunque, giovinotti, ci ripromettiamo una allegra serata!

NINÌ

Altrochè! (_Piano a Vittorio_) (Dobbiamo cercare di farlo ubbriacare
quel vecchio scimunito.)

VITTORIO (_piano alla Ninì_)

(Oh! oh! non ditene male. È il fidanzato di vostra sorella!)

                       (_Ninì dà in una risata_)

DELFINA (_a Vittorio_)

(Sarebbe proprio il momento buono! E, dica, scusi... a tavola lo metta
vicino alla Selene il marchese...)

VITTORIO (_a Delfina_)

(Non dubiti). (_Delfina si allontana_).

CANTONI (_a Vittorio piano_)

(Dimmi: pensavo adesso che l'unico che ci fa una figura barbina sono
io, qui: tu ti dedichi alla Ninì: Dario alla Paolina: il marchese alla
Selene. Ed io?)

VITTORIO

(Bravo! tu piglia la vecchia!) (_Cantoni fa una smorfia e si
allontana_).

MARCHESE (_a Vittorio, piano_)

(Sa, ò riflettuto su quello che mi à detto jersera).

VITTORIO (_piano al marchese_)

(Ah sì? E allora?)

MARCHESE (_c. s._)

(Le dirò: un matrimonio alla mia età...)

VITTORIO (_c. s._)

(Non è mai troppo tardi per acquistare la felicità...)

MARCHESE (_c. s._)

(Sì sì, ma se si potesse evitarlo!... Decisamente, bisogna che studi la
madre!)

VITTORIO (_c. s._)

(La studï, la studï!)

DELFINA (_dall'altro lato della scena, vicino alla Paolina, piano_)

(Infine, neppur oggi non sei allegra: ma che cos'ài sempre, sempre,
santo cielo?)

PAOLINA

Ma nulla, mamma....

DELFINA

(Come, nulla? Sei sempre così seria, così malinconica! Mi metti persin
soggezione!)

VITTORIO

Signori e signore: se vogliono onorare d'una visita il mio
appartamento....

NINÌ

Sì, sì, sì, andiamo a vedere....

VITTORIO

Ecco, qua, la biblioteca.... (_si avvia verso la destra_).

MARCHESE (_a parte, trattenendosi_)

(Se la vecchia rimanesse... io comincerei i miei studï....)

DELFINA (_a parte, indugiandosi_)

(Sarebbe il momento di tastar terreno...)

(_tutti escono salvo Delfina, e il Marchese_).


SCENA VI.

DELFINA, MARCHESE.


MARCHESE (_si versa da bere da una fiala di cognac ch'è sul tavolino,
e siede, fingendo di non veder Delfina_)

DELFINA

Signor Marchese, anche lei, come me, preferisce una buona poltrona...

MARCHESE (_s'è alzato subito_)

Oh pardon! non l'avevo veduta. Già, una buona poltrona...

DELFINA

I giovinotti, si sa, non starebbero mai fermi...

MARCHESE

Come sono carine quelle sue figliole; simpaticissime, proprio,
allegre...

DELFINA

Fuorchè la Paolina. Quella è sempre taciturna, quieta, tranquilla....
Ma Selene e Ninì ànno un carattere vivace...

MARCHESE

Eh, lo vedo, lo vedo.... E studiano?

DELFINA

La Selene studia un pò la pittura...

MARCHESE

Ah! vuol farne un'artista...

DELFINA

Ma riesce poco...

MARCHESE

Peccato!

DELFINA

E la Ninì studia il canto.

MARCHESE

Ah, il canto!

DELFINA

À la passione! Che cosa vuol che le dica? À la passione! Io non volevo,
sa? Perchè se riescirà bene vorrà andare sul teatro e quell'idea lì mi
spaventa...

MARCHESE

Le dirò: è più pericoloso il ballo...

DELFINA (_con orrore_)

Oh, il ballo poi non l'avrei permesso mai. Le pare, una signorina per
bene non può far la ballerina!

MARCHESE

(Ne capisco sempre meno!) Appunto, è quello che dicevo. E prendono le
loro lezioni in casa?

DELFINA

No: vanno dal maestro.

MARCHESE (_con affettata indifferenza_)

Ce le accompagna lei, già....

DELFINA

Eh! no: che cosa vuole, signor Marchese, io non sono ricca, non ò
un domestico per farle accompagnare: quando posso vado io: ma, santo
cielo, come si fa? non tutti i momenti si può uscire, nevvero? L'una
va fuori a un'ora, l'altra va fuori a un'altra, magari due tre volte al
giorno. Ò dovuto decidermi a lasciarle andar sole. Oh! ma sono sicura.
Vanno, vengono, diritte per la loro strada, senza fermarsi, senza
guardarsi attorno.

MARCHESE

Allora!

DELFINA

Sì, sì, posso vivere tranquilla....

MARCHESE

E lei riceve spesso in casa? Perdoni, non domando per curiosità, ma
perchè spero vorrà onorarmi dei suoi inviti....

(_Intanto rientrano tutti gli altri dalla destra, passano
chiacchierando ed escono dal fondo. Vittorio sbircia Delfina, e il
marchese fa un gesto significativo_).

DELFINA

O santo cielo: inviti non ne faccio. Chi mi vuol onorare mi fa un
piacere, ecco. Io ricevo nel mio piccolo: una tazza di thè, quattro
salti qualche volta... Sa bene, noi mamme cerchiamo di aver qualcuno
per casa per farle vedere 'ste figliuole... altrimenti come si fa a
maritarle? Se sapesse che pensiero... Non le auguro d'essere mamma!
Così è quando accetto qualche invito; c'è forse chi me ne fa carico:
ma, santo cielo, quando si va in casa di persone ammodo, compite, come
giusto qui dal sig. Olgiati... le pare? È come se m'invitasse lei,
signor Marchese... dico bene? Quando si presenta l'occasione...

MARCHESE

Oh! ma fa benone.... (_Rientrano, cianciando e ridendo, tutti gli
altri_).


SCENA VII.

DELFINA, PAOLINA, SELENE, NINÌ, VITTORIO, DARIO, CANTONI, MARCHESE.


NINÌ

Mammà vieni sulla torre?

DELFINA

Sulla torre?!

NINÌ

Ma sicuro! Olgiati à anche una torre da cui si vede tutta Milano...

VITTORIO

O quasi...

DELFINA

Ma sei matta? Sulla torre, adesso che è già bujo!

NINÌ

Appunto! E nevica! Vedremo tutta Milano bianca, sotto la luna! Una
bellezza. Andiamo, andiamo tutti...

DELFINA (_piano alla Ninì_)

(Ma dico, e non si pranza?)

NINÌ

(Eh, diavolo! alle sei e mezzo!) Facciamo la salita dunque. In dieci
minuti si va e si torna...

DELFINA

Ma fa freddo...

NINÌ

No, no: ci imbacucchiamo bene... Vedrai che appetito, dopo...

DELFINA

O che pazzerella sei! (_Piano a Vittorio_) (Ò parlato col Marchese...
ma non si decide...)

VITTORIO (_piano a Delfina_)

(Un pò di pazienza, diamine!)

CANTONI

Dunque si va?

NINÌ

Sì, tutti. Anche il Marchese...

MARCHESE (_a parte_)

(Ah! la torre poi!)

SELENE (_piano al Marchese, con civetteria_)

(Anche lei, nevvero?)

MARCHESE

(Veramente...)

SELENE

(Vorrebbe fare l'invalido?)

MARCHESE

Ah! l'invalido no... Avanti, avanti! (_Piano a Vittorio_) (Ò parlato
colla madre... non ne capisco niente!)

VITTORIO (_piano al Marchese_)

(Ma creda a me, si decida: la sposi!...)

MARCHESE (_c. s._)

(La madre?!)

VITTORIO (_c. s._)

(Ah! no, la ragazza, diavolo!)

SELENE

Per dove si sale, dunque?

VITTORIO

Con me, con me: vi faccio da guida.

(_Intanto la Ninì à avvoltolata Delfina in un pajo di mantelli. Tutti
si coprono ed escono, fuorchè Paolina e Dario_).


SCENA VIII.

DARIO, PAOLINA poi NINÌ.


PAOLINA (_si lascia cadere su una sedia, come disgustata, stanca_)

DARIO (_in fondo alla scena, si ferma la osserva, poi viene a lei_)

Paolina....

PAOLINA (_si alza, stupita_)

Come, è rimasto?

DARIO

Sì... poichè siete rimasta voi... (_La fissa_) Siete triste? (_Con
interesse_) Non state bene?...

PAOLINA

No... sto bene... Ma ò fatto male di venir qui...

DARIO

Mi rimproverate di avervi pregata di venirci?

PAOLINA

Oh! no...

DARIO

Dovreste considerarvi come in casa mia... E in questo pensiero... io
mi lusingavo doveste acquietare la vostra coscienza... Mi sono dunque
ingannato... Io sono proprio un estraneo per voi? Mi considerate come
tutti gli altri...

PAOLINA

Oh! no, signor Dario... Anzi cercherò di essere allegra... Tanto...
(_commovendosi_) potrebbe crederla una finzione questa mia tristezza.

DARIO

E potete supporlo! Vi ò dato ragione di supporlo, dopo un mese che vi
dimostro tutto il mio rispetto, e che oso parlarvi d'amore come solo
permetterei se ne parlasse ad una mia sorella? Mi avevate data una gran
consolazione, jersera: quando accennai ad un mio disegno... mi parve
di essere stato compreso finalmente... Mi sembravate così allegra, così
contenta: mi pareva, lasciandovi, che desideraste di rivedermi presto,
e di ripigliare il nostro discorso interrotto...

PAOLINA (_dominandosi a stento_)

No, no, signor Dario, ò capito poi che questo è impossibile...

DARIO

Impossibile?... Ma... via, venite qui. (_Siedono_) Credete che io
voglia scherzare, Paolina? Vi pare che questo sia del mio carattere?
Ebbene, voglio essere franco. Quando mi sono sentito nascere in cuore
dell'affetto per voi, ò cercato di vincerlo: non perchè io vi temessi,
ma perchè la mia natura un po' selvaggia mi spingeva a fuggire ogni
legame. Non ci sono riuscito. Il mio affetto si è ingigantito, si è
mutato in passione. E allora ò pensato di soddisfare questa passione
nel modo più puro, più giusto, nell'unico modo che ò stimato degno di
voi e del mio amore: ò pensato che avrei potuto fare di voi, buona,
saggia creatura, la compagna di tutta la mia vita. E quando ò potuto
lusingarmi che il mio affetto fosse un po' corrisposto, vi ò parlato
subito, sinceramente, del mio disegno. E jersera....

PAOLINA

Oh jeri sera! Ero così commossa, così lusingata dalle sue parole! Era
la prima volta che mi sentivo parlare seriamente, che udivo pronunciare
delle parole buone per me... delle parole oneste... Non ò riflettuto lì
per lì, ò creduto di sognare... Ma ò riflettuto poi... ò capito che era
proprio un sogno!...

DARIO (_circondandola_)

Ma no, poichè io sono qui per realizzarlo questo sogno, se voi lo
vorrete...

PAOLINA

Non è possibile, non è possibile...

DARIO

Ma perchè?

PAOLINA (_imbarazzata, commossa, cercando allontanarsi da Dario_)

Io non sono più tanto giovane... sono povera... non ò nulla...

DARIO

Una quistione di denaro, Paolina?!

PAOLINA (_svincolandosi, alzandosi_)

E poi... tante altre cose... No... no...

DARIO (_alzandosi_)

Tante altre cose!... Ma che dunque?

PAOLINA (_con disgusto_)

Sì... la mia famiglia... mia madre... le mie sorelle... No, no, signor
Dario, la scongiuro... non me ne parli più... mi fa soffrire... mi
obbliga a dir cose di cui arrossisco...

DARIO

E credete che non abbia pensato a tutto questo? Credete che non
sappia, e che molti non si sieno dati la cura d'informarmi? Ebbene?
Vedete, io sono qui, ciò malgrado, accanto a voi, e ò fede in voi. Che
m'importa della vostra casa, di vostra madre? (_Con crescente passione,
circondandola_) Io sposo te, io amo te, mi basta che tu sii degna di
me e del mio amore... (_la trascina, siedono assieme sul divano, egli
l'abbraccia_) Noi lasceremo Milano, lasceremo l'Italia... Io ti dò
il mio nome, tutto il passato scomparisce, tu devi rivivere una vita
nuova, con me, solo con me che ti adoro... Ma vedi, vedi come è facile
tutto questo, se mi ami, se vuoi essere mia!...

PAOLINA (_trascinata, come in estasi_)

È possibile, è possibile, questo che mi dici Dario?... Non è un sogno,
dimmi, non è un sogno?...

DARIO (_con grande e crescente passione_)

Ma no, non mi vedi qui, vicino a te, non odi le mie parole?... Ti
adoro...

NINÌ (_di dentro_)

Presto, presto... io sono già abbasso! (_Si affaccia alla porta del
fondo e si ferma subito vedendo Dario e Paolina abbracciati_) Oh! ò
disturbato un idillio! Pardon! se avessi saputo! (_Dà una risata e
sparisce_).

PAOLINA (_indignata, alzandosi, con grande orgasmo_)

Lo vedete, lo vedete, Dario, è un sogno, è un sogno!

DARIO (_si alza un pò contrariato, ma rifacendosi subito_)

E se malgrado ciò io ti sposo, gli è che ti amo, gli è che senza di te
non posso più vivere...

PAOLINA

Ma è una catena questa, orribile, che non potrò mai spezzare!...

DARIO (_circondandola, con passione_)

Sì, sì, se tu mi ami.

PAOLINA (_involontariamente, trascinata_)

Se ti amo, Dario!...

DARIO

E allora dunque è deciso, sei mia, sei la mia sposa adorata... Non
sfuggirmi... non sfuggirmi... Dimmi che vuoi essere mia, e in questo
momento si decide della nostra vita... Dimmelo, dimmelo... (_Come
in estasi, egli posa le sue labbra sulle labbra di lei e la bacia,
lungamente, poi si scioglie raggiante_) Ah sì... sei mia. (_Voci
lontane_) E non dir nulla, adesso, è il nostro piccolo segreto... (_le
bacia le mani, quasi con rispetto, si dirige al fondo, ed esce_).

PAOLINA

(_rimane un momento come trasognata, tramortita: poi
si orizzonta, vorrebbe gridare, richiamarlo, ma appena riesce a
pronunciare con voce fioca:_) Dario, no... Dario!... (_e ricade
spossata sulla poltrona_).

(_Si ode un acuto grido di Delfina, poi un vociare di dentro_).

NINÌ (_dal fondo, correndo, ridendo a crepapelle_)

Oh povero Marchese, oh povero Marchese! (_Siede come spossata pel gran
ridere_) È ruzzolato dalla scala della torre! (_Continua a ridere. Cala
la tela_).


FINE DEL SECONDO ATTO.



ATTO TERZO

   _La scena del 1.º Atto. Sulla tavola, sui divani, sulle sedie,
     sparse alla rinfusa, varie vesti e trine e gale d'ogni
     foggia._


SCENA I.

NINÌ, SELENE.


NINÌ (_seduta a destra cuce una gala_)

SELENE (_a sinistra legge_)

NINÌ

Non fai niente?

SELENE

Che vuoi che faccia? Lavorerò quando mi mariterò io...

NINÌ (_con una risata_)

Quando mi mari... (_torna ridere_).

SELENE

Perchè ridi?

NINÌ

Ma... di', mi canzoni? Nè io nè te... quanto a maritarci... A meno
che quel marchese si decida... Ma, alla lunga è più furbo di quel che
pare!... Selene, chi l'avrebbe detto che Paolina si sarebbe proprio
sposata? (_Mostrando il lavoro_) Guarda che gusto!

SELENE (_senza guardare, indifferente_)

Una bellezza...

NINÌ

Mi ci diverto, mi par di giocare alla bambola... (_Alzandosi_) Io
però dovrei uscire, adesso. (_A parte_) (_Ò da provare il costume di
Claretta!_)

SELENE

Sì, stai fresca! Da quindici giorni clausura completa: non si esce più,
non si riceve più... tutto per questa bella storia del matrimonio di
Paolina...

NINÌ

Già, perchè bisogna essere _ammodo_. Adesso la mamma ce l'à
coll'ammodo. E in parola d'onore si ammuffisce.

SELENE

Quando c'è un matrimonio in casa, anzi, ci dovrebbe essere
dell'allegria...

NINÌ

Sì! Paolina à una faccia che par che vada al patibolo. Si direbbe che
si sposa per forza... Oh! a proposito, sai, ò avuto un'idea, stamane.
Ti ricordi quella mia veste di seta cruda? Era antica, ancora colla
_polonaise_, non potevo più portarla. Stamattina c'era qui la cassa
colle vesti della Paolina da mandare alla sarta: ci ò ficcata dentro
anche la mia. La sarta la ridurrà come nuova, e la spesa andrà sul
conto degli sposi... Eh?...

                           (_Entra Delfina_).


SCENA II.

DELFINA, SELENE, NINÌ poi PAOLINA.


DELFINA

Dov'è la Paolina? (_À una lettera in mano_).

SELENE

Non si è vista ancora...

DELFINA

Bè, tanto fa. (_Alla Selene_) Senti, dà alla Teresa questo biglietto e
dille che cerchi un fattorino qui abbasso che lo porti a Vercellini.

SELENE

E i denari?

DELFINA (_cerca in tasca_)

Non ò moneta... Non ài una lira?

SELENE

Non credo.

DELFINA

E tu Ninì?

NINÌ

Io?!

SELENE (_estrae un borsellino e cerca_)

Non ne ò.

DELFINA

Aspetta un momento. (_Esce_).

NINÌ (_pronta, togliendo di mano alla Selene il borsellino_)

Oh bello! È nuovo? Chi te l'à dato?

SELENE (_confusa_)

Dellago.

NINÌ

Quando?

SELENE

L'ultima volta che è stato qui...

NINÌ

E te l'à dato con dentro niente?

DELFINA (_rientrando_)

Ecco. Vai.

(_Selene esce dalla comune_).

DELFINA (_chiamando_)

Paolina!

NINÌ (_a parte_)

(_Qui bisogna trovar modo d'uscire_).

PAOLINA (_dalla sinistra_)

Che vuoi?

DELFINA

Bisogna andar dalla sarta. Ti attende alle due.

PAOLINA

Non ne ò proprio voglia...

DELFINA

Eppure non c'è tempo da perdere. Dario vuole che il matrimonio si
faccia il più presto possibile; arriverà il giorno delle nozze e tu non
avrai le vesti pronte...

PAOLINA

Poco importa...

DELFINA

O caro cielo, ma che dici?

PAOLINA

Insomma non ò voglia d'uscire.

NINÌ

Andrò io.

DELFINA

Ma se deve provare!

NINÌ

Proverò io: abbiamo l'istessa statura...

SELENE (_dalla comune, in cappello_)

Esco...

DELFINA

Dove vai?

SELENE

Alla lezione... Sono otto giorni che manco, e il maestro...

DELFINA

Il maestro l'ò già avvertito io. Le lezioni le riprenderai dopo il
matrimonio di Paolina...

SELENE

E anche a passeggio dopo, a teatro dopo, tutto dopo.

                         (_Ninì ride a parte_).

DELFINA

O cielo! non mettetemi in croce! Adesso bisogna fare così: lo sapete
anche vojaltre... Dario à imposto...

SELENE

O che c'entriamo noi?

DELFINA

C'entrate che a maritar Paolina è interesse comune. Dopo tornerete a
divertirvi... ora bisogna fare così, per riuscire...

PAOLINA (_indignata_)

Mamma! Mamma! ti scongiuro, non farmi arrossire più, non farmi
vergognare più, di quello che dici, di quello che faccio... Voi
considerate un affare questo matrimonio.... Dio mio, Dio mio, che
vergogna! (_Delfina le vien vicino per calmarla. Paolina la respinge_)
Ma aspettate a rallegrarvi e a sperare delle grandi cose! Non sono
ancora maritata, grazie a Dio!

DELFINA

Paolina, Paolina!... per carità, che dici mai! Oh, ma tu scherzi
nevvero?

PAOLINA

Lasciami, lasciami!...

DELFINA

Oh, caro cielo! (_A Ninì e Selene_) Sentite, sentite, state buone,
usciamo assieme, ò da far delle spese, andiamo tutte tre. Mettiti il
cappello, Ninì.

NINÌ (_piano alla Selene_)

(Appena in istrada vi pianto!) (_Esce_).

SELENE (_alla Delfina_)

Ti aspetto, di là. (_Esce_).

DELFINA (_alla Paolina, affettuosa_)

Proprio non vuoi uscire?

PAOLINA

No.

DELFINA

Bene, andrò io dalla sarta a dirle di venir qui... Paolina? Dio mio,
perdonami... La Ninì e la Selene mi fanno perder la testa...

PAOLINA (_quasi parlando a sè stessa_)

Ma sì, sì... ma se è meglio, anzi! È da quindici giorni che cerco il
coraggio di... e non lo trovo... Voi mi ajutate a trovarlo...

DELFINA (_stupita, circondandola_)

Paolina, che dici?

NINÌ (_rientrando, in cappello_)

Andiamo?

DELFINA

Vengo... (_Alla Paolina, circondandola affettuosamente_) Paolina...

PAOLINA

Andate, andate... (_Entra Vittorio_).


SCENA III.

PAOLINA, DELFINA, NINÌ, VITTORIO.


VITTORIO

È permesso?

NINÌ

Avanti, avanti... (_Gli corre in contro; piano_) (_Avete pensato
all'abito del Boccaccio?_)

VITTORIO (_piano_)

(Sì...)

NINÌ (_c. s._)

(E alla parrucca bionda?)

VITTORIO (_c. s._)

(Sì, anche alla parrucca...) (_Forte_) Come va, come va? (_Stringe la
mano a Delfina e a Paolina_) Esce?

DELFINA

Sì, un momento. Rimanga lei a far compagnia alla Paolina. (_Piano_) (_È
sempre così triste... Me la tenga allegra_). Andiamo Ninì... (_Esce_).

NINÌ (_piano a Vittorio_)

(Tra mezz'ora siate dal sarto... troverò modo di lasciare la mamma...)
(_Esce_).


SCENA IV.

PAOLINA, VITTORIO.


VITTORIO

Dunque, Paolina, siamo quasi alla vigilia...

PAOLINA

Di che?

VITTORIO

Di che? Delle vostre nozze... Perbacco, si direbbe che vi premono assai
poco...

PAOLINA

No... (_Con un amaro sorriso_) Gli è che ancora non oso crederci...

VITTORIO

E perchè? Vedeste Dario! È attorno, affacendato in grandi compere...
Non l'ò mai veduto così allegro, così felice. Non parla che di voi,
non vede che coi vostri occhi, maledice la legge che impone dei termini
per lui assurdi, vorrebbe sposarvi oggi, vorrebbe avervi sposata jeri.
Come è innamorato!... Eh! ma anche voi la siete di lui... lo capisco
dal sorriso che è nei vostri occhi e con cui ascoltate quello che vi
dico... (_Paolina si turba_) Infine... sarete felici...

PAOLINA (_prendendogli le mani_)

Ditemi francamente, Olgiati: che ne pensate, voi?

VITTORIO

Di che?

PAOLINA

Di questo che fa vostro cugino?

VITTORIO

Che ne penso?... Oh Dio, trovo che poichè vi ama a tal punto ed è
corrisposto da voi, fa benone a sposarvi...

PAOLINA

No, no: vi ò pregato di dirmi francamente, sinceramente, quello che
ne pensate... Voi l'avevate sconsigliato con tutte le vostre forze
da questo passo... Perchè vorreste negarlo?... Non ve ne faccio
un rimprovero... capisco perfettamente che era il vostro dovere di
farlo...

VITTORIO (_serio, affettuoso_)

Paolina mia: voi sapete anche che, ad ogni modo, lo facevo non in
considerazione di voi... Ma poichè egli, sposandovi, à la ferma
intenzione di portarvi via da Milano, di stabilirsi all'estero forse
per sempre... e voi avete accettato quasi con gioia questo partito...
Vedete, vedete, ora vi turbate di nuovo, vi fate triste... perchè mi
obbligate a dirvi delle cose che vi rincrescono... e che vi debbono
causare un dolore... Parliamo di cose più allegre...

PAOLINA (_con insistenza_)

No, no! Ò bisogno di parlare di tutto ciò... e lo faccio con voi,
volentieri, perchè siete come un fratello per Dario. Da quindici giorni
il mio cuore e la mia mente sono continuamente in lotta tra di loro...
Io sono persino affranta, spossata... Mi pare d'aver smarrito il retto
giudizio delle cose... e Dario non contribuisce certamente a darmi la
calma di cui ò tanto bisogno... Ditemi, signor Vittorio... ditemi voi,
parlatemi col cuore... Che cosa debbo fare?... Forse posso ancora...
sono ancora in tempo...

VITTORIO

Paolina: vi ricordate che cosa mi diceste, una sera, qui? «Sarò io che
glielo impedirà... non ve ne preoccupate... » Ebbene, io ò studiata
la vostra vita, ò riandato il passato... quel poco del vostro passato
che conosco... Ne ò tratta la convinzione che siete buona e sincera...
E quando Dario mi disse: «Mi basta che la Paolina sia degna di me, e
che ella stessa, accettando la mia proposta, me ne renda sicuro...»
(_controscena di Paolina_) ebbene, io ò ricordate le vostre parole di
quella sera: e mi sono convinto che accettando di essere la moglie di
Dario, sentivate di poterlo fare. E sono tranquillo. Tutto il resto
a Dario non importa nulla... non importa nulla a vostro marito, non
dovete preoccuparvene voi...

PAOLINA (_si è appoggiata col gomito allo schienale del divano
nascondendo la faccia_)

VITTORIO (_cercando sollevarle la fronte_)

Vi pare, Paolina?

PAOLINA (_come trasognata_)

Sì... Vi ringrazio...

VITTORIO

Su, su, allegra, dunque: Dio mio, non lasciatevi scorgere da Dario
così... potrebbe credere che non siete felice... che non gli volete
bene, che lo sposate per forza.

PAOLINA

Oh, no, lo sa che lo amo, che lo amo tanto!

VITTORIO

E allora, siate più sicura, più forte, lasciate tutte le vostre
preoccupazioni...

DARIO (_dalla comune, affacciandosi_)

Posso entrare?

VITTORIO

Prova! (_Alla Paolina piano_) (Su su, allegra, dunque!)


SCENA V.

PAOLINA, DARIO, VITTORIO.


DARIO (_bacia in fronte Paolina_)

VITTORIO (_a parte_)

(Eppure... che strano dubbio... Essa non finge... certamente: e allora,
perchè?...)

DARIO (_venendo a Vittorio_)

E tu che facevi qui, in colloquio intimo? Bada, son geloso...

VITTORIO

E sei allegro! (_Gli stringe la mano_) Ma sapete Paolina che avete
il merito di aver trasformato Dario? Da ragazzo lo chiamavamo mutria,
avea sempre sempre un palmo di broncio... Ora è allegro come un pesce.
Oh! l'amore!... Ed ora, poichè sei geloso, me ne vado. (_Piano_) (A
proposito...) (_forte_) Scusate Paolina. (_Piano_) (Ti ò già detto, in
segreto, il gran progetto di Ninì...)

DARIO (_ridendo_)

(Sì...)

VITTORIO

(Ridi anche di questo?)

DARIO

(Che me ne importa? Io e Paolina partiremo il dì delle nozze e ce ne
andremo tanto lontano, per sempre, forse... Poichè non spingo il mio
eroismo, come lo chiami tu, sino a tentare la rigenerazione dell'intera
famiglia!)

VITTORIO

(Bè, dunque, dovrebbe partir domani per Napoli ed io dovrei
accompagnarla).

DARIO

(Benone!)

VITTORIO

(Ma... non credi che tenti di rimandare questo affare a dopo le nozze?
Perchè, come puoi immaginare, sarà uno scandalo, tutta Milano ne
parlerà...)

DARIO

(Ebbene?... Ma anzi, è una fortuna...)

VITTORIO (_forte_)

Perdonate, Paolina...

PAOLINA

Ma vi pare!

VITTORIO

Un affare mio di famiglia...

DARIO (_piano_)

(Ti dico, molto meglio: il mio matrimonio non è una festa, o lo è,
intima, per me solo: sarà meglio che quella scimunitella sia lontana:
tanto chiasso di meno).

VITTORIO (_piano_)

(E sia come vuoi! Io l'accompagno e torno in tempo...)

DARIO

(Ma no, non ne vale la pena: ci abbracciamo stasera, e verrai a
trovarmi a Berlino. Ne riparleremo a pranzo...)

VITTORIO (_alla Paolina_)

Arrivederci, dunque...

PAOLINA

Buon giorno, signor Vittorio.

DARIO (_piano a Vittorio, accompagnandolo_)

(Paolina non sa nulla neppur essa?...)

VITTORIO

(No, nessuno. La bomba dovrebbe scoppiare domattina, secondo i disegni
di Ninì). (_Gli stringe la mano ed esce_).


SCENA VI.

PAOLINA, DARIO.


DARIO (_fissa un momento Paolina, amorosamente, poi si reca dietro
la sedia ove ella è seduta intenta al lavoro, e vi si appoggia coi
gomiti_)

Sono stato al municipio. Poi ò dovuto recarmi anche dal Console...
Una sequela di formalità... E così, Paolina mia, malgrado il mio
affacendarmi, ci vorranno ancora otto giorni prima di essere marito e
moglie. (_Si scosta_) Me ne dispiace, sai!... Però, ripensandoci, trovo
che anche questi giorni di attesa irrequieta, di orgasmo febbrile, sono
belli, ànno le loro attrattive. Non è vero?

PAOLINA (_cucendo, ad occhi bassi_)

Sì...

DARIO

Che fai?

PAOLINA

Non so... una gala qualunque...

DARIO

Con che interesse, con che furia! Non mi guardi neppure...

PAOLINA

Ti ascolto.

DARIO

Senti: non ti spiace di lasciare subito Milano e l'Italia?... Vuoi che
passiamo la nostra luna di miele a Monza, nella mia villa?

PAOLINA (_vivamente, suo malgrado_)

No, no... andiamo lontano...

DARIO (_avvicinandosele, con passione_)

Sì, lontano da qui, soli soli... (_Pausa_) Otto giorni ancora! Dispiace
anche a te quest'attesa?

PAOLINA

No... vorrei fossero di più...

DARIO

Perchè?

PAOLINA

Perchè avresti maggior tempo per riflettere... per pentirti, forse...

DARIO (_turandole la bocca colla mano_)

Non dirlo più!... Sempre queste tue malinconie... Su, su, lavorerai
dopo... (_Le fa posare il cucito e le solleva la faccia_) Fammi un
pò di compagnia, adesso, discorri un pochino. Lavorerai dopo al tuo
corredo... quando sarai sola...

PAOLINA

Oh quando sono sola non lavoro più. Soltanto quando sei qui tu trovo il
coraggio di occuparmi di questi preparativi...

DARIO

Ma perchè?

PAOLINA

Penso che è un sacrificio che tu fai... ma che all'ultimo momento ti
mancherà la forza di compierlo... Penso che dovrei essere io, anzi, a
togliertela questa forza... Ò tante cose da dirti... mi pare di aver
tante cose da dirti... poi, quando tu sei qui, e mi parli così...
(_Dario la bacia_) e mi baci così...

DARIO

Bambina! E non t'accorgi che con queste titubanze che sono una prova
della tua grande delicatezza d'animo, tu mi infondi coraggio, invece,
dato che ne occorra del coraggio... per conquistare la felicità...
(_Per mutar discorso, si reca al fondo e osserva le vesti, ecc._)

Vediamo, vediamo un pò quello che ài preparato per le tue nozze...

PAOLINA (_a parte, convulsa_)

(Dio mio! perchè l'amore è così cieco?! Perchè non capisce?... Dio mio,
risparmiatemi questa vergogna!...) (_Come risolvendosi_) Dario...

DARIO (_al fondo, si volge_)

Dimmi...

PAOLINA (_come se le tornasse a mancare il coraggio, dissimulando,
rifacendosi_)

Che fai?

DARIO

Osservo le tue vesti. Ma sai che non paiono da sposa! Tutte scure,
tutte serie... (_Ridiscende la scena_) Quando saremo marito e moglie
me ne occuperò un poco anch'io della tua toilette; (_circondandola_)
allora sarai più allegra, dovrai pure convincerti che non è un sogno
il nostro, ma che avremo conquistata la felicità vera, per tutta la
vita... (_Rimane a fissarla amorosamente. Entra Delfina dalla comune,
rumorosamente_).


SCENA VII.

PAOLINA, DELFINA, DARIO.


DELFINA (_affannata_)

Eccomi qui. Oh Dario, come va?... Sono stata dalla sarta, dalla
modista. È quasi tutto pronto... (_Con intenzione_) Quasi!...

PAOLINA

E la Ninì, e la Selene?

DELFINA

Ànno voluto assolutamente andare alle loro lezioni: che smania di
studiare ànno quelle due ragazze! Dicevo dunque che tu, Paolina, ti sei
scordata una cosa importante, anzi due.

PAOLINA

E quali?

DELFINA

Anzitutto i testimonî per le nozze. Ci ò pensato io. Ò scritto stamane
un biglietto al Vercellini...

PAOLINA (_spaurita_)

Al Vercellini?!

DELFINA

Sì. Non lo si vedeva da un pezzo. Nota che egli non sa nulla del
tuo matrimonio. Bisognava avvertirlo. Quanto poi all'essere il tuo
testimonio, gli spetta di diritto.

PAOLINA (_c. s._)

Gli ài scritto, tu, stamattina? Gli ài detto di che si tratta?

DELFINA

No, ò voluto lasciargli la sorpresa: gli ò mandate due righe soltanto,
per pregarlo di passare oggi...

PAOLINA (_con orgasmo crescente_)

E verrà?

DELFINA

Certo... lo spero, se non è malato... Ò pensato bene?

PAOLINA

No, non voglio!

DELFINA

Non vuoi?! Ma come? Il nostro migliore amico? (_A Dario_) Si figuri,
signor Dario.... lei non lo conosce, nevvero? È il nostro amico più
vecchio, più affezionato: sono vent'anni che frequenta la nostra
casa... Sarebbe stata una vera mancanza di riguardo... (_alla Paolina_)
Chissà che bel regalo ti farà!

PAOLINA (_agitata ognor più_)

Non voglio!

DELFINA

Già, io non l'ò mai capita questa tua antipatia pel Vercellini... e
nata tutto a un tratto, poi! Quando eri una bambina gli volevi tanto
bene!... (_Cambiando tono_) Poi ti eri dimenticata un'altra cosa.

PAOLINA (_quasi con ira_)

Quale?

DELFINA (_con una strizzatina d'occhi_)

Sta a sentire. Ò veduta dalla sarta una bella pezza di amoerro
bianco... Le ò data la commissione...

PAOLINA

Di che?!

DELFINA

E me lo domandi? Della veste da sposa...

PAOLINA

Ma no, ma no!

DELFINA

Anche questo, no? Ma in chiesa come ci vuoi andare? (_A Dario_) Perchè
andrete anche in chiesa, nevvero?

DARIO

Certamente.

DELFINA

Ci tengo sa? La religione va rispettata. E poi già è bella la cerimonia
della chiesa. Vengono tutti i conoscenti, tutti i vicini di casa...
Ebbene dunque: in chiesa ci si va in bianco...

PAOLINA (_quasi con disperazione che invano cerca dominare_)

Ma no... (_a Dario_) Non si era già tutto stabilito? Niente lusso,
niente apparato?... Dario, tu me lo avevi promesso... (_In preda ad una
agitazione che aumenta ognor più, passeggia la scena irrequieta, con
una grande preoccupazione, non ascoltando neppur più Delfina_).

DELFINA

Oh caro cielo! Ecco le belle idee moderne!... Niente lusso, niente
apparato! E noi povere mamme, che si vive in attesa di questo giorno...
Oh! la propria figlia in veste da sposa, in chiesa! Una consolazione,
un godimento, perchè si dice: eccola qua, guardatela, ammiratela, è il
mio sangue...

PAOLINA

No, mamma, ti prego...

(_Dario ascolta, osserva tutto un po' stupito, sta per intervenire, ma
Delfina continua_).

DELFINA

Oh, sarai mamma anche tu!... E poi già adesso è deciso! Una bellissima
stoffa, e costa poco, relativamente. Vedrà signor Dario che non si
spenderà molto. Una veste semplicissima veh! Poche trine sul davanti,
(_agisce indicando_) un nœd qui sul fianco e una spilla di strass
al collo.... (_Paolina le si è avvicinata, quasi per interromperla.
Delfina continua la mimica su di lei_). Sulla testa il velo,
lunghissimo, e i fiori d'arancio. (_Cava di tasca il fazzoletto bianco,
lo attorciglia e fa per porlo come una corona sulla testa di Paolina,
dicendo_) Sarà un effettone! (_Ma Paolina si schermisce, si svincola,
si scosta, sdegnosa, e sta per prorompere quando compare Teresa alla
porta del fondo_).

TERESA (_annunciando_)

Il signor Vercellini.

(_Paolina impallidisce, e rimane allibita_).

DELFINA (_andando verso la comune_)

Vengo, venga.

                            (_Teresa esce_).

PAOLINA (_con un grido_)

No!! (_e si precipita alla porta d'entrata, la chiude rapidamente
e vi si mette dinanzi, ritta, colle braccia allargate quasi volesse
sbarrarla tutta, fissando gli occhi terrorizzati su Dario_).

DARIO (_rimane un momento stupito, titubante, ma, comprendendo tutto,
d'un tratto, una grande angoscia gli si dipinge sul viso. Pure, dopo
un po' d'esitanza, quasi sperando ancora, riluttante a credere ciò che
già à indovinato, fa un passo verso Paolina, e con un fil di voce le
chiede_)

Paolina... che vuol dir ciò?...

PAOLINA (_angosciosamente, ma quasi solenne_)

Vuol dire, Dario, che non posso essere tua moglie! (_E vinta
dall'emozione, impotente a reggersi più oltre, cade in ginocchio; poi
vien meno e sta per cadere bocconi, ma Delfina, che è pur riuscita
a vincere il suo stupore, accorre a lei e la sorregge, mentre Dario
indietreggia, coprendosi la faccia con un senso d'orrore. Cala la
tela_).


FINE DEL TERZO ATTO.



ATTO QUARTO

                    _La scena dell'atto precedente_.


SCENA I.

VITTORIO, NINÌ, poi CANTONI.


NINÌ (_sta chiudendo un baule posto in fondo alla scena_)

VITTORIO (_entra dalla seconda porta a sinistra_)

NINÌ

Siete stato dalla mamma?

VITTORIO

Sì.

NINÌ

È poco bene, nevvero?

VITTORIO (_dissimulando_)

Già, è poco bene... un po' d'emicrania...

NINÌ

Però potrà accompagnarmi alla stazione?

VITTORIO (_imbarazzato, c. s._)

Io credo...

NINÌ

Avete fatto bene a consigliarmi di non dirle tutta la verità... Colle
sue idee, andare in una compagnia d'operette, le pare una gran cosa...
Così è più tranquilla... Oh! adesso combiniamo tra di noi. Selene è
uscita, ma tornerà a momenti. Io debbo andare in due o tre posti... ò
qualche piccola spesa da fare... Sentite: voi mi aspettate qui? Quando
siamo alla stazione per le due, basta?

VITTORIO

Sì.

NINÌ

Allora vado, e torno tra un'ora al più.

VITTORIO

Sta bene, vai.

                           (_Entra Cantoni_).

NINÌ

Oh signor Cantoni, che miracolo! Giunge in buon punto; così posso
salutarla...

CANTONI

Partite?

NINÌ

Sì. Si faccia raccontare dall'Olgiati: ò furia. Se si trattiene arrivo
in tempo a vederla ancora. (_Esce dalla comune_).


SCENA II.

VITTORIO, CANTONI.


CANTONI

E dunque? Io, ti assicuro, sono qui trasognato...

VITTORIO

Ed io no? È un tal miscuglio di comico e di drammatico, caro mio, che
non mi raccapezzo più. Ma, intanto, come sei qui?

CANTONI

Sono stato da Dario, poichè non l'avevo veduto jeri sera: e mi à
raccontato tutto. Gli ò chiesto di te: mi à detto che eri qui, e son
venuto. Intanto non occorre dire che mi metto a tua disposizione, se
c'è qualcosa da fare, se posso essere utile...

VITTORIO

Tutto quello che c'è da fare è di stare accanto a Dario perchè non
commetta qualche sciocchezza. Tu come l'ài trovato?

CANTONI

Calmissimo in apparenza. Egli mi diceva: «Sai, io sono come quello
che per miracolo è sfuggito ad una grande sciagura: passato il primo
istante di sbigottimento, torno a respirare liberamente, mi sento
rivivere.» Ma in realtà non è così. Dava le disposizioni per partire.
Dice che vuol partire subito, che Milano gli è insoffribile...

VITTORIO

Già: ma sai perchè? À vergogna: teme il ridicolo... Capisci, succede
in lui qualcosa di strano ma che si spiega perfettamente. Era un'idea
fissa che lo guidava: «Paolina è degna di me; tutto il resto non mi
riguarda.»

CANTONI

Ricordo il nostro colloquio, in casa tua, il giorno del famoso pranzo...

VITTORIO

Bravo! — Ma ora, ora, capisci, la benda gli è caduta dagli occhi:
Paolina non è degna di lui! — Per Dario è stata una doccia; e adesso
torna a ragionare, cioè sragiona come prima ma in senso inverso. «Che
bestia sono stato!» dice in cuor suo «mi si ingannava, mi si tradiva!»
E non crede più a nulla. Dubita della sincerità di Paolina, suppone che
la madre sapesse tutto e cercasse di tradirlo, anche lei... Infine,
vuol essere o parere troppo furbo, per compensarsi della ingenuità
passata. E vuol fuggire, non vuol rivederla, Paolina, e finge una
calma che non à, perchè si capisce che l'ama ancora quella... ragazza,
chiamiamola così... E Dio faccia che non commetta pazzie!

CANTONI

Temi che si decida a sposarla ugualmente?

VITTORIO

Questo no. Ora à troppa paura del ridicolo. Jeri era un eroe; gli
pareva di compiere una grande azione: salvare una sventurata in
pericolo! Oggi non ardirebbe di uscir di casa, perchè in ogni uomo
che incontra vede un ex-amante di Paolina. E questo non è, ne sono
convinto.

Ma quel Vercellini...

VITTORIO

Quel Vercellini era un vecchio amico di famiglia... Ella lo conosceva
da bambina... Rimasta orfana del padre, senza guida, senza cure, con
quella madre là, figurati!... realmente ingenua, diciassette anni...
Infine la solita storia! — Non sarebbe accaduto questo alla Selene o
alla Ninì, sai? — Paolina, quando potè misurare tutta la gravità del
fallo (che nascose a tutti, gelosamente, e che per fortuna non ebbe
conseguenze) chiese a quel furfante una riparazione; egli le rispose
offrendole... un matrimonio morganatico.

CANTONI

E tutto ciò come lo sai?

VITTORIO

Paolina lo scrisse a Dario jeri sera.

CANTONI

Di questo non mi à detto niente...

VITTORIO

Già; perchè non ci crede.

CANTONI

E tu ci credi?

VITTORIO

Io sì. Scusa: ella si era imbattuta in un cieco come Dario: poteva
tacere, lasciarsi sposare. À confessato! Vuol dire che è buona e onesta
e sincera!

CANTONI

E le sorelle?

VITTORIO

Non sanno nulla. La madre sentì risvegliarsi in sè stessa un senso
di pudore, di vergogna, a modo suo, e celò ogni cosa a Selene e
Ninì. E la Ninì aveva in pronto per stamane una famosa bomba: va a
cantare l'operetta! — Neanche a farlo apposta! — Soltanto, dietro mio
consiglio, non disse tutta la verità: fece credere che va a cantar da
mezzo soprano al Bellini di Napoli, scritturata telegraficamente per
supplire una collega fischiata.

CANTONI

E là madre diede il permesso?

VITTORIO

C'era poco da permettere: la Ninì quello che vuole, vuole. D'altronde,
le balenò un'idea che le parve meravigliosa nel suo piccolo criterio.
Lasciare Milano: qui non à più nulla da sperare: dunque, è un bene
che la Ninì se ne vada; e magari anche la Selene! Rimasta sola con la
Paolina cercherà d'indurla a seguir le sorelle e a trasferirsi altrove.
E allora dice alla Selene di seguire la Ninì. E per tutta salvaguardia
le fa accompagnare dalla fantesca, una donna fidata che ànno in casa da
varî anni. La Selene, come puoi credere, non si fa pregare: soltanto,
si dà premura di avvertirne quel vecchio marchese rimbambolato. — E
così tra un'ora, se vuoi ammirare un quadretto di genere degno del
Favretto, vai alla stazione: e nel treno di Roma, in un comparto di 1ª
classe, vedrai Ninì, Selene, il marchese e la serva. E questa è la fine
delle vergini!

CANTONI

Che fine... immatura!

VITTORIO

Ed ora, amico mio, ti prego, torna a Dario, stagli vicino.

CANTONI

Ci corro.

VITTORIO

A proposito. Digli che sono qui finchè ò... fatta la spedizione per
Napoli, ma che non parto.

CANTONI

Dovevi partire?

VITTORIO

Dovevo accompagnare la Ninì. Ma tu capisci bene che non ò nessuna
voglia di farlo, adesso.

CANTONI

Lo capisco perfettamente.

VITTORIO

Anzitutto non posso lasciare Dario: se proprio si deciderà a partire,
lo accompagnerò a Berlino. E poi... te lo confesso... voglio far
qualcosa anche per la Paolina. Povera ragazza, mi fa pietà; trovo che
è degna di tutta la commiserazione. (_Accompagnandolo_) Ci vediamo in
casa di Dario, tra poco.

CANTONI

Sta bene. Addio.

VITTORIO

Addio.

                           (_Cantoni esce_).


SCENA III.

VITTORIO, poi PAOLINA.


(_Vittorio accompagna Cantoni sino all'uscita. Intanto Paolina
appare alla porta di sinistra, e vedendo Vittorio si sofferma timida,
vergognosa. Egli allora si dirige a lei, e le porge la mano. Paolina lo
guarda per un momento, stupita. Vittorio le prende la mano e la stringe
affettuosamente tra le sue, fissandola negli occhi, benevolo_).

PAOLINA (_con un fil di voce, commossa_)

Lei mi porge la mano, signor Vittorio?

VITTORIO

Sì: e vi prego di ritenermi il vostro migliore amico. (_La trascina
dolcemente al divano e la fa sedere, sedendole accanto_).

PAOLINA

Oh, grazie, grazie per queste sue parole. Ora posso lusingarmi di
essere stata compresa, almeno da lei... Perchè non desidero altro
ormai: di non essere disprezzata, di non essere creduta una malvagia
che voleva ingannare l'unico uomo che ò amato con tutta l'anima mia...
Egli mi disprezza forse... egli crede forse ch'io sia stata...

VITTORIO

Oh! no, Paolina. La vostra confessione, se impedisce a Dario di
compiere quello che era il suo sogno, non gli dà il diritto che a
compiangervi. Dario è oggi infelice quanto voi, forse più di voi.
Questo colpo lo à annichilito. Egli non ragiona più, non riflette
più... à perduta la testa... Pensa a fuggire, lontano da qui, dove
aveva intravveduta la suprema delle felicità, dove invece si è trovato
ad un tratto colpito dal più crudele dei disinganni.

PAOLINA

E sono io la causa di tutto ciò! Dio mio. Dio mio, avrei dovuto
disingannarlo subito, avrei dovuto dirgli sino dal primo giorno...

VITTORIO

Ah, sì, figliola mia: sarebbe stato meglio per voi, per la vostra
felicità, forse...

                (_Paolina scoppia in pianto, singhiozza
                           affannosamente_).

VITTORIO (_cercando confortarla_)

Paolina, Paolina...

PAOLINA (_a voce interrotta, singhiozzando_)

Io lo sapevo bene che non potevo essere sua moglie... Ma egli mi
credette buona, onesta, degna di lui... Ò cominciato ad amarlo appunto
per questo, perchè mi trattava bene, perchè mi mostrava del rispetto...
mentre tutti gli altri... (_Pausa_) Avrei dovuto trovarlo prima, lo so,
il coraggio di dirgli il mio segreto, di svelargli che non ero quella
che mi credeva. Oh! che sforzi ò fatto per trovarlo questo coraggio,
sino dal primo giorno. Ma egli mi parlava con tanto amore... «Tu sei
buona, mi diceva, sei onesta, non puoi più rimanere in questo ambiente,
almeno per ora, per qualche tempo, finchè avremo rimediato al male che
ti circonda adesso... e a cui tu ài saputo sfuggire!» Egli mi diceva
così... Era il primo uomo che mi stimasse, il primo che non mi dicesse
delle cose orribili... Ed io avrei dovuto rivelargli la verità! Pensi,
pensi che supplizio! C'erano persino dei momenti in cui finivo per
convincermi che questo bel sogno si poteva realizzare, che io avrei
potuto essere la moglie buona, onesta, innamorata che egli sognava!...
(_Esaltandosi_) Ma jeri! jeri! venne lui, quell'infame... e stava per
entrare, avrebbe stretta la mano di Dario, del mio Dario adorato... Ah!
allora l'ò trovato il coraggio, non ò più avuto vergogna... ò sentito
che non avrei arrossito in quel momento confessando la mia sventura...
E l'ò fatto... e ò benedetto Iddio che mi à data la forza di farlo...
tardi, ma ancora in tempo!... (_Scoppia di nuovo in singhiozzi,
nascondendosi la faccia tra le mani_).

VITTORIO (_dopo una pausa, commosso_)

Orsù, figliola mia, non crucciatevi così... non piangete più...
Pensiamo piuttosto al da farsi: ve l'ò detto, voglio essere il
vostro migliore amico, voglio far qualcosa per voi... Sentite...
nelle condizioni d'animo e di spirito in cui Dario si trova, non vi
consiglierei neppur di tentare di rivederlo... adesso...

PAOLINA

Oh! non lo tenterò... glielo giuro!...

VITTORIO

Lo dico per voi... vorrei risparmiarvi nuove emozioni... avete bisogno
di essere calma... oggi specialmente... Fra poco saranno qui la Ninì
e la Selene, dovete nascondere il vostro affanno... Via, Paolina,
asciugate i vostri occhi... dissimulate... non fatevi scorgere così...
lasciate che partano... poi, rimasti qui noi soli, vedrete che, con
calma, troveremo — decideremo...

PAOLINA (_alzandosi, sforzandosi di essere calma_)

Sì, sì... lo vede... sono calma... sono tranquilla... Dopo tutto,
signor Vittorio, non ò il diritto di esserlo? La mia coscienza non mi
rimprovera nulla... So che, onestamente, Dario non può rimproverarmi
di nulla... non l'ò tradito, non l'ò ingannato, come avrei potuto farlo
se fossi stata meno onesta... (_Commovendosi ancora_) se l'avessi amato
meno...

NINÌ (_di dentro_)

Per di qua, per di qua.

VITTORIO (_a Paolina_)

Paolina, dissimulate, ve ne scongiuro.

(_Entra Ninì, seguita da un fattorino_).


SCENA IV.

PAOLINA, VITTORIO, NINÌ, un FATTORINO poi SELENE, poi DELFINA.


NINÌ (_introducendo il fattorino_)

Portate questo abbasso; poi tornate.

               (_Il fattorino trascina fuori il baule_).

NINÌ

Oh Paolina, come va? Stavi poco bene, jersera? (_A Vittorio_) Non
c'è tempo da perdere: è il tocco: ò preso la carrozza e ò condotto
il facchino... E Selene?... Non è ancora tornata? Dio santo, mi farà
mancare la corsa?! — Ma io parto anche senza di lei... (_A Vittorio,
piano_) (Dunque non venite, voi?)

VITTORIO

(No... mi rincresce di non potervi accompagnare...)

NINÌ

(Verrete a trovarmi a Napoli... per il mio debutto).

VITTORIO

(O questo sì, certamente).

NINÌ

E la mamma è pronta? Ma Dio santo, non c'è tempo da perdere. (_Si
reca alla seconda porta di sinistra e chiama_) Mamma, mamma, andiamo
dunque...

                       (_Rientra il fattorino_).

NINÌ (_al fattorino_)

Ora venite qui. (_Escono entrambi dalla porta del fondo_).

VITTORIO (_a Paolina_)

Mi raccomando, della calma, della calma, Paolina.

SELENE (_dalla comune_)

Si va?

NINÌ (_entrando col fattorino carico di valigie_)

Fate piano, mettete tutto in carrozza... (_Il fattorino esce. A
Selene_) Ah sei qua! Partivo senza di te, sai? (_Chiamando_) Mamma,
mamma?

                           (_Entra Delfina_)

NINÌ

Andiamo, andiamo!

DELFINA (_a Vittorio, piano_)

(Oh! bravo signor Vittorio, è qui ancora... Venga anche lei alla
stazione... mi faccia questa grazia... io non avrei il coraggio di
staccarmi dalle mie figliole).

VITTORIO

(Ci vengo, ci vengo, e dopo la riaccompagnerò a casa).

DELFINA

(Grazie. È un gran dolore, in tutti i sensi... Ma sa che sacrifici
mi costa questa partenza... anche materialmente!... Tutti i conti da
pagare...)

NINÌ (_a Paolina, avvicinandosele_)

Dunque addio Paolina... (_La bacia_) Tutti i miei auguri... Salutami
Dario... digli che mi rincresce di non averlo potuto vedere prima di
partire...

PAOLINA

Sì...

NINÌ (_la bacia di nuovo_)

No... no, non commuoverti... Io sono tanto felice!... Che vuoi, seguo
la mia vocazione...

VITTORIO (_per togliere Paolina al suo supplizio_)

Su, su, piccine, andiamo... è tardi...

NINÌ

Sì, andiamo... (_Piano a Vittorio_) (Badate che Zamperoni non mi à
ancora consegnato lo spadino. Occupatevene, e fate che lo mandi non più
tardi di sabato...) Addio Paolina...

SELENE (_baciando Paolina_)

Addio, tanti auguri.

DELFINA

Avete tutto? Non dimenticate nulla?

NINÌ

No, no, andiamo. Addio, addio...

                         (_Tutti si avviano_).

VITTORIO (_piano a Paolina_)

(Coraggio).

(_Tutti escono. Paolina li accompagna sino all'uscita_).


SCENA V.

PAOLINA, poi DARIO.


PAOLINA (_rimane un momento immobile sulla soglia, cogli occhi fissi,
imbambolati, a guardare quelli che se ne vanno. Poi si volge: si guarda
attorno. Sulle sedie sono ancora le vesti da sposa come nell'atto
terzo. Le osserva, ne prende qualcuna, poi, come ripetesse le parole di
Dario_)

Tutte scure, tutte scure... non pajono neppur vesti da sposa... (_Le
vesti le cadono dalle mani: fa qualche passo, come in uno stato di
sonnambulismo, poi, vinta dall'emozione, dà in un angoscioso scoppio di
pianto e cade spossata su di una sedia. Pausa_).

DARIO (_appare sulla soglia della comune, impacciato, quasi vergognoso,
e sta un momento ad osservare_)

PAOLINA (_che non si è accorta della presenza di Dario, si alza, si
volge, lo vede, e dà un piccolo grido, poi rimane a fissarlo, stupita,
dubbiosa_)

DARIO (_commosso, a voce bassa_)

Perdonatemi Paolina, se ò ardito di venir qui... ancora... Ci siamo
lasciati, jeri, in un modo così doloroso... e siamo... o siamo stati
troppo qualcosa l'uno per l'altro, per non scambiarci almeno una parola
ancora, prima di... lasciarci... per sempre... (_Pausa: fa due passi
innanzi_) Volete stringermi la mano?

PAOLINA (_con effusione, va incontro a Dario e gli porge la mano, che
egli afferra e tiene nella sua, lungamente. Paolina abbassa gli occhi,
non osando di guardarlo_)

DARIO

Ò molto da farmi perdonare da voi!

PAOLINA (_sollevando gli occhi_)

Perdonare?

DARIO

Sì. Jeri io sono fuggito, come un vile. Ma era la rovina di tutta la
mia vita, della mia felicità... e come mi veniva da voi... mi parve
persino che non dovessi neppur ribellarmici... Ora io partirò, andrò
lontano... Mi attendono lunghe ore d'angoscia...

PAOLINA

Lei parte?... Oggi?

DARIO

Forse... oggi stesso...

PAOLINA

Non ci vedremo più... À fatto male di venir qui... di rivedermi
ancora...

DARIO (_à un impeto di passione, le afferra le mani, poi la circonda
alla vita, e appassionatamente le susurra_)

Paolina... mi vuoi bene, ancora?... Mi ami?... Dimmelo!...

PAOLINA (_dimentica, quasi in estasi_)

Oh Dario!...

DARIO (_c. s._)

E allora no che non ci lasciamo... Non capisci che l'amore, che la
passione mi ànno condotto qui... Se mi ami non ci dobbiamo, non ci
possiamo dividere... c'è una forza sovrumana che ci unisce!... Io parto
stasera, sì... e tu parti con me...

PAOLINA (_colpita, svincolandosi, fissandolo_)

No!...

DARIO (_si guarda attorno rapidamente come se temesse d'esser veduto,
poi circonda di nuovo Paolina, vincendo la riluttanza di lei_)

Perchè no?... All'insaputa di tutti... noi fuggiamo, lontano, dove
nessuno ci conosce... dove vivremo noi due soli, amandoci, adorandoci
per tutta la vita...

PAOLINA (_riuscendo a svincolarsi, commossa, senza astio o durezza di
voce_)

No! E non dire una parola di più, perchè mi offendi...

DARIO

Ti offendo?

PAOLINA

Sì, mi offendi: e oggi, oggi, ò il diritto di essere rispettata...
(_Colle lagrime nella voce_) Sino a jeri che t'ingannavo, per amore,
sia pure, ma t'ingannavo, se tu avessi saputo da altri che da me il
mio passato, avresti avuto il diritto di propormi quello che ora mi
proponi... (_con un fil di voce_) e l'avrei accettato, forse... Oggi
no! Ti vergogni tu, di propormelo, perchè vuoi fuggire, all'insaputa di
tutti, ti vergogni di amarmi... e vuoi che io accetti questo amore?!...

DARIO

Ma ti amo!

PAOLINA

No, no che non mi ami!... Se tu mi amassi apprezzeresti quel poco di
buono che è in me, capiresti che la mia sventura non è una colpa, e non
saresti venuto qui ad avvilirmi, confessandomi che arrossisci di quello
che fai... Domani mi disprezzeresti, mi scacceresti forse lontano da
te... Ne morirei di vergogna.

DARIO

Ah Paolina, dopo avermi innamorato ài forse creduto che una confessione
terribile come quella che tu mi ài fatta non potesse mutare più le mie
intenzioni a tuo riguardo... e per questo l'ài fatta!

PAOLINA (_con un gesto disperato_)

Oh Dio, che orrore! (_Poi, a mani giunte, quasi supplichevole_) Dario,
Dario, e sei tu che mi parli così, tu, tu che avevi tanta fede in
me, sino a jeri... Oggi, che ti ò aperto il mio cuore, a tal punto tu
dubiti e mi disistimi?... Ma è possibile? E vorresti che fossi la tua
amante! Ah no! Dario, mai, mai!

DARIO

E perchè non ài confessato subito?

PAOLINA

Perchè ti amavo... perchè avevo vergogna di confessarmi qual'ero al
primo uomo che mi mostrava della stima e del rispetto sincero!... Oh,
Dario tutto è finito, per sempre.... Tu lo vedi.... nessun legame,
di nessuna natura, è più possibile tra di noi... Ebbene, in questo
momento ti giuro che la mia confessione fu sincera, che fu un impulso
dell'anima, che l'ò fatta senza calcolo alcuno... Ma dopo quella
confessione io mi sento superiore a te. Non ti debbo più nulla... Non
puoi rimproverarmi di nulla... E non ti ò cercato, non avrei tentato
di rivederti... Sei tornato, tu, per offendermi. Addio!... (_Si avvia
verso la porta a sinistra_).

DARIO (_combattuto_)

Paolina!...

PAOLINA (_quasi sulla soglia, si ferma, si volge_)

DARIO (_accorre a lei, l'abbraccia_)

Paolina!...

PAOLINA (_dimentica_)

Ti amo... ti amo!

DARIO (_le susurra nei capelli_)

Sì... a stasera...

PAOLINA (_con impeto, come prima, svincolandosi_)

No! Addio! (_E fugge nella sua stanza_)

DARIO

(_à un impulso per rattenerla, ma si frena. Sta per chiamarla, ma
soffoca le parole mettendosi il fazzoletto sulla bocca. Lotta ancora
un momento, poi si risolve, prende il cappello che aveva posato sul
tavolino, ed esce dalla comune_). (_Cala la tela_).


FINE.



NOTA.

Questa commedia fu rappresentata per la prima volta al Teatro
Alessandro Manzoni di Milano la sera del 16 Dicembre 1889, dalla
Compagnia diretta dalla Signora Virginia Marini.

Le parti erano così distribuite:

  _Dario_                 Sig. Cav. Enrico Reinach.
  _Vittorio Olgiati_       »   Cav. Claudio Leigheb.
  _Corrado Cantoni_        »   Angelo Gattinelli.
  _Vercellini_             »   Ettore Mazzi.
  _Il Marchese Zoppi_      »   Ugo Leigheb.
  _Cozzi_                  »   Paolo Cantinelli.
  _Merati_                 »   Ettore Berti.
  _Dellàgo_                »   Stanislao Ciarli.
  _Delfina_              Sig.ª Angela Beseghi.
  _Paolina_                »   Italia Vitaliani.
  _Ninì_                   »   Edvige Guglielmetti.
  _Selene_                 »   Elisa Berti.



* * * TEATRO * * *


  _Marco Praga_, L'AMICO            L. 1 —
     —    —      ALLELUJA           »  2 —
     —    —      L'INNAMORATA       »  2 —
     —    —      LA MOGLIE IDEALE   »  2 —
     —    —      LE VERGINI         »  2 —
  _E. A. Butti_, IL VORTICE         »  1 50
  _F. Mariani_,  UNA COSCIENZA      »  2 50
  _Turguenieff_, IL PANE ALTRUI     »  2 50

Dirigere vaglia alla Libreria Editrice

L. OMODEI ZORINI — Milano.



Nota del Trascrittore

Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo
senza annotazione minimi errori tipografici.





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